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Istituto Magistrale Statale di Rieti “Elena Principessa di Napoli”

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Presentazione sul tema: "Istituto Magistrale Statale di Rieti “Elena Principessa di Napoli”"— Transcript della presentazione:

1 Istituto Magistrale Statale di Rieti “Elena Principessa di Napoli”
Liceo delle Scienze Sociali Liceo Sociopsicopedagogico Stage formativo annuale “La Comunicazione nelle Scienze Umane” Modulo: “Aspetti generali della teoria comunicazione” Anno Scolastico 2010/ cura dei prof. Alessio Valloni e Stefania Spadoni

2 La Comunicazione: aspetti fondamentali
Il termine deriva dal dal latino Communicare (mettere in comune). Indica quell’attività grazie alla quale diversi soggetti possono condividere qualcosa (messaggio, spazio, oggetto), permette un collegamento tra realtà diverse, consente un passaggio o trasferimento di informazione tra un’emittente e una ricevente. Informazione: l’insieme dei dati che l’ambiente esterno fornisce ad un essere vivente o a una macchina.

3 La Comunicazione: aspetti fondamentali Modello di Shannon e Weaver Modello di Jakobson
Sono gli elementi indispensabili per ogni processo comunicativo a partire dal più elementare. Emittente Ricevente. Informazione Canale. Codice.

4 La Comunicazione: aspetti fondamentali
Emittente: il soggetto che trasmette il messaggio, spesso dotato di intenzionalità che deve anche preoccuparsi di essere compreso. Messaggio (informazione): il contenuto di ciò che si comunica. Canale: lo strumento che trasmette il messaggio. Codice: le regole che vengono rispettate nel formulare il messaggio. Ricevente: il destinatario del messaggio.

5 La Comunicazione: aspetti fondamentali
La Comunicazione implica un ultimo elemento, l’inferenza, cioè il comprendere un messaggio tramite la corretta interpretazione di indizi. Senza inferenza l’obiettivo del processo comunicativo non può essere raggiunto. Comunicare è quindi un processo attivo perché significa costruire attivamente dei significati e valori sociali che gli interlocutori condividono.

6 La Comunicazione: il modello di Shannon e Weaver
Sorgente di informazione Decodificatore Messaggio Messaggio RUMORE Codificatore Destinatario

7 Il modello di Shannon e Weaver
Codifica: attività svolta dall’emittente per trasformare il messaggio da inviare in suoni, gesti e segni che possano essere compresi. In sintesi tradurre un messaggio in un determinato codice. Decodifica: attività della ricevente di traduzione del messaggio in idee e concetti mentali. È l’operazione inversa della codifica.

8 Il modello di Shannon e Weaver
L’elemento di novità è il rumore. Il rumore è un disturbo indesiderato che altera l’informazione trasmessa. Maggiore è il rumore, minore sarà la qualità del sistema di comunicazione. Il modello di Shannon e Weaver si concentra soprattutto sulla comunicazione tra macchine e perde di vista elementi legati all’interazione e la dimensione personale.

9 Gli elementi di novità introdotti da Jakobson
Jakobson valorizza e approfondisce le caratteristiche specificatamente umane dei soggetti coinvolti nel processo comunicativo. Per cui il significato da attribuire all’evento dipenderà anche dal vissuto e dal contesto culturale a cui appartengono emittente e ricevente.

10 Jakobson: le funzioni della comunicazione
Emotiva. Fàtica. Poetica. Metalinguistica Referenziale. Conativa.

11 Jakobson: le funzioni della comunicazione
Emotiva. permette all’emittente di esprimere i propri sentimenti, valori, modo di essere. Fàtica. permette di mantenere le connessioni fisiche e psicologiche tra emittente e destinatario (pronto ?).

12 Jakobson: le funzioni della comunicazione
Poetica. permette di attirare l’attenzione sulla forma del messaggio. Metalinguistica. comprendere le regole del linguaggio e del processo di comunicazione stesso.

13 Jakobson: le funzioni della comunicazione
Referenziale. la capacità di indicare la loro relazione tra oggetti. Conativa. riguarda gli effetti del messaggio sul destinatario (ad esempio un comando).

