La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Nicola Crepax CORSO DI STORIA DELL’IMPRESA Università Cattaneo - Liuc

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Nicola Crepax CORSO DI STORIA DELL’IMPRESA Università Cattaneo - Liuc"— Transcript della presentazione:

1 Nicola Crepax CORSO DI STORIA DELL’IMPRESA Università Cattaneo - Liuc
a.a 1 nicola crepax nicola cerepax 1 1

2 I Introduzione I paradigmi dello sviluppo economico italiano
La Belle Epoque 2 nicola crepax 2

3 A cosa serve la storia economica
Una apertura culturale La contestualizzazione degli eventi economici La verifica diacronica delle teorie economiche Diagnosi di problemi macroeconomici perché alcune nazioni sono ricche e altro no? perché le nazioni povere non imitano quelle più ricche? Diagnosi di problemi microeconomici perché alcune imprese sono di successo e altre no? perché le imprese in difficoltà non prendono a modello le strategie di successo attuate da altri? nicola crepax 3

4 Programma per gli studenti frequentanti
Nicola Crepax, Storia dell’industria in Italia, Bologna, Il Mulino inoltre Annamaria Falchero, Studi di storia dell’impresa, Milano, Guerini, 2001 (i saggi contenuti in questo volume possono essere sostituiti con altri concordati con i docenti) 4 nicola crepax 4

5 La struttura del volume
La grande fabbrica irrompe a Milano, Torino e Genova Grande impresa e modernizzazione La ricerca di un nuovo abbrivo La Belle époque Transizione demogra- fica, urbanizzazione e industria La formazione incomple- ta del sistema industriale nell’età giolittiana Il Miracolo economico Modernizzazione, crescita demografica e sviluppo delle città Un processo parziale e contraddittorio nell’età della grande crescita La Terza rivoluzione industriale Crescita del reddito, benessere e crollo delle nascite Le nuove forme del capita- lismo italiano nell’integra- zione internazionale dagli anni sessanta agli accordi di Maastricht dalla Restaurazione alla crisi di fine ottocento dalla Grande guerra alla Repubblica

6 Modalità di esame prova scritta 20 Dicembre h.
la prova prevede quattro domande (ogni risposta non potrà essere superiore alle 50 righe, è obbligatorio rispondere a due domande scelte dallo studente tra le quattro proposte ) la votazione sarà espressa in trentesimi In caso di esito positivo lo studente potrà sostenere l’esame orale solo sulla parte tematica del corso Le domande avranno per oggetto gli argomenti trattati per ogni singola lezione lo studente insoddisfatto della valutazione potrà, in occasione della prova orale, chiedere una ulteriore verifica sulla prima parte l’esito di questa verifica orale potrà modificare parzialmente (in meglio o in peggio) l’esito finale 6 nicola crepax 6

7 Due concetti di base Continuità e discontinuità nello sviluppo economico Agricoltura-Industria Le rivoluzioni industriali e i paradigmi dello sviluppo economico nicola crepax 7

8 I paradigmi dello sviluppo economico
8

9 I paradigmi dello sviluppo industriale italiano: la belle epoque
L’Italia inizia a recuperare il terreno perduto Ma lo sviluppo si concentra solo nell’Italia del Nord Ovest Non si arresta la corrente di emigrazione Mix di prima e seconda rivoluzione industriale Forza attivante della cornice internazionale Ruolo dello stato Funzione indispensabile della banca mista (1894 Banca commerciale italiana; Credito italiano)

10 I paradigmi dello sviluppo industriale italiano: il miracolo economico
Paradigma petrolifero Mercato comune europeo Nuovi beni di consumo Nuovo ruolo per il Mezzogiorno Lo stato imprenditore Il sistema bancario Le grandi famiglie Le piccole e le medie imprese

11 I paradigmi dello sviluppo industriale italiano: la terza rivoluzione industriale
La grande impresa in via di trasformazione Il protagonismo del capitalismo immateriale Le imprese nebulizzate Il quarto capitalismo tra vecchi e nuovi imprenditori

12 II La Belle Epoque 2 nicola crepax 2

13 La formazione del triangolo industriale e l’industria meccanica
Torino Fiat Om L'industria meccanica Breda Ercole Marelli Milano Edoardo Bianchi Genova Ansaldo

14 Magli e Torni Frese, Presse e Gru
La Breda: caso esemplare dello sviluppo industriale durante la belle époque Lo stato Il mercato Ernesto Breda Treni Macchine agricole Armi pesanti Magli e Torni Frese, Presse e Gru Breda 4000 operai Modelli organizzativi tradizionali e tentativi di innovare sugli esempi tedeschi e americani

15 Milano: sviluppo urbano e sviluppo industriale Energia idroelettrica
Pirelli La costruzione delle periferie Marelli Milano La banca mista Falck Bianchi

16 Torino Giovanni Agnelli La Fiat Corso Tipo 0 Dante Alfa Romeo Lancia
Torino e l’industria dell’automobile La Ford esempio ancora irraggiun- gibile Alfa Romeo Lancia Isotta Fraschini Bianchi Itala La Fiat Torino Corso Giovanni Agnelli Tipo 0 Automobili d’elite in piccola serie Dante

17 Lo stato Genova Ansaldo Ferdinando Maria Perrone
Genova: grande meccanica e cantieristica Turchia Lo stato America Latina Com- messe e leggi speciali Genova Cantieristica Ansaldo Ferdinando Maria Perrone

18 Occupazione industriale in alcuni settori e regioni secondo il censimento industriale del (dati in % sul totale nazionale)

19 Dimensioni delle imprese in alcune regioni secondo il censimento industriale del (dati in % sul totale nazionale)

20 Demografia e industrializzazione
Processo di industria- lizzazione Transizione demografica Contrazione di: Natalità Mortalità Cresce la vita media

21 La transizione demografica in Italia tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento
Aumenta la speranza di vita Diminuisce il numero di figli per donna La crescita della popolazione è accompagnata dall’aumento del reddito procapite Ma Le differenze regionali sono molto accentuate La crescita della statura media è indice di migliori condizioni di vita

