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Intenzione e comunicazione
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Intenzione e comunicazione
Il significato non esiste se non vi è un’intenzione comunicativa Intenzione comunicativa = Condizione essenziale per la comunicazione umana
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Il concetto di intenzionalità
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Il concetto di intenzionalità
Atteggiamento intenzionale = predisposizione naturale a interpretare l’azione di qualsiasi entità come se fosse pianificata in modo consapevole e come se fosse dotata di un’intenzione, regolata da un sistema di credenze, desideri e scopi (Dennett) Premesse per creare prevedibilità nel corso delle interazioni, in quanto siamo addestrati a prevedere le intenzioni degli altri e ad anticipare le loro azioni costante confronto fra le condotte e le intenzioni degli altri da un lato e le nostre aspettative e credenze nei loro riguardi dall’altro
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In psicologia, due significati di intenzionalità:
Intenzionalità = proprietà essenziale della conoscenza umana in quanto coscienza di qualcosa (Brentano); questa “direzionalità” degli stati mentali verso qualche aspetto del mondo fenomenico valorizza il senso etimologico di intenzione come “in-tendere” (“tendere verso”) Intenzionalità = proprietà di un’azione compiuta in modo deliberato, volontario e “di proposito” per raggiungere un certo scopo; tale azione ricade nell’ambito della propria responsabilità consapevole e diventa oggetto di sanzione morale in termini di approvazione o punizione
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(condotta diretta al raggiungimento di uno scopo)
In entrambi i significati l’intenzionalità è una proprietà di certi (non tutti) stati mentali Intenzione (condotta diretta al raggiungimento di uno scopo) Intenzione antecedente “volontà e proposito di fare delle cose”; progettazione e pianificazione di un’azione per il conseguimento di uno scopo Intenzione-in-azione Capacità di intervenire in modo intenzionale in una circostanza imprevista o, comunque, non pianificata
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L’elaborazione di intenzioni richiede una condizione di coscienza
Consapevolezza delle proprie percezioni nel “qui e ora” (consapevolezza percettiva) e dei propri pensieri (consapevolezza cognitiva) Funzione di riflessione sui propri processi mentali attraverso l’introspezione (consapevolezza metacognitiva e introspettiva) Condizione di vigilanza focalizzata contrapposta a uno stato inconscio (funzione di monitoraggio e di controllo)
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Intenzioni e desideri Somiglianze
Disposizioni anticipatorie in grado di attivare la condotta del soggetto Non sono né vere né false, ma possono essere soddisfatte da certe condizioni della realtà Sono il “motore” motivazionale dell’azione dell’organismo
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Differenze Il desiderio è soddisfatto non appena è raggiunto il risultato desiderato, in qualunque modo venga raggiunto Le intenzioni sono soddisfatte solo se producono le azioni che conducono al risultato che si intende raggiungere L’intenzione è autoreferenziale; il suo contenuto proposizionale non è [succede x] o [faccio x], ma [faccio x per soddisfare la mia intenzione]
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Intenzioni e credenze Intenzioni
caratterizzate dall’esigenza di modificare un certo stato di cose nel mondo Credenze conoscenze idonee a rappresentare la realtà a livello cognitivo
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Intenzione e scelta Intenzione Scelta
La scelta è di ordine superiore e l’intenzione è un sottoinsieme di ciò che uno sceglie, in quanto costituisce il risultato di una scelta Non tutto ciò che uno sceglie, diventa anche oggetto di intenzione
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Il concetto di intenzionalità (continua)
In psicologia della comunicazione il concetto di intenzionalità e intenzione concerne tutti i partecipanti allo scambio comunicativo: Il parlante manifesta la sua intenzione comunicativa attraverso il concorso dei vari sistemi di segnalazione Il destinatario riconosce e interpreta il significato del messaggio ricevuto attribuendogli una determinata intenzione comunicativa
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Il concetto di intenzionalità (continua)
Gioco reciproco fra i partecipanti, caratterizzato da un processo di “intenzionalizzazione” (manifestazione di una data intenzione da parte del parlante) e da un processo di “re intenzionalizzazione” (interpretazione dell’intenzione da parte del destinatario) [Anolli e Ciceri]
