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comitato italiano paralimpico

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Presentazione sul tema: "comitato italiano paralimpico"— Transcript della presentazione:

1 comitato italiano paralimpico
cip comitato italiano paralimpico

2 CIP Attività promozionale Attività agonistica Attività paralimpica

3 CIP Il CONI vigila sulle attività del CIP
Il CIP tramite l’attività svolta dalla FISD (federazione italiana sport disabili) prepara gli atleti per le gare organizzate dal Comitato Internazionale (IPC)

4 FISD 38 attività sportive con una propria organizzazione e autonomia all’interno della Federazione

5 CIP Il CIP organizza corsi di formazione quali Atleta guida Arbitro
Istruttore Tecnico Classificatore HF (Handicap Fisico)

6 Special Olympics Associazione benemerita del CONI che ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il MIUR. Obbiettivi di contribuire a garantire le migliori possibilità di integrazione a persone diversamente abili

7 SOGII SO get Into IT programma didattico ed educativo per sensibilizzare gli alunni nelle scuole

8 formazione universitaria
Scienze motorie (modulo di ttd AMA) Specialistica in scienze dell’ AMA Corso di specializzazione della Scuola per insegnanti SSIS

9 AFA regione toscana Programmi di esercizi non sanitari, svolti in gruppo e appositamente predisposti per cittadini con patologie croniche, finalizzati alla modificazione dello stile di vita per la prevenzione secondaria e terziaria della disabilità

10 classificazione disabilità

11 disabilità funzionali
Paralisi cerebrali Interruzione della funzione di sistemi sensitivi (vista, udito…) Anomalie cromosomiche (sindrome di Down, X fragile…..) Situazioni risultanti da eventi traumatici anosognosia

12 disturbi correlati a deficit biologici specifici
Dislessia, disgrafia, discalculia……. (migrazioni neurali) Disturbi della comunicazione (quando legati ad un danno neurale o all’apparato della produzione del linguaggio (bocca, lingua, corde vocali….) Schizofrenia (malattia ereditaria?)

13 disturbi non imputabili a deficit biologici
Disturbo del comportamento Disturbo d’ansia Disturbi alimentari Tossicodipendenza Comportamento deviante

14 damasio marcatore somatico

15 damasio le aree prefrontali come dispositivi di classificazione e schedatura delle emozioni.

16 I soggetti con danni a tali zone cerebrali non sono in grado di dare un’etichetta (marcatore somatico) alle sensazioni che il corpo sperimenta

17 per tale motivo ogni loro scelta o struttura di apprendimento non è guidata dall’esperienza degli eventi storici precedenti……

18 Tali pazienti ricordano il fatto, il profumo, il suono e ricordano anche il contesto e gli aspetti temporali, ma non sono in grado di recuperare l’etichetta emotiva corrispondente, proprio perché il dispositivo di raccolta e classificazione è distrutto.

19 “I sentimenti e le emozioni possono non essere affatto degli intrusi entro le mura della ragione: potrebbero essere intrecciati nelle sue reti, per il meglio e per il peggio”

20 “Io suggerisco soltanto che certi aspetti del processo dell’emozione e del sentimento sono indispensabili per la razionalità”

21 L’essenza di un sentimento o un’emozione può non essere una qualità mentale elusiva legata a un oggetto, ma piuttosto la percezione diretta di un paesaggio specifico, quello del corpo

22 Queste informazioni sono centrali per capire e gestire l’attività con soggetti normalmente abili e non……

23 Le indicazioni sono che non esiste apprendimento che si stabilizza nel soggetto se privo di aspetti emotivi

24 Inoltre esistono apprendimenti che si stabilizzano collegati a marcatori somatici positivi o negativi ma mai neutri

25 La semplice ripetizione porta ad apprendimenti non stabili

26 Apprendimenti collegati a marcatori somatici negativi tendono ad essere evitati e non riprodotti.

27 Quindi l’azione dell’insegnante o dell’educatore o allenatore è un’azione di mediazione

28 Questa mediazione ha due mission principali
Intervenire nella zona di sviluppo prossimale (Vigotskij) Tentare di colorare l’apprendimento con emozioni piacevoli (Damasio)

29 La mediazione può diventare più efficace se l’educatore invece di dare solo risposte si preoccupa di fare domande

30 La mediazione può diventare più efficace se è trascendente e cioè il suggerimento o l’indicazione che l’educatore fornisce non riguardano solo il qui ed ora ma possono essere riutilizzati anche in altri contesti di apprendimento.

