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Istituto Cesare Pesenti A.S. 2014/2015 Classe 4AFL
LA STORIA DELLA GRANDE GUERRA ATTRAVERSO I VOLTI DI GIOVANI SOLDATI BERGAMASCHI
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Caduti 1° Guerra Mondiale
Rota Eugenio Provenzi Angelo di Domenico Biava Angelo Agostino di Giovanni
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dell’ Appennino tosco-emiliano.
Monte Cimone Il Monte Cimone è situato nell’Emilia-Romagna nella provincia Modenese, fa parte dell’ Appennino tosco-emiliano. Il Cimone costituì l'ultimo baluardo contro l'avanzamento delle truppe austriache durante la spedizione della primavera In questa fase bellica le truppe asburgiche sfondarono la resistenza, arrivando fino al Cimone, alla cima Neutra e al Cimoncello che fu ultima linea di fuoco tra i reparti italiani e quelli austriaci. La vetta del Cimone ritornò in mano italiana (dopo numerose battaglie) grazie ad un manipolo di Finanzieri ed Alpini il 22 luglio 1916, mantenendo la posizione per tutto il conflitto. Il 23 settembre 1916 gli austriaci con una mina di kg d'esplosivo fecero saltare la vetta. La cima del Cimone scomparve e con essa le truppe della Brigata Sele. Ancora oggi risulta evidente l'effetto dell'esplosione guardando l'avvallamento antistante alla gradinata che porta all'Ossario.
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Luoghi della guerra Monte Cimone Monte Cadore Monte Zebio
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Rota Eugenio Sottotenente morto per ferite di guerra sul Monte Cimone il 23 Settembre del 1916, nato a Martinengo il 23 Febbraio 1896 Fece parte del distretto militare di Bergamo; 6° reggimento alpini; decorato con medaglia d’argento e croce di guerra al valore.
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Monte Cadore Il monte Cadore è situato in Veneto, il territorio fa parte delle Dolomiti, confina con Austria, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia. Durante la prima guerra mondiale il Cadore ospitò una logorante guerra di posizione anche sul fronte dolomitico che richiamò l’intervento della fanteria dei battaglioni degli alpini e anche dei bersaglieri.
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Provenzi Angelo di Domenico
Soldato morto per ferite di guerra sul Monte Cadore il 20 Luglio del 1915, nato a Martinengo il 13 Novembre 1895 Fece parte del distretto militare di Treviglio; 52° reggimento di fanteria.
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Distretto militare Treviglio
A Treviglio era presente inoltre un distretto militare, situato nell'odierno viale delle forze armate, che oggi è sede del centro diurno per gli anziani e dei servizi sociali.
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Biava Angelo Agostino di Giovanni
Soldato morto per ferite di guerra sul Monte Zebio il 10 giugno del 1917, nato a Brusaporto il 22 Luglio Fece parte del distretto militare di Bergamo; 145° reggimento di fanteria chiamata “ Brigata di Catania ”.
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I Nostri Guerrieri Alunni: Gianisella Francesco Locatelli Andrea
Mucha Xhuljan
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ROTA EUGENIO Nominativo: Rota Eugenio di Matteo
Decorazione: decorato di una medaglia d'argento al valor militare Grado: sottotenente di complemento Reparto: 6° reggimento alpini Data di nascita: 23 febbraio 1896 Luogo di nascita: Bergamo Distretto: distretto militare di Bergamo Data della morte: 23 settembre 1916 Luogo: sul Monte Cimone Causa: per ferite riportate in combattimento
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Monte Cimone Il monte Cimone è il maggiore rilievo dell'Appennino settentrionale della regione Emilia-Romagna, con una altezza di m s.l.m. . Il sacello-ossario del monte Cimone è un ossario militare della Prima Guerra Mondiale e si trova sul monte Cimone di Tonezza, in provincia di Vicenza. Alle ore 5.45 del 23 settembre 1916, kg di sostanze esplosive furono fatte brillare, sconvolgendo la vetta del monte Cimone e seppellendo l'intera brigata di fanteria Sele lì dislocata. Nel primo dopoguerra furono recuperati i resti di caduti (tutti ignoti) i quali furono inumati in un unico vano costituente il vero e proprio ossario. L'ossario venne inaugurato il 28 settembre 1929 alla presenza del principe Umberto di Savoia. L'ossario del monte Cimone è diventato, insieme a quelli del Pasubio, del monte Grappa e del Leiten, simbolo della provincia di Vicenza.