22 Popolazione delle principali città italiane (valori in migliaia)

23 Ultima tra le grandi nazioni europee L’Italia si stava avviando verso l’industrializzazione all’inizio del novecento La tradizionale solidità economica delle regioni nord occidentali Non riesce a imporsi come modello egemone L’affermazione di alcune grandi imprese nel triangolo industriale Per mantenersi vitale ha bisogno dello sostegno statale L’arretratezza meridionale La staticità dell’Italia centrale

24 Produttività nel lavoro (Pil per ora lavorata in dollari Usa 1990)

25 Prodotto interno lordo procapite (in dollari Usa 1990)

26 La seconda rivoluzione industriale
Dopo il : fascio di innovazioni tecnologiche, di processo e di prodotto Nuovi processi per le produzioni di base: acciaio, rame alluminio, petrolio, zucchero, cemento Nuovi processi per la lavorazione in massa (grano), l’assemblaggio, l’inscatolamento e l'imbottigliamento Nuovi prodotti di sintesi (l’industria chimica) Nuove macchine in fabbrica, negli uffici, in agricoltura, nella vita domestica Nuove fonti di energia (elettricità)

27 Processi produttivi nella seconda rivoluzione industriale
Fordismo Economie di scala Economie di diversificazione Economie di flusso Maggiore applicazione di energia Maggiori volumi Maggiore velocità Gerarchie manageriali Direzione d’impresa

28 In Italia le novità nell’industria non mettono in dubbio la prevalenza agricola
Fine della crisi agraria e protezionismo (1887) 10 milioni di contadini Popolazione agricola sovrabbondante Meccanizzazione a rilento Staticità degli assetti agrari La conferma del primato padano Ampliamento della conduzione capitalista Evoluzione della mezzadria

29 Valore aggiunto al costo dei fattori (prezzi costanti in lire 1938)

30 Formazione del prodotto interno lordo

31 Il valore aggiunto nell’industria manifatturiera nel 1891 e nel 1911 % sul totale industrie manifatturiere

32 Cresce il reddito degli italiani
L’industria cresce più rapidamente dell’agricoltura L’Italia inizia a recuperare il terreno perduto Prevalgono i settori a bassa intensità di capitale Ma si affermano anche meccanica siderurgia e elettricità Aumenta il reddito procapite Crescono gli investimenti in impianti e macchine Cresce il numero degli operai

33 Grado di apertura dell’economia italiana (Importazioni+Esportazioni/Pil a prezzi di mercato)

34 Cambiano i rapporti con l’estero
Le esportazioni di seta materie prime e prodotti agricoli sono affiancate da nuovi prodotti: stoffe di cotone macchine e caldaie veicoli e prodotti in gomma prodotti chimici Cresce la spesa per prodotti siderurgici chimici e meccanici Crescono gli acquisti di cotone lana carbone Dall’estero: Le prime filiali di multinazionali americane, tedesche e svizzere

35 Un nuovo ruolo per lo stato
Fondamentale ruolo di promozione industriale Non è ancora imprenditrice La mano pubblica Commesse Interventi mirati: la Terni Nazionalizzazione delle ferrovie Leggi in favore della cantieristica e della meccanica ferroviaria Manovre doganali

36 La grande banca L’esempio tedesco Grandi clienti Comit Banche miste
Industria elelttrica Siderurgia Comit Dopo la crisi bancaria degli anni 1890 Banche miste Tessile Grande meccanica Credit Anticipazioni Aumenti di capitale Attività ordinaria L’esempio tedesco Nasce la Banca d’Italia Banche di deposito e investimento Concentrazioni finanziarie

37 Produzione di energia elettrica (milioni di kwh)

38 Illuminazione Calore Trazione Processi elettrolitici
L’energia elettrica Le reti Con la tecnologia della corrente alternata l’energia poteva essere trasportata a grande distanza Botteghe Case Nuovi prodotti Nuovi metodi di produzione Uffici Centri urbani Illuminazione Calore Trazione Processi elettrolitici Fabbriche Cambia la localizzazione industriale

39 L’industria elettrica italiana: “la conquista della forza”
Giuseppe Colombo 1884 Nasce a Milano la Edison La mancanza di carbone era stato un vincolo allo sviluppo La produzione era usata soprattutto a fini industriali spa, con il 20% del capitale azionario totale Vizzola Ticino Paderno d’Addda

40 Gli assetti oligopolisti del settore elettrico
Poche grandi società dominano il settore Posizioni dominanti su base territoriale Grandi investimenti La costruzione delle reti Grandi banche Anche attraverso il controllo di grappoli di società minori Società elettriche Edison Sme Sade Alta Italia Uite Oeg Vizzola Sviluppo Cellina Capitale straniero Grande industria Siemens Aeg Brown Boveri Società finanziarie Comit Credit

41 Produzione di ghisa e acciaio (in tonnellate)

42 L’industria siderurgica
Treni Navi Armi pesanti Macchinari Rotaie Viadotti Edilizia Industria elettrica Fattori imprescindibili nella seconda rivoluzione industriale Industria siderurgica Le nuove tecnologie imponevano grandi impianti e alte economie di scala Martin Siemens Bessemer Thomas 1884 Fondazione della Terni Intervento dello stato La produzione di corazze La rinuncia al ciclo integrale Il ruolo della grande banca

43 Stato e impresa Alla fine degli anni 1880 il primo salvataggio della Terni Banche e industria nella politica dei salvataggi La questione siderurgica: nazionalismo, banche e grande industria. 211

44 Siderurgia costiera e siderurgia padana
1902 entra in funzione l’impianto della società Elba (Edilio Raggio) 1901 Max Bondi costruisce Piombino 1904 viene fondata l’Ilva con l’impianto a Bagnoli La siderurgia da rottame (Falck) nicola cerepax 216 184

45 L’industria meccanica
Un ampio spettro di imprese Botteghe e piccoli opifici Grandi imprese Artigianato Da Milano a Bologna da Torino a Genova Nel Veneto e in Emilia

