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L’EVOLUZIONE DELL’UOMO
L’evoluzione dell’uomo comincia circa 4,4 miliardi di anni fa con un primato e continua ancora oggi. Ci furono varie teorie di evoluzione quella che oggi si ritiene più attendibile è quella di Charles Darwin
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Teorie evoluzione Linneo, Carl von Linné (Rashult 1707-Uppsala 1778)
Linneo era un fissista ovvero uno di quei biologi che credono che le specie sono le stesse create da un Essere superiore a suo tempo e non sono mai variate. Linneo ha dato alla biologia la nomenclatura binomiale nell’ambito Zoologico e Botanico che è tuttora in uso. Per fare questo mise a confronto le caratteristiche dei viventi con organismi simili tra loro creando questa nomenclatura per genere e specie. Linneo scrisse molti libri tra cui: Sistema della natura (1735), Fondamenti della Botanica (1736), Generi delle Piante (1737). Jean-Baptiste de Lamarck ( ). Lamarck parlò dell’evoluzione nel libro filosofia zoologica pubblicato nel 1809 formulando una teoria che diceva che una pressione naturale stimolava nell’organismo l’evoluzione, la creazione o la rimozione di un nuovo organo, e questi caratteri acquisiti si trasmettevano ai discendenti i quali continuavano questa forma di evoluzione, In poche parole “la funzione crea l’organo”. Quello che diceva Lamarck non fu dichiarato falso dopo vari esperimenti che sfatavano la teoria e di fatto Darwin non era d’accordo con lui, comunque gli riconosce di aver dato alla scienza un enorme servigio. Georges Cuvier ( ). Cuvier era anche lui un fissista però allo stesso tempo credeva nell’evoluzione per questo formulò una teoria detta creazionismo nel quale parlava di catastrofi ripetute in varie zone della terra con una certa distanza nel tempo. A catastrofe avvenuta le specie viventi nel luogo erano quasi tutte estinte quindi c’era un altro atto di creazione divina e la zona veniva ripopolata. Con questo lui spiego il ritrovamento di fossili differenti dalle specie odierne. Cuvier si opponeva tenacemente a Lamarck e considerava la sua teoria senza basi di fondamento. Inizio
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Evoluzione secondo Darwin
Charles Robert Darwin (Shrewsbury, 12 febbraio 1809 – Londra, 19 aprile 1882) Darwin era un giovane scienziato, all’età di 22 anni parti per un lungo viaggio intorno al mondo precisamente il 27 dicembre 1831 per effettuare degli studi da naturalista (materia in cui era molto preparato) questo viaggio durò 4 anni e 9 mesi durante il quale circumnavigò il globo scoprendo moltissime cose, scrivendo appunti, raccogliendo dati e campioni facendo studi approfonditi il tutto a bordo di una piccola imbarcazione chiamata Beagle lunga 27 metri larga 7 con 64 uomini a berdo, il capitano era FitzRoy. Darwin era già famoso quando tornò in Inghilterra (Il 2 ottobre 1836). Darwin formulò la sua teoria negli anni seguenti e nel 1858 insieme ad Alfred Wallace, il quale era giunto alle stesse conclusioni lavorando in modo indipendente da Darwin, presentarono al mondo la teoria dell’ evoluzione per selezione naturale che è valida ancora oggi con qualche modifica. Darwin pubblicò l’hanno seguente il libro più importante della sua vita L’origine delle specie per selezione naturale nel quale spiegava appunto la sua teoria. La teoria è divisibile in cinque parti: L’evoluzione in quanto tale: ovvero che il mondo non è immutabile; La discendenza comune: tutti gli organismi viventi discendono da un antenato comune; La moltiplicazione delle specie: da una specie possono nascere delle specie figlie o delle varianti; La gradualità dell’evoluzione: l’evoluzione è un processo lento e continuo che non avviene per salti; L’evoluzione per selezione naturale: all’interno di una popolazione ci sono degli individui differenti per la variabilità genetica in questo modo sono tutti un po’ diversi. Queste diversita possono portare dei vantaggi o degli svantaggi in quell’habitat quindi in una generazione sopravvive il più adatto ed è quello che si riproduce che trasmette I suoi geni ai discendenti creando in questo modo una generazione di individui più adatti all’ambiente sottoposti anch’ essi alla variabilità genetica possono essere più o meno adatti all’ambiente e sono quindi anch’essi sotto posti alla selezione naturale. In questo modo le specie si sono evolute e si evolvono ancora oggi secondo Darwin. Inizio