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la distanza inevitabile fra la posizione del parlante e quella del destinatario rende complessa, interessante e, spesso, intrigante il processo medesimo di comunicazione
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Informazione e comunicazione
senza la presenza di un comportamento intenzionale reciproco il messaggio è soltanto informativo, e non comunicativo; quindi, la frase ha solamente un valore informativo Comunicazione lo scambio comunicativo avviene solo se il messaggio è prodotto intenzionalmente dal parlante ed è riconosciuto e interpretato intenzionalmente dal destinatario
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L’intenzione comunicativa da
parte del parlante
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Globalità dell’intenzione
Il soggetto ha l’intenzione globale di comunicare qualcosa a un destinatario, in modo più o meno unitario e coerente Grice “ciò che è detto” (what is said) = intenzione informativa (rendere manifesto al destinatario un determinato contenuto) “ciò che si intende dire” (what is meant) = intenzione comunicativa (m-intention: rendere consapevole il destinatario di qualcosa di cui non era prima consapevole)
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Intenzione comunicativa = rendere reciprocamente manifesto al destinatario e al parlante che il parlante ha una determinata intenzione informativa (Sperber e Wilson) Intenzione globale = intenzione unitaria di voler comunicare qualcosa da parte di un comunicatore a un destinatario sorta di confine e incrocio di sintesi fra il mondo interno del soggetto (ciò che intende dire all’interlocutore), il mondo esterno (la realtà di cui si parla) e il messaggio prodotto (ciò che viene detto attraverso l’impiego di un determinato sistema di segnalazione e che è rivolto a un determinato destinatario)
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La graduabilità dell’intenzione comunicativa
Graduabilità intenzionale: l’intenzione globale è caratterizzata da una graduazione articolata al proprio interno consente ai partecipanti di mettere regolarmente a fuoco e di calibrare i diversi atti comunicativi nel corso delle interazioni della vita quotidiana Forza dell’intenzione: è direttamente proporzionale sia all’importanza dei contenuti e delle informazioni trasmesse, sia alla rilevanza dell’interlocutore, sia alla natura del contesto Processo di messa a fuoco, puntualizzazione e calibrazione del messaggio prodotto
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La gerarchie delle intenzioni un singolo atto comunicativo può
essere governato da una pluralità di intenzioni, incapsulate una nell’altra e disposte in modo gerarchico
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Es: I livelli di analisi della “menzogna preparata”
intenzione nascosta (o latente: il soggetto intende ingannare il destinatario manomettendo e falsificando le informazioni) intenzione manifesta (o evidente: il parlante intende trasmettere le informazioni false o manipolate al destinatario) b1) intenzione informativa (il soggetto desidera dare al destinatario le informazioni false come se fossero vere) b2) intenzione di “sincerità” (il parlante desidera che il destinatario creda che egli crede vero ciò che ha detto per rispettare la cosiddetta “regola della sincerità” di Searle: “desidero che tu creda che io credo in ciò che sto dicendo”)
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La graduabilità dell’intenzione comunicativa (continua)
Principio della “pars pro toto”: nella produzione di un atto comunicativo il parlante può esprimere soltanto una parte dei suoi contenuti mentali Fondamento biologico: l’articolazione fonetica della laringe rappresenta un collo di bottiglia nel sistema comunicativo Questa costrizione obbliga il soggetto a seguire soltanto una delle diverse piste semantiche a sua disposizione per rendere manifesto ciò che ha in mente
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Scelta + gradualità delle intenzioni comunicative = complessità dell’atto comunicativo
Necessita di una precisa regia cognitiva ed emotiva È soggetto a sfumature, a incertezze e ad ambiguità Pluralità + gradualità intenzionale = opacità intenzionale L’intenzione comunicativa, concretizzata in una frase o in un gesto, è limitata, parziale e sfumata Lavoro inferenziale da parte del destinatario Consente di evitare il rischio della trasparenza intenzionale
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Intenzione comunicativa e attenzione
Stretta interdipendenza fra intenzione comunicativa e attenzione L’attenzione consente di selezionare le informazioni più salienti e pertinenti per l’elaborazione di un determinato atto comunicativo L’attenzione sostiene il processo di messa a fuoco e di realizzazione di una data intenzione comunicativa