46 In un quadro ancora arretrato uno sviluppo multisettoriale
Primi risultati nelle grandi costruzioni (Breda, Om, Riva, Tosi, Ansaldo) Meccanica di precisione (Olivetti, Borletti, Salmoiraghi, Prinetti e Stucchi, Nebiolo) Elettromeccanica (Ercole Marelli, Tecnomasio italiano Brown Boveri) Biciclette (Bianchi e Legnano) 194 nicola crepas nicola cerepax 218 186

47 L’industria automobilistica
Un’industria ancora d'élite La Fiat, fondata nel 1899, già domina la produzione 1912 Modello Zero Tanti produttori minori di prestigio (Lancia, Alfa, Bianchi, Itala, Isotta Fraschini, Züst) 195 nicola cerepax 219 187

48 Quote percentuali di produzione dell’industria chimica mondiale nel 1913

49 L’industria della gomma
La Pirelli Lo sviluppo trainato dall’industria elettrica Cavi elettrici Pneumatici La prima multinazionale italiana Spagna Inghilterra

50 L’industria chimica In Italia restavano piccole Miniere Chimica
La minorità rispetto alle grandi imprese tedesche Unione italiana concimi Società prodotti chimici Carlo Erba Zambeletti Schiapparelli Lepetit In Italia restavano piccole Dominavano il mercato europeo nella chimica organica e nella farmaceutica La Montecatini sotto la guida di Donegani Nobel Società italiana prodotti espolodenti Miniere Chimica

51 III Il miracolo economico 2 nicola crepax 2

52 Negli anni 1960 le maggiori imprese erano diventate dei sistemi complessi
Fiat Agip Italsider Montedison Alfa Romeo Pirelli Olivetti Il concorso alla programmazione dello sviluppo L’organizzazione del consenso Le interrelazioni con l’ambiente la revisione dell’impianto teorico del modello taylor-fordista

53 Industria manifatturiera: addetti nelle tre macroregioni secondo il censimento industriale del 1961 (dati in % sul totale nazionale)

54 Industria manifatturiera: addetti per dimensioni dell’unità locale secondo il censimento industriale del 1961 (dati in percentuale)

55 Industria manifatturiera: addetti per dimensioni dell’unità locale secondo il censimento industriale del 1961 (dati in percentuale)

56 Industria manifatturiera: addetti per dimensioni dell’unità locale secondo il censimento industriale del 1961 (dati in percentuale)

57 Occupazione industriale in alcuni settori secondo il censimento industriale del 1961 (dati in % sul totale nazionale)

58 Occupazione industriale in alcuni settori nelle tre macroregioni secondo il censimento industriale del 1961 (dati in % sul totale nazionale)

59 Lo sviluppo era tracciato dai grandi organismi
Le imprese familiari Le imprese pubbliche Imprese manageriali I settori ad alta intensità di capitale La discendenza diretta dalla Belle époque Iri Eni

60 1961: l’Italsider Iri Finsider Italsider
Aumentare la produzione di acciaio La modernizzazione vs. l’ingerenza partitica Indirizzare la crescita economica

61 La programmazione dello sviluppo
L’ingresso dei socialisti nell’area di governo (anni 1960) La riforma agraria e la Cassa per il Mezzogiorno (anni 1950) Il piano Marshall (anni ) Autarchia e New Deal (1930) Taranto Tubi Lamiere Semilavorati

62 Nuovi principi nella gestione dell’impresa pubblica
Il piano Sinigaglia Il nuovo impianto di Cornigliano L’organigramma aziendale Le relazioni industriali Piombino Bagnoli Il ruolo dei quadri intermedi L’Uscita dalla Confindustria: la nascita di Intersind e Asap

63 Olivetti Laboratorio di innovazioni organizzative e produttive
Ideale comunitario Sviluppo dell’ambiente Scienze sociali Teorie dell’organizzazione Moderne strategie di marketing Impresa multinazionale Modello americano Relazioni industriali Design e urbanistica

64 Il confronto con il modello americano
Produttivismo Standardizzazione Serialità Consumi di massa Automobili Grande distribuzione Pubblicità Vendite rateali Libera concorrenza Borsa Imprese manageriali Nuovi gruppi sociali Colletti bianchi Nuovo ruolo della donna Basso reddito procapite Imprese piccole Tecnologia arretrata Mercato interno ristretto Capitalismo familiare Bassi livelli di consumo Paternalismo Le eredità del fascismo

65 La motorizzazione di massa
La motorizzazione di massa dalla Vespa Cinquecento Impresa a guida manageriale La Fiat di Vittorio Valletta Bassi salari Auto piccole Organizzazione del lavoro Paternalismo Politiche antisindacali auto nel 1961 Il raddoppio di Mirafiori e la crescita di Torino

66 Dal Nord al Sud dalla città alla campagna
Nuovi consumi Dal Nord al Sud dalla città alla campagna Frigoriferi e lavatrici Radio, Televisori e Telefoni “Cucine americane” Abiti e cibi confezionati

67 L’integrazione internazionale
Banca mondiale Dalla Ceca Il processo di integrazione euorpeo Fondo monetario internazionale Alla Comunità europea Accordi di Bretton Woods Gatt

68 Il sistema petrolifero in Italia
Metano e petrolio L’Italia condivide gli svantaggi europei 1953 l’Eni La figura di Enrico Mattei La penisola raffineria d’Europa

69 IV La terza rivoluzione industriale 2 nicola crepax 2

70 La ricerca di un nuovo abbrivo
Standardizzazione Diversificazione Benetton Centro decisore La struttura a rete L’espansione negli anni Settanta Nuove tecnologie Il ruolo delle esportazioni

71 Indice della produzione industriale italiana 1961=100

72 Tassi medi annui di crescita del Pil nei paesi del G7

73 La Terza rivoluzione industriale
Tecnologie e principi organizzativi di tipo nuovo Nuovo equilibrio internazionale La ristrutturazione del sistema industriale italiano Nazioni asiatiche più sviluppate Unione Europea Usa Digitalizzazione delle informazioni Crescita del terziario avanzato Investimenti immateriali Riduzione del tasso di intensità energetica Affermazione di una nuova tipologia di media azienda orientata al mercato e alle nuove tecnologie Riduzione degli occupati nell’industria