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Ossario Monte Cimone La battaglia continuò ininterrotta per 10 lunghi giorni, nella quale i soldati Italiani si difesero oltre ogni limite. Il 2 ottobre, fu finalmente possibile recuperare le povere salme che giacevano in superficie e dare a loro una degna sepoltura. Molti purtroppo rimasero per sempre sotto il crollo della montagna. La valorosa difesa dei Fanti, dei Genieri e degli Alpini è ricordata in un grande Ossario sul Monte Cimone a metri d'altezza. Sotto le nude roccie di questo Sacro Monte riposano a imperitura memoria le care Spoglie dei nostri Eroici Soldati d'Italia. L'Ossario fu costruito sul cratere e progettato dall'ing.Thom Cavese. La celebrazione all'ossario del Monte Cimone. Il Principe di Piemonte visita i Cimiteri di Guerra Italiani e Inglesi a Tonezza [Umberto di Savoia inaugura il nuovo Municipio di Asiago, l'ossario sul Monte Cimone, visita l'ex militare di guerra "Di qui non si passa").
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CADUTI PRIMA GUERRA MONDIALE
AMAGLIO VIRGINIO Alunni: Scanzi Manuel Boffini Roberto
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AMAGLIO VIRGINIO : CHI ERA?
Virginio Amaglio era un soldato del 4° reggimento bersaglieri facente parte del distretto militare di Bergamo, nato il 26 Ottobre 1888 a Bergamo e morto il 20 Agosto 1917 sul Carso (più precisamente Dosso Fait) a causa di ferite riportate in combattimento. Nel quadro qui a sinistra si ricorda che venne anche proposto per la medaglia d’argento.
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CARSO : DOSSO FAIT Il Dosso Fait (in sloveno Fajtji hrib) o Dosso dei Faggi, è una collina di 434 m del Carso sloveno. Si trova nel comune di Merna-Castagnevizza e dalla sua sommità verso nord si può vedere la valle del fiume Vipacco e tutta la piana di Gorizia. La sua vetta venne contesa più volte durante la Prima guerra mondiale dalle truppe italiane, venendo poi espugnata durante la Nona battaglia dell’Isonzo precisamente il 3 novembre 1916 dalla Brigata Toscana. Il nome deriva dall’omonimo gruppo di case ai suoi piedi verso sud-ovest, ora scomparso e ricoperto dalla vegetazione.
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ATTO DI NASCITA : PARTE 1
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ATTO DI NASCITA : PARTE 2
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Biava Angelo Agostino 1881-1917
Caduto: 27827 Nominativo: BIAVA ANGELO AGOSTINO di Giovanni Progressivo: 17 Decorazione: [nessuna decorazione riportata] Grado: soldato Reparto: 145° reggimento fanteria Data di nascita: 22 luglio 1881 Luogo di nascita: Brusaporto Distretto: distretto militare di Bergamo Data della morte: 10 giugno 1917 Luogo : sul Monte Zebio Causa: per ferite riportate in combattimento Biava Angelo Agostino ALUNNI Bolognini Luca Della Torre Gregorio
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Certificato di nascita
Questo è il certificato ufficale di nascita di Biava Angelo Agostino Nato a Brusaporto il 22 luglio 1881 Da Biava Giovanni e Moretti Maria.
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10 Giugno 1917 Biava Angelo Agostino morì il 10 Giugno 1917, giorno d’inizio della battaglia d’Ortigara, a causa di ferite riportate in combattimento sul monte Zebio durante l’attacco della brigata Catania contro la trincea austriaca.
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La montagna è stata teatro di sanguinose battaglie durante la Prima Guerra Mondiale: epiche le vicende della Brigata Sassari, narrate nel libro Un anno sull’ altopiano di Emiliano Lussu. L'8 giugno 1917, alle ore 17:30, per cause mai chiarite (si pensa ad un fulmine) scoppiò sulla cima dello Zebio una mina che i soldati italiani avevano predisposto in una galleria, scavata già a partire dall'autunno precedente, per preparare l'attacco del 10 giugno (data di inizio della battaglia dell’ Ortigara ). La mina seppellì 120 soldati e molti ufficiali della brigata Catania che si trovavano in loco quel giorno in ricognizione, in previsione dell'imminente attacco all'Ortigara. Oggi l'intera zona è considerata Sacra alla Patria e vi è stato istituito un museo all'aperto della Grande Guerra.
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MONTE ZEBIO Una postazione austriaca su Monte Zebio. Al centro della foto si nota una ampio spiazzo allo scoperto. Su questo sbalzo si gettarono i fanti del I battaglione del 145° Reggimento, Brigata 'Catania' il 10 giugno L'attacco partì alle e raggiunse la trincea austriaca, che si vede in primo piano, ma i soldati italiani furono respinti. Una seconda ondata è stata lanciata quassù alle 16.30, ma senza successo. In questo terreno scoperto, in quel pomeriggio si sono registrati 89 morti, 944 feriti e 175 dispersi. L'attacco su questo punto fu ritentato il successivo 18 giugno: due ondate della 'Catania' trovarono un varco nei reticolati, ma raggiunte le postazioni austriache vennero uccisi o fatti prigionieri.
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145° reggimento sul Monte Zebio
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Caduti prima guerra mondiale
• Sana Giovanni – 1918 • Chi era ? • Dove riposa? • Con chi ha combattuto?
