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476 d.C.___________1000_______________1492
IL BASSO MEDIOEVO 476 d.C.___________1000_______________1492 Prof.ssa E. Sabuzi
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I SECOLI DELLA RINASCITA 1000-1300
Finiscono le ultime invasioni Migliora il clima Cresce la produzione Rinascono i mercati e le città Intanto l’amicizia tra Chiesa e Impero si trasforma in una rivalità spietata Lotta delle investiture Prof.ssa E. Sabuzi
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LA RINASCITA DELLE CAMPAGNE
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Le campagne nell’Alto Medioevo
Laddove ai tempi dei Romani si stendevano ordinate distese di campi di grano, vigne e oliveti, nel corso dell’Alto Medioevo la natura era tornata selvaggia. Il sistema curtense si era limitato a coltivare le pendici dei colli o i pochi terreni asciutti delle pianure risparmiate da boschi e paludi, ma da ciò di ricavava solo di che far sopravvivere il signore e i suoi contadini. Prof.ssa E. Sabuzi
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Le campagne dopo il 1000 Tornano distese di campi coltivati.
I contadini arano e seminano negli stessi luoghi che prima la natura aveva strappato all’uomo CHE COSA E’ SUCCESSO? Prof.ssa E. Sabuzi
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raccolti più abbondanti Fine ultime invasioni determinano
RINASCITA DOPO IL 1000 Migliora il clima consente raccolti più abbondanti Fine ultime invasioni determinano Diminuzione infanticidio femminile CRESCITA DEMOGRAFICA favorisce Riconquista terre incolte stimola Introduzione nuovi strumenti agricoli Mulino Rotazione triennale Aratro pesante Ferro di cavallo Prof.ssa E. Sabuzi
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Introduzione nuovi strumenti agricoli
consente raccolti più abbondanti (Aumento produttività) produce ECCEDENZE - SURPLUS Servono per Rinascita del commercio (economia di mercato) Aumento demografico determinano Rinascita delle città Sviluppo artigianato Rinascita mercati e fiere Prof.ssa E. Sabuzi Circolazione denaro
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Il miglioramento del clima
Dopo un periodo molto freddo, tra il 1000 e il 1300 si registra un periodo caldo, tanto che si ha testimonianza di fattorie fondate dai Vichinghi in Groenlandia! Il miglioramento climatico determinò raccolti più abbondanti Prof.ssa E. Sabuzi
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Finiscono le Ultime Invasioni
Dopo le ultime invasioni (Saraceni, Vichinghi e Ungari), l’Europa vive un periodo di pace. La popolazione, al riparo da guerre e scorrerie, aumentò e poté dedicarsi con più sicurezza al lavoro nei campi, che non correvano più il rischio di essere distrutti Prof.ssa E. Sabuzi
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Aumenta la popolazione
Tra il 1000 e il 1300 la popolazione d’Italia raddoppiò, quelle della Francia, della Germania e dell’Inghilterra triplicarono! Si passò da circa 38 a circa 73 milioni di abitanti Prof.ssa E. Sabuzi
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NUOVI TERRENI SONO MESSI A COLTURA
La maggiore disponibilità di manodopera (per l’aumento della popolazione) favorì la coltivazione di nuovi terreni: si prosciugarono paludi, si abbatterono tratti di foreste. Nel Nord d’Europa (Olanda) molte zone costiere vennero separate dal mare con grandiosi sbarramenti e trasformate in terreni fertili, grazie all’eliminazione del sale Prof.ssa E. Sabuzi
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L’aumento della produzione agraria
Con l’espandersi delle terre coltivate, la produzione agricola aumenta. Ma i progressi nelle campagne sono dovuti soprattutto al diffondersi di attrezzi più robusti, di macchine, di nuove tecniche di lavoro Prof.ssa E. Sabuzi
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Lo sviluppo delle forze produttive durante l'epoca medioevale
Mulino ad acqua dal sec. VI Aratro pesante dal sec. VII Rotazione agraria triennale dalla fine del sec.VIII Nuovi sistemi di traino animale (giogo frontale, collare di spalla) dal sec IX Ferratura dei cavalli e uso del cavallo nelle pratiche di aratura dalla fine del sec. IX Strumenti di lavoro in ferro Dall’XI sec Allargamento dello spazio coltivato (dissodamenti, bonifiche) e incremento demografico dal sec. XI al sec. XIII Mulini a vento Perfezionamento delle navigazione dal sec. XII Ripresa dei commerci (fiere, moneta, credito) dal sec. XI Carro a quattro ruote dalla prima metà del sec. XII dal sec. XIII Prof.ssa E. Sabuzi