74 La fine del precedente paradigma
La fine del miracolo La comparsa del Giappone La crisi petrolifera e l’inflazione Il conflitto sociale In Italia cresce il reddito e i consumi

75 La stasi demografica Innalzamento della speranza di vita
Alla fine del novecento la crescita demografica non rappresentava piu’ un fattore dello sviluppo Riduzione della natalità Crescita del reddito Servizi sanitari La nuova combinazione delle dinamiche demografiche si presentava come un vincolo allo sviluppo Diffusa consapevolezza delle cause di malattia Minor nocività nell’ambiente di lavoro

76 La conquista del benessere
Tassi nettamente inferiori a quelli del miracolo economico Crescita del reddito procapite Le differenze tra le regioni ricche e quello povere persistono Crescita dei consumi La disoccupazione

77 I fenomeni migratori Il pendolarismo
Negli anni 1970 rallenta il flusso di popolazione dal sud al nord La perdita di attrazione delle grandi città L’immigrazione dalle nazioni meno sviluppate La vitalità dei reticoli urbani diffusi

78 Il primo capitalismo Le ceneri del vecchio sistema di potere
La fine dello stato imprenditore Le famiglie scomparse Mediobanca cambia pelle La Fiat La Pirelli

79 Il secondo capitalismo
Il capitalismo immateriale L’ascesa repentina di Berlusconi Le nuove regole del mercato mobiliare Telecom Enel

80 Il terzo capitalismo Nuovo corso dei settori leggeri Distretti
Sistema moda e tempo libero Arredo casa Macchine specializzate

81 Il Quarto capitalismo Organizzazione a rete Multinazionali tascabili
Struttura finanziaria Export

82 V La Fiat 2 nicola crepax 2

83 Grande impresa e sviluppo in Italia: la Fiat 1899-1980

84 L’ambiente: la Torino di inizio secolo, una città in rapida crescita
Un articolato tessuto formativo Importanti tradizionali nel campo della carrozzeria e della meccanica Disponibilità di capitali in cerca di opportunità dopo le delusioni della speculazione edilizia

85 11 luglio 1899: la fondazione della Fiat
In un panorama affollato la Fiat si distingue per: a) consistenza del capitale sociale b) orientamento alla produzione industriale c) una forte leadership imprenditoriale (Giovanni Agnelli)

86 Gli incerti esordi e il consolidamento dell’impresa
Il precoce configurarsi di un disegno di integrazione verticale della produzione Il sostegno di importanti appoggi esterni: a) il rapporto con le banche (Comit e Credito) b) le prime commesse pubbliche (1911)

87 Il modello “americano” e la realtà di un paese povero
La debolezza del mercato interno come vincolo allo sviluppo La consapevolezza della necessità di puntare ai grandi numeri: i ripetuti viaggi americani I primi tentativi di razionalizzazione della produzione: il modello Zero (1912)

88 Gli anni della guerra: una crescita senza ostacoli
Spinta dalla domanda pubblica la società cresce (capitale sociale passa da 25 a 200 milioni) a ritmi intensi Autocarri, mitragliatrici, proiettili Acquisizione di importanti imprese metallurgiche per risolvere le strozzature dal lato dei rifornimenti Diversificazione in ambiti correlati: motori per navi e aeroplani

89 La strategia di Agnelli
Nell’immediato dopoguerra si profila una coerente strategia aziendale: 1) centralità produttiva dell’auto 2) riduzione dei costi come mezzo di penetrazione sui mercati esteri 3) liquidazione delle partecipazioni non strategiche 4) politica commerciale di sostegno alle vendite

90 Il mercato internazionale: fattore determinante per la crescita
Fattore compensativo del basso rapporto abitanti/automobili che caratterizza l’Italia rispetto ai suoi competitori Negli anni Venti la Fiat colloca all’estero quasi metà delle sue vendite Agenti esteri, licenziatarie, filiali estere (NSU, Germania 1929; PRINZ, Polonia 1931; SIMCA, Francia 1934)

91 IL LINGOTTO (la fabbrica verticale)
Scomposizione del lavoro e assemblaggio sequenziale delle parti nella linea chassis 1925 si avvia l’automazione delle linee, ma si rimane lontani dal modello americano: una produzione giornaliera di “sole” 200 autovetture Un fordismo dimezzato: retribuzioni, cottimi e “sistema Bedeaux”

92 Il ruolo del mercato interno
Le conseguenze di Quota 90 La crisi del 1929 1931: il successo della Balilla “vetturetta ultra utilitaria” 1936: Fiat 500 “Topolino” Alti volumi produttivi Mirafiori 1939 Fiat 508 Balilla l’auto più economica sul mercato italiano (lire )

93 La Fiat di Valletta Una struttura di comando fortemente accentrata
Disciplina di fabbrica e scontro frontale con il sindacato La grande impresa come elemento di modernizzazione del paese Vittorio Valletta, in Fiat dal 1921 direttore amministrativo 1928 direttore generale 1939 amministratore delegato

94 MIRAFIORI: la fabbrica del “miracolo”
La Fiat e gli aiuti americani (riceve più del 20% degli aiuti ERP) Ammodernamento sezione siderurgica (ma sostegno a Sinigaglia Mirafiori cuore dell’innovazione Le linee di montaggio nel 1948

95 L’avvento della motorizzazione di massa
Meccanizzazione vs aumento della produttività e della produzione Nel 1955 esce la 600 nel 1957 la 500 Alla fine degli anni 60 un auto ogni 5,4 abitanti

96 La crisi degli anni Settanta
Il sovrapporsi di due crisi: a) l’autunno caldo b) la crisi petrolifera Un’impresa incerta sul proprio avvenire L’ingresso del capitale libico La “marcia dei e il rilancio dell’impresa attorno alla produzione automobilistica

