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In un piccolo paese della Lapponia, chiamato Rovaniemi, dove la neve crea paesaggi fiabeschi, siamo alla ricerca della casa di Babbo Natale… Anche il naso.

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Presentazione sul tema: "In un piccolo paese della Lapponia, chiamato Rovaniemi, dove la neve crea paesaggi fiabeschi, siamo alla ricerca della casa di Babbo Natale… Anche il naso."— Transcript della presentazione:

1 In un piccolo paese della Lapponia, chiamato Rovaniemi, dove la neve crea paesaggi fiabeschi, siamo alla ricerca della casa di Babbo Natale… Anche il naso ormai è un pezzo di ghiaccio…il viaggio è stato lungo, ma siamo finalmente arrivati! La casetta è graziosa e c’è un comignolo che fuma, scorgiamo una figura panciuta…

2 Eh sì, è proprio lui, sta leggendo forse una “letterina ritardataria”, è proprio come l’abbiamo sempre immaginato, che emozione!

3 La casa è calda ed accogliente, Babbo Natale avrà un gran da fare, ma ci accoglie con la sua grande giovialità. Mentre incuriositi dalla sua persona, gli rivolgiamo mille domande, lui continua a fabbricare doni…

4 Natale è alle porte e la lista dei regali è ancora lunga…Ma sa che anche quest’anno come tutti gli anni farà del suo meglio e cercherà di accontentare, come sempre, tutti i bambini buoni…

5 Meno male che ci sono i suoi amici folletti, che non si stancano mai di dargli una mano!
E anche quando si siede al camino per sorseggiare un po’ di thè caldo, continua a visionare i pacchetti affinché tutto sia pronto per il 25 dicembre. Ma cerchiamo di ricostruire la sua vera storia, almeno nei tratti essenziali. Quando è nato Babbo Natale, e dove?

6 Le origini del “mito” di Babbo Natale, reso famoso dalla celebre pubblicità della Coca Cola, risalgono addirittura al IV sec. dopo Cristo, e sarebbero legate alla figura di San Nicola di Bari. Nato a Patara, in Turchia (allora Impero Bizantino), divenne vescovo di Myra. Di famiglia ricca, è passato alla storia per la sua generosità e per le sue elargizioni ai più poveri. Si narra che nel 1087, le sue reliquie vennero trafugate da un gruppo di cavalieri italiani travestiti da mercanti e portate a Bari, dove sono tutt'ora conservate e di cui divenne il santo protettore.

7 Negli anni che seguirono la sua morte, si diffusero numerosissime leggende. Una tra le più famose e confermata da Dante nel Purgatorio (XX, 31-33) è quella di tre giovani molto povere, destinate alla prostituzione. Nicola, commosso dalle preghiere e dal pianto del padre che non avrebbe potuto sposare le sue tre figlie perché caduto in miseria, decise di intervenire lanciando per tre notti consecutive, attraverso una finestra del vecchio castello, sempre aperta, tre sacchi di monete che avrebbero costituito la dote delle ragazze. La prima e la seconda notte le cose andarono come stabilito. La terza notte San Nicola trovò la finestra inspiegabilmente chiusa. Deciso a mantenere comunque fede al suo proposito, il vecchio dalla lunga barba bianca si arrampicò così sui tetti e gettò il sacchetto di monete attraverso il camino, dov'erano appese le calze ad asciugare, facendo la felicità dell’ uomo e delle sue tre figlie.

8 In altre versioni posteriori, forse modificate per poter essere raccontate ai bambini a scopo educativo, Nicola regalava cibo alle famiglie meno abbienti, calandoglielo anonimamente attraverso i camini o le loro finestre. San Nicola, amato e venerato un po’ in tutta Europa, soprattutto in Belgio ed Olanda, diventò nella fantasia popolare il “portatore di doni”, nella notte del 6 dicembre, in cui cade appunto l’onomastico del santo, o addirittura nella notte di Natale. Veniva aiutato in questo compito da un asinello o da un cavallo bianco.

9 Il nome olandese del santo, Sinter Klass, venne poi importato in America dagli immigrati olandesi. Il personaggio piacque anche ai coloni inglesi che trasformarono il nome in Santa Claus. Le prime iconografie di Santa Claus, oggi Babbo Natale, sono appunto simili a quelli di un Vescovo. Porta una mitra rossa (copricapo liturgico) con una croce dorata e si appoggia ad un pastorale. Santa Claus ha un cavallo bianco con il quale vola sui tetti. I suoi aiutanti scendono nei comignoli a lasciare doni nelle scarpe dei bambini buoni.

10 L’immagine di Santa Claus subì numerose variazioni, e nel tempo, acquistò su di sé i caratteri di Babbo Natale. Il rosso divenne il colore predominante del suo vestito, dopo la comparsa della prima cartolina di auguri natalizi del 1885, che ritraeva Babbo Natale col suo inseparabile sacco di doni. Ma a fissare l’icona di Santa Claus, nell’immaginario collettivo, è definitivamente la pubblicità natalizia della Coca Cola, realizzata da Haddon Sundblom nel 1931.

11 E allora non ci resta altro da fare che addobbare l’albero, preparare il presepe e aspettare che anche quest’anno la favola di generosità di Babbo Natale regali a grandi e piccini ancora momenti di gioia e serenità.

12 SITOGRAFIA


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