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PubblicatoIlario Pasini Modificato 9 anni fa
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CORACIIFORMI Questo ordine è assai vasto e comprende prevalentemente uccelli della fauna tropicale ed alcuni tipici delle zone temperate. Si tratta di animali di piccola e media taglia, con becco robusto e con piumaggio dai colori vivaci. In genere gli appartenenti a questo ordine hanno abitudini predatorie e nidificano in cavità di alberi.
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FAMIGLIA ALCEDINIDI MARTIN PESCATORE ( Alcedo atthis) Comprende il MARTIN PESCATORE e specie affini. Si tratta di animali con forme massicce, capo grosso, becco lungo e aguzzo, simile ad una fiocina, piumaggio brillante con penne molto fitte 11 remigranti primarie e 12 timoniere. Ali superiori e coda di colore blu-verde, collo bianco con macchie laterali rosse, zampe di colore arancione. Becco nero. Il Martin pescatore conduce una vita legata agli ambienti acquatici e vive presso fiumi e torrenti. Si nutre di piccoli pesci, insetti acquatici e molluschi che preda attivamente immergendosi in acqua. Nidifica sulle rive dei fiumi o sulle sponde dei laghi in cavità circolari prive di imbottiture o abbellimenti. Le uova sono in genere in numero di 4-5 di colore bianco e vengono deposte tra maggio ed aprile. Il MARTIN PESCATORE è oggi in vistosa diminuzione a seguito della trasformazione di molte zone umide.
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FALCONIFORMI I Falconiformi costituiscono un ordine cui appartengono uccelli noti come Rapaci diurni cioè animali con abitudini predatorie che usano cacciare nelle ore di massima luce. Questi animali svolgono un ruolo importantissimo negli equilibri naturali, si trovano infatti al vertice di una catena alimentare che provvedono a mantenere, entro certi limiti, costante. La predazione sistematica impedisce che una o più specie predate divenga in soprannumero rispetto alle altre. Si tratta di animali di grossa taglia con ali lunghe e forme slanciate che consentono un volo possente. Le ali così efficaci per il volo, costituiscono, in molti casi, un limite per la predazione. La massima parte dei Rapaci infatti, aggredisce le sue prede senza mai giungere a terra poiché, data la lunghezza delle ali, non riuscirebbe a risalire, diventando a sua volta facile preda. Il becco è arcuato, atto a dilaniare le prede, le zampe sono poderose munite di grossi artigli con pollice rivolto posteriormente. Il piumaggio è costituito da un fitto piumino e da penne resistenti e rigide.
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FAMIGLIA ACCIPITRIDI Comprende i NIBBI, le AQUILE, i BIANCONI, le POIANE, gli ASTORI, gli SPARVIERI e le ALBANELLE. Il NIBBIO ha una testa biancastra, striata di nero, coda biforcuta di color castano. Frequenta boschi, vallate e pianure alberate. Cattura prede sul terreno divorando in sito le parti più grosse e trasportando il resto al nido. Al volo cattura altri uccelli ed insetti. Nidifica sugli alberi. È gregario d’inverno. È oggi considerato un animale a rischio. NIBBIO REALE ( Milvas Milvus)
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FAMIGLIA EGIPIDI Comprende gli Avvoltoi del Vecchio mondo. Sono caratterizzati da dimensioni grandi o grandissime, testa e collo generalmente nudi o rivestiti solo da piumino, ali lunghe e robuste con coda, in rapporto al corpo, piuttosto breve. Ottimi volatori. La dieta è specializzata nell’utilizzazione di carogne e vari tipi di rifiuti. La fauna italiana comprende 4 specie come il GRIFONE, il GIPETO, l’AVVOLTOIO MONACO e il CAPOVACCAIO. Sono tutte specie rare o in via d’estinzione, nel caso del Gipeto, ad esempio, si parla di reintroduzione sulle Alpi dopo un’estinzione avvenuta oltre mezzo secolo fa. Tale precarietà deriva dalla pratica di sterminio operata dall’uomo, dalla mancanza di carogne di grossi animali, un tempo più disponibili, e dalla caccia ad alcune delle loro prede come nel caso delle volpi.
