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Il sacerdozio comune dei fedeli Lumen Gentium II,10-11
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Sacerdozio comune 10. Cristo Signore, pontefice assunto di mezzo agli uomini (cfr. Eb 5,1-5), fece del nuovo popolo «un regno e sacerdoti per il Dio e il Padre suo» (Ap 1,6; cfr. 5,9-10). Infatti per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati per formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le attività del cristiano, spirituali sacrifici, e far conoscere i prodigi di colui, che dalle tenebre li chiamò all'ammirabile sua luce (cfr. 1 Pt 2,4-10).
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Sacerdozio comune Tutti quindi i discepoli di Cristo, perseverando nella preghiera e lodando insieme Dio (cfr. At 2,42-47), offrano se stessi come vittima viva, santa, gradevole a Dio (cfr. Rm 12,1), rendano dovunque testimonianza di Cristo e, a chi la richieda, rendano ragione della speranza che è in essi di una vita eterna (cfr. 1 Pt 3,15).
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Sacerdozio comune 11. Il carattere sacro e organico della comunità sacerdotale viene attuato per mezzo dei sacramenti e delle virtù. I fedeli, incorporati nella Chiesa col battesimo, sono destinati al culto della religione cristiana dal carattere sacramentale; rigenerati quali figli di Dio, sono tenuti a professare pubblicamente la fede ricevuta da Dio mediante la Chiesa.
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Sacerdozio comune Col sacramento della confermazione vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo e in questo modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l'opera, come veri testimoni di Cristo.
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Sacerdozio comune Partecipando al sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana, offrono a Dio la vittima divina e se stessi con essa così tutti, sia con l'offerta che con la santa comunione, compiono la propria parte nell'azione liturgica, non però in maniera indifferenziata, bensì ciascuno a modo suo.
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Sacerdozio comune Cibandosi poi del corpo di Cristo nella santa comunione, mostrano concretamente la unità del popolo di Dio, che da questo augustissimo sacramento è adeguatamente espressa e mirabilmente effettuata.
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Sacerdozio comune Quelli che si accostano al sacramento della penitenza, ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui; allo stesso tempo si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l'esempio e la preghiera.
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Sacerdozio comune Con la sacra unzione degli infermi e la preghiera dei sacerdoti, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi (cfr. Gc 5,14-16), anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e morte di Cristo (cfr. Rm 8,17; Col 1,24), per contribuire così al bene del popolo di Dio.
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Sacerdozio comune Inoltre, quelli tra i fedeli che vengono insigniti dell'ordine sacro sono posti in nome di Cristo a pascere la Chiesa colla parola e la grazia di Dio.
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Sacerdozio comune E infine i coniugi cristiani, in virtù del sacramento del matrimonio, col quale significano e partecipano il mistero di unità e di fecondo amore che intercorre tra Cristo e la Chiesa (cfr. Ef 5,32), si aiutano a vicenda per raggiungere la santità nella vita coniugale; accettando ed educando la prole essi hanno così, nel loro stato di vita e nella loro funzione, il proprio dono in mezzo al popolo di Dio.
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Sacerdozio comune Da questa missione, infatti, procede la famiglia, nella quale nascono i nuovi cittadini della società umana, i quali per la grazia dello Spirito Santo diventano col battesimo figli di Dio e perpetuano attraverso i secoli il suo popolo. In questa che si potrebbe chiamare Chiesa domestica, i genitori devono essere per i loro figli i primi maestri della fede e secondare la vocazione propria di ognuno, quella sacra in modo speciale.
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Sacerdozio comune Muniti di salutari mezzi di una tale abbondanza e d'una tale grandezza, tutti i fedeli d'ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità, la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste.
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Sacerdozio ministeriale
Presbyterorum Ordinis I,2
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Sacerdozio ministeriale
Nostro Signore Gesù, «che il Padre santificò e inviò nel mondo» (Gv 10,36), ha reso partecipe tutto il suo corpo mistico di quella unzione dello Spirito che egli ha ricevuto: in esso, infatti, tutti i fedeli formano un sacerdozio santo e regale, offrono a Dio ostie spirituali per mezzo di Gesù Cristo, e annunziano le grandezze di colui che li ha chiamati dalle tenebre nella sua luce meravigliosa. Non vi è dunque nessun membro che non abbia parte nella missione di tutto il corpo, ma ciascuno di essi deve santificare Gesù nel suo cuore e rendere testimonianza di Gesù con spirito di profezia.
