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ASPETTI DELLA COMUNICAZIONE UMANA
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Quale sia la naturale lingua originaria
Esperimento commissionato da Federico II Quale sia la naturale lingua originaria dell’uomo? Fece allevare un certo numero di neonati da balie che dovevano prendersi cura dei bambini in ogni maniera, ma, nei loro confronti e in loro presenza, astenersi completamente dall’uso del linguaggio e da ogni forma di comunicazione. Federico sperava di giungere a stabilire se i bambini avrebbero cominciato a parlare spontaneamente greco, latino o ebraico.
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tutti” questa fu la conclusione a cui arrivò
“fatica vana, perché i fanciulli morirono tutti” questa fu la conclusione a cui arrivò Federico II
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medaglia a due facce comunicazione con gli altri
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l’altra faccia della medaglia
comunicazione con se stessi.
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VERBALE NON VERBALE COMUNICAZIONE
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COMUNICAZIONE VERBALE
LINGUAGGIO
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nella comunicazione umana, gli aspetti verbali incidono mediamente per l’8%
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gli aspetti non verbali incidono mediamente per il restante 92%
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COMUNICAZIONE NON VERBALE
movimenti del corpo espressioni facciali caratteristiche fisiche comportamenti oculari cenni del capo comportamenti di contatto diretto prossemica fattori ambientali gesti tono di voce ritmo e velocità dell’eloquio
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ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
non si può non comunicare ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione la natura di una relazione dipende dalla “punteggiatura” delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti
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comunicazione con sé stessi
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“CONTRADDIZIONE CHE DERIVA DALLA DEDUZIONE CORRETTA DA PREMESSE COERENTI” WATZLAWICK
“AFFERMAZIONE, OPINIONE, TESI CHE, NONOSTANTE SIA IN CONTRASTO CON L’ESPERIENZA COMUNE, SI DIMOSTRA DI FATTO FONDATA” GARZANTI PARADOSSO
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ESEMPI VERBALI dovresti divertirti!!! sii spontaneo!!!
sai che sei libero di andare caro! Non preoccuparti se comincio a piangere!
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Ciao mamma! Mi sono divertito molto oggi al parco !!!!
Molto interessante!! Ciao mamma! Mi sono divertito molto oggi al parco !!!!
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Ah!!!! che bellissima giornata
Parlate pure tranquillamente, come se io non ci fossi!!!!!
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Comunicate liberamente!!!
Sono assolutamente pronto per giocare con voi!! Comunicate liberamente!!!
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“Dormi!!!!! La mamma sa che sei stanco!!” “mangia che hai fame!”
“mangia, se vuoi bene alla mamma!” “non sudare!”
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il paradosso lo possono mettere in atto anche i 2 genitori tra di loro quando si relazionano con il figlio
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evitare di contraddire il partner per evitare i ricatti dei figli
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comunicazione insegnante allievo nell’attività motoria adattata
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EMPATIA vedere le cose dal punto di vista dell’altro (bambino), quindi entrare nel suo “pathos” (empatia: in-pathos), nell’emozione del bambino
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rinforzi positivi: bravo, va bene …….
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programma di rinforzi intermittenti e non continui
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correttivi non rivolti a sottolineare l’errore
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non rinforzare o correggere mentre il bambino sta mettendo in atto il compito
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comunicazione individualizzata
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insegnare facendo (limitare la spiegazione verbale o la dimostrazione)
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paradosso comunicativo
la figura che impone la regola non deve cadere nel paradosso comunicativo
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paradosso Comunicativo
imposizione regola rumore di Fondo
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Il ripetere o il gridare possono diventare “rumore di fondo”
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……….a volte sono comunque utili dei NO e niente altro
quando stabilite una norma o organizzate un’attività cercate di trasformare la comunicazione in positivo: ……Fai questa cosa……… ……….a volte sono comunque utili dei NO e niente altro
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Se 2 o più insegnanti lavorano con lo stesso gruppo si devono sostenere e non contraddire nei momenti in cui le norme devono essere rispettate. Se ciò non accade, tutti e due o più insegnanti perdono autorevolezza e verranno ricattati dagli allievi
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gli allievi devono sapere che tutti gli insegnanti vigilano ugualmente affinché le regole vengano rispettate
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per il genitore possibilità di contestare l’operato dell’insegnante, ma ciò non va fatto davanti ai figli
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i “no” servono al crescere come i “si”
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i no creano un livello di frustrazione salutare, andando a stimolare la produzione di un adeguato livello di energia psichica e di conseguenza la possibilità di ad-gradi……..andare verso la difficoltà (aggressività)
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I nostri NO. Sono definitivi. La nostra comunicazione è definitiva
I nostri NO! Sono definitivi? La nostra comunicazione è definitiva? La nostra comunicazione è troppo esagerata?
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autorevolezza l’autorevolezza dell’educatore da sicurezza al ragazzo/a
ansie, paure, tensioni inevitabilmente si trasferiscono al ragazzo/a (contagio emotivo)
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un genitore diceva: forse li vizio (i figli) e li accontento su ogni aspetto perché non riesco a tollerare che piangano!
