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La determinazione del reddito nazionale

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Presentazione sul tema: "La determinazione del reddito nazionale"— Transcript della presentazione:

1 La determinazione del reddito nazionale
Argomenti del capitolo Liberisti e legge di Say; keynesiani e principio della domanda effettiva: due visioni diverse del funzionamento di un’economia. La determinazione dell’equilibrio in un modello keynesiano: il ruolo del moltiplicatore. L’effetto su inflazione e disoccupazione di variazioni della domanda aggregata. Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII 1

2 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Il mercato funziona in modo efficiente? Negli anni Trenta del secolo scorso infuriò un intenso dibattito tra: liberisti i quali credevano nella validità della legge di Say e, quindi, ritenevano che il mercato fosse in grado di allocare le risorse in modo efficiente e Keynesiani i quali sostenevano, invece, il principio della domanda effettiva, diffidavano che il mercato funzionasse in modo efficiente e credevano, dunque, che fosse talora necessario un intervento pubblico per sostenere la domanda aggregata. Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

3 La legge di Say (1) L’offerta aggregata crea da sé la propria domanda.
N.B.: perché vi sia uguaglianza tra domanda e offerta aggregate è però necessario che la composizione dell’offerta rispecchi le preferenze dei consumatori. Un eccesso di offerta viene eliminato da una diminuzione dei prezzi. A tal fine occorre, tuttavia, che i mercati siano in concorrenza perfetta e che prezzi e salari siano flessibili. Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

4 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
La legge di Say (2) In un’economia di baratto con “mercati” perfettamente concorrenziali è intuitivo che valga la legge di Say; perché essa sia valida anche in un’economia monetaria, si richiede in più che non vi sia tesaurizzazione della moneta. La legge di Say ha le seguenti implicazioni: L’economia raggiunge spontaneamente la piena occupazione. Lo Stato non ha alcun ruolo attivo di politica economica da svolgere. Un incremento dell’offerta di moneta non ha effetti sulle grandezze reali, ma genera solo inflazione (almeno nel lungo termine). Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

5 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Le ipotesi fondamentali dell’analisi keynesiana I mercati dei beni non sono in generale perfettamente concorrenziali. Le imprese hanno convenienza a tenere i prezzi fissi. Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

6 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Il principio della domanda effettiva È la domanda aggregata a determinare il livello di produzione (di equilibrio) dell’economia. P Yd, Yo Yd Yd1 Yo Y** Y* Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

7 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
L’aggiustamento all’equilibrio L’aggiustamento non avviene tramite variazioni di prezzo, ma della quantità prodotta. Se v’è eccesso di offerta, parte della produzione giacerà in magazzino e le scorte cresceranno in modo indesiderato. Quindi, col tempo la produzione diminuirà, per ricondurre le scorte al livello desiderato. Se v’è eccesso di domanda, le imprese ricorrono alle scorte di magazzino, per far fronte all’aumento della domanda. Questa variazione indesiderata spingerà poi le imprese ad accrescere la produzione per ricostituire le scorte. Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

8 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Quali sono le determinanti del consumo? Nell’analisi keynesiana i consumi finali delle famiglie sono funzione del solo reddito corrente (del prodotto dell’economia): C = C(Yo). Più specificamente, si assume che tale relazione sia di tipo lineare. C = a + bYo a > 0, 0 < b < 1 C Yo dove con ‘a’ indichiamo il cosiddetto consumo di sussistenza (detto anche consumo autonomo, poiché C = a, quando Yo = 0). C b = tg  a Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

9 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Funzione del consumo lineare b = C/Yo è la propensione marginale al consumo (PMGC). È la quota di un incremento unitario del reddito che viene consumata. È minore di 1, perché è ragionevole pensare che non tutto il maggior reddito verrà consumato. C/ Yo = a/Yo + b è, invece, la propensione media al consumo (PMEC). È decrescente perché al crescere del reddito il consumo di sussistenza medio diminuisce. PMGC PMEC Yo PMEC PMGC Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

10 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
La funzione del risparmio Il risparmio è dato dal reddito prodotto dall’economia al netto del consumo: S  Yo – C(Yo). Dalla funzione keynesiana del consumo otteniamo: S  Yo – C = Yo – a – bYo = –a + (1 – b)Yo a > 0, 0 < b < 1 S Yo Dove – a è il risparmio (negativo!) di sussistenza. (1 – b) = tg  – a Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

11 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Funzione del risparmio lineare (1 – b) = S/Yo è la propensione marginale al risparmio (PMGS). È la quota di un incremento unitario del reddito che viene risparmiata. S/Yo = – a/Yo + (1 – b) è, invece, la propensione media al risparmio (PMES). È crescente rispetto al reddito. PMGS PMES Yo PMES PMGS Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

12 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Le ipotesi del modello macroeconomico keynesiano Il mercato dei beni è indipendente da quello della moneta. Vale il principio della domanda effettiva: prezzi costanti; Yo = Yd = Y*. Il reddito di piena occupazione Ypo è dato. C = a + b Yo. I = I0; G = G0. Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