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Sacerdozio ministeriale
Ma lo stesso Signore, affinché i fedeli fossero uniti in un corpo solo, di cui però «non tutte le membra hanno la stessa funzione» (Rm 12,4), promosse alcuni di loro come ministri, in modo che nel seno della società dei fedeli avessero la sacra potestà dell'ordine per offrire il sacrificio e perdonare i peccati, e che in nome di Cristo svolgessero per gli uomini in forma ufficiale la funzione sacerdotale.
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Sacerdozio ministeriale
Pertanto, dopo aver inviato gli apostoli come egli stesso era stato inviato dal Padre, Cristo per mezzo degli stessi apostoli rese partecipi della sua consacrazione e della sua missione i loro successori, cioè i vescovi, la cui funzione ministeriale fu trasmessa in grado subordinato ai presbiteri questi sono dunque costituiti nell'ordine del presbiterato per essere cooperatori dell'ordine episcopale.
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Sacerdozio ministeriale
La funzione dei presbiteri, in quanto strettamente vincolata all'ordine episcopale, partecipa della autorità con la quale Cristo stesso fa crescere, santifica e governa il proprio corpo. Per questo motivo il sacerdozio dei presbiteri, pur presupponendo i sacramenti dell'iniziazione cristiana, viene conferito da quel particolare sacramento per il quale i presbiteri, in virtù dell'unzione dello Spirito Santo, sono segnati da uno speciale carattere che li configura a Cristo sacerdote, in modo da poter agire in nome di Cristo, capo della Chiesa.
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Sacerdozio ministeriale
Dato che i presbiteri hanno una loro partecipazione nella funzione degli apostoli, ad essi è concessa da Dio la grazia per poter essere ministri di Cristo Gesù fra le nazioni mediante il sacro ministero del Vangelo, affinché le nazioni diventino un'offerta gradita, santificata nello Spirito Santo. È infatti proprio per mezzo dell'annuncio apostolico del Vangelo che il popolo di Dio viene convocato e adunato, in modo che tutti coloro che appartengono a questo popolo, dato che sono santificati nello Spirito Santo, possano offrire se stessi come «ostia viva, santa, accettabile da Dio» (Rm 12,1).
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Sacerdozio ministeriale
Ma è attraverso il ministero dei presbiteri che il sacrificio spirituale dei fedeli viene reso perfetto nell'unione al sacrificio di Cristo, unico mediatore; questo sacrificio, infatti, per mano dei presbiteri e in nome di tutta la Chiesa, viene offerto nell'eucaristia in modo incruento e sacramentale, fino al giorno della venuta del Signore. A ciò tende e in ciò trova la sua perfetta realizzazione il ministero dei presbiteri.
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Sacerdozio ministeriale
Effettivamente, il loro servizio, che comincia con l'annuncio del Vangelo, deriva la propria forza e la propria efficacia dal sacrificio di Cristo, e ha come scopo che «tutta la città redenta, cioè la riunione e società dei santi, offra a Dio un sacrificio universale per mezzo del sommo Sacerdote, il quale ha anche offerto se stesso per noi con la sua passione, per farci diventare corpo di così eccelso capo».
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Sacerdozio ministeriale
Pertanto, il fine cui tendono i presbiteri con il loro ministero e la loro vita è la gloria di Dio Padre in Cristo. E tale gloria si dà quando gli uomini accolgono con consapevolezza, con libertà e con gratitudine l'opera di Dio realizzata in Cristo e la manifestano in tutta la loro vita.
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Sacerdozio ministeriale
Perciò i presbiteri, sia che si dedichino alla preghiera e all'adorazione, sia che predichino la parola, sia che offrano il sacrificio eucaristico e amministrino gli altri sacramenti, sia che svolgano altri ministeri ancora in servizio degli uomini, sempre contribuiscono all'aumento della gloria di Dio e nello stesso tempo ad arricchire gli uomini della vita divina. E tutte queste cose - le quali scaturiscono dalla pasqua di Cristo - troveranno pieno compimento nella venuta gloriosa dello stesso Signore, allorché egli consegnerà il regno a colui che è Dio e Padre.
