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La mia casa è il pianeta by L&L
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La bottega di Silvia 20 marzo 2015
Spreco alimentare La bottega di Silvia marzo 2015 by L&L
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L’origine degli sprechi alimentari
Nel corso del Novecento i progressi dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’industria alimentare hanno consentito ai Paesi più sviluppati di superare la condizione, fino a quel momento prevalente, di scarsa disponibilità di generi alimentari. Inoltre, l’aumento del reddito medio ha permesso a fasce sempre più ampie della popolazione di accedere a quantità e qualità maggiori di cibo. In questo modo, la crescente disponibilità e varietà di cibo, il prezzo tendenzialmente in calo e una percentuale sempre più bassa di reddito destinata ai generi alimentari hanno progressivamente favorito una maggiore tolleranza verso gli sprechi alimentari. Si è passati dalla centralità del cibo indispensabile per il sostentamento di ognuno alla mercificazione del cibo con conseguente perdita del suo VALORE by L&L
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Che cosa s’intende per perdite e sprechi alimentari?
Il termine più comune di spreco alimentare è quello di: “cibo acquistato e non consumato che finisce nella spazzatura”. Ovviamente questa non è l’unica accezione, poiché, durante la catena agro-alimentare vengono scartati prodotti alimentari ancora commestibili. by L&L
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Spreco alimentare nel mondo
L’analisi realizzata nel 2011 dalla FAO stima gli sprechi alimentari nel mondo in 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, pari a circa un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano, mentre un’altra ricerca (Smil, 2010) indica che solo il 43% dell’equivalente calorico dei prodotti coltivati a scopo alimentare a livello globale viene direttamente consumato dall’uomo. Nel Nord del mondo, si produce e si acquista troppo cibo, spesso gettato prima ancora che si deteriori. Nel Sud del mondo, invece, il cibo si spreca per mancanza di infrastrutture, strumenti per la conservazione e trasporto adeguati. by L&L
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Perdite alimentari: quando??
Le perdite alimentari iniziano a monte della filiera agroalimentare: in fase di semina (accordi commerciali con i rivenditori), coltivazione (avversità climatiche, malattie, parassiti), raccolta (prodotto non idoneo alla vendita), conservazione e prima trasformazione agricola; Oltre il “campo” gli sprechi avvengono: durante la trasformazione industriale, distribuzione, conservazione consumo finale by L&L
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Spreco alimentare in Europa
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Spreco alimentare in italia
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Cosa gettiamo? by L&L
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Perché lo gettiamo? by L&L
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Conseguenze dello spreco alimentare
Impatto ecologico Impatto economico Impatto culturale Impatto etico by L&L
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Impatto ecologico L’impatto dello spreco alimentare globale sulle risorse naturali è enorme. Secondo la FAO, ad esempio: ► L’emissione di gas clima-alteranti (ovvero, l’impronta di carbonio) del cibo prodotto e non consumato è stimato in 3,3 gigatonnellate di CO2: lo spreco alimentare è così la terza fonte di emissioni al mondo, dopo gli Stati Uniti e la Cina. A livello europeo, si possono attribuire circa 170 megatonnellate di CO2 allo spreco alimentare, pari al 3% del totale delle emissioni dell’Unione Europea (27 stati membri) nel 2008. ► A livello globale, l’impronta idrica (ossia il consumo di risorse idriche superficiali e freatiche) dello spreco alimentare è di circa 250 km3, l’equivalente del flusso annuale del fiume Volta o tre volte il volume del lago di Ginevra. ► Il cibo prodotto ma non consumato usa quasi 1,4 miliardi di ettari di terra, che rappresentano quasi il 30% dell’area coperta da terreni agricoli nel mondo. ► Sebbene sia difficile stimare gli impatti sulla biodiversità a livello globale, lo spreco alimentare inasprisce la perdita della biodiversità dovuta alle monocolture e all’espansione agricola nelle aree selvagge. A livello globale, lo spreco alimentare rappresenta più del 20% della pressione sulla biodiversità. Secondo la FAO, nonostante le pesanti conseguenze ambientali della produzione alimentare siano ampiamente riconosciute, nessuno studio ha ancora analizzato gli impatti dello spreco alimentare globale da un punto di vista ambientale. by L&L
