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Il Futurismo ( ): Introduzione

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Presentazione sul tema: "Il Futurismo ( ): Introduzione"— Transcript della presentazione:

1 Il Futurismo (1909-1935): Introduzione
Filippo Tommaso Marinetti, Zang Tumb Tumb,1914, Parole in libertà F. Depero: "Marinetti temporale patriottico", 1924 Il futurismo è stato un movimento artistico avanguardista italiano del XX secolo che ebbe una notevole influenza sui movimenti artistici contemporanei di altri Paesi, in particolare di Russia (costruttivismo), Francia, Stati Uniti e Asia. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, alla letteratura, la musica, l'architettura, la danza, la fotografia, il cinema. La denominazione ufficiale del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti.

2 Il Futurismo (1909-1935): origini
Angelo Canevari, Scivolata d’aria aeropittura futurista Il Futurismo nasce all'inizio del Novecento, quando tutto il mondo dell'arte e della cultura era stimolato da numerosi fattori determinanti: le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione (il telegrafo senza fili, la radio, aeroplani e le prime cineprese) che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, "avvicinando" fra loro i continenti.

3 Il Futurismo (1909-1935): origini
Luigi Russolo, Dinamismo di un treno 1912. Il XX secolo era quindi invaso da un nuova realtà: la velocità. I futuristi intendevano idealmente "bruciare i musei e le biblioteche" in modo da non avere più rapporti con il passato e concentrarsi così sul dinamico presente. Le catene di montaggio abbattevano i tempi di produzione, le automobili aumentavano ogni giorno, le strade iniziarono a riempirsi di luce artificiale, si avvertiva questa nuova sensazione di futuro e velocità sia nel tempo impiegato per produrre o arrivare ad una destinazione, sia nei nuovi spazi che potevano essere percorsi, sia nelle nuove possibilità di comunicazione.

4 Il Futurismo (1909-1935): primo futurismo
Elenco dei principali manifesti futuristi Nel Manifesto Futurista, pubblicato sul quotidiano francese Le Figaro il 20 febbraio 1909, Filippo Tommaso Marinetti espose i principi-base del movimento. Poco tempo dopo a Milano nel febbraio 1910 i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo firmarono il Manifesto dei pittori futuristi. Nei manifesti si esaltava la tecnica e si dichiarava una fiducia illimitata nel progresso, si decretava la fine delle vecchie ideologie (bollate con l'etichetta di "passatismo". Si esaltavano inoltre il dinamismo, la velocità, l'industria e la guerra, che veniva intesa come "igiene dei popoli".

5 Il Futurismo (1909-1935): primo futurismo
Umberto Boccioni La città che sale 1910. La prima importante esposizione futurista si tenne a Parigi presso la galleria Bernheim-Jeune dal 5 al 24 febbraio All'inaugurazione della mostra erano presenti Marinetti, Boccioni, Carrà, Severini e Russolo.

6 Il Futurismo (1909-1935): primo futurismo
Umberto Boccioni, Visioni Simultanee, 1912. L'accoglienza iniziale fu fredda, ma nelle settimane successive il movimento suscitò un certo interesse divenendo presto oggetto di attenzioni internazionali tanto da favorire la riproposizione della mostra anche in altre città europee come Berlino. Alla morte di Umberto Boccioni nel 1916, Carrà e Severini si ritrovarono in una fase di evoluzione verso la pittura cubista, di conseguenza il gruppo milanese si sciolse spostando la sede del movimento da Milano a Roma, con la conseguente nascita del "secondo Futurismo".

7 Il Futurismo (1909-1935): secondo futurismo
CARLO CARRA', Il cavaliere rosso, 1913 Tempera e inchiostro su carta; 26x36 cm Milano, Museo del Novecento. Il secondo futurismo fu sostanzialmente diviso in due fasi; la prima andava dal 1918, due anni dopo la morte di Umberto Boccioni, al 1928 e fu caratterizzata da un forte legame con la cultura post-cubista e costruttivista, la seconda invece, dal 1929 al 1938, fu molto più legata alle idee del surrealismo.

8 Il Futurismo (1909-1935): secondo futurismo
FILLIA Bicicletta, fusione di paesaggio Idolo meccanico, 1924. Di questa seconda corrente - che si concluse attraverso il cosiddetto "terzo Futurismo", portando anche all'epilogo del Futurismo stesso - fecero parte molti pittori fra cui Fillia (Luigi Colombo), Enrico Prampolini, Nicolay Diulgheroff ma anche Mario Sironi, Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Carlo Vittorio Testi e la moglie Fides Stagni. .