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Lumen Gentium II,10 Presbyterorum Ordinis I,2
Le differenze e le consonanze Lumen Gentium II,10 Presbyterorum Ordinis I,2
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Differenze Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo.
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Differenze Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all'offerta dell'Eucaristia, ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l'abnegazione e la carità operosa.
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Consonanze I presbiteri sono stati presi fra gli uomini e costituiti in favore degli uomini stessi nelle cose che si riferiscono a Dio, per offrire doni e sacrifici in remissione dei peccati vivono quindi in mezzo agli altri uomini come fratelli in mezzo ai fratelli. Così infatti si comportò Gesù nostro Signore, Figlio di Dio, uomo inviato dal Padre agli uomini, il quale dimorò presso di noi e volle in ogni cosa essere uguale ai suoi fratelli, eccettuato il peccato.
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Consonanze È un esempio, il suo, che già imitarono i santi apostoli; e san Paolo, dottore delle genti, «segregato per il Vangelo di Dio» (Rm 1,1), dichiara di essersi fatto tutto a tutti, allo scopo di salvare tutti (18). Così i presbiteri del Nuovo Testamento, in forza della propria chiamata e della propria ordinazione, sono in un certo modo segregati in seno al popolo di Dio: ma non per rimanere separati da questo stesso popolo o da qualsiasi uomo, bensì per consacrarsi interamente all'opera per la quale li ha assunti il Signore.
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Consonanze Da una parte, essi non potrebbero essere ministri di Cristo se non fossero testimoni e dispensatori di una vita diversa da quella terrena; ma d'altra parte, non potrebbero nemmeno servire gli uomini se si estraniassero dalla loro vita e dal loro ambiente.
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Consonanze Per il loro stesso ministero sono tenuti, con speciale motivo, a non conformarsi con il secolo presente ma allo stesso tempo sono tenuti a vivere in questo secolo in mezzo agli uomini, a conoscere bene, come buoni pastori, le proprie pecorelle, e a cercare di ricondurre anche quelle che non sono di questo ovile, affinché anch'esse ascoltino la voce di Cristo, e ci sia un solo ovile e un solo pastore.
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Consonanze Per raggiungere questo scopo risultano di grande giovamento quelle virtù che sono giustamente molto apprezzate nella società umana, come la bontà, la sincerità, la fermezza d'animo e la costanza, la continua cura per la giustizia, la gentilezza e tutte le altre virtù che raccomanda l'apostolo Paolo quando dice: «Tutto ciò che è vero, tutto ciò che è onesto, tutto ciò che è giusto, tutto ciò che è santo, tutto ciò che è degno di amore, tutto ciò che merita rispetto, qualunque virtù, qualunque lodevole disciplina: questo sia vostro pensiero» (Fil 4,8).
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Riassumendo
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Riassumendo E’ chiesto a noi tutti di riscoprire il dono immeritato che Dio ci ha fatto nel Battesimo: la sua bellezza affascinante e misteriosa, con il frutto di una speranza incrollabile e di una indicibile gioia. Ogni vocazione ha nel Battesimo la sua origine e il suo alimento. Il sacerdozio ‘ministeriale’ dei presbiteri è a servizio del sacerdozio comune battesimale, che tutti ci raduna come popolo santo di Dio.
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Riassumendo In che senso tutti i cristiani sono sacerdoti? Nel senso che sono chiamati a offrire tutta la propria vita in unione al sacrificio di Gesù e per la gloria del Padre. Sono chiamati a immergere ogni azione nell’amore divino e a trasformare l’intera esistenza nel ‘culto spirituale’: cioè a vivere la vita come un’unica e grande celebrazione dell’amore di Dio che è in mezzo a noi.
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Riassumendo In che senso il sacerdozio ministeriale è a servizio del sacerdozio comune dei fedeli? Poiché l’offerta della vita non può essere realizzata senza passare attraverso la mediazione di Cristo, perché solo per lui abbiamo accesso al Padre. E il sacramento è il segno visibile della mediazione di Cristo nella vita dei cristiani.
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Riassumendo Scopo allora del sacerdozio ministeriale è quello di costituire il mezzo di congiunzione tra l’offerta di Cristo e le offerte dei cristiani: per questo è un sacerdozio di servizio. È dunque indispensabile, perché senza questo strumento di congiunzione i fedeli non possono giovarsi della mediazione di Cristo, trasformando la loro vita in offerta a Dio gradita, né strutturarsi come corpo di Cristo.
