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UN POPOLO DI FORMICHE
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LABORATORIO LINGUISTICO CON
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EDOARDO MONTENEGRO E
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« E dovunque muri e muretti, non dieci, non venti, ma più, molti di più, allineati sui fianchi di ogni rilievo, orizzontalmente, a distanza anche di pochi metri, per contenere il terreno, per raccoglierne e reggerne un po' tra tanto calcare. Mi chiederai come ha fatto tanta gente a scavare ed allineare tanta pietra. Io penso che la cosa avrebbe spaventato un popolo di giganti. Questa è la murgia più aspra e sassosa; […] non ci voleva meno che la laboriosità d'un popolo di formiche »
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«Sono minuscole capanne tonde, dal tetto a cono aguzzo, in cui pare non possa entrare se non un popolo di omini, ognuna con un piccolo comignolo ed una finestrella da bambola, e con quella buffa intonacatura in cima al cono, che è la civetteria della pulizia, e dà l’impressione di un berretto da notte ritto sul cocuzzolo d’un pagliaccio, con anche, per soprammercato, una croce o una stella in fronte dipinta con calce!»
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«Ma io, ad Alberobello, di memorando, di eccezionale, di veramente monumentale non ci ho trovato che la laboriosità dei contadini e degli agricoltori».
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(Altamura, 7 marzo 1884 – Bari, 4 giugno 1973) scrittore e politico italiano. Nato in una famiglia operaia, meridionalista convinto di parte socialista, lottò sempre per le autonomie e per il federalismo meridionalista. Divenne sindaco di Altamura nel 1920 e fu un radicale oppositore del Fascismo. Nel 1952 il suo volume Un popolo di formiche si aggiudicò il prestigioso Premio Viareggio.
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Nel 1925 Piero Gobetti chiede a Tommaso Fiore di raccontare la Puglia su “Rivoluzione liberale”. Fiore si mette in viaggio, scrive e racconta dei contadini della Murgia e di Metaponto, dei poveri quartieri di Taranto e di Lecce l’armoniosa. Dà voce alla caparbietà e alla tenacia dei pugliesi. Tommaso Fiore conduce un’analisi attenta dell’ascesa del fascismo in Puglia, ma è soprattutto attento a decifrare le ragioni economiche e sociali che impediscono alla sua terra di progredire ed emanciparsi dal centralismo dello Stato. E nel farlo, Fiore si addentra nei paesi e nelle città descrivendoli in primo luogo con occhi di geografo. Ed è proprio a questi occhi che, con l’hashtag #Formiche, daremo luce e voce insieme su Twitter. Il libro «Un popolo di formiche»
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PIERO GOBETTI Gobétti, Piero. - Uomo politico e scrittore (Torino 1901 – Parigi 1926). Fondatore del periodico Energie nuove e del settimanale Rivoluzione liberale, fu precoce e acuto ispiratore dell'antifascismo di matrice liberale e radicale, interpretando il regime fascista come 'rivelazione' dei mali storici dell'Italia. Muore dopo un pestaggio fascista, a soli 25 anni.
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«Ma io ho bisogno di vedermela tutta, passo passo, questa terra redenta dai contadini»
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«...Agli operai di Torino, ai contadini di Sicilia, a quanti, politici e studiosi d'ogni regione lottano incessantemente per colmare la frattura storica del Mezzogiorno fra lo Stato e le classi del lavoro realizzando nella conquistata uguaglianza la nuova unità d'Italia...»
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«Non esistono pugliesi che conoscano passabilmente la Puglia più di una decina; meno della metà l’hanno vista coi loro occhi…: Ed io, che non sono dei cinque e nemmeno dei dieci, […] di che cosa debbo scriverti? Perché non riprendi una delle tante pubblicazioni meridionaliste di venti, trent’anni fa, e la ristampi tale e quale? Chi si accorgerebbe che del tempo è passato, inutilmente?»
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Neanche una strada, ad Alberobello, è dedicata a Tommaso Fiore.
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Ed ora… al lavoro, formichine!
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