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L’evoluzione dell’uomo comincia circa 4,4 milioni di anni fa con il primo bipede l’Australopithecus africanus derivato da una specie di primati adatti a vivere nella giungla i Ramapithecus che si evolsero in una forma bipede a causa di una glaciazione che distrusse il loro habitat naturale la giungla per trasformarlo in una savana. l’Australopithecus africanus era Bipede questo significa che poteva utilizzare le mani per raccogliere e costruire oggetti, aggrapparsi ai rami degli alberi e fare molte altre cose che prima erano impossibili da fare per i primati. Questo è il primo stadio dell’evoluzione dell’uomo. Era alto circa un metro, pesava 30kg ed aveva un volume cranico di 500 cc, tre volte inferiore a quello degli attuali homo sapiens-sapiens. Resti dell'Australopithecus sono stati ritrovati in Sud Africa e in Africa orientale. Per le sue attività di caccia o di raccolta si serve di strumenti naturali, come le pietre scheggiate o le ossa degli animali. Naturalmente all’Australopithecus africanus esistono delle varianti vissute prima dopo o in contemporanea. Dopo l’australopiteco arrivo il primo vero Homo ovvero l’Homo Habilis, dotato di maggiore capacità cranica, circa 750cc. Rispetto all'Australopithecus l'Homo habilis è in grado di fabbricare rudimentali strumenti come le schegge dei ciottoli e le asce. L'intelligenza e la capacità cranica degli umanoidi si trasforma progressivamente in un fattore determinante per la sopravvivenza e gli ominidi con maggiore volume cranico soppiantano di volta in volta le specie precedenti condannandole all'estinzione. Quest’ominide è vissuto nel periodo di tempo compreso tra i 2,5 1,5 milioni di anni fa. Sapeva costruire oggetti migliori dei suoi conviventi bipedi però non era una bile cacciatore. Avendo però una dieta meno specializzata l’Homo habilis riuscì a sopravvivere e ad evolversi in Homo ergaster. Avanti Inizio
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Disegno del cranio di un Homo ergaster L’Homo ergaster visse in africa nel periodo compreso tra i 2 milioni e 1 milione di anni fa. Aveva le dimensioni corporee di un uomo moderno il cervello intorno ai 850 cc che crebbe in base al corpo quindi non ci fu uno sviluppo vero e proprio perché fu tutto in proporzione. Però l’homo ergaster sviluppò il suo senso dell’orientamento e le sue capacita cognitive. Fu il primo ominide ad utilizzare il linguaggio come via di comunicazione, naturalmente era un linguaggio rudimentale e non articolato come quello odierno. Un cambiamento della dieta spinse quest’ominide ad uscire dall’Africa per arrivare in Europa e in Asia e li si evolsero rispettivamente in Homo heidelbergensis e in Homo erectus. Circa 1,5 milioni di anni fa compare sulla Terra l'Homo erectus, dotato di capacità cranica di 1200cc. La superiorità mentale gli ominidi consente il perfezionamento delle tecniche di costruzione dei manufatti come l'amigdale, uno strumento ricavato da quarzo e da selce in grado d'essere usato contemporaneamente sia come arma che come strumento per scuoiare le pelli animali. Le comunità di ominidi sono ancora caratterizzate da piccoli gruppi con un numero ristretto di membri, alcune decine, appartenenti a poche famiglie. Questo ominide si sviluppò in Asia aveva le dimensioni analoghe a quelle dell’ Homo sapiens e l’uomo in questa specie era più grande e della donna. Homo erectus (ricostruzione) Nello stesso periodo di tempo si sviluppa in Europa l’Homo heidelbergensis. Questa specie aveva una scatola cranica allargata e quindi un cervello più grande 1400cc simile a quello degli uomini moderni che equivale 1350cc . Questi ominidi sono i più grandi del genere Homo infatti le loro dimensioni medie corrispondono a hai 200 cm di altezza. Questo ominide aveva un orecchio più sviluppato adatto a sentire più suoni dei suoi antenati e anche dei danti che aiutavano a produrre più suoni per questo si pensa che avessero un linguaggio non più rudimentale ma abbastanza articolato adatto alla trasmissione di esperienze. Inizio Indietro Avanti
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Dopo l’homo erectus e l’Homo heidelbergensis intorno ai anni fa si sviluppa l’Homo neanderthalensis. L'Homo di Neanderthal è basso infatti l’altezza media della specie è di 1,60m e dotato di maggiore forza, ma più debole nell'uso della comunicazione orale. Le sue caratteristiche fisiche si mostrano particolarmente adatte al rigido clima delle glaciazioni in Europa e in Asia. Con l'avvento dei climi più temperati, i Neanderthal si estinguono a causa delle migrazioni dell'Homo Sapiens, più agile e abile nella comunicazione del Neanderthal, che a partire dall'Africa si espande e colonizza i territori di caccia in Eurasia. Avevano un cranio primitivo (un esempio sono le arcate sopraccigliari sporgenti) capace di contenere 1500cc di cervello. L’Homo neanderthalensis è molto bravo nella costruzione di utensili. La cultura dell’homo di Neanderthal cresce quest’uomo in base ai ritrovamenti usava molto le pelli per costruire delle tende aiutandosi con le ossa di animali, recintava i falò con le pietre e si pensa che effettuava dei riti sacri, e in più sono stati ritrovati dei flauti fatti con ossa bucate. In contemporanea a questa specie di ominidi si sviluppò l’homo sapiens. La capacità cranica raggiunge i 1500cc dando luogo a una esplosione di creatività e di ingegno nel perfezionamento delle tecniche e nelle forme di comunicazione ed espressione che sfocia nel a.C. con la nascita delle prime forme di civiltà umane della storia. Inizio Indietro Scheletro di homo sapiens
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