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Rapporto fra attività di classe e attività di sostegno

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Presentazione sul tema: "Rapporto fra attività di classe e attività di sostegno"— Transcript della presentazione:

1 Rapporto fra attività di classe e attività di sostegno
Dott.ssa SASANELLI LIA DANIELA

2 Riferimenti normativi - 1
Nella Deliberazione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (1966) si afferma: “…. Il diritto di ogni individuo all’istruzione deve mirare al pieno sviluppo della personalità umana e del senso della sua dignità e rafforzare il rispetto per i diritti dell’uomo e le libertà fondamentali. L’istruzione primaria deve essere obbligatoria e accessibile a tutti….” Già nella nostra Costituzione … in particolare gli artt. 3/34 sanciscono: l’uguaglianza di tutti i cittadini prescindendo dalle loro condizioni personali e sociali; Il diritto all’istruzione anche per gli invalidi. Tuttavia negli anni ’60 prevale la logica della MEDICALIZZAZIONE con la tendenza alla specializzazione, alla separatezza, all’isolamento del problema…. Negli anni ‘70 inizia il vero e proprio cammino dell’INTEGRAZIONE SCOLASTICA “Si ritiene indispensabile inserire nella prospettiva di sviluppo della vita scolastica la dimensione dell’integrazione, affinché ad ogni livello di programmazione della scuola a tempo pieno venga adeguatamente affrontato il problema degli alunni in difficoltà” “Risultano infine favorevoli agli alunni in difficoltà […], superando la struttura rigida delle classi […] dovrebbe essere possibile modulare i rapporti interpersonali secondo le necessità di ciascuno (dal rapporto duale al rapporto polivalente) in modo graduale e non rigido. [Relazione conclusiva della Commissione Falcucci 1975] …la scuola attua forme di integrazione a favore degli alunni portatori di handicaps con la prestazione di insegnanti specializzati Le classi differenziali previste dagli art. 11 e 12 della legge 31/12/1962 n. 1859, sono abolite.

3 Riferimenti normativi - 2
Nel settore dell’infanzia, nel Maggio 1970 , l’Università degli Studi di Bologna, promuove un convegno sul tema “Una politica per l’infanzia: momento preventivo primario di una moderna psichiatria” dal quale emergono alcune proposte… Individuazione dell’UNITA’ TERRITORIALE DI BASE come piattaforma operativa con potere di gestione e di controllo, all’interno della quale abbia luogo la PROGRAMMAZIONE DEI DIVERSI INTERVENTI: A carattere educativo(asili nido , scuole, spazi sociali, di gioco e attività culturali); A carattere preventivo, rispetto al ricovero (centri diurni di riabilitazione,ecc.); A carattere deistituzionalizzante (case-famiglia e altre soluzioni che escludano interventi custodialistici) Si fa strada l’idea di una pedagogia speciale che indirizza un duplice tipo di intervento: Uno centrato sul ragazzo, diretto a modificare la sua situazione personale, per rapportarlo a realtà sempre più evolute; L’altro centrato sulla realtà sociale, diretto a favorire la comprensione dei problemi di cui questi ragazzi sono portatori. Da qui: Il superamento della scuola speciale interna alle istituzioni assistenziali, con il reinserimeno dei ragazzi in un più normale ambiente di vita; Il decentramento dei servizi riabilitaivi con l’istituzione di centri territoriali più vicini alle residenze delle famiglie, - la qualificazione del personale attraverso la partecipazione a corsi e incontri di aggiornamento

4 Riferimenti normativi - 3
Spazi per una corretta integrazione scolastica sono offerti dalla flessibilità dell’orario, dall’integrazione fra il sistema scolastico e quello formativo, dallo scambio di docenti fra istituzioni scolastiche in rete, dall’integrazione dei curricoli formativi in considerazione delle diverse esigenze degli alunni. (Regolamento dell’autonomia scolastica D.P.R. 8/3/99 n. 275) …all’organizzazione dell’attività educativa e didattica secondo il criterio della flessibilità nell’articolazione delle sezioni e delle classi, anche aperte, in relazione alla programmazione scolastica individualizzato (Legge-quadro 5/2/92 n. 104, art. 14)