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FAMIGLIA FALCONIDI Dimensioni medio grandi, ali lunghe ed appuntite e volo veloce. Becco forte superiormente dentato con formazioni idonee alla frantumazione delle carni. Il FALCO PELLEGRINO si riconosce dal tipico mustacchio arrotondato. Si trova in collina, nelle zone di montagna e presso paludi o scogliere a picco sul mare. Ha abitudini arboricole, preda uccelli di piccola taglia. È famoso per il volo molto rapido compiuto a quote elevate. Quando avvista una preda vi si tuffa ad ali chiuse afferrandola in volo. È una specie a rischio di estinzione sia per la distruzione dei nidi che per la cattura diretta di uova. FALCO PELLEGRINO (Falco peregrinus)
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PASSERIFORMI Tra gli uccelli i Passeriformi costituiscono l’ordine più vasto ed evoluto. Comparsi circa all’inizio del Terziario (250 milioni di anni fa) ebbero un’ evoluzione prodigiosa, quasi esplosiva, motivo per cu, ancora oggi ,sono predominanti rispetto agli altri ordini. Tutti i Passeriformi sono muniti di quattro dita, libere fino alla base, con un unico dito rivolto all’indietro. Si tratta del pollice, che di norma è anche il dito più grosso, recante un unghia molto più lunga delle altre. Questo dito non può essere rivoltato in avanti per via di un adattamento alla prensione dei rami e quindi ad uno stile di vita perlopiù arboricolo. Le ali constano di 10 remigranti, ben sviluppate, con un solo strato di penne copritrici mentre la coda è formata da 12 timoniere. Depongono 5-6 uova che covano per due settimane circa. La prole è inetta e viene imboccata dalla madre, motivo per cui, molti piccoli sono dotati di vistose piume nel collo che perdono poi in età adulta. La dieta è assai varia tuttavia molti Passeriformi sono insettivori e costituiscono un prezioso aiuto all’economia agricola. Va detto, per correttezza, che esistono anche specie granivore che possono compromettere seriamente il prodotto agricolo. L’ordine è suddiviso in 4 sottordini e la fauna italiana appartiene, in prevalenza, al sottordine dei Passeri.
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FAMIGLIA CORVIDI La GAZZA si riconosce per un piumaggio bianco e nero a scacchiera: sono bianche le porzioni scapolari, quelle ventrali e i fianchi mentre il resto del corpo è di colore nero blu. Le Gazze prediligono le pianure ampie ed aperte con alberi alti e campi coltivati. È insettivora ma non disdegna uova, piccoli mammiferi, carogne, frutta e semi. La ricerca del cibo avviene a terra. L’epiteto di “ ladra proverbiale” le deriva dall’abitudine di nascondere nel proprio nido oggetti colorati e luccicanti che si procura qua e là. Il nido è fatto di rametti e materiale vegetale. Il periodo dell’amore inizia a marzo. Le uova, circa 6 per ogni cova, sono bluastre. GAZZA (Pica pica) La schiusa avviene dopo 20 giorni di cova. I piccoli sono imboccati da entrambi i genitori per 21 giorni dopodiché iniziano un percorso di apprendimento che condurrà alla loro totale autonomia
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PICIFORMI Questo ordine è anche noto come ordine degli uccelli “rampicanti” per l’abitudine dei suoi appartenenti di arrampicarsi sugli alberi alla ricerca di insetti. Ne fanno parte i Cuculi e i Pappagalli. Le dita sono riunite per un certo tratto e questo è un adattamento allo stile di vita arboricolo. In genere sono animali solitari. Abitano le foreste tropicali e temperate e sono praticamente cosmopoliti. Non abitano l’Australia forse perché questo continente si è separato molto presto dagli altri rimanendo, per molti aspetti, isolato. Pongono il nido in cavità d’alberi.
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PICCHIO ROSSO MINORE (Dendrocopus minor)
FAMIGLIA PICIDI Tipici arrampicatori con zampe corte e robuste, normalmente dotate di due dita davanti e di due dietro. Il becco è robusto a forma di scalpello atto a praticare buchi negli alberi, la lingua è molto lunga e si porta fuori per portare alla bocca l’insetto catturato. Coda corta munita di penne rigide che formano un ottimo appoggio al corpo. Il nido, ricavato in cavità d’albero, è protetto e per questo la livrea femminile non risulta particolarmente mimetica con l’ambiente esterno. I piccoli nascono ciechi ed inetti. Le uova sono di norma bianche. Entrambi i genitori accudiscono la prole. Vi appartengono le numerose specie di Picchi. Il PICCHIO ROSSO MINORE è il più piccolo picchio europeo. Il maschio ha il capo color carminio mentre la femmina lo possiede color bianco. Vive bene in boschi di conifere (pini e abeti), il volo è lento. È una specie insettivora che si serve del volo per spostarsi da un ramo al successivo. PICCHIO ROSSO MINORE (Dendrocopus minor)