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Chi era Sana Giovanni ? Sana Giovanni Battista D’Isaia nato nel 5 aprile 1888 a Bergamo era un soldato arruolatosi nella Compagnia mitraglieri FIAT
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Dove Riposa Sana Giovanni?
Sana Giovanni morto per malattia nell’ospedale da campo n.313, riposa oggi al cimitero monumentale di Bergamo nel sacrario per i caduti della 1° guerra mondiale .
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Ossario cimitero monumentale di Bergamo :
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Compagnia mitraglieri FIAT :
Sana Giovanni era un membro della compagnia mitraglieri FIAT, un reparto innovativo destinato a impiegare pistole mitragliatrici nei conflitti, considerate armi innovative e con grande potenziale.
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CADUTI PRIMA GUERRA MONDIALE
GHILARDI PROSPERO Alunni: Scanzi Manuel Boffini Roberto
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GHILARDI PROSPERO : CHI ERA?
Prospero Ghilardi era un soldato granatiere facente parte del distretto militare di Bergamo, nacque a Bergamo il 26 Ottobre 1889 e morì a Trieste il 21 Febbraio 1919 per malattia. Secondo il quadro riportato nell’immagine qui a destra, Ghilardi Prospero, fu ferito a Monfalcone il 6 Giugno 1915 e fatto successivamente prigioniero nel 1916.
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MONFALCONE Monfalcone è un comune italiano di abitanti della provincia di Gorizia in Friuli-Venezia Giulia. Monfalcone è tra le città decorate al Valor Militare in quanto insignita della Medaglia di Bronzo al Valor Militare e della Medaglia d’Argento al Valor Militare per i sacrifici della sua popolazione durante la prima guerra mondiale. Il 9 giugno 1915 la città venne presa dall'esercito italiano, ma a seguito della battaglia di Caporetto tornò in mano austro-ungarica (1917). Al termine del conflitto Monfalcone fu riunita all'Italia mondiale.
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Oggi Prospero Ghilardi giace qui, al cimitero di Bergamo.
DOVE GIACE OGGI Oggi Prospero Ghilardi giace qui, al cimitero di Bergamo.
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Alunni Hasa Singh Carsana
CORTINOVIS STEFANO Alunni Hasa Singh Carsana
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SCHEDA ANAGRAFICA caduto: 32648 nominativo:
Cortinovis Stefano di Alessandro progressivo: 07 decorazione: [nessuna decorazione riportata] grado: soldato reparto: 5° reggimento alpini data di nascita: 25 dicembre 1882 luogo di nascita: Bergamo distretto: distretto militare di Bergamo data della morte: 2 maggio 1917 Luogo: in Val Zebrù Causa: in seguito a caduta di valanga
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VAL ZEBRU Il Gran Zebrù è il secondo punto più elevato, dopo l'Ortles stesso, della regione Trentino-Alto Adige. Il confine tra quest'ultima e la Lombardia passa esattamente per la cima, facendo di essa la più elevata vetta "lombarda" del massiccio, e tra le più alte della regione, superata solo da alcuni picchi del gruppo del Bernina. Rispetto alla vetta dell'Ortles, cima principale del gruppo, il Gran Zebrù si innalza circa quattro chilometri a sud-est, lungo la dorsale principale del massiccio che dal Monte Cristallo (3434 m) conduce sino al Cevedale (3769 m). Il suo profilo affilato domina due valli di alta quota: la Val Zebrù sul versante valtellinese, tributaria della bassa Valfurva in cui confluisce a est di Bormio, e la Valle di Solda sul versante tirolese, tributaria della Val Venosta.
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LA GRANDE GUERRA La zona fu interessata, nel periodo tra il 1915 e il 1918, dal fronte italo-austriaco nel contesto della Prima guerra mondiale. Nella fattispecie, il Gran Zebrù fu occupato dagli Schützen di Nauders il 17 maggio del 1917, salendo da est lungo un difficile pendio ghiacciato. La cima servì quindi da vedetta finché anche gli Alpini italiani non tentarono di attaccarla. Gli Alpini, più alpinisti che soldati in queste occasioni, disposero una corda fissa per i primi 300 metri di salita per facilitare l'attacco alla cima. Nella completa oscurità i cinque alpini approcciarono la parete, affrontando una via mista che si sviluppava per circa 700 metri, sino a guadagnare la cresta sommitale, a pochi metri dalla vetta ove si trovava la postazione austriaca Appena fu giorno, fecero fuoco su di essa uccidendo la sentinella e si attestarono nella scomoda posizione a poche decine di metri dagli austriaci. In un paio di mesi venne costruita una baracca e scavata una piccola galleria nella roccia. La postazione assunse il nome quanto mai appropriato di "Nido d'Aquila". Nonostante i continui tentativi di sloggiare il nemico da parte di entrambi i contendenti, le posizioni rimasero immutate fino alla fine della guerra.
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