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Due tipi di processamento attentivo:
Processamento automatico: rapido, coinvolge solo la memoria a breve termine e non richiede risorse attentive; possono svolgersi in parallelo diversi processi automatici senza interferenze reciproche e senza il controllo diretto del soggetto (attenzione orientata) Processamento controllato: lento, richiede una notevole mole di risorse attentive, si svolge in modo seriale sotto il costante controllo diretto del soggetto (attenzione assidua) Il passaggio dal processamento automatico a quello controllato è reso possibile dall’esercizio attraverso l’acquisizione di abitudini
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In base a questa distinzione
In base a questa distinzione variabilità continua e flessibilità estesa dell’intenzione comunicativa Livello 0 (= informazione): il soggetto non ha una precisa intenzione comunicativa e reagisce in modo automatico a uno stimolo esterno (processamento pre-attentivo); non può esistere alcuna intenzione comunicativa nelle manifestazioni involontarie, puramente informative, come il trasalimento, il rossore ecc.
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Livello 1 (= intenzioni semplici) : presenza di intenzioni di primo livello che comprendono sia atti comunicativi altamente stereotipati, sia gli scambi comunicativi comuni e abitudinari; intervento dell’attenzione orientata (azione automatica dell’attenzione il cui controllo può essere facilmente ripristinato dalla comparsa di una condizione o da uno stimolo insolito Fra il livello 0 e il livello 1, presenza di una condizione intermedia (lapsus, atti mancati ecc.)
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Livello 2 (= meta-intenzione): comparsa di una intenzione di secondo livello, in quanto il soggetto ha la consapevolezza di comunicare comunicando (battuta di spirito, frase ironica ecc.) in questo ambito rientrano anche gli atti comunicativi regolati da una pluralità di intenzioni (comunicazione menzognera o indiretta), per i quali l’intenzione comunicativa implica una riflessione sull’atto comunicativo stesso intervento dell’attenzione focalizzata assidua (concentrazione continua delle risorse attentive sul compito da eseguire)
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L’intenzione comunicativa e la generazione del messaggio
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L’intenzione comunicativa e la generazione del messaggio
Generazione del messaggio: organizzazione e collocazione di un atto comunicativo nel corso dell’interazione fra due o più partecipanti
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Il modello olistico-funzionale di Levelt
Le diverse unità dell’interazione comunicativa sono identificate e categorizzate come entità globali in base alla loro funzione Levelt studio del processo che va dall’intenzione alla produzione del messaggio La comunicazione è un’attività complessa che prevede l’intervento sinergico e convergente di diversi processi fondamentali
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Il modello olistico-funzionale di Levelt segue una pianificazione top-down del messaggio:
importanza del piano e del programma cognitivo sottesi alla generazione del messaggio, nonché dei vincoli centrali della sua esecuzione l’intenzione comunicativa resta al centro della produzione del messaggio e svolge la funzione di produzione di senso (sense-making)
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Limiti teorici: Spiegazione della generazione di un messaggio come attività decontestualizzata Non spiega la variabilità e la presenza di incoerenze nella produzione dei messaggi, poiché questi ultimi sono considerati come conformi al piano generale
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Il modello della gestione locale del messaggio
Nessun messaggio è pianificato né eseguito secondo un insieme astratto e universale di regole, bensì secondo le condizioni del contesto di riferimento (O’Keefe e Lambert) La generazione di ogni messaggio dipende dalla capacità di gestione locale dei pensieri e delle condizioni contestuali da parte del parlante in rispondenza di una data intenzione comunicativa e in riferimento a uno specifico destinatario
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Fuoco comunicativo = processo attivo di concentrazione dell’attenzione e dell’interesse del parlante su certi aspetti della realtà Produce pertinenza comunicativa sia in relazione agli aspetti esterni sia alla connessione interna fra determinati pensieri e intenzioni Nell’ambito di un certo argomento, mediante questo processo alcuni elementi diventano prominenti e più importanti rispetto ad altri
