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Medie/superiori, QUALE STUDIO, QUALE METODO

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Presentazione sul tema: "Medie/superiori, QUALE STUDIO, QUALE METODO"— Transcript della presentazione:

1 Medie/superiori, QUALE STUDIO, QUALE METODO
Relatore: Prof. Rosario Mazzeo

2 Continuità / discontinuità
Secondaria 1 2 Grado Obiettivi, Tempi, Materia/disciplina Età della seconda nascita

3 Lo studio non ammette sostituti
Che cosa può mettere in moto il soggetto in modo che sia protagonista del suo apprendimento? Che cosa deve accadere il ragazzo possa vivere l'avventura della conoscenza sempre più autonomamente?

4 Svegliare l’uomo La prima questione di qualsiasi professore è destare l’interesse Non possiamo dare per scontato il soggetto nell' imparare. Ci possono essere migliaia di professori bravissimi in matematica e disponibili a insegnarla, ma il problema è che non ci sono gli studenti che vogliono imparare.

5 Vera autonomia! “Far”apprendere una disciplina
Lasciar fare “Fai come ti pare e ti piace” Costringere a fare “Fai come dico io”o Fare insieme: con-segnare un metodo

6 Non confondere metodo con tecnica Impersonale Meccanica
Indifferente al cosa Pretende di garantire il successo In verità le differenze sono notevoli. Rispetto agli elementi della situazione didattica: il soggetto, l’oggetto, il risultato nel tempo

7 Motivazione Interesse 1a Corsia del metodo
ATTEGGIAMENTO ATTITUDINE davanti alla realtà Motivazione Interesse “Ciò che chiamiamo realtà si dà a noi in un risveglio, vale a dire in modo intermittente … Realtà – tempo- libertà è l’equazione del risveglio, la sua cifra” (Zambrano, 147)

8 2a Corsia: COMPORTAMENTO DI LAVORO
Pianificazione del tempo Scelta del luogo e postura Gestione delle difficoltà e dell’errore Stile di vita

9 3a Corsia: OPERAZIONI DI STUDIO
Comprendere Riprendere Intraprendere A P R E N D e

10 2.Le 6 P dello studio Un docente risponde: io mi accontenterei che studino. Lo studio è esercizio della ragione o non è studio. Identifichiamo studio come azione in cui c’è tutto l’uomo. In classe, di fronte al libro questo alunno o studia o non studia. E se studia, usa la ragione. Tutto sta su quale livello di ragione usa.

11 .2.1- Lo studio è proposta Applicazione all’apprendimento insegnato di una materia (disciplina) operante competenze.

12 2.2. Lo studio è un progetto Non è una voglia
Intrapresa personale collaborativa guidata

13 Studio = intrapresa = azione difficile, impegnativa, personale (non ammette sostituti) .iniziata e compiuta in risposta ad una provocazione, (ri)emergente nella situazione didattica, eco di quella che pone continuamente la realtà al "bisogno di significato" dell'uomo studente

14 Il quadrilatero dello studio e le risorse x motivare in un progetto.
Operazioni di studio M S Con di vi sio ne Elaborazione didattica Relazione pedagogica D Cooperazione F

15 Libertà ed apprendimento
    “Per imparare occorre essere liberi” ( P.Mille) C’è apprendimento, se c‘ é un "atto di amore e di volontà verso le cose". Tale atto implica la libertà del soggetto che apprende

16 LA RELAZIONE CHE sveglia ed incoraggia L’IO DELLO STUDENTE
1 - Una relazione autorevole Esigente comprensione Coerenza amorevole 2 – Una relazione significativa (rispetto al senso del vivere, dello studiare, del guardare al futuro) 3 - Variare la distanza; non sostituire mai

17 Sguardo di simpatia al valore
“I maestri erano interessantissimi. Il mio debito personale è infinito verso uno di loro. Egli riuscì, Dio sa come, a penetrare nel mio desiderio profondo e disperatamente saldo di sembrare stupido, ed a scoprire il segreto orribile che io ero dotato del dono della ragione al di sopra dei bruti”. (G. K. Chesterton)

18 Le motivazioni estrinseche, restando estranee a ciò che motivano, anche se efficaci, sono limitate:
"spronano ad apprendere qualche cosa, non ad imparare ad apprendere”; possono accendere il motore, ma non ne garantiscono la tenuta.