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STRIGIFORMI Gli Strigiformi sono noti comunemente come “ Rapaci Notturni” e costituiscono un ordine di uccelli molto omogeneo che comprende il Gufo, la Civetta e il Barbagianni. L’ordine è altresì molto caratteristico per la forma del capo e per la postura assunta dai suoi appartenenti durante il riposo. Gli occhi in posizione frontale sono circondati da un “ disco” di penne morbide e setose che fanno apparire l’uccello il doppio delle sue reali dimensioni. Si tratta di una strategia di sopravvivenza atta a scoraggiare eventuali predatori. Il piumaggio, gioca per questi animali, un ruolo di riguardo infatti il corpo è rivestito da piume dotate di prolungamenti finissimi, detti barbule, che conferiscono alle ali un aspetto vellutato. Il risultato è un volo molto silenzioso che consente a questi uccelli di predare senza farsi sentire. La silenziosità del volo è garantita anche dalle due remigranti primarie dotate di un vessillo a pettine che consente di fendere l’aria ammortizzando il rumore del battito delle ali. Nei Rapaci notturni non esistono livree molto colorate, che di notte non costituiscono nessun vantaggio, e questo ci permette di distinguere sempre un Rapace notturno da uno diurno. I piccoli nascono ciechi ed inetti, il corpo è coperto da un piumino bianco che viene poi sostituito da un fitto piumaggio grigio o screziato di giallo che ha ruolo mimetico durante il giorno consentendo a questi uccelli di nascondersi tra le cortecce e riposare. Il becco e uncinato e ricurvo e gli arti sono muniti di grossi artigli. Queste caratteristiche sono frutto di un adattamento all’attività predatoria ed è bene sottolineare che non esistono parentele tra rapaci diurni e notturni. La similitudine dell’aspetto esterno è un fenomeno di “ convergenza evolutiva”. Tra i cinque sensi il più sviluppato è la vista, gli occhi infatti sono telescopici ma immobili. I Rapaci notturni non distinguono bene i colori ma sono ottimi rilevatori di forme e di distanze. L’immobilità degli occhi è compensata da una estrema mobilità della testa che può ruotare quasi di 300 gradi. In questo senso i movimenti della testa servono alla valutazione delle distanze. La dieta è in prevalenza costituita da Roditori come Arvicole e topi e questo li rende molto utili all’equilibrio naturale. Le prede vengono inghiottite intere e l’indigerito, quindi peli, ossa e quant’altro, vengono emessi nell’arco delle 24 ore sotto forma di pallottole chiamate borre. Gli Strigiformi non si costruiscono il nido , essi preferiscono utilizzare cavità già scavate nei tronchi d’albero o nidi abbandonati da altri uccelli. Questi uccelli sono oggi in netta diminuzione per opera del disboscamento e della lotta agli insetti e parassiti effettuata con pesticidi di sintesi che Gufi e Civette assorbono indirettamente dalle loro prede. Un fattore a dir poco determinante nella loro diminuzione è quello umano. La superstizione da sempre affiancata a questi animali ha prodotto, in epoche non troppo remote, veri e propri massacri.
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Gli appartenenti a questa famiglia si distinguono per il disco facciale più o meno tondeggiante e per il dito interno più breve del mediano. Vi appartengono il GUFO REALE, quello COMUNE e quello di PALUDE e l’ALLOCCO. L’ALLOCCO ha un capo grosso e tondeggiante, occhi neri e piumaggio grigio bruno. Non possiede i cornetti nel capo. Ha costumi notturni ed è un predatore di piccoli Mammiferi, vari Anfibi e invertebrati come gli Insetti. È una specie molto colpita dalla lotta agli insetti nocivi tramite l’uso di pesticidi. Vive in boschi dove riposa in tronchi vecchi e cavi. Depone, tra febbraio e aprile, 2.4 uova che alla schiusa emettono piccoli inetti che vengono alimentati per circa un mese trascorso il quale sono in grado di volare. FAMIGLIA STRIGIDI ALLOCCO (Strix aluco)
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Il GUFO COMUNE possiede lunghi ciuffi sul capo che lo rendono alquanto caratteristico. Le parti superiori sono fulve macchiettate di nero. Frequenta boschi di pini e abeti e caccia all’aperto. Ha abitudini notturne e si nutre di piccoli Mammiferi e di Insetti. Nidifica in nidi abbandonati da Corvidi e Colombacei. In Italia è stazionario ed è diventato raro per alterazione del habitat boschivo. Depone una sola volta all’anno 4 uova che incuba per 24 giorni. Alla schiusa i piccoli vengono sfamati per un mese prima di poter spiccare il volo. GUFO COMUNE ( Asio otus)
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FAMIGLIA TITONIDI Comprende i BARBAGIANNI che si distinguono per il disco facciale a forma di cuore, per il dito interno lungo come il mediano e per l’unghia seghettata. Si tratta di animali notturni dal colore pallido sul ventre e fulvo sul dorso. Si nutrono di piccoli Mammiferi e di numerosi Insetti nonché di piccoli di altri uccelli come Corvi e Colombi. BARBAGIANNI (Tito alba) Nidificano in vecchie cavità e molto spesso rubano il nido a d uccelli ai quali hanno predato i piccoli. Cacciano sui rami librandosi sulle prede. Il volo è ondeggiato. Depongono una, massimo due, volte in un anno e sempre agli inizi di primavera. La femmina depone 4.6 uova che incuba ininterrottamente per 33 giorni, tempo in cui, viene sfamata dal maschio. I piccoli impiegano fino a due mesi per imparare a volare.
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