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PubblicatoGuido Man Modificato 9 anni fa
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Università Roma Tre Corso di laurea magistrale CINEMA TELEVISIONE E PRODUZIONE MULTIMEDIALE Corso “Media digitali: Televisione, video, Internet” Docente: Enrico Menduni Settima lezione Il Web 2.0 – Seconda parte Martedì 9 dicembre 2014 © Enrico Menduni 2014
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IL WEB 2.0 E TIM O’REILLY
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Dobbiamo la definizione di Web 2.0 a Tim O‘Reilly (2005)in un articolo che potete leggere quiqui
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Come risulta anche da questo suo diagramma, per O’Reilly il Web 2.0 è un insieme di formati amichevoli, di interazioni con gli utenti, di pratiche di condivisione.
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La definizione di Web 2.0 ha avuto molta fortuna. Oggi, come vedremo, si parla di Web 2.5 e 3.0.
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Nel web 2.0 c’è una partecipazione etica e disinteressata, ma anche un sostanzioso aumento del commercio elettronico.
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Il punto più delicato del commercio elettronico è la transazione in denaro. Essa generalmente avviene tramite una carta di credito, protette tramite l’impiego di certificati digitali SSL (Secure Socket Layer). Tali sistemi sono generalmente accessibili attraverso password o PIN. Dalla metà dello scorso decennio l’affidabilità dei sistemi di sicurezza ha raggiunto un livello maturo.
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La produzione di Web si sposta verso gli utenti.
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I MOTORI DI RICERCA
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I siti più importanti del Web 1.0 erano i portali: siti che semplificavano l’accesso alle informazioni, indirizzando gli utenti.
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Nel Web 2.0 gli utenti vogliono esplorare la rete da soli o con le comunità di cui sono parte. Per i portali comincia l’obsolescenza.
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Nel Web 2.0 i motori di ricerca aiutano l’utente a cercare quello che gli serve.
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Setacciando il Web i motori di ricerca trovano le corrispondenze di una parola o frase indicata dall’utente
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La ricerca avviene attraverso parole chiave, di cui il motore di ricerca individua le ricorrenze.
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Usando le parole chiave (“indicizzando un contenuto”) esso risulta assai più visibile dai motori di ricerca.
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I motori di ricerca cercano di evitare gli equivoci: cercare la pesca (atto del pescare) invece che ll frutto (pesca).
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Tenendo in memoria milioni di pagine Web, anche scomparse, il motore di ricerca può anche trovare un contenuto che non è più on line.
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GOOGLE, MOTORE DEL 2.0
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Google è di gran lunga il motore di ricerca più usato.
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Il successo di Google si deve: All’efficienza Ai milioni di pagine memorizzate Alla capacità di selezionare le fonti più consultate e affidabili Alla capacità di ordinare le pagine per rilevanza (page ranking)
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Il successo di Google si deve anche all’efficienza del suo sistema economico
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Ogni volta che clicchiamo su una pagina di Google aumentiamola tariffa pubblicitaria per chi investe su quella pagina.
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Con il nostro click sulla pagina “Motoseghe da potatura” aiutiamo Google a fare profitto con le inserzioni sponsorizzate. SPUNTI DI RIFLESSIONE
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Il click è la nostra contribuzione al successo e profitto di Google.
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Ricerchiamo gratuitamente, ma Contribuiamo al profitto. Un solido “cambio merce”.
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Google è ormai un mondo: Gmail, Google Maps, Google Earth, YouTube, Google Plus, calendario, traduttore…. …E molto di più…
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LA “CODA LUNGA”
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Internet tende ad allungare la vita dei prodotti e dei contenuti. E’ il fenomeno definito “coda lunga” (long tail).
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Un motore di ricerca trova un contenuto online anche molto dopo che ha avuto successo. Anche se non è più online.
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In una libreria un libro sta poche settimane sugli scaffali, finchè si vende bene. In una libreria online rimane praticamente all’infinito senza costi.
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La coda lunga non è solo un fenomeno commerciale, ma riguarda la persistenza della cultura.
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La coda lunga è connessa alla virtualità del commercio elettronico, che ha costi di magazzino irrilevanti.
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Un libro elettronico in una libreria virtuale non prende l’umido, non viene rosicchiato dai topi,non occupa posto.
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C’è una contraddizione fra la coda lunga e la rapida obsolescenza caratteristica dei tempi attuali.
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Il Web 2.O Alcune conclusioni: Protagonismo degli utenti e nuovi colossi imprenditoriali
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Partecipazione, ma non ancora creazione e diffusione di contenuti da parte degli utenti
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Ogni nostro movimento in Internet è adesso tracciato, per profilare la clientela, per stabilire le tariffe delle pagine, ma l’uso di questi dati sensibili è problematico.
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