97 VI Una storia d’impresa: la Olivetti 2 nicola crepax 2

98 Le origini: da Ivrea a Chicago
Camillo Olivetti ( ) Gli studi al politecnico di Torino (1891) L’apprendistato come operaio a Londra Il viaggio in America con Galileo Ferraris ( ) L’incontro con Edison e l’insegnamento a Stanford

99 Centimetro Grammo Secondo
La fondazione dell’impresa a Ivrea (1894) Formazione degli operai e socialismo Domenico Burzio Il trasferimento a Milano (1903) La trasformazione in società anonima CGS (1904)

100 Prima fabbrica nazionale di macchine da scrivere
Il ritorno a Ivrea (1907) La nuova fabbrica Il secondo viaggio in America ( ) La visita alla Underwood Il progetto della M1 e la nuova società Olivetti - Ico (1909)

101 I primi anni di attività
Il progetto verso l’esposizione industriale di Torino 1912 trenta operai per 20 macchine alla settimana L’impresa nella modernizzazione della società La Grande Guerra

102 Dalla pace al Fascismo L’impegno politico Il turbolento dopoguerra
La M20 (1920) Da 200 a 400 operai per 4000 macchine Le prime filiali e l’esportazione La nascita della Omo (1924)

103 Il viaggio di Adriano Olivetti in America
L’impegno civile e politico dei primi anni Adriano Olivetti compie un viaggio di formazione in America ( ) Americanismo e antiamericanismo in Italia negli anni 1920

104 L’America vista da Adriano Olivetti
La differenza tra il modello di consumi italiano e quello americano Le vendite rateali Motorizzazione di massa Nuovi beni di consumo La previsione della crisi Le officine Ford Il progetto di una macchina portatile (1927)

105 Le prime riflessioni sull’organizzazione
L’Organizzazione scientifica del lavoro e l’Enios Le componenti dello sviluppo americano (mercato interno, tecnologie e grandi imprese) Taylorismo e organizzazione per centri funzionali L’impresa “processiva” La cooperazione tra le diverse componenti dell’impresa

106 Le trasformazioni dell’impresa durante il fascismo
L’ingresso dei nuovi ingegneri e l’applicazione del taylorismo (1927) Nel 1931 la M40 Il nuovo impianto (1934), la macchina portatile e gli schedari 1941 la telescrivente e la “Summa” L a struttura multinazionale L’Ufficio sviluppo e pubblicità Il sistema di welfare

107 L’impresa nel sistema corporativo
La sintesi tra Newdelismo e Corporativismo Il piano regolatore di Ivrea e quello della Val d’Aosta Tecnica e Organizzazione La necessità di grandi organismi nazionali organizzati scientificamente L’impresa quale organismo biologico organizzato gerarchicamente

108 Leggi razziali, Guerra e Dopoguerra
La crescita nei primi anni di guerra Gli anni più difficili Le speranze nel dopoguerra L’Utopia dell’ordine politico delle comunità La ricerca di una nuova ibridazione del sistema americano nell’Italia repubblicana

109 L’espansione nell’Italia repubblicana
Divisumma, Lexicon, Lettera 22 Dalla Fondazione al Consiglio di Gestione Il movimento di Comunità Il piano regolatore di Matera La fabbrica di Pozzuoli (1955) Il gruppo multinazionale Autonomia aziendale (1955)

110 Gli ultimi anni di Adriano Olivetti
La divisione elettronica (1957) Elea 9003 (1958) Le elezioni del 1958 Il ritorno a capo dell’impresa e l’acquisto della Underwood

111 VII L’Eni. Storia di un’impresa di Stato 2 nicola crepax 2

112 Obiettivi della lezione
La figura imprenditoriale di Enrico Mattei, inserita nel proprio contesto di storia d’impresa, no “mitizzazione” Eni come esempio di impresa di Stato di successo e ragioni del declino modello “economia mista”

113 Il nazionalismo energetico
Petrolio materia strategica (anni ’20-’30) Mercato controllato poche compagnie internazionali Paesi consumatori creano compagnie nazionali UK: APOC 1914 (petrolio iraniano per marina inglese) F: CFP 1924 (piano raffinazione nazionale) Spagna 1927 (monopolio statale su distribuzione) Messico 1938 (nazionalizzazione industria petrolifera) Francesi devono anche valorizzare olio loro competenza in area Iraq Fanno cose analoghe tedeschi, nazionalizzazione petrolio messicano, non dimenticare crescita URSS, che comincia a esportare

114 Le origini dell’Agip 1926: svolta in politica petrolifera nazionale
L’Agip commerciale e raffinazione La Snom Romsa e Marghera Le iniziative all’estero Romania Iraq Colonie Le ricerche in Italia Ricerche per conto dello Stato Autarchia e metano Iniziative statali a favore industria petrolifera: 1911 Premi di perforazione vari organismi statali si occupano approvvigionamento prodotti petr. in tempo guerra > alcuni organi rimangono anche dopo 1923: concessione a privati materiale perforazione ottenuto come riparazione da Germania 19 maggio 1926, costituita Agip, 100 milioni capitale, 60% Stato, 20% Istituto Nazionale Assicurazioni (Ina), 20% Cassa Nazionale Assicurazioni Sociali (che diventerà Inps) Ruolo centrale elettrici (Volpi, Sade) > tenere sotto controllo prodotti sostitutivi idro-elettricità > Ettore Conti (Edison, Comit) è primo presidente È veramente abbandono di delega a privati? Ottobre 1928: Alfredo Giarratana presidente, 38 anni, si occupa solo di Agip (verrà sostituito nel 1932 da Martelli, ex ministro Economia nazionale, geologo). Downstream Snom nasce a Torino nel 1920, consorzio privati per commercio nafta e poi benzina russa Vittoria > è in stato quasi fallimentare (nb: invischiate anche Fiat e Pirelli), ma ha rete di 2 mila distributori (che Agip usa da origini), assorbita Agip in 1929. Romsa: dal 1922 Stato ha poco più del 50% di Romsa, il resto a olandesi, viene rilevato da Agip in 1927 Raffineria di Marghera appartiene a Dicsa (Volpi), rilevata in 1934 (è venuta meno convenienza impianti cracking). Estero: Romania: concessioni solo a società rumene, 1927 partecipazione in Prahova (fondata 1920), Petrolul Bukuresti, Atlas Petrol. NB. Obbligati da legge a raffinare in loco buona parte del greggio. Iraq: ingresso in British Oil Development Co > riescono a ottenere che alcune concessioni non siano prorogate a Turkish Petroleum Co. (TPC, poi IPC)> 1929, Agip sottoscrive 40% capitale BOD. Concessione solo nel 1932 > 1933 Veneziani. Italiani escono in 1936 (problemi guerra Etiopia, creazione MOF e aumento capitale). : campagne geologiche in Eritrea e Somalia, al lavoro Facca, Jaboli, i due Zanmatti, Migliorini, Marchesini… 1937 Libia (Desio), 1940 assorbita AIPA. Upstream Italia RDL 19 novembre 1921, n.1605: demanialità del sottosuolo, affida a Ministero agricoltura 8 milioni anno per ricerche. Nb: in realtà svolta da privati, in “associazione” con Stato, uso gratuito materiale. Ricerche affidate a Agip nel 1927, ma finanziamento adeguato solo da 1933 > creazione Comitato consulenza : interesse per metano, punto morto ricerche > viaggio di Rocco negli Usa (1937)

