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PubblicatoCarlotta Niccoletta Alfieri Modificato 9 anni fa
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Ferdinand de Saussure Un’altra ipotesi per la Semiologia
Nato a Ginevra ( ) Sua opera fondamentale il Cours de linguistique générale (redatta dagli allievi), 1916
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Ferdinand de Saussure Professore di linguistica generale all’Università di Ginevra; corsi degli anni Da questi nasce il Cours de linguistique générale, uscito postumo nel 1916 a cura degli allievi. Secondo Saussure, il segno deriva dalla congiunzione di un significante e di un significato Fra significante e significato vige una relazione arbitraria, cioè immotivata da un pdv sia logico sia naturale Il significato non è l’oggetto cui il segno si riferisce ma il ‘concetto’ elaborato dai parlanti e oggettivato nel valore sociale condiviso del segno Si ricordi che il Cours esce postumo (ed. definitiva 1922); lo redigono gli allievi di S. Ch Bally e A. Sechehaye, su appunti del maestro. L’ed. critica del testo è stata pubblicata da R. Engler negli anni Sessanta, integrandovi le note manoscritte di S. e gli appunti presi dagli altri allievi dei corsi ginevrini. In italiano abbiamo la fondamentale edizione commentata di T. De Mauro (1967)
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Saussure 1. La lingua come sistema di segni
“La lingua è un sistema di segni esprimenti delle idee e, pertanto, è confrontabile con la scrittura, l’alfabeto dei sordomuti, i riti simbolici, le forme di cortesia, i segnali militari ecc. Essa è semplicemente il più importante di tali sistemi”.
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Saussure 2: la semiologia
“Si può dunque concepire una scienza che studia la vita dei segni nel quadro della vita sociale; essa potrebbe formare una parte della psicologia sociale e, di conseguenza, della psicologia generale: noi la chiameremo sémiologie (dal greco semeíon ‘segno’). Essa potrebbe dirci in che consistono i segni, quali leggi li regolano”.
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Il segno secondo Saussure
E’ bifacciale: concetto -> significato; immagine acustica-> significante Significante /…/ è una classe di suoni Significato “…” è una classe di sensi
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Segno come congiunzione di classi
Classi di suoni: Ad es. la classe di tutte le realizzazioni del fonema /k/ in italiano Classi di sensi Ad es. la classe di tutti i sensi in cui possiamo intendere la parola “cane” (un barboncino, una parte della pistola, un cantante stonato ecc.”)
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La lingua è il sistema di queste classi
Sul piano del significante ogni lingua ha il suo repertorio di fonemi, distino dai suoni concretamente realizzati (ad es. l’italiano non ha la j del francese je, né la ü o la ö del tedesco) Sul piano del significato ogni lingua ha i suoi elementi distintivi: ad es. l’italiano ha due generi, l’inglese tre (compreso il neutro)
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Il rapporto segnico per Saussure
(ad es. forme fonico-acustiche di una lingua, le cifre combinate a formare numeri, i gesti che accompagnano la parola nei normoudenti…) Significante ____________ Significato (ad es. accezioni di parole, le quantità indicate dai numeri, i valori convenzionati di certi gesti…) Per S. il segno è bifacciale Il significante è una classe di suoni percepibili coi sensi, associata a un significato Il significato non è l’oggetto né un pensiero, ma un’entità semiotica Ad es. Il significato della parola italiana bambino non corrisponde a quello dell’ingl. Child né del ted. Kind
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Problematicità di Saussure
Gli editori del Cours equivocano su quel che S. intende per ‘significato’: il disegnino di destra è di mano loro, ed è concettualmente errato: il significato non è il referente ma una nozione culturale
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Il segno linguistico è arbitrario
Nel senso che fra significante e significato non c’è vincolo motivazionale, né in senso “naturale” (conformità, contiguità fisica) né in senso “logico” (pensa al numero romano III / tre volte l’unità) Il segno unisce s.te e s.to attraverso un processo solamente accidentale, cioè storico: es. lat. captivus> it. cattivo
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Arbitrario vs. Convenzionale
L’associazione s.te / s.to non è deliberata, ma accidentale Convenzionalità in senso stretto vi è solo nelle terminologie scientifiche, nei gerghi, negli usi metalinguistici Si può parlare di convenzionalità solo in senso lato e improprio (=abitudine condivisa, uso sociale)
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Un secondo senso di arbitrarietà
Finora abbiamo visto l’arbitrarietà solo all’interno del segno isolato, ma una lingua è un sistema di segni; Pensiamola dunque così:
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Doppia arbitrarietà “orizzontale”
Sul piano fonologico ogni fonema si identifica distinguendosi dagli altri: Ad es. /k/ vs. /g/ (+/- sonorità); /s/ vs /ʃ/ (+/- palatalità); /n/ vs. /d/ (+/- nasalità) Sul piano semantico ogni significato si identifica differenziandosi all’interno del proprio campo: Ad es. “sedia” vs “sgabello” vs. “poltrona”, vs. “sedile” vs “divano” ecc.
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Arbitrarietà orizzontale ~ sistemicità
La lingua è un sistema interattivo e dinamico, in cui ogni elemento è in relazione a tutti gli altri La lingua ritaglia il suono e il senso
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Saussure: Arbitrarietà e valore
Dal capitolo del CLG sul ‘valore linguistico’ (= CLG 156) Il segno ritaglia arbitrariamente la sostanza fonica e quella concettuale Prima e indipendentemente dal segno non vi è né suono (linguistico) né significato
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Per Saussure dunque la lingua
E’ un sistema di relazioni oppositive fra s.te e s.te, fra s.to e s.to, in ultima analisi fra segno e segno E’ un sistema generatosi storicamente, accidentalmente, che pertanto è insieme stabile e dinamico E’ una modalità di “ritagliamento” del rapporto soggetto-mondo
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Conclusione La lingua è forma non sostanza: non contano le realizzazioni materiali dei segni, ma il modo in cui essi sono “formati” La forma è dunque un principio attivo, è quello che rende “lingua” una lingua (italiana anziché arabo, anziché turco ecc.) Coincidenza fra Saussure e Wilhelm von Humboldt (1836: Sprachform)
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