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PubblicatoSalvatore Scala Modificato 9 anni fa
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La Concezione Singolarista Curt John Ducasse Sulla natura della relazione causale
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OSSERVAZIONI PRELIMINARI Prima di definire il termine Causa, prestiamo attenzione a due importanti questioni: 1° questione: Nulla può essere chiamato causa o effetto ad eccezione di un Evento.
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Definizione di evento A) Per Evento intendo Cambiamento o Assenza di Cambiamento in un oggetto. B) Per contro gli oggetti stessi non possono essere chiamati cause o effetti, ma solo agenti o pazienti, componenti o composti, parti o interi. C) Queste relazioni, anche se strettamente connesse alla relazione causale, sono distinte da quella e qui non sono prese in esame.
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2° questione Quando si usa il termine «connessione causale», si potrebbe avere in mente quattro diverse relazioni oggettive: Sufficiente per, Necessario per, Necessitato da e, Dipendente da. A queste quattro relazioni corrispondono i quattro termini: Causa, Condizione, effetto e risultante.
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Più esplicitamente : A)- Se si ritiene che un evento sia stato sufficiente per il verificarsi di un altro evento, si dice che è stato la sua causa. B)- Se si ritiene che sia stato necessario per il verificarsi di un altro evento, si dice che è stato una sua condizione. C)- Se si ritiene che sia stato necessitato dal verificarsi di un altro evento, si dice che è stato un suo effetto. D)- Se si ritiene che sia dipeso dal verificarsi di un altro evento, si dice che è stato una sua risultante. Qui discuteremo soltanto il punto A), cioè la causa, e ci limiteremo a considerare qui casi in cui gli eventi in esame sono cambiamenti (no le assenze di cambiamento )
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La definizione di Causa Se il verificarsi di un particolare cambiamento è stato sufficiente per il verificarsi di un altro, si dice che il primo ha causato il secondo. Definiamo questa sufficienza con una situazione ipotetica: dati due cambiamenti C e K (che possono riguardare lo stesso oggetto o due oggetti differenti) si dice che il cambiamento C è stato sufficiente per, cioè ha causato, il cambiamento K sse:
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1)- Il cambiamento C ha avuto luogo durante un tempo e attraverso uno spazio che terminano all’istante I alla superficie S. 2) – Il cambiamento K ha avuto luogo durante un tempo e attraverso uno spazio che iniziano all’istante I alla superficie S. 3) – Durante il tempo e attraverso lo spazio di C non si è verificato nessun cambiamento oltre C, e durante il tempo e attraverso lo spazio K nessun cambiamento oltre a K. Possiamo dire che: La causa del particolare cambiamento K è stata quell’unico particolare cambiamento C che si è verificato immediatamente prima e nelle immediate vicinanze di K.
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CONSEGUENZE DELLA DEFINIZIONE 1° Osservazione: La relazione di causa non interessa soltanto due termini, ma tre. 1) - L’ambiente o vicinanze dell’oggetto. 2) -Un cambiamento in quell’ambiente. 3) - Il conseguente cambiamento nell’oggetto. 2° Osservazione: riguarda la contiguità spaziale e temporale tra causa ed effetto. I termini un tempo e un luogo sono ambigui.
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A)– Distinguere un tempo nel senso di un istante, cioè un taglio della serie temporale. B)– Distinguere un tempo nel senso di un segmento della serie temporale delimitato da due tagli. C)– Nell’ordinamento spaziale distinguere i suoi tagli, (punti, linee o superfici, a seconda che si consideri uno spazio o una, due o tre dimensioni), dalle parti di spazio delimitate da tagli. D)– Un evento (cambiamento come un non cambiamento) non avviene mai a un taglio di tempo ma durante un segmento di tempo, né in un punto ma attraverso uno spazio tra dei tagli.
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Il cambiamento è un processo che si estende nel tempo come nello spazio, ed è divisibile. È divisibile in segmenti e questi a loro volta sono estesi nel tempo e nello spazio, sono dunque divisibili ad infinitum. Un taglio segna sia la fine del processo di causa sia l'inizio del processo di effetto, ma esso non ha dimensione spazio-temporale. Tra la causa e l’effetto non si insinua un altro evento. la prima parte della causa non è necessaria all’effetto e la causa è stata sufficiente per l’effetto, e non sufficiente e necessario.
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3° Osservazione: Definisce la causa di un evento particolare (nella singola occorrenza) e non comporta che si sia già verificato o si verificherà (non è detto che si riverifichi). La ricorrenza è irrilevante ai fini del significato di causa, e, se ha a che fare con la causalità, è solo se si considera una legge che risulta da una generalizzazione di fatti causali individuali. È una legge generale perché riguarda una classe di fatti che si somigliano, ma è causale perché ciascuno di questi fatti è già un fatto causale per conto suo, ( no per la sua co-appartenenza ad altri gruppi). La relazione causale è essenzialmente una relazione tra eventi individuali concreti.
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La regolarità/ricorrenza non costituisce il significato della relazione causa effetto. Una connessione causale spiega la regolarità della successione, ma non è costituita da questa regolarità. Hume, quando definisce la causa in termini di regolarità di successione, dice che quella definizione è «tratta da circostanze estranee alla causa […] da qualche cosa di estraneo o di esterno ad essa» Per evitare di dire che il giorno è la causa della notte e la notte causa del giorno.
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Mill aggiunse l’ «incondizionatezza» all’«invariabilità» della sequenza, cioè l’effetto deve ricorrere ogni volta che ricorre la causa. (necessitato dalla causa). Ma la «necessitazione», secondo Mill, non viene rivelata dalla regolarità che si osserva in sequenza, essa deve essere convalidata dal «metodo della differenza» cioè dall’osservazione analitica di un caso individuale. Mill non ha mai visto che questo equivale a definire la causalità nei termini di una singola differenza in un unico esperimento.
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4° osservazione se una persona vede un mattone colpire una finestra e la finestra infrangersi, ritiene che l’impatto del mattone sia stata la causa della rottura della finestra. perché crede che quell’impatto sia l’unico cambiamento che in quel momento si è verificato nelle immediate vicinanze. Cioè un evento particolare ha causato un altro evento particolare.
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