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PubblicatoFiorello Franceschini Modificato 9 anni fa
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LA PERCEZIONE Come devono essere le percezioni per essere utili?
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Devono darci la possibilità di RICONOSCERE l’oggetto Gli strumenti che servono a riconoscere le cose sono i CONCETTI Un concetto è una RAPPRESENTAZIONE MENTALE che ci permette di CATEGORIZZARE, cioè raggruppare gli oggetti in categorie
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La percezione serve al suo scopo solo se produce concetti con i quali riconosciamo gli oggetti. Le informazioni che ci arrivano dall’ambiente sono di NATURA FISICA e vengono trasformate in concetti Gli oggetti del mondo stimolano i nostri sensi nella misura in cui la loro presenza produce una variazione energetica. Gli organi di senso (TRASDUTTORI) trasformano l’energia captata in energia nervosa che attraverso le fibre nervose giunge fino alla corteccia cerebrale. Una volta raggiunta la corteccia cerebrale, partendo dagli stimoli nervosi, la nostra mente deve ricostruire le immagini degli oggetti, confrontarli con le conoscenze pregresse per riconoscerli e collegare ai concetti.
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Le informazioni sulla realtà che ci trasmettono i sensi sono “difettose” vanno completate, migliorate. Ad esempio le immagini che si formano sulla retina sono piatte (2D), mentre quelle reali sono tridimensionali (3D). Anche se non tocchiamo il cappotto dell’immagine sapremo dire che è morbido e piacevole al tatto. La nostra mente arriva a conclusioni sul materiale di cui sono fatti gli oggetti e sulla loro consistenza, cioè aggiunge informazioni che non sono state captate dai nostri sensi. Nello stesso tempo però la mente deve fare economia di risorse, cioè prima di tutto dà una rappresentazione standard dell’oggetto scartando tutte le forme che, ad esempio, un angolo di visuale diverso darebbe ingombrando inutilmente la nostra memoria, poi isola o estrae l’oggetto da riconoscere tra quelli che gli sono accanto. Quasi tutto il lavoro della nostra mente è inconsapevole, diventa cosciente solo quando scegliamo il concetto da usare per quell’oggetto.
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FACCIAMO IL PUNTO Ragionando sulle illusioni percettive ed altri casi analoghi ci è nato il sospetto, poi confermato, che nella percezione la nostra mente lavori. Le informazioni dei sensi, espresse in energia nervosa, vanno tradotte nel linguaggio della mente e migliorate. La mente deve anche elaborare le informazioni in arrivo in modo che riconoscere gli oggetti e ricostruire le scene risulti un’attività economica, che non richieda di sobbarcarsi di un carico insopportabile di dati e di lavoro.
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