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PubblicatoLotterio Torre Modificato 9 anni fa
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Biotecnologia Quasi tutte le terapie antitumorali prevedono dosi standard, normalizzate rispetto al peso o alla superficie corporea; maggiore “personalizzazione” si ha in qualche limitato caso, operando una correzione in base della funzionalità renale. Considerazioni farmacocinetiche più complesse intervengono quando la dose è modificata in funzione di uno o più valori di concentrazione.
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La condizione ottimale, ma purtroppo rara per i farmaci antitumorali, sarebbe quella di poter valutare direttamente l’effetto, e su questo modulare la posologia (strategia farmacodinamica). Solo nel caso del Carboplatino sono stati definiti intervalli di AUC considerati ottimali. Per altri farmaci sono stati definiti valori di concentrazione a forte rischio di tossicità (MTX), mentre la definizione dei valori “terapeutici” è ancora oggetto di studio.
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La presenza di politerapie complica l’impiego di strategie farmacocinetiche, a causa di fenomeni di induzione o di inattivazione enzimatica di difficile previsione, così come la presenza di metaboliti attivi. A parte il caso di MTX, tutti gli altri farmaci antitumorali possono essere determinati solo con tecniche cromatografiche di media-alta complessità, e quindi a costi elevati. http://www.biotecnologia.it
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