19 Dinamica dell’interesse
attiva la conoscenza e l'azione e muove all'incontro con le cose incoraggia la nostra apertura e carica la nostra tensione nella domanda di significato Grazie ad essa la realtà prende significato per noi che veniamo a scoprirla come nostra dimora (e come nostro destino).

20 Dall’interesse allo studio
Suscita interesse ciò che, cadendo sotto la nostra attenzione, ci prende, si rivela importante per ciò che per noi conta, contiene una promessa di realizzazione (successo pieno), colpisce- risveglio il desiderio. Studium: Applicatio mentis Applicazione dell’animo innamorato Attenzione amorosa all’oggetto.

21 Testimone di interesse
Non basta la parola “interesse” per creare interesse. Il vero, il bello, il buono “communicativum sui”, ossia si trasmettono per osmosi. Nessuno può favorire negli allievi un interesse che lui non ha. Anche l’interesse c’è se opera Docente come ricercatore: colui che verifica un’ipotesi positiva sulla realtà, attraverso la materia. E ‘interessante ciò che è concreto, reale.

22 Motivazioni intrinseche :
il desiderio e la spinta interiore * a conoscere, a capire, ad aumentare il proprio bagaglio culturale, a rispondere al bisogno di esplorare la realtà * a diventare capaci, abili, esperti nel sapere compiere certe prestazioni e nel padroneggiare discipline, argomenti, aspetti della realtà alla competenza; motivazioni cognitive esistenziali * a crescere, realizzare e vivere il proprio ideale, il proprio pro­getto di vita che interagisce con la proposta e l'oggetto di studio.

23 ma un dinamismo Non un meccanismo,
La realtà nella sua indubbia attrattiva non determina meccanicamente il nostro atteggiamento.

24 2.3. Lo studio è percorso DESIDERIO E TEMPO

25 All’inizio c’è lo stupore, poi la decisione
prima flessione della mente “colpita” in modo da essere attratta movimento verso qualcosa: la ragione si apre alla totalità

26 Si tratta di uno “sguardo” che possiamo analizzare a tre livelli.
La decisione prima è un’opzione all’apertura: mantenere viva l’attenzione L'essenza dell'attenzione é quel movimento dello sguardo che si volge verso..., o si distoglie da... e così fa apparire l'oggetto tal quale é in se stesso, cioè tal quale era già in sordina sullo sfondo " (Ricoeur, 1990). Si tratta di uno “sguardo” che possiamo analizzare a tre livelli.

27 La domanda è un proprium dell’uomo
Il contenuto della decisione prima: è coltivazione della domanda protesa ad una risposta La domanda è un proprium dell’uomo “Perché c’è l’essere e non il nulla?” “Ed io che sono?”. Attorno a queste domande la possibilità unificante del percorso. Diversamente abbiamo frammenti.

28 “Imparare è conservare il perché di un fatto o di un fenomeno o di un insieme di fatti e di fenomeni. Diversamente in testa c'è un magazzino di curiosità" (Mille, 1924). Curiosità epistemica: tensione a conoscere e a sapere, passione dell’intelligenza che interroga e si lascia interrogare di fronte alla realtà, aspetto dinamico della ragione in atto.

29 A che serve ? " A cosa serve quello che stiamo facendo? Dove sta la sua utilità pratica? Che cosa mi fa guadagnare?", domande formulate avendo già risposte declinate sui criteri di consumismo e di utilità immediata per bisogni indotti dal mercato e dal potere.

30 Tensione alla totalità
“Ciò che rende umana la vita è un rapporto esplicito con la totalità del mondo, il vivere nella prospettiva della totalità”, cioè “l’interesse fondamentale non per le cose ma per il loro orizzonte” (Jan Patoka) Non si tratta di totalità quantitativa (somma di tutte le cose), ma qualitativa. Una questione di senso.

