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Laboratorio n.1: cos’è un sacramento?
IL SACRAMENTO Laboratorio n.1: cos’è un sacramento?
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Obiettivo principale Mettere a fuoco una visione dei sacramenti che:
Sia in sintonia con il pensiero del Vaticano II Sia più vivibile per noi Sia più utilizzabile nella catechesi
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2 PROSPETTIVE: Esperienza ed Idee
Occorre partire dalla constatazione che i sacramenti prima di tutto sono AZIONI e, quindi, si inseriscono prima nella vita e poi nel pensiero. Detto in altre parole i sacramenti sono più delle esperienze da fare che delle cose da capire. È importante anche il pensiero e la comprensione intellettuale, ma c’è un’altra comprensione che nasce dal fare esperienza, dal provare qualcosa sulla propria pelle, che la precede e la fonda. Non a caso il Concilio Vaticano II ci ricorda che la Rivelazione (e quindi la Salvezza ci raggiunge…) avviene in PAROLE ed EVENTI strettamente connessi. 2 PROSPETTIVE: Esperienza ed Idee
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Prima attività: A PARTIRE DALLA VITA
Ecco quindi il primo laboratorio partendo da alcuni “riti” che fanno parte della nostra esperienza familiare per accorgerci delle dinamiche umane che stanno a fondamento di quei riti religiosi che chiamiamo Sacramenti. Dal laboratorio ci siamo accorti che: L’esperienza è sempre più ricca delle idee che ne esprimono il senso Ogni ritocca sempre una dimensione di comunità: nasce in una comunità e, facendolo, la si rende viva e più forte I riti costruiscono e realizzano l’essere insieme come comunità proprio mentre vi partecipiamo attivamente Offrono stabilità e sicurezza perché rinnovano ogni volta il valore e il senso della vita e del sentirsi gli uni legati agli altri Attualizzano: ogni volta che li compiamo rendono presente lì, in quel momento, il valore affettivo e umano da cui provengono e che significano Queste sono alcune dinamiche fondanti le azioni sacramentali. Ognuno, nella sua esperienza personale o di famiglia, conosce piccoli gesti che assumono un valore del tutto particolare. Prova a riportarli alla memoria. Scegline uno e raccontalo scrivendolo sul foglio Confrontiamoci a piccoli gruppi COSA C’ENTRA QUESTO CON I SACRAMENTI?
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Seconda attività: A CACCIA DI IDEE
Il secondo laboratorio ci fa confrontare con quanto sappiamo (conoscenza) dei sacramenti: avere delle idee più chiare aiuta a viverle meglio, a tradurle in migliori e più profonde esperienze. Il confronto di ciò che ciascuno sa con quello che sanno gli altri aiuta a trovare delle ricchezze ulteriori rispetto a quelle di partenze. A) Pensando a quando parliamo con i nostri figli o nipoti o allievi: «Un sacramento è…» Come mi aiuta a… B) CONFRONTIAMOCI…
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Ingredienti per penne “ai 7 sacramenti”
GRAZIA SEGNO SALVEZZA GESU’ CRISTO AZIONE SIGNIFICATO CHIESA STORIA VISIBILE MATERIA SIMBOLO EFFICACIA CAUSA SACRO/A FORMA INVISIBILE LITURGIA ISTITUITO VALIDITA’ SPIRITO SANTO Questa tabella serve solo a dare un punto di riferimento esterno per vedere quanto del linguaggio classico sui sacramenti fa parte anche del nostro modo di comprenderli.