31 il pensiero non è trascendente ma dipende dal corpo e dal cervello; è parte del corpo. Il significato scaturisce da relazioni con funzioni e necessità del corpo. La mente non rispecchia la natura. (Putnam, Millikam, Langacker, Lakoff, Johnson, Searle, Edelman)

32 la mente è tanto accuratamente modellata dal corpo e destinata a servirlo che dal corpo può scaturire una sola mente. Se non c’è corpo, non c’è mente. Per ogni corpo, mai più di una mente. Damasio

33 i modelli cognitivi sono creati dagli esseri umani e in questo senso sono idealizzati: sono, cioè, astrazioni. Essi dipendono tuttavia dalla formazione di immagini come risultato dell’esperienza sensoriale e dipendono anche dall’esperienza cinestesica, la relazione tra il corpo e lo spazio. “Edelman”

34 quel che è importante cogliere è che i modelli cognitivi idealizzati implicano incorporamento concettuale e questo si realizza mediante attività del corpo prima del linguaggio “Edelman”

35 quindi il Q.E.è più importante del Q.I.

36 3 fasi di attività

37 fase di costruzione

38 fase di gioco

39 rimettere in ordine

40 impariamo a leggere

41 conosciamo le emozioni

42 il contatto con l’altro

43 tra il 15° e il 18° mese, la competenza che i bambini mostrano negli incontri tra coetanei cresce rapidamente. I bambini si impegnano nell’imitazione speculare l’uno dell’altro ed effettuano con successo crescente interazioni complementari e reciproche, che sono veri e propri giochi a due, contrassegnati da divertimento e gratuità

44 selettività se i bambini vanno fatti incontrare ad intervalli regolari, dimostrano di preferire quasi sempre la compagnia dello stesso coetaneo. (coppie stabili di amici)

45 il respiro come centro vitale dell’esistere dell’essere umano

46 respirare profondamente è sentire profondamente
respirare profondamente è sentire profondamente. Se respiriamo in profondità nella cavità addominale, quella regione si anima. Se la nostra respirazione non è profonda, reprimiamo certi sentimenti associati all’addome. lowen

47 in questo tipo di attività è centrale insegnare a respirare ai nostri allievi

48 ascoltare l’altro e ascoltare me stesso

49 nelle attività in classe o nella valutazione in
studio sono coinvolti solo alcuni aspetti

50 nell’attività di gioco e quindi motoria sono coinvolti numerosi aspetti a partire dagli apparati sensoriali, fino alla vasta gamma di emozioni che vanno a “colorare” l’apprendimento rendendolo stabile

51 “ciò che veramente conta non può essere contato”.
W. Thompson

52 i valori dell’IO riguardano la soddisfazione che ci dà il conseguimento di un obiettivo; quelli corporei, invece, il piacere fisico che proviamo in una qualsiasi attività svolta con grazia. Se concentriamo tutta l’attenzione sul conseguimento dell’obiettivo, sacrifichiamo il piacere di muovere verso di esso. Lowen

53 bioenergetica

54 Il corpo non conosce il successo e l’insuccesso, queste sono funzioni dell’EGO. Il corpo conosce solo piacere e dolore lowen

55 con un nuovo gruppo disposizione in cerchio e partendo da uno ogni membro del gruppo dice il proprio nome e quello dei membri precedenti a lui nel cerchio

56 confronto con gli atleti
Che cosa è un’emozione? Si possono evitare le emozioni? Come fate a capire che state provando un’emozione?

