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PubblicatoPancrazio Bellini Modificato 11 anni fa
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MDA Nuove ipotesi per la Politica Industriale Paolo Gurisatti Trento, 26 Aprile 2005
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MDA Lapproccio quantitativo Lo sviluppo si promuove attraverso la mobilità dei fattori: –Incentivi fiscali alla localizzazione delle imprese (mobilità dei capitali) –Formazione delle risorse umane e riduzioni del costo del lavoro (mobilità dei capitali) –Investimenti sulle infrastrutture di comunicazione e trasporto (mobilità lavoro e riduzione barriere)
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MDA Lapproccio qualitativo Lo sviluppo non avviene per clonazione di modelli di successo già sperimentati: –Bisogna investire su poli di sviluppo che contaminano il territorio e creano domanda –Bisogna colmare il gap di risorse manageriali locali, comunque in linea col modello fordista –Bisogna comunque supportare gli investimenti
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MDA Dove intervenire? Nei territori che mostrano una maggiore distanza dal modello fordista Comunque sulle imprese integrate che creano lavoro in modo paternalistico Senza considerare le specifiche dotazioni istituzionali dei singoli territori
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MDA Problema! LItalia ha realizzato tre diversi tipi di Politica Industriale: –Politica per Settori (1975-1984) –Politica per Fattori (1985-1994) –Politica per Territori (1995-2004) Nessuno degli obiettivi dichiarati (approccio top down) è stato raggiunto
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MDA La Politica per Settori Obiettivo: passare dai settori tradizionali ai settori avanzati in rapida crescita. Strumento: piani di settore (élites scientifiche e grande imprese pubblica) Ipotesi teoriche: ciclo del prodotto e sentiero unico di sviluppo Risultati: Fiat/Olivetti e Made in Italy
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MDA La Politica per Fattori Obiettivo: creare servizi avanzati ed economie esterne alle imprese (nazione competitiva). Strumento: accordi per formazione e supporto a innovazione (agenzie di servizio, accordicorporativi tra associazioni) Ipotesi teoriche: vantaggio competitivo e privatizzazione neo-liberale Risultati: scarsa efficienza servizi privatizzati
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MDA La Politica per Territori Obiettivo: valorizzazione delle PMI, dei distretti e delle istituzioni locali (regioni). Strumento: servizi per le filiere locali (agenzie locali e strutture corporative) Ipotesi teoriche: crisi dello stato nazione e crescita delle economie regionali (distretti) Risultati: impossibile applicazione Legge 317
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MDA Ragioni dellinsuccesso Tutte le politiche si basano sugli stessi principi: –il sentiero di sviluppo può essere codificato ex- ante, attraverso un adeguato diagnostico –il sapere scientifico e del ruolo delle élites tecnocratiche e burocratiche sono prioritari –gli obiettivi possono essere pre-definiti da agenti papà e non sono il risultato di processi sociali –gli strumenti di governance sono sempre gli incentivi finanziari e le agenzie di servizio reale
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MDA Ipotesi alternative Policy maker e ricercatori provano nuovi principi: –lo sviluppo si propaga per ibridazione, non può essere previsto o trasferito (clonato) –pari dignità tra sapere scientifico, ruolo produttivo delle élites tecnocratiche e ruolo costituente degli attori/cittadini (produttivi) –gli obiettivi sono il risultato di processi sociali complessi (SCOT – Mobilizzazione di mercato) –gli strumenti di governance sono soprattutto cognitivi (mediazione e creazione di nuovo sapere)
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MDA Perché territori produttivi? I territori produttivi offrono una serie di vantaggi: –Minori costi di ristrutturazione (flessibilità su mercati incerti e possibili ri-combinazioni) –Minori costi di formazione del capitale (diffusione di responsabilità e rischio) –Partecipazione alle strategie di sistema a costi contenuti (attori sociali indipendenti, ma vincolati) –Distribuzione del surplus e incentivi a innovare
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MDA Il processo costituente Il nuovo approccio alla politica industriale come processo costituente: –Il territorio produttivo o distretto è uno spazio cognitivo (non amministrativo o energentico) –Il territorio cognitivo è frutto di processi costituenti dal basso –I processi costituenti (mobilizzazione di mercato) partono dalla creazione di nuova conoscenza –La creazione di conoscenza deriva da nuove regole di cittadinanza (partecipazione produttiva)
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MDA Italia/Veneto come laboratorio LItalia del Nordest e il Veneto in particolare sono ricche di processi costituenti: –Per ragioni storiche (città stato rinascimentale) –Per ragioni politiche (lontananza dalla Europa delle capitali) –Per ragioni economiche (ricchezza di cluster industriali e PMI)
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MDA La politica della Regione Veneto La politica dei territori produttivi in tre tappe: –Auto-organizzazione e auto-candidatura dei distretti in sé e per sé (Rappresentante) –Elaborazione dei bandi e accordo di sistema (creazione dello spazio agente/artefatto) –Selezione dei progetti di investimento, attori e mediatori di progetto
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MDA Risultati Si crea un gioco che mobilizza risorse: 50 patti di distretto (10 assolutamente innovativi) e 5.000 imprese Si diffonde la cultura del distretto come gioco di squadra evoluto, contro pregiudizi radicati in favore della grande impresa gerarchica Si mette in tensione il sistema amministrativo e delle elites intermedie/improduttive
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MDA Problemi Le elites intermedie/improduttive reagiscono appropriandosi del gioco o sparando contro le modalità di gestione del gioco (bando) Il responsabile della politica industriale si trova contro: i colleghi, la Commissione UE, i parlamentari lobbisti I funzionari incaricati di gestire la legge sono senza competenze e strumenti adeguati per un lavoro cognitivo/produttivo (mediazione)
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MDA Indicazioni utili per il Trentino Aprire processi costituenti di nuovi territori significa mobilitare risorse che oggi non partecipano alla politica pubblica, ma che hanno conoscenza e potere (Es. Porfido e Legno) Finanziare processi costituenti rende più semplice la selezione degli obiettivi e la mobilitazione di competenze vere Minacciare i mediatori tradizionali serve a creare competenze tecnocratiche nuove
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