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Alcune ricadute nella vita dei presbiteri
Riassumendo Alcune ricadute nella vita dei presbiteri I sacerdoti corrono sempre il rischio di ritornare a fare le “separazioni” presenti nel sacerdozio dell’Antico Testamento, tenendosi fuori dalla novità del sacerdozio di Cristo.
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Riassumendo 1. Prima di tutto la separazione tra il sacerdote e la vittima, cioè tra il culto e la vita. Il sacerdozio di Cristo sta tutto in questa offerta di sé. Lui è sacerdote e vittima! Il mio sacerdozio è spesso molto “funzione” e poco “offerta”. Devo sempre vigilare perché il mio sacerdozio non si svuoti mai della dimensione dell’offerta personale, della mia partecipazione, del mio coinvolgimento nella salvezza dei fratelli (corredenzione) e della riparazione.
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Riassumendo 2. C’è poi anche il rischio di ricadere nella separazione tra il sacerdote e il popolo, tra sacerdoti e laici, vivendo il sacerdozio ministeriale più come un “potere” o un privilegio piuttosto che come un servizio. Quanto è giusto dire: “Ma il parroco sono io!”? Certamente è necessario evitare separazione e confusione. Deve essere grande la gioia del sacerdote di sentirsi parte dell’unico popolo di Dio per aver ricevuto lo stesso battesimo!
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Riassumendo «Il sacerdote deve crescere nella consapevolezza della profonda comunione che lo lega al popolo di Dio; non è soltanto ‘davanti’ alla chiesa, ma anzitutto ‘nella’ chiesa. È fratello tra fratelli... È soprattutto nel compimento del ministero pastorale, per sua natura ordinato al bene del popolo di Dio, che il sacerdote deve vivere e testimoniare la sua profonda comunione con tutti, come scriveva Paolo VI: “Bisogna farsi fratelli degli uomini nell’atto stesso che vogliamo essere loro pastori, padri e maestri”. Il clima del dialogo è l’amicizia. Anzi il servizio» (Pdv 74).
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Come devono rapportarsi i sacerdoti con il popolo di Dio?
Riassumendo Come devono rapportarsi i sacerdoti con il popolo di Dio? 1. Devono riconoscere e promuovere il sacerdozio battesimale. Non sempre l’auspicata corresponsabilità del Concilio Vaticano II ha avuto adeguata realizzazione e non mancano segnali contraddittori.
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Riassumendo Si ha talora la sensazione che lo slancio conciliare si sia attenuato. Sembra di notare, in particolare, una diminuita passione da parte dei laici per l’animazione cristiana del mondo del lavoro e delle professioni, della politica e della cultura. È indispensabile uscire da quello strano ed errato atteggiamento interiore che fa sentire il laico più “cliente” che compartecipe della vita e della missione della Chiesa.
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Riassumendo 2. Siamo inoltre chiamati a vivere il nostro ministero sviluppando quella reciprocità con la comunità che è iscritta nella qualità nuziale del ministero stesso, e cioè imparando non solo a dare, ma a ricevere dai fratelli, fuggendo la tentazione a fare tutto da soli.
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Riassumendo 3. Per questo l’umanità del prete è importantissima: può favorire o pregiudicare i valori del Regno. I presbiteri devono avere con tutti dei rapporti improntati alla più delicata bontà e affabilità (cf. PO 6). Il presbitero, posto al servizio del popolo di Dio, si presenterà come “esperto in umanità”. Perdere la pazienza allontana le persone! I presbiteri ascoltino volentieri il parere dei laici. Dunque, servizio dell’ascolto, dell’accoglienza, dell’accompagnamento spirituale, della solidarietà.
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Riassumendo 4. Il sacerdote è uomo di comunione e costruttore di unità. Bisogna dunque cercare di favorire sempre l’unità fra tutte le componenti della comunità cristiana. La forza dell’Eucaristia rende la comunione ecclesiale organica, operativa, divina e umana, gerarchica e fraterna, nello stesso tempo. Come un buon padre di famiglia il sacerdote deve guardarsi dal fare discriminazioni.
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