14 Una prima sintesi Non ci sono mai un’emittente completamente attiva e un destinatario del tutto passivo, soprattutto nella comunicazione umana, ma sempre soggetti impegnati nella produzione di significati in vista di uno scopo comune e secondo delle norme e regole codificate. La comunicazione umana è fondamentalmente un’azione intenzionale e volontaria da parte di almeno due soggetti.

15 Una prima sintesi Affinché una comunicazione abbia buon esito gli interlocutori devono cooperare tra loro e seguire alcune regole di base: Autoconsapevolezza. Fornire le informazioni richieste. Non andare oltre le richieste ricevute. Non affermare il falso. Non affermare ciò che non si può provare. Dare contributi pertinenti. Evitare espressioni poco chiare. Evitare ambiguità. Essere brevi. Avere ordine nell’espressione.

16 LA SCUOLA DI PALO ALTO La Comunicazione è essenzialmente interazione per cui non è mai unidirezionale ma si verifica sempre un effetto feedback.

17 Gli assiomi della Comunicazione. Watzlawick
1° assioma: È impossibile non comunicare. 2° assioma: Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno di relazione.

18 Gli assiomi della Comunicazione.
3° assioma: La natura della comunicazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze tra i partecipanti.

19 Gli assiomi della Comunicazione.
4° assioma. La Comunicazione è simmetrica (uguaglianza) o complementare (differenza). 5° assioma. Gli uomini comunicano sia con il modulo analogico (non verbale) che con il modulo numerico (verbale).

20 Comunicazione verbale e non verbale
Analitica Esplicita Trasmette grandi quantità di dati È meno veloce Si serve di Codici digitali (numerici) Non verbale Veloce Meno quantità di dati Espressioni immediate e involontarie. Meno controllabile Codici analogici (riproducono ciò a cui si riferiscono) Informazioni scollegate e autonome rispetto a quelle verbali.

21 È la disciplina che studia i movimenti e i gesti delle persone al fine di comprenderne il significato comunicativo. La postura è la disposizione spaziale che facciamo assumere al nostro corpo. Si fonda sul principio che il corpo non è neutro ma segue il primo principio della teoria di Watzlawick. LA CINESICA

22 LA PROSSEMICA 1 Indaga l’organizzazione delle distanze e l’uso dello spazio di cui le persone dispongono. Nell’avvicinarsi o allontanarsi si trasmette un messaggio che può essere identificato studiando le distanze tra le persone. Edward Hall ha identificato 4 distanze: intima, personale, sociale, pubblica.

23 LA PROSSEMICA 2 La distanza intima: da 0 a 45 cm. Riguarda il coinvolgimento fisico e emotivo. La distanza personale: da 45 a 120 cm. Prevede la possibilità del contatto ma non è ordinario. La distanza sociale: da 120 a 360 cm. Nelle situazioni lavorative e negli incontri occasionali e convenzionali. La distanza pubblica: oltre i 360 cm. In situazioni dove emergono marcate differenze tra ruoli.

24 IL PARAVERBALE Si tratta dell’insieme dei fenomeni collaterali e concomitanti nel corso dei processi comunicativi. - TONO E VOLUME DELLA VOCE - VELOCITA’ DELL’ELOCUZIONE - LE ESITAZIONI - LE PAUSE SILENZIOSE - I SOSPIRI

25 IL PARAVERBALE Gli elementi paraverbali sono utilizzati prima di quelli verbali e compaiono già nel neonato. Hanno un carattere universale e risentono pochissimo degli stili comunicativi individuali. Hanno spesso maggiore efficacia sull’interlocutore e vengono colti anche in modo inconsapevole.

26 Ulteriori funzioni della comunicazione
Scopo strumentale Scopo informativo Funzione espressiva Contatto sociale Funzione di controllo Funzione di ruolo Funzione di stimolazione Funzione di alleviamento per ottenere qualcosa per trasferire conoscenze per manifestare sentimenti per socializzare per influenzare gli altri agire diritti e doveri attivare l’organismo superare il disagio La comunicazione permette all’individuo di sapere che esiste e di conoscersi.