115 L’Agip in un paese sconfitto
Agip “congelata” in ambito raffinazione e commercializzazione Distruzioni belliche Comitato Italiano Petroli Problema società nazionalizzate (raffinerie) Ricerche minerarie nord Italia Risultati Caviaga conosciuti solo da tecnici (rischio epurazione) Rischio liquidazione Ricerche per conto dello Stato

116 Enrico Mattei (1906-1962) L’emigrante di successo Marcello Boldrini
L’attività partigiana Rapporti coi partiti politici Nazionalismo e ispirazione cattolica

117 Il caso Mattei: il film Il contesto: 1972 Il regista: Francesco Rosi
Decolonizzazione Ascesa di Cefis e “borghesia di Stato” Il regista: Francesco Rosi Il film inchiesta La tecnica del montaggio L’attore: Gian Maria Volontè L’immagine “eroica” di Mattei

118 Mattei e il metano Mattei commissario partigiano (1945)
Fiducia ai tecnici di Caviaga (Zanmatti) Ostilità direzione romana Conquista politica dell’Agip (1948) De Gasperi e Vanoni Il piano di espansione e l’Eni ( ) Costruzione metanodotti Cortemaggiore (giugno 1949) 1953: Ente Nazionale Idrocarburi Metanodotti: individuare giacimenti “tipo caviaga” con sismica, raggiungere grandi utenze industriali, assicurare portata metanodotti e continuità di prelievo. Politica dell’immagine aggressiva, creare consenso attorno a Agip e a metano Forze che si contrappongono ad Eni sono debolissime (Don Sturzo e Jannaccone), poi esagerate per creare il mito Mattei (es. Americani hanno alto a cui pensare)

119 Il metano: i concorrenti
I polesani Arretratezza tecnica Carenze di strategia Gli americani Nessun interesse per Italia come paese produttore Scarsa attrattività del metano I grandi gruppi italiani Opposizione “teorica” di Confindustria Alleanza tra Agip/Eni e grandi gruppi innovativi (Fiat, Finsider, Pirelli, Italcementi)

120 Strategia Mattei Bassi costi, bassi prezzi, alti volumi
Tecnologia Profitti metano Marketing aggressivo, creazione mercato Preferenza politica Senso di missione Propensione all’innovazione Italia del boom (retroazione) Bassi costi, bassi prezzi, alti volumi Rapidissima crescita impresa NB: tutti punti di forza sono collegati tra di loro, rapporto causazione reciproca Metano crea possibilità largo autofinanziamento Piano lungo termine, identificazione Eni-Italia Mattei è innovatore, si interessa direttamente a novità Progetto Autostrada del Sole: 1954 SISI (Eni, Fiat, Italcementi, Pirelli) lo cede gratuitamente a Stato)

121 Mattei e il petrolio Le ricerche in Italia (1954-56)
Egitto e Iran (Ieoc 1955, Sirip 1957) La “formula Mattei” (75-25) Eni ricerca a sue spese, ma no premio in denaro Società con paese produttore (al 50%) Royalties e tasse 50-50 Contratti acquisto Petrolio sovietico 1961 Ricerca accordo con majors (Standard) No copertura politica internazionale Scoperta Gulf in Sicilia Prime esperienze ex colonie, Mineraria Somala Mattei entra in Iran sfruttando scontento per trattamento consorzio, NIOC insoddisfatta Marocco 1958, Libia, Sudan 1959, 1961 Tunisia, 1962 Nigeria NB tempi di sviluppo giacimenti sono lunghi, per il momento sono solo spese, problemi finanziari Eni comincia ricerca senza pagare premio in denaro come facevano major Dopo ritrovamento società con governo, paga metà spese sostenute e riceve diritti su petrolio Sistema fifty fifty si applica a nuova società Principio partecipazione è dirompente per grandi compagnie integrate: problema controllo verticale, coordinazione varie fasi produzione

122 Il petrolio: i concorrenti
Le major Grandi gruppi integrati Operano in tutte le fasi Ricerca in più paesi Attivi su più mercati Gli indipendenti Prima proiezione internazionale, metà anni ’50 Non completamente integrati Nascita di un “mercato” del petrolio

123 Il “dopo-Mattei” Presidenza Boldrini-Cefis (1962-1971)
Da ricercatore produttore a distributore greggio La petrolchimica Viene meno missione originaria Fine dell’indipendenza politica Ministero partecipazioni Statali (1956) Oneri impropri e fondi di dotazione NB: non bisogna estremizzare, con Cefis vengono create numerosissime società ricerca in nuovi Paesi, ma crescita impresa diventa più controllata anche per problemi finanziari Chimica si rivela pozzo senza fondo, impossibilità razionalizzare settore, pressioni politiche (1962: sovvenzioni fondo perduto Cassa mezzogiorno Legge del 1954, 40% nuovi investimenti imprese pubbliche al sud Saraceno: teoria oneri impropri, fine possibilità autofinanziamento, imprese statali dipendono da potere politico

