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Lezione 9 Globalizzazione e economia industriale Corso Analisi dei settori produttivi Dott.ssa Sandrine Labory.

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Presentazione sul tema: "Lezione 9 Globalizzazione e economia industriale Corso Analisi dei settori produttivi Dott.ssa Sandrine Labory."— Transcript della presentazione:

1 Lezione 9 Globalizzazione e economia industriale Corso Analisi dei settori produttivi Dott.ssa Sandrine Labory

2 Introduzione In questa lezione presentiamo i cambiamenti importanti avvenuti nell’economia negli ultimi 10-20 anni per fornirne un’interpretazione. Questo periodo è stato caratterizzato essenzialmente dalla “globalizzazione”, un concetto molto usato che conviene inanzitutto definire in maniera precisa: qui si intende globalizzazione come aumento degli scambi internazionali, del commercio internazionale e degli investimenti esteri.

3 I. Definizione La globalizzazione esiste da tempo perché gli scambi internazionali aumentano in tutto il ventesimo secolo; tuttavia, negli ultimi 15-20 questo fenomeno si accelera, per varie ragioni: diffusione delle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni e riduzione dei costi di comunicazione; miglioramento nei mercati finanziari, che rende più facile il finanziamento degli investimenti; apertura dei mercati dei vari paesi nel GATT e poi nel WTO; diffusione di un nuovo processo di produzione, il sistema di produzione flessibile che sostituisce in molti settori il sistema di produzione di massa.

4 Tutti questi fattori implicano un’intensificazione della concorrenza mondiale, vale a dire che le imprese concorrono su tutti i mercati del mondo; anche le imprese più locali spesso devono far fronte alla concorrenza estera (ad esempio, i pomodori cinesi che fanno concorrenza alla produzione locale italiana!). In molti settori, l’intensificazione della concorrenza porta a ricercare delle strategie non prezzo, vale a dire la differenziazione dei prodotti e il rinnovo frequente dei prodotti per assicurarsi un mercato. Il contenuto in conoscenze dei prodotti aumenta di conseguenza, i volumi sono minori e la varietà maggiore: il sistema di produzione di massa che produce grandi volumi di prodotti omogenei a basso costo non funziona più (nella maggior parte dei settori; non tutti, in alcuni funziona ancora la produzione di massa, ad esempio, nel settore dell’acciaio, la produzione di tubi).

5 II. Processo di produzione Per produrre questi prodotti più complessi nel senso di contenuto in conoscenze maggiore, il processo di creazione di valore cambia:

6 Prima: importanza maggiore del capitale tangibile Nella produzione di massa Importanza volume Economie di scala Importanza costi di produzione Prodotto omogeneo Forza lavoro: si richiede forza fisica più che altro (lavoratore nella grande impresa di massa) Ambiente stabile: cambiamento prodotti non frequente, concorrenza (nel senso di insieme di concorrenti) stabile

7 Ora: Importanza maggiore del capitale intangibile Produzione flessibile Importanza varietà Economie di scopo statiche e dinamiche I costi devono essere contenuti ma la capacità di innovazione è fondamentale Prodotto differenziato Forza lavoro: si richiede più intelligenza che forza fisica (anche il lavoratore deve essere in grado di identificare diffetti e altri problemi e anche risolvere problemi; lavoratore che apprende) Ambiente instabile: prodotto cambia frequentemente, concorrenza instabile

8 In questo contesto le fasi di produzione più importanti nel senso di creazione di valore non sono più quelle manifatturiere come nella produzione di massa, ma quelle pre e post manifattura, che sono anche le fasi più intense in intangible assets. Intangible assets = capitale immateriale = il capitale che non può essere incorporato, che non ha supporto fisico Esempi: -Livello d’impresa: capitale intellettuale principalmente -Livello paese (macro): conoscenze, innovazione, capitale umano, capitale organizzativo, capitale sociale