5 L’organizzazione secondo la normativa
La normativa offre alle scuole la possibilità di attuare differenti percorsi per favorire l’integrazione di ogni persona nello sviluppo delle proprie soggettive potenzialità Perché questa autonomia venga attuata, non è sufficiente la normativa ma è necessario che ci sia la volontà dei singoli ad essere flessibili, sensibili e collaborativi al fine di realizzare Piani e Percorsi formativi orientati all’integrazione, purtroppo però questa mentalità è ancora poco diffusa. È, infatti, compito del Collegio Docenti stilare un POF che preveda diverse tipologie di percorsi organizzativi volti ad attuare differenti approcci o strategie didattiche utili agli insegnanti per favorire il pieno sviluppo della singola persona. Il Consiglio di classe coerentemente con quanto stabilito dal POF definisce le programmazioni scolastiche differenziate, prevedendo punti di contatto tra il PEI e la programmazione curricolare.

6 Soluzioni organizzative
Utilizzo dei tempi: Articolazione del tempo scuola in base alle effettive esigenze e necessità dell’alunno (gravità dell’handicap, condizioni di salute, tempi di attenzione…) e dei progetti inseriti nel POF (alternanza scuola-lavoro, stage, classi aperte…) Utilizzo degli spazi: Aule, laboratori, spazi esterni, disposizione banchi, arredi ecc. Utilizzo di materiali: Ausili di vario genere, convenzionali e non, PC

7 Didattica e metodologia
Attività di classe + Attività di sostegno Integrazione una scuola per tutti e per ognuno

8 Integrazione Alunno  apprendimento che segue una progettazione individuale e utilizza: il confronto con gli altri come modello il contesto come sfondo la motivazione per imparare Classe  provocazione della presenza dell’alunno speciale per una didattica più attenta alle piccole diversità di tutti Insegnante  arricchimento della professione docente: progetto individualizzato strategie sempre nuove confronto tra realtà e teoria

9 Imparare con gli altri…
non significa imparare le stesse cose negli stessi momenti ma percorrere ognuno (in presenza o in assenza di deficit) una strada individuale di apprendimento all’interno di un curriculum generale integrato

10 giustizia in campo educativo…
“non significa dare a tutti le stesse cose ma dare a ognuno ciò di cui ha bisogno”

11 Metodologie Didattiche diverse:
Lavori di gruppo  tre livelli di attività  protagonista  partecipante  spettatore Lavoro a coppie Cooperative learning  lavoro di gruppo in cui ognuno ha un suo ruolo Tutoring

12 Strumenti Materiali e strumenti differenti tenendo conto dei diversi stili cognitivi Classi aperte

13 Integrazione nell’ottica di:
non banalizzare della materia, bensì creare dei percorsi che permettano agli alunni il raggiungimento degli obiettivi minimi rispettare i tempi dei discenti monitorare il lavoro ed apportare delle modifiche quando necessario

14 Relazione tra adulti Apertura mentale dei docenti nello svolgere didattiche differenziate Contitolarità e collaborazione effettive tra l’insegnante di sostegno e gli insegnanti curricolari Insegnante di sostegno esperto di metodologie supporta il lavoro del docente curricolare Suggerisce modalità di lavoro Mediatore Flessibilità dei ruoli: IDS  IDC Coordinamento fra tutte le varie figure Rapporto con le aspettative della famiglia

15 Relazioni: importanza della circolarità
Dell’alunno  rispetto alla classe  con l’insegnante di sostegno  con gli insegnanti curricolari Del docente di sostegno  con l’alunno  con la classe  con i colleghi

16 L’esperienza insegna che…
Apertura “mentale” della scuola Tipologia di handicap Tipologia della classe Ruolo e personalità dell’insegnante di sostegno INFLUISCONO SU DIFFERENTI ASPETTI DEL RAPPORTO FRA ATTIVITA’ DI CLASSE E ATTIVITA’ DI SOSTEGNO: Attenzione focalizzata su :aspetti relazionali  aspetti didattici Attività extrascolastiche (gite, attività sportive, attività culturali) Metodologie didattiche alternative(gruppi, nuove tecnologie, creatività)


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