124 Nuove sfide Nuovi impulsi a ricerca dopo crisi 1973
Nuovi paesi (Mare del Nord) Offerta “pacchetto” servizi La crisi degli anni ’80 Nessuna figura carismatica a presidenza La chimica: un approdo mancato Insostenibilità ruolo politico 1993 Privatizzazione Presidenza Girotti, poi Pietro Sette Necessità diminuire dipendenza importazione paesi Opec sentita da tutte compagnie Eni non cerca solo permessi ricerca, ma anche mercati su cui far lavorare società gruppo (es. costruzione raffinerie). Crescita società ingegneria e servizi (Saipem, Snam progetti) Coinvolgimento in salvataggi settori chimica (Sir, Liquigas): impossibile razionalizzare settore 1985 Enichem 1989 Enimont (sciolta in 1990) NB risultato è che in Italia non esiste chimica Eni è diventata da anni ’60 un ente di sviluppo più che un’impresa, si è spezzato legame profitti-sviluppo sociale Eni è SpA dal 1992

125 Bibliografia essenziale
L’Eni e Mattei Marcello Colitti, Energia e sviluppo in Italia, Bari 1979 G.Sapelli e F.Carnevali, Uno sviluppo tra politica e strategia, Milano 1992 Nico Perrone, Giallo Mattei, Roma 1999 L’industria di Stato F.Barca, S.Trento, La parabola delle partecipazioni statali, in F.Barca, Storia del capitalismo italiano, Roma, 1997

126 VIII Ascesa e declino dello stato imprenditore 2 nicola crepax 2

127 Il ruolo dello stato nel paradigma dell’Italia liberale
Interventi per la promozione di nuove imprese Interventi legislativi in favore di specifici settori Tariffe doganali protezionistiche Costruzione delle infrastrutture Azioni di salvataggio e intervento della Banca d’Italia La Grande Guerra

128 Le nuove linee di intervento negli anni 1960
La realizzazione di nuove imprese allo scopo di programmare lo sviluppo L’incorporazione di imprese in crisi per limitare la disoccupazione La creazione di centri di potere collegati ai partiti di governo

129 Lo scenario politico Allargamento dello stato imprenditore
1948 La vittoria della Democrazia Cristiana 1953 La sconfitta della “Legge truffa” 1963 L’ingresso del Partito socialista nel governo Allargamento dello stato imprenditore Nazionalizzazione dell'energia elettrica

130 La maggiore età dello stato imprenditore
Negli anni 1960 la massima espansione di una traiettoria inaugurata nel dopoguerra Maggiore complessità e maggiore sintonia con il potere politico Dal Fim all’Efim (1962) Dalla Finmeccanica alla Giulietta (1954)

131 Stato imprenditore e modernizzazione
La Stet, la Sip e la diffusione della telefonia Dall’Eiar alla Rai La nazionalizzazione dell’energia elettrica, la nascita dell’Enel e la diffusione dei consumi elettrici

132 Stato imprenditore e crescita dei settori di base
Piano Sinigaglia e sviluppo della siderurgia Eni: Agip, Anic e Snam

133 La fine della banca mista nella crisi del ‘29
1930 G. Toeplitz presidente al posto di A. Bocciardo Nuova fase espansiva del gruppo (Marghera assieme a G. Volpi e V. Cini) 1931 le banche miste, sempre più coinvolte nell’industria, sono travolte dalla crisi Intervento della Banca d’Italia e cessione delle partecipazioni a Sofindit, Società finanziaria italiana e Società elettrofinanziaria Primo piano Sinigaglia Le banche miste sono cariche di azioni, boom borsistico del 1925, malriposte mire espansionistiche, procedere della crisi aveva ampliato gli immobilizzi bancarie nicola cerepax 248 214

134 Verso un capitalismo di tipo misto
Nel 1931 viene fondato l’Imi (la banca mista non esiste più) Anche la Banca d’Italia è impegnata nel crollo industriale (ruolo dell’Istituto di liquidazioni) Nel 1933 Viene fondato l’Iri (A. Beneduce, D. Menichella) che rileva le partecipazioni industriali bancarie nicola cerepax 249 215

135 Caratteristiche del Sistema a partecipazione statale
Finanziamento tramite fondo iniziale della Banca d’Italia e obbligazioni Partecipazione statale a spa Gestione secondo criteri “privatistici” Ente provvisorio con due sezioni (smobilizzi e finanziamenti) Struttura complessa a holding (Stet, Finmare, Finsider) 1936 Legge bancaria nicola cerepax 250 216

136 L’Iri nel 1937 Tre banche di credito ordinario
100% siderurgia bellica (Terni, Ansaldo, Cogne) 40% siderurgia comune 90% cantieristica 80% società di navigazione 80% costruzione di locomotive 30% produzione di elettricità e servizi telefonici 20% industria del rayon 13% industria del cotone Alfa Romeo nicola cerepax 251 217

137 La ristrutturazione dell’impresa pubblica alla fine del Novecento
Da Amato ad Amato l’ultima stagione di governi di centro sinistra ( ) Nel 2000: Rai, Poste, Ferrovie, quote di Eni ed Enel Dal 1993 privatizzazioni, risanamento dei conti pubblici e crescita del mercato azionario

138 Crescita dello stato imprenditore negli anni 1960
Enel e Efim l’Eni di Eugenio Cefis l’Iri e il raddoppio di Taranto l’Alfa Romeo, dalla Giulia all’Alfasud Nuoro ruolo della cassa pe ril Mezzogiorno e Piano Giolitti (1964)

139 La crisi degli anni 1970 e la paradossale crescita dell’impresa pubblica
Crescono gli oneri impropri Gioia Tauro La vicenda dell’Egam La breve parabola dell’Alfasud La nascita del polo alimentare l’Eni