27 Gli atteggiamenti comunicativi
di fuga delle “carpe”. aggressivo degli “squali”. di manipolazione delle “murene”. assertivo dei “delfini”.

28 Atteggiamento comunicativo di fuga della Carpa
Atteggiamento da eremita, da solitario, che respinge ogni comunicazione. È’ una comunicazione fallimentare perché in essa si verifica un’autoesclusione da qualsiasi progettualità sociale. La persona si percepisce come “vittima”, è inattiva, incapace di iniziativa, raramente si espone e la sua aggressività è spesso rivolta verso se stessa.

29 Atteggiamento aggressivo dello Squalo
La persona sceglie reazioni, direttive, autoritarie, aggressive e violente, è persuasa della sua efficienza personale ed è convinta che gli altri sono poco efficienti e hanno bisogno di forti sollecitazioni. È molto esigente verso se stessa, non ha rispetto dei suoi collaboratori e non si rende conto del clima disastroso che instaura.

30 Atteggiamento manipolativo delle Murene
La persona evita qualsiasi forma di problema, spende la maggior parte del tempo cercando di capire i bisogni dell’altro, che osserva con attenzione. È intelligente, scaltra e dissimulatori (inganna), avanza a spese dei suoi colleghi. Sono attenti per approfittare dell’altro.

31 Atteggiamento assertivo del delfino
La persona sa ascoltare gli altri ed essere franca, rende partecipe pacatamente i propri interlocutori dei propri pensieri, delle proprie difficoltà, bisogni e desideri, accettando anche il rischio di ricevere critiche e opposizioni. Essere assertivi significa avere rispetto per sé stessi e per gli altri.

32 I fattori psicologici e relazionali della comunicazione
Da un punto di vista psicologico, devono essere considerate tutte le componenti che caratterizzano gli interlocutori. Processi cognitivi, aspetti affettivi, elementi fisiologici, stili relazionali e fattori sociali, motivazioni, valori, esperienze precedenti.

33 I fattori psicologici e relazionali della comunicazione
E M I T T E N T E R I C E V E N T E INPUT MESSAGGIO OUTPUT FILTRI EMOZIONI ATTITUDINI ASPETTATIVE ESPERIENZA FILTRI EMOZIONI ATTITUDINI ASPETTATIVE ESPERIENZA

34 Le cinque “C” di una buona comunicazione
Il messaggio deve essere diretto e logico, frasi aderenti ai significati senza ambiguità. Deve contenere tutti gli elementi necessari per cogliere la logica dei ragionamenti. Anticipare i concetti fondamentali e arrivare al punto con poche parole. Uso di metafore o esempi nonché su fatti ben delineati. Occorre reciproca fiducia, onestà e sincerità. CHIAREZZA COMPLETEZZA CONCISIONE CONCRETEZZA CORRETTEZZA

35 Le tre fasi dell’ascolto efficace.
Concentrarsi e selezionare le informazioni. Decodificare in modo corretto tutti i livelli della comunicazione. Rispondere con feedback appropriati.

36 Le tre fasi dell’ascolto efficace.
1. Concentrarsi e selezionare le informazioni implica prestare attenzione al messaggio tenendo conto dei filtri emotivi, enucleare e selezionare le informazioni più importanti e significative.

37 Le tre fasi dell’ascolto efficace.
2. Ascoltare attivamente implica decodificare i reali sentimenti sottesi ad un messaggio, leggere tutti i livelli della comunicazione (verbale e non verbale), equilibrare emotività e razionalità per evitare la manipolazione e l’aggressività.

38 Le tre fasi dell’ascolto efficace.
3. Rispondere con feedback appropriati, significa che chi ascolta deve far comprendere al parlante con mezzi verbali e non, che ha compreso ciò che è stato detto tramite un segnale di ritorno (feedback). Se manca il feedback o sono falsi può accadere che vi siano dei fraintendimenti o reazioni difensive.

39 Bibliografia di riferimento:
Colli – Pietroni, “Le nuove pratiche comunicative”, Ed. Clitt 2005. Paolucci – Pietroni, “Psicologia della comunicazione”, Ed. Clitt 2000 Crepè “Psicologia”, Ed. Einaudi Scuola 2009

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