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Raccogliamo IDEE ed ESPERIENZA
Questo primo tentativo di sintesi ci aiuta a precisare il passaggio da una visione “classica” elaborata attraverso una lunga storia in cui si sono succedute attenzioni e linguaggi di vario tipo: da quelle giuridiche, a quelle metafisiche, ecc. NB. Parliamo di “visione” perché non esiste una definizione perfetta di “sacramento” in generale: ogni tentativo fatto di trovare una specie di minimo comune denominatore tra i vari sacramenti si è rivelato parziale. Prendiamo come riferimento di questa visione classica (che il Concilio Vaticano II supera senza rinnegarla) quanto dice il Catechismo della Chiesa Cattolica nella seconda parte al n. 1131: «I sacramenti sono segni efficaci della grazia, istituiti da Cristo e affidati alla Chiesa, attraverso i quali ci viene elargita la vita divina. I riti visibili con i quali i sacramenti sono celebrati significano e realizzano le grazie proprie di ciascun sacramento. Essi portano frutto in coloro che li ricevono con le disposizioni richieste». Una prospettiva più aderente al pensiero e alla vita delle comunità cristiane dei primi secoli, recuperata e attualizzata nel dopo concilio, utilizza un diverso vocabolario e fa riferimento a un diverso approccio: Azione simbolica: il simbolo è molto più di un segno, perché il secondo dice solo rimando a qualcosa di diverso, è un mezzo per indicare qualcos’altro; il simbolo, invece, dice azione che fa entrare in una relazione di comunione, che la significa, la genera, la approfondisce: un abbraccio fra due persone non è solo segno di amicizia e affetto, ma gesto che esprime e genera affetto. Qui bisogna riprendere quanto detto nella prima attività sull’esperienza dei riti in famiglia. Avviene ed è Gesto (azione) e Parola (spiegazione) intimamente legati: quindi situazioni da vivere prima che cose da capire. Il Risorto e lo Spirito Santo sono i riferimenti essenziali per parlare dei sacramenti come quelle azioni simboliche che ci rendono attualmente partecipi della salvezza (ri-metterci in comunione con il Padre) operata attraverso la sua vita: dall’incarnazione alla morte-risurrezione. Questa acquisisce forza trasformante in noi (in ogni generazione cristiana) attraverso il dono dello Spirito: i sacramenti sono azioni che ci introducono nella gratuità della salvezza offertaci da Gesù. La comunità cristiana (Chiesa) perché i sacramenti non sono gesti di individui isolati: anche in quelli più direttamente rivolti ai singoli (es. la confessione) si ha sempre una dimensione ecclesiale: l’azione della conversione di uno diviene ricchezza e gioia della comunità, così come il peccato di uno si riverbera in negativo sulla vita della comunità cristiana. I sacramenti si danno come esperienze che ci costituiscono “popolo di Dio”, “corpo di Cristo”, secondo le immagini utilizzate dal Concilio per parlare del nostro essere chiesa. La vita cristiana, infine, perché come dice il Concilio nella Costituzione dogmatica sulla Liturgia (Sacrosantum Concilium) «la liturgia è il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù». La vita cristiana nasce, cresce, si sviluppa proprio nella vita liturgica e sacramentale: i sacramenti non sono il premio dei buoni, ma nutrimento e vita che riceviamo senza merito (fonte) e a cui tendiamo (culmine), anzi cui dobbiamo rispondere attivamente attraverso l’esistenza quotidiana. AZIONE SIMBOLICA PAROLE E GESTI IL RISORTO E LO SPIRITO LA COMUNITÀ CRISTIANA LA VITA CRISTIANA
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Una definizione di sacramento?
Una possibile descrizione dei sacramenti Non esiste una definizione generale accettabile di sacramento, però si può indicare una tra le possibili formule che tengano insieme una serie di elementi essenziali per vivere la fede cristiana. La vita sacramentale non si aggiunge ad una comprensione intellettuale della fede, ma realizza la fede, la rende parte integrante delle nostre persone (dimensione intellettuale compresa), ci fa vivere nell’alleanza con il Padre. Ecco una possibile (non l’unica) proposta. Azioni simboliche attraverso cui come parte di un popolo, di una comunità (Chiesa), entriamo attivamente nella storia della salvezza che il Padre, in Gesù Cristo, per mezzo dello Spirito Santo ha aperto alle persone di ogni tempo, etnia, cultura
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3 ASSI DI COMPRENSIONE Gesù la Persona la Chiesa
La proposta precedente va compresa come l’intersezione di 3 assi: Gesù Cristo, la Chiesa e la Persona umana. tutti e 3 devono essere sempre presenti nell’agire e nel comprendere i sacramenti: 1. Gesù è la situazione che realizza e manifesta pienamente il disegno di salvezza che il Padre dispiega nella storia degli uomini; 2. La Chiesa è la forma che questo assume dopo la morte e risurrezione di Gesù che rivela una salvezza non individualistica, ma comunitaria (né somma di individui, né collettività massificata) e la offre agli altri; 3. La Persona in quanto la salvezza si attua nel concreto di un’esistenza che accoglie, interiorizza, vive attivamente e responsabilmente del dono ricevuto la Chiesa la Persona
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RACCOGLIAMO IDEE Sacrosantum Concilium n.10: La liturgia è il culmine e la fonte della vita della chiesa 10. Nondimeno la liturgia è il CULMINE verso cui tende l'azione della Chiesa e, insieme, LA FONTE da cui promana tutta la sua virtù. Infatti le fatiche apostoliche sono ordinate a che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella chiesa, partecipino al sacrificio e mangino la cena del Signore. A sua volta, la liturgia spinge i fedeli, nutriti dei "sacramenti pasquali", a vivere "in perfetta unione", domanda che "esprimano nella vita quanto hanno ricevuto con la fede". La rinnovazione poi dell'alleanza del Signore con gli uomini nell'eucaristia conduce e accende i fedeli nella pressante carità di Cristo. Dalla liturgia dunque, particolarmente dall'eucaristia, deriva in noi, come da sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia, quella santificazione degli uomini e glorificazione di Dio in Cristo, verso la quale convergono, come a loro fine, tutte le altre attività della chiesa. Ecco il testo del Concilio cui abbiamo fatto riferimento il precedenza.
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