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È guidato da una specifica intenzione e si svolge lungo un certo percorso comunicativo che il soggetto percorre attraverso il campo dei propri pensieri La diversità dei messaggi dipende dal fatto che i singoli protagonisti hanno differenti intenzioni e differenti percorsi comunicativi combinati con tali intenzioni Questa diversa focalizzazione comunicativa conduce a una determinata rappresentazione mentale (cognitiva e affettiva) della situazione in oggetto ed è intimamente collegata con le condizioni contestuali a disposizione del parlante
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Ogni messaggio ha una caratterizzazione molteplice,
aderente al flusso dei pensieri e delle azioni nel corso dello scambio comunicativo e in linea con una determinata intenzione e con le condizioni contingenti del contesto
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Intenzioni e strategie
comunicative
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La strategia comunicativa
organizzazione strategica dell’atto comunicativo attraverso la selezione dei contenuti da manifestare e delle modalità espressive da seguire scelta dell’azione comunicativa più pertinente in una certa situazione ha un carattere di contingenza (pone a confronto diverse rappresentazioni di situazioni precedenti simili ed equivalenti e adatta alla situazione presente il percorso ritenuto più produttivo e consono)
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ha carattere di novità (implica l’impegno cognitivo di
ha carattere di novità (implica l’impegno cognitivo di generare un percorso comunicativo ad hoc, ottimizzando le opportunità e riducendo i vincoli) implica un processo attento di calibrazione cognitiva e affettiva del messaggio (coordinamento e regia di una sequenza articolata di livelli comunicativi, implica il controllo di numerosi gradi di libertà)
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Intenzione e strategia comunicativa
Il processo di calibrazione comunicativa: è di difficile gestione, poiché siamo in grado di conoscere il livello di forza e di efficacia di una determinata azione comunicativa soltanto a posteriori e non a priori Intenzione e strategia comunicativa Rapporto uno-a-molti: una data intenzione può trovare diversi percorsi strategici di comunicazione e, viceversa, una data strategia comunicativa non esprime in modo biunivoco una corrispondente intenzione
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L’intenzione comunicativa da parte del destinatario
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L’ipotesi dell’intenzionalismo
Psicologia del senso comune: l’intenzione manifestata dal parlante pone dei vincoli rilevanti per il suo riconoscimento da parte del destinatario Il significato di un atto comunicativo dipende dall’intenzione del parlante; il compito del ricevente è quello di riconoscere e di ricostruire l’intenzione di “partenza” del parlante medesimo
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Il problema della trasparenza intenzionale
Meaning intention (o m-intention): P sa che A sa che P sa che A sa (e così senza fine) che P ha una determinata intenzione comunicativa; condivisione consapevole dell’intenzione comunicativa del parlante (Grice) Reciproca consapevolezza fra il parlante e l’interlocutore Rischio della trasparenza intenzionale (la comunicazione è il risultato di un’intenzione complessa che è soddisfatta nel medesimo momento in cui è riconosciuta dal destinatario)
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Dalla reciprocità intenzionale all’attribuzione di intenzione
L’obiettivo comunicativo del parlante è quello di modificare l’ambiente cognitivo del destinatario Per avere successo, lo scambio comunicativo deve essere caratterizzato non solo dalla manifestazione di un’intenzione comunicativa da parte del parlante (m-intention), ma anche del suo riconoscimento da parte del destinatario
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Il parlante appare più importante del destinatario
Interazionismo simbolico (Mead) spiega la nozione di reciprocità intenzionale attraverso l’uso di una forma di conoscenza detta analogia con il sé: “Egli è come me. Di conseguenza, sono nella situazione per capire la sua intenzione” Idea di riconoscimento concezione bidirezionale della comunicazione, ma comporta a livello implicito una direzione asimmetrica della responsabilità comunicativa: Il parlante appare più importante del destinatario
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Riconoscimento dell’intenzione