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Impatto economico Lo spreco alimentare arreca perdite economiche importanti per: Produttori, che lasciano i prodotti nei campi senza raccoglierli o scartano prodotti perfettamente commestibili, ma non conformi agli standard (dimensione ed estetica) del mercato. A livello globale, il costo economico diretto dello spreco alimentare di prodotti agricoli ammonta a circa 750 miliardi di dollari. Rivenditori, che perdono prodotti a causa del degrado di natura meccanica o biologica subito durante il trasporto a causa delle lunghe distanze tra il luogo di produzione e il negozio, o tra il luogo di allevamento e il macello, buttano via prodotti invenduti prima della data di scadenza, prodotti commestibili vicini alla data di consumo consigliata, o prodotti commestibili che non rientrano negli standard estetici richiesti (normalmente prodotti freschi come frutta e verdura). by L&L
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Impatto economico Famiglie, che gettano prodotti commestibili a causa della confusione tra le diciture “da consumarsi preferibilmente entro” e “da consumarsi entro”, acquisti eccessivi e conseguente deperimento dei prodotti, mancate conoscenze sulla corretta conservazione e preparazione del cibo (uso di tutte le parti degli ortaggi e dei tagli di carne, cucina con gli avanzi). Per tutti i contribuenti: spreco alimentare significa elevati costi di gestione dei rifiuti, compresa la manutenzione delle discariche (dove è normalmente smaltito il cibo sprecato), oltre a costi di trasporto, costi operativi degli impianti di smaltimento, e in alcuni casi costi di differenziazione dei rifiuti. Al contrario, come spiega la valutazione d’impatto della Commissione Europea sullo spreco alimentare, un minore spreco alimentare significherebbe un più alto reddito disponibile per i cittadini europei – soldi che si possono spendere per il cibo, o in altro modo. Alcuni dati suggeriscono che i cittadini che riducono il loro livello di spreco alimentare optano per cibi di qualità e valore più alto grazie ai loro risparmi. by L&L
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Impatto culturale Trattare il cibo come semplice merce significa privarlo del suo valore sociale e culturale. La produzione e il consumo di cibo hanno invece profonde radici culturali: coltiviamo e mangiamo il cibo per sopravvivere e vivere, ma anche per celebrare eventi importanti, definire la nostra identità e, cosa non meno importante, per piacere. Il cibo è inestricabilmente legato alle nostre culture, alla nostra storia personale e collettiva, alla nostra identità. Porta con sé saperi preziosi, dal campo alla cucina, tramandati nei secoli. by L&L
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Impatto etico Mentre milioni di tonnellate di cibo finiscono in mucchi di rifiuti nelle discariche, il numero di persone che non ha accesso a cibo adeguato e a diete sane continua a crescere, non solo nei paesi a basso reddito, ma anche in Europa. Secondo Eurostat, 81 milioni di persone in Europa sono a rischio di povertà (l’equivalente del 17% della popolazione europea) e 42 milioni vivono già al di sotto della soglia di povertà. L’attuale produzione alimentare globale è sufficiente per nutrire 12 miliardi di persone (con una popolazione mondiale nel 2014 appena superiore a 7 miliardi). Tuttavia, il 40% dell’intera produzione va sprecata e ogni giorno 1 miliardo di persone soffre la fame. Nel mondo, l’attuale sistema riduce contadini e produttori alimentari a produttori di merci: il rispetto dei loro diritti fondamentali nelle produzioni intensive è spesso discutibile. Nel Sud del mondo, questo sistema priva i contadini dell’accesso a terre e acque e le comunità, nel loro complesso, dell’accesso al cibo. La terra è usata, ad esempio, per produrre foraggio per gli animali degli allevamenti industriali e rifornire mercati lontani, invece di essere coltivata dalla popolazione locale per soddisfare le esigenze locali, nel rispetto della sovranità alimentare. by L&L