9 Il Futurismo (1909-1935): caratteri stilistici
Nelle opere futuriste è quasi sempre costante la ricerca del dinamismo; cioè il soggetto non appare mai fermo, ma in movimento. Per rendere l'idea del moto nelle arti visive tradizionali, immobili per costituzione, i futuristi si servono, nella pittura e nella scultura principalmente delle “linee-forza”; Nei quadri futuristi, la velocità si traduceva cioè in linee e tratti che davano l’idea della scia che lascia un oggetto che corre a grande velocità. Mentre in altri quadri, soprattutto di Balla, la sensazione dinamica era ricercata come moltiplicazione di immagini messe in sequenza tra loro. Giacomo Balla, Linee andamentali, Successioni dinamiche ,1913.

10 Il Futurismo (1909-1935): caratteri stilistici
Dal punto di vista concettuale, il futurismo non ignora i principi cubisti di scomposizione della forma secondo più piani di rappresentazione, ciascuno con una propria prospettiva spaziale. Tuttavia, mentre per il cubismo la scomposizione rende possibile una visione del soggetto fermo lungo una quarta dimensione esclusivamente spaziale (il pittore ruota intorno al soggetto fermo cogliendone ogni aspetto), il futurismo utilizza la scomposizione per rendere la dimensione temporale, il movimento. Lo scopo principale della ricerca futurista era rappresentare sulla tela non un istante di movimento ma il movimento stesso, nel suo svolgersi nello spazio e nel suo impatto emozionale. Roberto Marcello Baldessari, Velocità + Treno + Folla ,1916.

11 Il Futurismo (1909-1935): caratteri stilistici
Come conseguenza dell'"estetica della velocità", nelle opere futuriste a prevalere è l'elemento dinamico: il movimento coinvolge infatti l'oggetto e lo spazio in cui esso si muove. Il dinamismo dei treni, degli aeroplani (Aeropittura), delle masse multicolori e polifoniche e delle azioni quotidiane è sottolineato da colori e pennellate che mettano in evidenza le spinte propulsive delle forme. La costruzione può essere composta da linee spezzate, spigolose e veloci, ma anche da pennellate lineari, intense e fluide se il moto è più armonioso. Vittorio Corona, Dinamismo di un treno,1921.

12 Il Futurismo (1909-1935): la scultura
L'artista futurista più attivo nel campo della scultura è Umberto Boccioni, la cui ricerca pittorica corre sempre parallela a quella plastica. Nel 1912, lo stesso Boccioni pubblica il Manifesto tecnico della scultura futurista. Punto di arrivo di questa ricerca può essere considerato Forme uniche della continuità nello spazio, del 1913: l'immagine, applicando le dichiarazioni poetiche di Boccioni stesso, è tutt'uno con lo spazio circostante, dilatandosi, contraendosi, frammentandosi e accogliendolo in sé stessa. Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, 1913

13 Il Futurismo (1909-1935): Architettura
Il problema dell'architettura moderna non è un problema di rimaneggiamento lineare. Non si tratta di dover trovare nuove sagome, nuove marginature di finestre e di porte, di sostituire colonne, pilastri, mensole con cariatidi, mosconi, rane (…): ma di creare di sana pianta la casa nuova, costruita tesoreggiando ogni risorsa della scienza e della tecnica… » (Antonio Sant'Elia, dal Messaggio posto a prefazione della mostra del gruppo Nuove Tendenze del 1914) Antonio Sant’Elia Studio per la “Città Nuova”, 1914 Pinacoteca dei Musei Civici, Como Matita e inchiostro su carta, cm.52, 5 x 51,5

14 Il Futurismo (1909-1935): Architettura
All'inizio del 1914 Antonio Sant'Elia, l'architetto più rappresentativo del movimento, pubblicò il Manifesto dell'Architettura futurista, dove esponeva i principi di questa corrente. Al centro dell'attenzione c'è la città, vista come simbolo della dinamicità e della modernità. Tutti i progetti creati da Sant'Elia si riferiscono a città del futuro: in contrapposizione all'architettura tradizionale, vista come inadeguata

15 Il Futurismo (1909-1935): Architettura
Le città idealizzate dagli architetti futuristi hanno come caratteristica fondamentale il movimento, i trasporti e le grandi strutture. I futuristi, infatti, compresero immediatamente il ruolo centrale che i trasporti avrebbero assunto successivamente nella vita delle città. A causa della guerra e dopo la morte di Boccioni e Sant'Elia il movimento futurista in Italia perse il suo slancio. Dopo il 1919 l'originaria proposta futurista dei primi tempi fu raccolta piuttosto dai costruttivisti russi. Il movimento razionalista italiano cercherà di proporre gli scenari della Città Nuova delle utopie futuriste ma il regime fascista smorzerà questi tentativi privilegiando un monumentalismo legato alla tradizione classicista.


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