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La rotazione triennale
Con questo nuovo metodo soltanto un terzo, anziché la metà, dell'area da seminare era lasciato a maggese, ovvero incolto, sottoposto solo ad aratura in vista della semina dell'anno successivo. Prof.ssa E. Sabuzi
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Dalla rotazione biennale a quella triennale
Fino all’XI secolo il terreno era diviso in due parti: una coltivata a cereali, l’altra arata e lasciata a riposo. Infatti, data la mancanza di fertilizzanti e la scarsità di concimi, il terreno aveva bisogno di riposo per tornare a produrre. Ora si passa alla rotazione triennale Prof.ssa E. Sabuzi
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Rotazione triennale I contadini lasciano a riposo solo 1/3 dei terreni. Nelle altre due parti coltivano, in una grano, nell’altra avena e legumi. Ogni anno si fanno ruotare le colture sul terreno Prof.ssa E. Sabuzi
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Aumentare la produzione
I contadini possono: Aumentare la produzione Nutrirsi meglio (i legumi sono ricchi di proteine) Fertilizzare naturalmente il terreno (i legumi rilasciano azoto) Prof.ssa E. Sabuzi
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ROTAZIONE BIENNALE Primo anno MAGGESE GRANO (riposo) MAGGESE GRANO
secondo anno Prof.ssa E. Sabuzi
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Rotazione triennale 1° ANNO 2° ANNO 3° ANNO Frumento (autunno)
Legumi (piselli, fave…) a primavera Maggese (riposo) 1° ANNO 2° ANNO 3° ANNO Maggese (riposo) Frumento (autunno) Legumi (piselli, fave…) a primavera Legumi (piselli, fave…) a primavera Maggese (riposo) Frumento (autunno) Prof.ssa E. Sabuzi
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Aumento produzione (spighe grano)
Grazie alla rotazione triennale e all’impiego di nuovi attrezzi, le rese agricole aumentarono Da 1 chicco di grano: Antichità e Alto Medioevo 2 chicchi Basso Medioevo 5 chicchi Agricoltura avanzata oggi 30 chicchi Prof.ssa E. Sabuzi
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CIO’ SIGNIFICA CHE LA’ DOVE PRIMA C’ERA 1 SOLA PAGNOTTA DI PANE AL GIORNO, ORA CE N’ERANO ALMENO 4!
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Nuovi strumenti agrari: l’aratro pesante
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L’aratro è stato un attrezzo importante fin dalla Rivoluzione NEOLITICA.
Smuoveva la terra solo in superficie ed era costruito in legno. Spesso era tenuto dall’aratore per orientarlo meglio, oppure era trainato da buoi. Serviva solo a sollevare terra e sassi spingendoli da parte. Una simile aratura poteva essere sufficiente per i terreni leggeri ed aridi delle regioni del mediterraneo,mentre era del tutto insufficiente per i terreni pesanti, umidi e grassi dell'Europa settentrionale dove si affermò un nuovo tipo di aratro. Il nuovo aratro: aveva ruote per controllare la profondità dell'aratura era munito di un coltro (punta) per rompere le zolle e di un versoio (una specie di cucchiaio di legno o metallo che solleva le zolle e le rovescia) faceva solchi profondi e regolari e non necessitava una seconda aratura Era trainato da cavalli Prof.ssa E. Sabuzi
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ERPICE Dopo l’aratura le zolle vengono frantumate con un nuovo strumento: l’erpice Prof.ssa E. Sabuzi
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L’impiego del cavallo Il cavallo comincia a prendere il posto del bue nel lavoro dei campi: ha la stessa capacità di tiro di un bue, ma è più veloce e più resistente Nell’XI secolo si diffonde l’uso della ferratura, che protegge gli zoccoli teneri dei cavallic Prof.ssa E. Sabuzi
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FERRO DA CAVALLO Nell’XI secolo si diffonde l’uso della ferratura, che protegge gli zoccoli teneri dei cavalli Prof.ssa E. Sabuzi
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Il nuovo collare da tiro
Anticamente il cavallo veniva attaccato con una cinghia che gli circondava il collo e tendeva a soffocarlo non appena tirava Nell’XI secolo si comincia ad usare un collare rigido e imbottito che poggia sulle spalle del cavallo e non ne ostacola la respirazione. Così riesce a trasportare carichi cinque volte superiori Prof.ssa E. Sabuzi