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Impatto etico Inoltre, nella sua perversione, l’attuale sistema alimentare scarica il cibo indesiderato nel Nord del mondo (come le ali di pollo) nei mercati del Sud del mondo, a prezzi che escludono dal mercato i produttori locali. Infine, il sistema basato su sovrapproduzione e sprechi è responsabile dello spreco, della minaccia e dell’inquinamento delle nostre limitate risorse comuni: acqua, suolo e aria. Riduce creature viventi, come piante e animali, a merci sfruttate per produrre il più possibile, e più rapidamente possibile. Lo spreco alimentare pone dunque scomode domande etiche: che atteggiamento assumiamo nei confronti del resto dell’umanità? E nei confronti delle risorse comuni, aria, acqua, suolo, da cui dipende il futuro delle prossime generazioni? Qual è il nostro atteggiamento verso tutti gli esseri viventi? by L&L
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Iniziative volte a ridurre lo spreco alimentare
Last Minute Market è una società spin-off dell'Università di Bologna che nasce nel 1998 come attività di ricerca. Dal 2003 diventa realtà imprenditoriale ed opera su tutto il territorio nazionale sviluppando progetti territoriali volti al recupero dei beni invenduti (o non commercializzabili) a favore di enti caritativi Fondazione Banco Alimentare Onlus provvede: alla raccolta delle eccedenze di produzione agricole, dell’industria alimentare, della Grande Distribuzione e della Ristorazione organizzata; alla ridistribuzione ad enti che si occupano di assistenza e di aiuto ai poveri, agli emarginati e, in generale, a tutte le persone in stato di bisogno”. by L&L
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Cosa possiamo fare in concreto tutti i giorni?
Acquistare solo quello che ci serve, prima di fare la spesa organizzare il menù della settimana e scriviamoci la lista della spesa. Non buttiamo gli avanzi, impariamo a riutilizzarli in cucina; diamo gli avanza agli animali domestici o mettiamoli in una compostiera. Non rincorriamo le offerte, il risparmio maggiore lo si solo acquistando ciò di cui abbiamo bisogno. Al ristorante chiediamo una vaschetta per portare a casa quanto rimasto. Organizzare il frigo in modo tale che ogni alimento sia nel ripiano corretto; mettere davanti gli alimenti con la scadenza più ravvicinata. Congelare gli alimenti prossimi alla scadenza che non si riescono a consumare in tempo utile Congelare gli eventuali avanzi. Fare trasformati Condividere e dare a chi è più bisognoso. … by L&L
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Filiera corta La filiera corta: una filiera produttiva caratterizzata da un numero limitato e circoscritto di passaggi; rapporto diretto tra produttore e consumatore by L&L
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Vantaggi della filiera corta
Economicità (minori costi finali del prodotto dovuti all'eliminazione di alcuni passaggi intermedi) Freschezza, stagionalità e qualità del prodotto Rapporto di confidenza diretto con il produttore Favorisce lo sviluppo della cultura locale Incentiva la biodiversità delle produzioni Minore impatto ambientale by L&L
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Forme di vendita Vendita diretta in azienda Mercati contadini
Gruppi di acquisto E-commerce Vendita a domicilio by L&L
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Gruppi di acquisto solidale
Tra le varie forme di vendita possibili la vendita a gruppi di acquisto è certamente la più interessante dal punto di vista sociale. Cosa sono i gruppi di acquisto? Un gruppo d’acquisto e' formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. Perché solidali? I G.A.S. nascono dal desiderio di costruire dal basso un'economia sana che punti alla salvaguardia dell'ambiente e valorizzi le culture tradizionali e il territorio; in cui l'eticità valga più del profitto e la qualità sia più importante della quantità: una società in cui le persone possano ritrovare il tempo per incontrarsi ed instaurare con il prossimo rapporti più umani by L&L
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G.a.s Come sono organizzati? Cosa comprano? by L&L
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