57 alla fine di ogni esercizio domandare come si sentono, quali sono le emozioni predominanti

58 grounding

59 grounding di gruppo

60 esercizi Camminare lentamente in contatto con se stessi, respiro e pavimento Incontrando lo sguardo degli altri Ad occhi chiusi e contattare gli altri con le mani cercando di capire chi sono Ad occhi aperti

61 il cieco A coppie uno guida e l’altro fa il cieco e viceversa. Il cieco viene tenuto per mano e fatto camminare lentamente per la palestra. Si consiglia a chi guida di entrare in contatto con il senso di responsabilità e al cieco con la capacità di affidarsi

62 la scultura a coppie, uno modella il corpo dell’altro costruendo delle forme. La scultura si lascia modellare.

63 massaggi

64 abbandonarsi l’atleta si lascia cadere e il gruppo lo afferra e lo sostiene. Il trainer fa entrare in contatto l’atleta con la capacità di abbandonarsi e la fiducia nel confronto del gruppo

65 la capacità di contenersi è cosciente e volontaria e presuppone la capacità di lasciarsi andare. Se non ci si sa abbandonare perché il controllo è inconscio e strutturato nel corpo, non si può nemmeno parlare di autocontrollo come espressione cosciente del sé. In questo caso la persona non si contiene: è contenuta. “Lowen”

66 giochi di contatto Il gruppo si dispone in cerchio e a turno uno alla volta “rotola” appoggiandosi sulla parte posteriore del corpo dei compagni

67 tappeto umano Un soggetto alla volta rotola sul corpo dei compagni disposto a tappeto.

68 Ascolto le vibrazioni del mio respiro Espansione Contrazione

69 esercizio del sostenere e dell’essere sostenuto……
esercizio del sostenere e dell’essere sostenuto……..nel gioco preferisco sostenere o essere sostenuto…….nella vita preferisco sostenere o essere sostenuto

70 la mia indentità!!!!!!

71 Dire il proprio nome!!!!!!

72 Dire sì!!!! Dire no!!!!

73 La consapevolezza di sé o il senso di identità dipendono dalla capacità di dire NO! L’asserzione del NO delimita l’individuo all’interno del suo ambiente e afferma la sua individualità nei confronti degli altri. La persona che è capace di dire no è capace di dire anche SI. La persona che non sa dire no è sottomessa e piena di risentimento. La capacità di dire no dipende dalla libertà interna dalle limitazioni, ovvero dalla libertà dalla tensione muscolare cronica, che costituisce una limitazione dell’assertività e della consapevolezza di sé dell’individuo Lowen

74 Noi insegnanti che capacità abbiamo nel dire NO
Noi insegnanti che capacità abbiamo nel dire NO! Gli individui con capacità bassa a di dire NO avranno molta difficoltà probabilmente anche a dire SI…….

75 Come pretendiamo allora che i nostri studenti dicano SI ai nostri consigli, alle nostre attività e alle nostre indicazioni

76 NO è un espressione di opposizione che costituisce la pietra miliare dell’individualità!
Lowen

77 I nostri NO sono definitivi oppure sono pressappoco…
I nostri NO sono definitivi oppure sono pressappoco….forse……… adesso vediamo?

78 La chiave della salute è vivere pienamente la vita del corpo
La chiave della salute è vivere pienamente la vita del corpo. Significa che il sentire è più importante del fare, essere liberi più importante che essere ricchi e che il presente è sempre più importante del futuro “lowen”

79 La paura ha un effetto paralizzante sullo spirito; congela il corpo contraendo i muscoli. Se questo stato persiste, il corpo si intorpidisce e non la si sente più. E’ la condizione in cui si trovano per la maggior parte le persone che vengono in terapia: sono depresse, ma non spaventate e neppure tristi. E’ compito del terapeuta metterle a contatto con la loro paura facendo in modo che avvertano le tensioni presenti nel corpo: quando tenteranno di riattivarne le zone contratte, proveranno paura


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