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Il mulino Prof.ssa E. Sabuzi
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Due nuove fonti di energia, acqua e vento, furono sfruttate grazie ai mulini
Il mulino ad acqua veniva usato per: attizzare il fuoco per fondere il ferro Azionare seghe per tagliare tronchi Spremere olio Battere i panni per renderli più resistenti Triturare sostanze coloranti Conciare le pelli Ridurre il grano in farina Macinare il sale Fare la birra… Prof.ssa E. Sabuzi
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LA RINASCITA DELLE CAMPAGNE PRODUCE ECCEDENZE:
IL SURPLUS Le eccedenze prodotte dalla campagna servivano: A sostenere l’aumento della popolazione A rimettere in moto i mercati Prof.ssa E. Sabuzi
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Infatti “permisero a un numero maggiore di individui di sopravvivere in condizioni precarie come quelle dei loro avi” Duby Prof.ssa E. Sabuzi
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Le eccedenze “aprono” l’economia
Si passa dall’economia chiusa (AUTOCONSUMO), in cui si produceva solo per consumare e sopravvivere... Prof.ssa E. Sabuzi
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Le eccedenze “aprono” l’economia
…all’economia aperta, in cui chi produce vende una parte di ciò che ha ricavato: si arriva, cioè all’ ECONOMIA DI MERCATO Prof.ssa E. Sabuzi
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I MERCATI SI MOLTIPLICARONO, soprattutto nelle città
Sviluppo dei commerci I MERCATI SI MOLTIPLICARONO, soprattutto nelle città Spesso mercati e fiere sorsero vicino alle mura delle città: tali zone appena fuori dall’urbe furono chiamate borghi e i loro abitanti borghesi. Erano soprattutto mercanti e artigiani Prof.ssa E. Sabuzi
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LE CITTA’ Poiché i mercati e le fiere si svolgevano in città e lì si cominciò a concentrare la ricchezza, si manifestò un massiccio trasferimento in città (urbe) degli abitanti della campagna urbanesimo Prof.ssa E. Sabuzi
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L’aria di città rende liberi
La popolazione, ormai troppo numerosa per essere assorbita dall'agricoltura, emigrò nelle città. Le eccedenze di cibo, di prodotti dell'emergente industria tessile, dei cantieri navali e degli utensili divennero oggetto di scambio non solo nelle fiere ma anche nei nuovi mercati. I sovrani incoraggiavano l'espandersi dei centri urbani. Si sviluppò così una classe media che prosperava con il commercio e l’artigianato. I mercanti acquisirono sempre maggiore rilievo, accumulando ricchezze e potere. Se il contadino trovava lavoro in città e vi restava almeno per un determinato periodo di tempo, si affrancava: non era più, cioè servo della gleba Prof.ssa E. Sabuzi
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LA CITTA’ È centro di produzione (artigiani) È centro di commercio
È centro di cultura prime UNIVERSITA’ (Bologna 1088 – Parigi) letteratura in volgare (Dante, Petrarca, Boccaccio) Prof.ssa E. Sabuzi
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« Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende. Amor, ch'a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m'abbandona.» Inferno, V Prof.ssa E. Sabuzi
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Le città Tra le principali città, ricordiamo le città marinare italiane, che si arricchirono grazie al commercio, lottando aspramente tra loro per la supremazia sui mari: Amalfi Pisa Genova Venezia Prof.ssa E. Sabuzi
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Le città marinare Si dedicarono al commercio marittimo e si resero indipendenti da imperatori o feudatari. Furono governate dai mercanti stessi Prof.ssa E. Sabuzi
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AMALFI Prof.ssa E. Sabuzi
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PISA Prof.ssa E. Sabuzi
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GENOVA Prof.ssa E. Sabuzi
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VENEZIA Prof.ssa E. Sabuzi
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Le Fiere Le principali fiere ci furono in Italia, nelle Fiandre (Belgio) e nella regione francese Champagne Prof.ssa E. Sabuzi
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TORNA A CIRCOLARE LA MONETA
Con lo sviluppo dei commerci fu abbandonato il sistema del baratto e ricominciarono a circolare le monete: fiorino (Firenze), ducato (Venezia), genovino (Genova) Prof.ssa E. Sabuzi