9 III. CONSEGUENZE PER L’ORGANIZZAZIONE DELLE IMPRESE: 1.nuove forme di governance: Non è più importante la proprietà della fabbrica, delle macchine o l’induzione della forza lavoro a fare uno sforzo fisico. E’ importante la gestione della conoscenza. Due aspetti. Raccolta e elaborazione di una massa più grande possibile di conoscenze. Per questo, la decentralizzazione dell’impresa funziona meglio, perché più unità raccolgono e trattano le conoscenze, e la comunicazione permette lo scambio e la creazione di conoscenze. Due aspetti della decentralizzazione: delegazione della responsabilità verso i livelli bassi della gerarchia e outsourcing. Creazione di conoscenze: per questo è importante una buona comunicazione nell’impresa, per lo scambio di conoscenze e la creazione collettiva di conoscenze.

10 2. Forma organizzativa che corrisponde: l’organizzazione a rete. Forma tradizionale (impresa verticalmente integrata): la sede controlla tutto e prende tutte le decisioni, dettando tutti i compiti dall’alto ai livelli più bassi. La comunicazione è verticale e unidirezionale, dall’alto verso il basso. Forma a rete: meno livelli gerarchici e comunicazione reciproca a tutti i livelli, sia verticale tra l’alto e il basso, sia orizzontale, tra divisioni e dipartimenti. Tre caratteristiche principali della forma a rete: livello corporate: maggiore autonomia delle divisioni e aumento della comunicazione tra divisioni per sfruttare le loro complementarietà; livello dell’organizzazione del lavoro: più autonomia ai lavoratori che lavorano in squadra e devono non solo realizzare i compiti ma anche risolvere problemi e adattarsi al cambiamento Livello sviluppo dei prodotti: squadre cross-funzionali (transversali) che creano e sviluppano i prodotti (spirale della creazione di conoscenza di Nonaka e Takeuchi).

11 IV. Conseguenze per lo sviluppo dei settori produttivi Se il capitale intangibile è sempre più importante per le imprese, anche a livello macro questo capitale diventa un importante determinante dello sviluppo industriale e della crescita economica. Impresa: nuovi metodi contabili per migliorare il reporting degli intangible assets. Vari metodi sono stati sperimentati nelle imprese, focalizzando ad esempio sul capital intellettuale oppure sulle competenze dei dipendenti. Economia: indicatori del capitale immateriale sono limitati e stottostimano questo capitale. Possiamo distinguere a livello macro 4 intangible assets principali: l’innovazione, il capitale umano, il capitale organizzativo e il capitale sociale.

12 Misura intangible assets nell’economia: -innovazione: spese R&S e brevetti non misurano tutto -capitale umano: misurato spesso con il livello di istruzione della popolazione. Differenza nei sistemi educativi dei vari paesi  dati non molto paragonabili. Inoltre, questa misura non considera le abilità innate né l’apprendimento durante la vita lavorativa -Capitale organizzativo: misurato attraverso indagini -Capitale sociale: gli individui non agiscono indipendentemente, ma hanno degli interessi che dipendono dalle azioni degli altri individui e che quindi sviluppano le relazioni con gli altri per soddisfare i loro interessi. Così si sviluppano le strutture di interazione sociali che generano il capitale sociale (formale e non)l, le norme di comportamento, i valori condivisi, ecc. A livello collettivo, il capitale sociale ha le caratteristiche normative di un sistema sociale, vale a dire le organizzazioni, le norme e le istituzioni. Le forme del capitale sociale sono la fiducia e le norme che delimitano la forma, il contenuto e i limiti dello scambio. Misura: difficile, spesso basata su indagini

13 Stime del capital immateriale di un paese: Misura dell’OCSE che considera essenzialmente il capitale umano e la ricerca e lo sviluppo (% capitale totale dei paesi OCSE).

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15 Conclusioni La globalizzazione implica la crescente importanza degli intangible assets non solo a livello d’impresa, ma anche al livello dell’economia. Il capitale immateriale è ancora misurato in maniera imperfetta, e l’analisi mostra che è sottovalutato L’importanza di questo capitale ha anche delle implicazioni in termini di politica industriale, che vedremo nella prossima lezione.


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