31 Tempo e metodo “ Tempo e realtà costituiscono il mezzo specifico dell’essere chiamato uomo, il quale ha da scoprire la realtà trascendendola e trascendendosi, anche rimanendo in essa” (Zambrano, 158)

32 La pianificazione delle attività e del tempo
Kairos Cronos Aion Tempo scuola Tempo casa Stile di vita e metodo di studio

33 Scegliere e vivere il tempo dell’applicazione all’apprendimento
Regista, protagonista Scegliere e vivere il tempo dell’applicazione all’apprendimento Tempo Per quanto tempo ? Quando ? Quanto?

34 2.4. Lo studio è processo Elementi catalizzatori del processo: stupore, attenzione, domanda Operazioni del processo: comprendere, riprendere, intraprendere

35 4b – Operazioni studio 4. Oltre la lettura LETTURA INTELLIGENTE
Globale Intera Selettiva Analisi sintesi Verbalizzare Memorizzare Esercitare Paragonare Di cosa si tratta ? Di cosa parla ? Cosa dice attorno a ciò di cui parla? 4. Oltre la lettura

36 Apri la mente a quel che ti paleso E fermalvi entro che non fa scienza
Sanza lo ritenere avere inteso

37 Dimensioni apprendimento insegnato
criticità S – signficatività - M Acquisizione: A.R A.S.G A.S.A

38 apprendere (in quanto tale).
Prodotto Quali conoscenze? Quale uso Replicativo Applicativo Ermeneutico investigativo Critico creativo apprendere che, apprendere a, apprendere (in quanto tale).

39 2.6. Lo studio è promozione:
Spinta in avanti; vantaggio per il movimento della ragione verso il reale. Esprime e costruisce la persona Produce qualcosa che " concorre all'autocostruzione dell'in­dividuo e si fonde insieme con lui, che non perderà mai, perché egli stesso non si può perdere “ "(Rombach 1973, p.34)

40 C’è bisogno di un maestro
“Non avere un maestro è come non avere a chi domandare e ,in un senso ancora più profondo, è non avere nessuno davanti a cui porsi delle domande. Vuol dire rimanere rinchiusi nel labirinto primario che è la mente di ogni uomo in origine; rimanere rinchiusi come il Minotauro, traboccanti di impeto che non può avere sfogo. (p.118) E il maestro deve essere colui che apre la possibilità, la realtà di un altro modo di vita, quella vera. Una conversione è la definizione più giusta dell’azione del maestro. La resistenza iniziale di colui che irrompe nelle aule si trasforma in attenzione. La domanda comincia a spiegarsi. L’ignoranza risvegliata è già intelligenza” ( M. Zambrano. 119)

41 Con-segnare un metodo di studio
per apprendere in modo significativo, critico e sempre più autonomo una disciplina che è punto di vista sulla realtà che la tradizione fornisce come ipotesi da assumere e innovare Educare istruendo

42 come un atto di riorganizzazione del rapporto Io - Mondo
Solo l'amore e la verità rendono possibile, semplice e vitale l' apprendimento come un atto di riorganizzazione del rapporto Io - Mondo gesto di (ri) significazione, del proprio mondo, scoperta e riappropriazione dell' identità personale. "L'ansia di conoscere il vero è la sola cosa che possa indurci ad attribuire importanza a ciò che studiamo" (Einstein).

43 Per approfondire Léna M. (1986), Lo spirito dell'educazione, Brescia, La Scuola Mazzeo R. (1997), Insegnare un metodo di studio, Il Capitello. Mazzeo R. (2011) , Studiare: missione impossibile? Editrice La Scuola Mazzeo R. (2005), L’organizzazione efficace dell’apprendimento, Erikson. Meireu P. (1990), Imparare ... ma come?, Bologna, Cappelli. Piattelli Palmarini M. (1991), La voglia di studiare, Milano, Mondadori. Giussani Luigi (2004), Il rischio educativo, Rizzoli


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