Riconoscimento dell’intenzione dipendenza semantica del destinatario rispetto al parlante: L’attività comunicativa del destinatario consiste in una specie di “lavoro filologico” di interpretazione semantica dell’intenzione del secondo Opacità intenzionale: scarto sistematico fra l’intenzione del parlante (non accessibile direttamente in modo esaustivo e completo) e il suo riconoscimento da parte del destinatario (parziale e limitato)
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Attribuzione di intenzione
Il principio del “totum ex parte”: il destinatario attribuisce un’intenzione completa e coerente all’atto comunicativo del parlante sulla base di un insieme ristretto e limitato di indizi e di elementi comunicativi il concetto di “riconoscimento” risulta essere insufficiente per spiegare l’attività di interpretazione del destinatario Attribuzione di una intenzione: il ricevente ha l’atteggiamento mentale di attribuire un’intenzione comunicativa al messaggio del parlante
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Attribuzione di intenzione (continua)
Alcune proprietà del processo di attribuzione: è un processo autonomo, realizzato soltanto dal destinatario è un processo attivo, poiché dipende soltanto dalle abilità e dall’attività del ricevente è un processo soggettivo, in quanto esprime il suo punto di vista e la sua sensibilità Il destinatario può riconoscere l’intenzione del parlante in modo preciso e attendibile, ma ha anche la possibilità di attribuirgli un’intenzione differente per raggiungere determinati suoi scopi relazionali
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La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunicativa
Manifestazione dell’estesa gamma di gradi di libertà a disposizione del destinatario il significato letterale (o figurato) di un enunciato dipende dall’attribuzione di intenzione operata dal destinatario; l’interpretazione letterale è una fra le diverse soluzioni a disposizione l’interpretazione autentica: problema di avvicinamento alla reale intenzione del parlante attraverso un processo di graduale approssimazione
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Il principio del “assumere per garantito” (taking-for-granted): il destinatario propende ad accogliere il primo senso dell’atto comunicativo che gli viene in mente e che non è immediatamente contraddetto da un altro significato L’attribuzione delle intenzioni comunicative rappresenta per il destinatario un compito psicologico importante, sottile e impegnativo in molti giochi comunicativi
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Il significato appartiene all’atto comunicativo per la
sua posizione intermedia fra i partecipanti: esso non è dato né dall’attività comunicativa svolta dal parlante soltanto né da quella messa in atto dal destinatario, bensì dalla loro attività congiunta in un processo condiviso di comprensione
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La sincronia comunicativa
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La sincronia comunicativa
Nella gestione dell’interazione comunicativa, gli interlocutori sono sul medesimo piano e condividono la stessa responsabilità nella gestione della interazione comunicativa Comunicazione = forma di partecipazione: prodotto congiunto della collaborazione fra gli interlocutori Coordinazione interattiva: quando le persone comunicano, devono adattare i loro stili le une con le altre Adattamento reciproco: le persone devono adattare la loro condotta, sincronizzare i loro tempi e il loro ritmo
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Sincronia comunicativa: proprietà globale e
fondamentale della comunicazione La dimensione temporale è molto importante nell’organizzare la sequenza degli scambi comunicativi
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Teoria dell’accomodazione comunicativa (Communication Accomodation Theory, CAT): le strategie di sintonizzazione e di accomodazione consistono in una gamma estesa di segnali linguistici e non linguistici Possibilità di adattare i nostri atti comunicativi a quelli del partner. La sequenza degli scambi può assumere due direzioni: Convergenza: le modalità comunicative di entrambi gli interlocutori diventano più simili e assumono una forma omogenea Divergenza: le differenze diventano progressivamente più grandi e si crea un processo di scismogenesi
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L’emergenza dei modelli di sincronizzazione e di adattamento ha un’importanza cruciale nell’assicurare efficacia e comprensibilità alla comunicazione Questa condizione diventa essenziale nelle fasi di transizione relazionale, quando si mettono in atto significativi processi di allontanamento e di avvicinamento (es. seduzione)
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