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RINASCONO GLI ARTIGIANI SPECIALIZZATI
Le CORPORAZIONI avevano norme ben precise che regolavano i rapporti tra datore di lavoro, dipendenti e apprendisti (salari, orari di lavoro) e controllavano la qualità e i prezzi dei prodotti Gli artigiani si stabilirono in città (nei BORGHI) e si riunirono in corporazioni (ARTI): lanaioli, tintori, fabbri, falegnami, ceramisti, scalpellini, cocchieri, farmacisti… Prof.ssa E. Sabuzi
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Le ARTI si occupavano anche dell’istruzione professionale
Le ARTI (o Gilde, o Corporazioni) svolgevano anche attività di assistenza a favore dei soci ammalati, delle vedove e degli orfani Le ARTI si occupavano anche dell’istruzione professionale Prof.ssa E. Sabuzi
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I borghesi guadagnano la libertà
In città i borghesi, anche se non più servi della gleba, dovevano subire i diritti di banno del feudatario e del vescovo: dazi, cioè pedaggi su chi entrava in città, diritto di taglia, cioè il diritto di prelevare beni dalle botteghe Ma cominciarono a non sopportare più quei privilegi feudali Prof.ssa E. Sabuzi
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IL COMUNE Erano pronti a battersi fino alla morte per il “comune” obiettivo di una maggiore libertà I borghesi si allearono, si riunirono in COMUNE, un’associazione armata di reciproca solidarietà, nella quale si entrava con un giuramento solenne Prof.ssa E. Sabuzi
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I COMUNI CONQUISTANO LA LIBERTA’
Attraverso lotte armate, trattative o pagamenti in denaro, i Comuni di tutta Europa si liberano dai vincoli feudali ottenendo numerose libertà LIBERTA’: Dalle “taglie” signorili Di amministrare in proprio la giustizia Di battere moneta Di ampliare le mura cittadine Di governare la città Dalle corvée Prof.ssa E. Sabuzi
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UN GOVERNO AUTONOMO Le città, dunque, in una prima fase erano sottoposte ad un signore feudale o ad un vescovo Presto riuscirono a rendersi autonome e diedero vita ad una nuova forma di governo, il Comune. Si governarono da sole Prof.ssa E. Sabuzi
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I COMUNI… NASCONO DEMOCRATICI
All’inizio scelsero un governo democratico (Atene, Roma dei consoli): una repubblica che si basava sul potere dell’Assemblea dei cittadini (esclusi: donne, apprendisti, salariati saltuari, servi) I magistrati supremi erano chiamati consoli Prof.ssa E. Sabuzi
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I COMUNI… DIVENTANO OLIGARCHICI
Il controllo del potere passò ad un numero ristretto di famiglie (governo di pochi). I nuovi aristocratici facevano parte del popolo grasso (le famiglie più ricche: cavalieri delle torri, ricchi mercanti, artigiani di successo, vescovo e feudatari…) che apparteneva alle Arti maggiori (giudici, notai, lanaioli, medici e speziali) Prof.ssa E. Sabuzi
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Dal Comune alla Signoria
Tra le “casate”, famiglie rivali, c’erano molte lotte per il potere (cfr. Giulietta e Romeo). Per questo, inizialmente, fu chiamato a governare il Comune un uomo di prestigio forestiero, il podestà, che, in carica per 1 anno, al di sopra delle parti, potesse riportare la pace Pian piano, però, nei Comuni si affermò un potere forte, di uno solo SIGNORIA (Visconti a Milano; Estensi a Ferrara; Medici a Firenze; Scaligeri a Verona…) Prof.ssa E. Sabuzi
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L’Europa diventa un PUZZLE
Ogni “tessera” era un feudo, una città libera o un vescovato autonome Ogni gruppo di tessere apparteneva a un regno Su tutti emergevano (in teoria) due autorità sacre: l’imperatore di Germania e il Papa Prof.ssa E. Sabuzi
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FRAGILITA’ DELL’IMPERO
Il Sacro Romano Impero (Germania-Italia) era il dominio più esteso d’Europa e il più importante moralmente (unzione) Politicamente era fragilissimo: al suo interno c’erano feudi e città autonome, che tenevano conto ben poco dell’autorità dell’Imperatore Prof.ssa E. Sabuzi
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L’impero L’Impero è costituito da:
REGNO DI GERMANIA (con 4 ducati: Svevia, Baviera, Franconia e Sassonia; altri 18 feudi maggiori, una trentina di grandi città libere, centinaia di monasteri e feudi minori, tutti dotati di larghe autonomie rispetto all’imperatore E’ costituito anche da parte dal REGNO D’ITALIA, in cui ci sono molte città autonome Prof.ssa E. Sabuzi
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L’ITALIA REGNO D’ITALIA, con comuni indipendenti
STATO DELLA CHIESA papa REGNO DI SICILIA Normanni (Altavilla) SARDEGNA 4 giudicati indipendenti, sotto l’influenza di Genova Prof.ssa E. Sabuzi
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LOTTA TRA IMPERO E COMUNI
Tra i Comuni, quelli Lombardi avevano ottenuto dai feudatari molte libertà, ma erano rimasti sudditi dell’Impero germanico Da molto tempo gli Imperatori non si occupavano del Regno d’Italia, impegnati a lottare contro i feudatari tedeschi Federico I di Svevia, detto Barbarossa, tentò, invece, di far rispettare ovunque la sua autorità Prof.ssa E. Sabuzi
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La Lotta Ne derivò un’aspra lotta, soprattutto contro Milano e Crema
Nel 1167 i Comuni si unirono nella Lega Lombarda (giuramento di Pontida, lago di Como) I comuni sconfissero l’imperatore nella battaglia di Legnano, vicino alle Alpi, nel 1176 Prof.ssa E. Sabuzi
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VIE COMMERCIALI Prof.ssa E. Sabuzi
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LE CROCIATE XI sec. pellegrinaggi di massa (strade riaperte
Sia per i fedeli che per i cavalieri feudali Prof.ssa E. Sabuzi
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Vivevano per combattere
I cavalieri, dopo la fine delle ultime invasioni, non avevano più nemici esterni. Vivevano per combattere Cominciarono, dunque, a scontrarsi tra loro violenza Per evitare ciò, i vescovi li obbligarono a seguire alcune regole (Tregua di Dio) o a recarsi nei Luoghi Santi Prof.ssa E. Sabuzi
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Liberare il sepolcro di Cristo
Precedentemente i rapporti con gli Arabi erano stati sempre tranquilli, ma nell’XI secolo la Terrasanta, cadde nelle mani dei Turchi Selgiuchidi (popolazioni affini agli Unni, da poco convertiti all’islam e poco tolleranti) I pellegrinaggi furono resi più difficoltosi e vennero ostacolati i rapporti commerciali tra Europa e Asia Prof.ssa E. Sabuzi
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1095 la prima crociata Nel 1095 il papa Urbano II esortò i cristiani a “liberare” Gerusalemme In realtà non disse mai di conquistare Gerusalemme, ma di scortare i pellegrini per proteggerli durante l’attraversamento delle terre turche, promettendo l’indulgenza plenaria (il perdono di tutti i peccati) Prof.ssa E. Sabuzi
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URBANO II “Poiché, o figli di Dio, gli avete promesso di osservare tra voi la pace e di custodire fedelmente le leggi con maggior decisione di quanto siate soliti, è necessario che vi affrettiate a soccorrere i vostri fratelli orientali, che hanno bisogno del vostro aiuto… Infatti i Turchi hanno occupato le terre cristiane uccidendo molti e rendendoli schiavi… Si affrettino alla battaglia contro gli infedeli coloro che prima erano soliti combattere illecitamente contro altri cristiani! Diventino cavalieri di Cristo quelli che fino a ieri sono stati briganti Prof.ssa E. Sabuzi
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LE CROCIATE OBIETTIVO: conquistare la Terra Santa Regni latini
QUANTE: 8 QUANDO: dal 1096 al 1291 CHI: contadini, cavalieri, sovrani di tutta Europa ALLA FINE perdita dei Regni Latini, ma ciò non impedì ai cristiani di recarsi a Gerusalemme Prof.ssa E. Sabuzi
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PERCHE’ Per deviare la violenza dei cavalieri Per motivi religiosi
Per conquistare terre Per conquistare mercati ( Venezia mediatrice tra Oriente e Occidente) Prof.ssa E. Sabuzi
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L’ORRORE STRAGI Da un cronista del XII secolo (Alberto d’Aix):
“I pellegrini cominciarono a infierire crudelmente contro gli ebrei e ne fecero crudelissima strage…. Gli ebrei, vedendo che i cristiani non risparmiavano nessuno neppure i piccolini e non avevano pietà per nessuno, si uccisero vicendevolmente. E la cosa più straziante fu che le stesse madri tagliavano la gola ai figli lattanti oppure li trapassavano, preferendo che morissero per loro propria mano” Prof.ssa E. Sabuzi
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