140 L’impresa pubblica e i tormentati anni 1980
Inflazione e indebitamento Primi tentativi di ristrutturazione L’esplosione della corruzione e lo sfaldamento del sistema politico

141 IX La piccola impresa 2 nicola crepax 2

142 X Il ruolo di Mediobanca nell’economia italiana del secondo novecento
2 nicola crepax 2

143 L’eredità del fascismo
Modernizzazione zoppa Lo Stato imprenditore le Grandi famiglie imprenditoriali Le grandi società elettriche: Edison; Sade (G. Volpi); Sip (G.G. Ponti) quali centri di potere nel capitalismo italiano Bastogi e gli altri “enti Beneduce” (Icipu e Crediop) L’imprenditoria diffusa e sistemi locali 1938 4/5 delle locomotive ancora a vapore usi domestici 10% del totale Nord ovest 50% deli consumi industriali nicola cerepax 266 232

144 Le novità del Dopoguerra
Il sistema democratico e i partiti di massa L’integrazione internazionale Il sistema fordista Il paradigma petrolifero

145 Il problema del credito alle imprese dopo il 1936
1946 nascita di Mediobanca Gli altri istituti La borsa 286

146 Un capitalismo a suffragio ristretto
“Azioni che si pesano e non si contano” Salotti buoni e grandi famiglie Grandi imprese monopoliste Settori dominati da poche medie imprese Resta immutata la prevalenza delle aree del Nord Ovest ma le aree NEC mostrano primi segni di dinamismo 308

147 Nazionalizzazione dell’energia elettrica e l’imprenditoria privata
Le speranze nella creazione di nuovo impulso all’industria delle telecomunicazioni, dell’alimentare e della chimica Le acquisizioni non strategiche della Sme, della Sade e della Centrale Il polo chimico della Edison 315

148 La creazione di Montedison
L’Eni di Eugenio Cefis (1962) Cambia il rapporto con i partiti L’espansione nella chimica Eni; Edison; Montecatini Montecatini-Edison (1966) 312

149 L’Olivetti abbandona per la prima volta il settore elettronico
Roberto Olivetti guida un progetto ambizioso che pone l’azienda all’avanguardia nelle tecnologie elettroniche (1954) La Società Generale Semiconduttori L’Elea 9003 (1959) Il gruppo di salvataggio guidato da Mediobanca la morte di Adriano, le difficoltà finanziarie, la questione Underwood inducono alla cessione della divisione elettronica 314

150 Il gruppo di comando Il gruppo Fiat e l’Ifi Pirelli (Centrale) Falck
Pesenti (Ibi) Bonomi Bolchini Moratti e Monti Ras Generali e Fondiaria Mediobanca

151 I Pesenti Pesenti “pigliatutto” Italmobiliare La Lancia
Il ritorno negli anni ottanta al core business 331

152 Bastogi Bastogi principale “salotto buono” nel miracolo economico
Sindona attacca Pesenti Sindona attacca Centrale e Bastogi L’intervento di Mediobanca

153 La Fiat del dopo Valletta
La ristrutturazione del sistema gerarchico piramidale Mercato meno favorevole e crescita del costo del lavoro Fiat Holding Il ruolo di Mediobanca nell’affiancare la ristrutturazione 329

154 La Pirelli La Pirelli-Dunlop
La ristrutturazione nell’orbita di Mediobanca Il tentativo di scalata alla Continental 330

155 Le speranze disattese di Montedison
Un colosso della chimica europea La fusione impossibile Cefis scala la Montedison Le guerre parallele nella chimica (Eni e Montedison) 316

156 La chimica non trova un assetto stabile
1981 Mediobanca coordina la nascita di Gemina Il progetto di Schimberni e l’ascesa di Raul Gardini 318

157 XI Il quarto capitalismo 2 nicola crepax 2

158 1999: le maggiori imprese italiane
Ifi Eni Olivetti Enel Compart - Montedison

159 Le grandi imprese italiane
Dieci società tra 4 e 10 miliardi di euro L’italia aveva poche grandi imprese Tre gestori di servizi pubblici Tre filiali di multinazionali Due ex Iri (Finmeccanica e Riva) Tre imprese industriali (Pirelli, Parmalat e Benetton)

160 Parmalat e Benetton Il quarto capitalismo Proiezione internazionale
organizzazione policentrica e flessibile Specializzazione nel Made in Italy Marketing e innovazione di prodotto Campioni regionali Parmalat (90 consociate e 148 stabilimenti in 31 nazioni)

161 Le medie imprese Il capitalismo italiano cambia volto
Fininvest e Omnitel Grande distribuzione Multinazionali alimentari Imprese della tradizione imprenditoriale (Italcementi, Gruppo Orlando, Hdp ecc. Quarto capitalismo

162 Il settore alimentare Barilla (quando i mulini erano bianchi…) Ferrero
Cirio Veronesi Cremonini Famiglie, Holding, Multinazionali tascabili Sotto il miliardo di euro: piccole e specializzate

163 Tessile, abbigliamento e accessori
Luxottica: internazionalizzazione e design Marzotto: da un paradigma all’altro Radici: diversificazione e autonomia Artsana: lo sviluppo trainato dal marketing Zegna e Zucchi

164 La moda 1950 l’alta moda romana
Miracolo economico: Gucci, Ferragamo, Pucci, Roberta di Camerino Gli abiti “dozzinali” Prêt-à-porter e Mary Quant Max Mara, Missoni, Krizia, Armani Versace Ferré la giacca di Armani Empoio Armani

165 Il settore dell’arredamento
Castiglioni, Zanuso, Bellini, Sottsass Cassini, B&B, Azucena, Poltronova, Artemide, Flos Natuzzi e il distretto meridionale Quarto capitalismo: bassa intensità di capitale , gamma ristretta e economie esterne

166 Settori ad alta intensità di capitale
Chimica e Gomma Elettrodomestici (Ocean, Merloni e Candy) Carrozzieri Brembo Aprilia Miniacciaierie


Scaricare ppt "Nicola Crepax CORSO DI STORIA DELL’IMPRESA Università Cattaneo - Liuc"

Presentazioni simili


Annunci Google