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PubblicatoFlorentina Giordano Modificato 9 anni fa
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DONNE E CIBO nutrire, curare, amare associazione Il Graal Italia
movimento internazionale di donne DONNE E CIBO nutrire, curare, amare una persona non può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non ha mangiato bene (Virginia Woolf) a cura di: Gemma Di Marino, Paola Pugni, Pia Zuccolin , Samantha Pietravalle, Stefania Granata, Valeria Bonacina 23 novembre 2014
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cibo: nutrire Lungo tutto il corso della storia tra donne e cibo c’è sempre stata una relazione particolare. Attorno al cibo si sviluppa e ruota tutta la nostra vita ed ogni fase è segnata da esso, dalla nascita fino alla vecchiaia. Mangiare è un bisogno primario, vitale. A partire dall’inizio della storia, le donne si sono occupate di nutrizione , a cominciare dall’allattamento al seno, questa è stata la prima relazione che noi abbiamo stabilito con un’altra persona, è iniziata la relazione con il mondo esterno, la donna si fa cibo per il neonato. Attraverso il corpo, la fatica, le mani ed il sapere delle donne avviene la cura per sé e per le persone care, vicino a noi o verso persone sconosciute. Ancora oggi molte donne per lavoro o per passione coltivano orti, preparano e vendono cibi, scelgono con cura la qualità dei prodotti tenendo conto anche dell’aspetto economico. Molte donne oggi come professione scelgono di lavorare nel campo della ristorazione. . Possiamo dire perché è portata, perché lo sa fare meglio degli uomini? Ognuna di noi ha una propria opinione, di certo possiamo affermare che alla donna viene affidato un compito di grande valore, che non sempre le viene riconosciuto come valore e potere. La storia nel corso degli anni ha modificato e riconosciuto il rapporto che le donne hanno nel campo della nutrizione. Si cucina ancora? Quali cambiamenti sono intervenuti?
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cibo: educazione Consumare cibi buoni o cattivi distingue “noi” dagli “altri”poiché nel corso degli ultimi decenni la distinzione tra i modi di cucinare e le preferenze alimentari è diventata confusa, molto lo dobbiamo alla globalizzazione. Sono nati almeno 4 filoni : - genuinità - fast-food - etnico - biologico – macrobiotico Oggi si parla molto di cibo e della sua preparazione su riviste e trasmissioni televisive, interi programmi insegnano come prepararlo e spesso i messaggi che riceviamo hanno lo scopo di incoraggiare un consumo maggiore. Possiamo chiederci oggi si mangia bene o male? Lo prepariamo noi o altri, i prodotti come sono coltivati? Da dove arrivano? Quanto costa per mangiare. Quanto cibo consumiamo realmente e quanto ne buttiamo via?Il cibo deve essere “buono, pulito e giusto”, il cibo è legato alla nostra felicità ed è il fattore principale di definizione dell’identità umana, il cibo è conoscenza ed educazione, quindi il mangiare non è solo la consumazione del pasto.
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cibo: cultura Quando parliamo di cibo non possiamo fare a meno di pensare a noi, ossia ai nostri ricordi, ai nostri luoghi di origine, alle persone care che ci hanno insegnato molto. Mangiare insieme è un altro modo per trasformare il gesto nutrizionale dell’alimentazione in fatto culturale, mangiare assieme agli altri è anche un fatto sociale, è motivo di far festa, di celebrare un evento importante della nostra vita: matrimoni, battesimi, riti funebri, ecc. , ha un grosso valore di comunicazione, vengono trasmessi i nostri valori, le nostre varie culture di appartenenze. Il cibo comunica e afferma il bisogno di mantenere la nostra identità culturale : etnica, sociale, religiosa. Ogni persona vuole mantenere le proprie abitudini alimentari, di cucinare e conservare il cibo della propria regione e nazione. Il cibo ha anche una propria identità religiosa: pane e vino per i cristiani, non mangiare maiale in quella islamica, cibi illeciti per gli ebrei, i vegetariani che hanno rispetto gli esseri viventi, ecc. La cultura del cibo è stata espressa, nel passato fino ad oggi, anche attraverso l’arte: l’ultima cena, la moltiplicazione dei pani, dipinti di nature morte, e dipinti vari. Il cibo e intercultura invita ad essere disponibili allo scambio tra culture diverse, ad aprirci alla comprensione dell’altro e al rispetto delle diversità. Ci ritroviamo in questa affermazione?
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RICETTA ABRUZZESE Pallotte Cacio e Ove
Cacio e uova, ovunque si sente parlare di questa combinazione, di formaggio (per lo più pecorino) e uova. Insaporiscono lo spezzatino di agnello o di capretto, le frattaglie e le verdure, i brodi o i ripieni. In questo caso, con mollica di pane raffermo, formaggio (di pecora) e uova formano delle polpette che saranno condite con del sugo semplice di pomodoro, d’estate si userà quello fresco, d’inverno quello conservato nelle bottiglie. Si servono come antipasto caldo o come secondo piatto, ma possono essere anche un piacevole condimento per la pasta, l’importante in questo caso è che le polpette siano davvero piccolissime. Ingredienti l'impasto: - 250 g di pecorino dolce, non troppo stagionato, oppure (grana padano o parmigiano grattugiato) - 250 g di mollica di pane raffermo, grattugiata - 5 uova grandi uova olio d’oliva per la frittura il condimento: - 1 cipolla - 60 ml di olio extra vergine d'oliva - 500 g di passata di pomodoro alcune foglie di basilico Procedimento Riunire in una ciotola il formaggio grattugiato, il pane e le uova. Amalgamare gli ingredienti, se l’impasto risulta duro, unire un altro uovo. Lasciare riposare l’impasto per 10 minuti quindi preparare delle polpettine. Farle rosolare in padella con abbondante olio caldo, girandole da tutti i lati perchè cuociano per bene e poi trasferirle in un piatto coperto con carta da cucina. In un tegame, possibilmente di coccio, far scaldare l’olio extra vergine d'oliva e la cipolla, unire la passata di pomodoro, cuocere brevemente la salsa, salare ed unirvi le pallotte e proseguire la cottura per altri 7-8 minuti.
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