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agisco per spegnere le tensioni personali o per educare?
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sequestro emotivo a volte il disabile fisico o psichico o entrambe persevera in comportamenti di rabbia immotivata, capricci, rifiuto di svolgere l’attività.
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spesso mettono in atto tali comportamenti perché tengono emotivamente in pugno la figura del educatore!
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bisogna smontare questo tipo di comportamento appreso!
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l’educatore che diventa teso o che si prodiga in soccorso continuamente sta rinforzando il comportamento e cioè sta mettendo in atto ciò che l’allievo si aspettava.
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e’ buona idea disinteressarsi del comportamento e intervenire nel momento di calma, quando il comportamento non è in atto (punteggiatura),cercando di strutturare un nuovo comportamento in grado di chiedere affetto e attenzione in maniera più serena
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consapevolezza ed elaborazione del lutto
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lutto stato psicologico conseguente alla perdita di un oggetto significativo che è stato parte integrante dell’esistenza
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presa di coscienza del lutto
i fantasmi del disabile
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noi educatori lo abbiamo iperprotetto affinchè non si facesse male?
il nostro allievo è veramente consapevole degli inevitabili “lutti” accaduti nella sua vita( la sua condizione)? noi educatori lo abbiamo accompagnato alla scoperta di queste perdite dandogli sostegno? noi educatori lo abbiamo iperprotetto affinchè non si facesse male?
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non perdiamo occasioni per avere una buona comunicazione
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tipi di insegnante
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senza una costante dialettica con il proprio mondo interno, l’agire comunicativo del educatore resterebbe fissato in stereotipie comportamentali, che ostacolerebbero il processo formativo
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educatore self made man
narcisista (esibizione del proprio valore) no dialogo, ma impone un monologo che chiede un plauso acritico al suo mondo, alle sue idee e al suo pensiero l’allievo non mette in relazione quello che gli viene insegnato con i propri vissuti, ma si limita a copiare
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educatore gravido per paura di incontrare il proprio vuoto offre ai propri allievi conoscenze ed attenzioni in modo illimitato e costante si sacrifica continuamente per i propri allievi, affinché non lo tradiscano mai non tollera la separazione, “il parto”, e teme la condizione di solitudine una volta che gli allievi si individueranno
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educatore plasmatore “modella” l’allievo simile a sé
programma ogni cosa in modo ossessivo impone rigide regole di comportamento, e raramente manifesta i propri bisogni e i propri sentimenti. accade spesso che l’allievo diviene lo specchio della debolezza dell’educatore, il quale, appena completata l’opera, si spaventa della propria debolezza ritrovata nell’allievo, che viene ad essere rifiutato
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educatore invisibile e’ preoccupato della perdita di protezione e sicurezza e tende a rifiutarsi di assumere il proprio ruolo di educatore secondo modalità che dovrebbero essere asimmetriche al ruolo dell’allievo evita di assumere un ruolo attivo, evita di esprimere ciò che pensa e mantiene un ruolo di “amico” che lo disimpegna rispetto a qualsiasi pretesa su di lui
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allenamento invisibile
formazione allenatori ed educatori allenamento invisibile
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attività motoria adattata
metodologie di lavoro costantemente dirette al miglioramento delle capacità coordinative adeguato approccio psicologico
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Cinestesia sensazione globale dei movimenti del proprio corpo e capacità di controllarli
Propriocettori elementi di fibre nervose, posti in muscoli e tendini, preposte all’informazione sulle posizioni degli arti e sulla posizione del corpo. Fusi neuromuscolari, Fusi neurotendinei
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SENSAZIONE E PRESA DI COSCIENZA DEL CORPO
propriocettori Recettori del movimento esterocettori Superficie della pelle SENSAZIONE E PRESA DI COSCIENZA DEL CORPO emozioni Telerecettori Olfatto udito vista Enterocettori Posizionati negli organi interni
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Sensazione e presa di coscienza del movimento
propriocezione Apparato vestibolare (equilibrio) vista Sensazione e presa di coscienza del movimento udito Esterocezione (pelle) emozioni
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aumento della difficoltà
prestazione aumento della difficoltà performance supply
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performance supply Utilizzo integrato dei canali di informazione sensoriale per il miglioramento della tecnica sportiva Conoscenza e sviluppo delle informazioni cinestetiche nel gesto motorio Presa di coscienza della “sensazione del corpo” e della “sensazione del movimento” Corretto sviluppo ed economico utilizzo delle proprie abilità mentali
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forma Tecnica contenuto
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Forma Movimento effettivamente eseguito
Posizioni, stazioni e spostamenti dei segmenti corporei Configurazione esterna del gesto Modello apparente di prestazione
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Contenuto Funzioni SNC Funzioni SNP
Tensione e rilassamento dei muscoli Lavoro di propriocezione Utilizzazione di forze esterne (gravità, energia centrifuga, accelerazioni) Emozioni
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Contenuto Forma
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parola chiave sentire
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