13 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Il modello macroeconomico keynesiano La domanda aggregata è: Yd = a + bYo + I0 + G0 La condizione di equilibrio è (con Yo < Ypo) : Yo =Yd Di qui segue: Y*= (1/(1 – b))(a + I0 + G0) Il livello di equilibrio del reddito, Y*, è dato dal prodotto tra domanda aggregata esogena, A, e moltiplicatore keynesiano: A  a + I0 + G0 m = 1/(1 – b) (quindi, m > 1!) – se b  0, m  1 – se b  1, m  + Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

14 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Derivazione grafica dell’equilibrio Yd Yo Yd =Yo Ypo A Yd Y* Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

15 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Il principio del moltiplicatore Una variazione della domanda aggregata esogena A determina una variazione multipla del reddito di equilibrio nella misura stabilita dal coefficiente m, a patto che vi siano sufficienti risorse produttive inutilizzate. Yd Yo Yd =Yo Ypo A1 Y1d A0 Y0d Y** Y* Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

16 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Caratteristiche dell’equilibrio keynesiano È un equilibrio di sotto-occupazione. A causa dell’insufficienza della domanda aggregata l’economia non riesce a raggiungere spontaneamente il reddito di piena occupazione. Il settore pubblico ha un ruolo importante nello spingere l’economia alla piena occupazione delle risorse: l’aumento della spesa pubblica provoca un incremento multiplo del reddito nazionale. Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

17 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Il finanziamento della spesa pubblica La spesa pubblica può essere finanziata tramite Emissione di moneta Indebitamento Tassazione NON PRODUCONO EFFETTI SUL MERCATO DEI BENI Quando consideriamo il finanziamento della spesa pubblica attraverso la tassazione, sono rilevanti il tipo di tassazione i vincoli cui è soggetto il bilancio pubblico Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

18 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Tipo di tassazione Tassazione in somma fissa T = T0 Tassazione proporzionale T = tY Tassazione progressiva Si applicano aliquote diverse ai diversi scaglioni di reddito Vincoli al bilancio pubblico Vi è obbligo del bilancio in pareggio: T = G Non vi è obbligo del bilancio in pareggio: T  G Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

19 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Obbligo del bilancio in pareggio La tassazione è in somma fissa Gli individui decidono quanto consumare sulla base del reddito disponibile (Ydisp = Y – T0) T0 = G0 La condizione di equilibrio diventa: Y = a + b(Y – G0) + I0 + G0 Y* = (1/(1–b))(a + I0) + G0 Il moltiplicatore della spesa pubblica si riduce a 1: la spesa pubblica in questo caso è meno efficace nel determinare un aumento del reddito nazionale Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

20 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Disavanzi o avanzi del bilancio pubblico La tassazione è in somma fissa Gli individui decidono quanto consumare sulla base del reddito disponibile (Ydisp = Y – T0) T0  G0 La condizione di equilibrio diventa: Y = a + b(Y – T0) + I0 + G0 Y* = (1/(1–b))(a + I0+ G0 – bT0) Il moltiplicatore della spesa pubblica rimane invariato Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

21 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Tassazione e spesa pubblica Un aumento della spesa pubblica è più efficace nell’aumentare il reddito di equilibrio di una riduzione delle imposte. Infatti, 1/(1–b) > b/(1 – b) La spesa pubblica agisce direttamente sulla domanda aggregata mentre la tassazione ha un’influenza indiretta tramite l’aumento del reddito disponibile Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

22 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Lo scarto inflazionistico Se al livello di pieno impiego la domanda eccede l’offerta si determina un problema di eccesso di domanda che non può essere risolto. La produzione effettiva non può eccedere quella potenziale. Si determina uno scarto inflazionistico, una pressione che genera l’aumento dei prezzi. Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

23 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
La curva di offerta aggregata nel modello keynesiano Per livelli di produzione fino al reddito di piena occupazione i prezzi rimangono fissi. Allorché si raggiunge la piena occupazione, un aumento della produzione si riflette in un incremento dei prezzi. P Y Ypo Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

24 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
La curva di offerta aggregata La disoccupazione e l’inflazione non sono causate esclusivamente da eccessi di domanda e di offerta Non tutte le imprese operano allo stesso livello di attività Quando la produzione è lontana dalla piena occupazione incrementi di produzione provocano aumenti contenuti dei prezzi. Avvicinandosi al pieno impiego, i prezzi aumentano sempre di più. Y P Ypo È possibile nella realtà osservare inflazione e disoccupazione contemporaneamente. Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

25 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
La curva di Phillips Descrive una relazione tra inflazione e disoccupazione. È una curva decrescente e convessa. Un aumento della domanda aggregata è soddisfatto dall’offerta di lavoro in eccesso, senza bisogno di aumentare i salari e, di conseguenza, i prezzi. Via via che il lavoro scarseggia le imprese devono pagare salari più elevati. Tasso di inflazione Tasso di disoccupazione Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII

26 Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII
Il ciclo economico Secondo i keynesiani sono le fluttuazioni della domanda a spiegare le fluttuazioni cicliche Tali fluttuazioni sono determinate: dall’instabilità degli investimenti: per la teoria dell’acceleratore l’ammontare degli investimenti non dipende dal livello della domanda, ma dal suo tasso di crescita; così, le variazioni degli investimenti tendono a essere molto più accentuate di quelle del reddito nazionale. dalla variazione delle scorte: le scorte, infatti, hanno un andamento fluttuante nel corso del ciclo economico e a loro volta influiscono sulle variazioni della produzione. Sloman & Garratt, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo VIII


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