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PubblicatoInes Rosa Modificato 11 anni fa
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Psicologia Sport Gestire l’ansia nello Sport, cercare con l’atleta la giusta attivazione
Matteo SIMONE Psicologo, Psicoterapeuta gestalt ed EMDR
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L’attivazione psico-fisica è il livello di “allerta” con cui mente e corpo si preparano ad affrontare un compito
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La competizione determina nei giocatori una condizione fisico-mentale caratterizzata da un elevato livello di attivazione fisica
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alto livello di attivazione elevata tensione ansia tachicardia sudorazione tremore pensieri negativi
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livello di attivazione basso pigrizia stanchezza noia disinteresse
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questi due estremi attivazionali sono entrambi deleteri per la riuscita di una buona performance
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sono i livelli intermedi ad essere ottimali per gli atleti
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ciascun atleta dovrebbe lavorare insieme ad un esperto per individuare il proprio livello ottimale di attivazione psico-fisiologica
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…dovrà apprendere le tecniche di Mental Training adeguate ad innalzare o abbassare il livello di arousal fino a farlo divenire ottimale per il compimento di una prestazione ideale
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“raggiungere un livello di concentrazione ottimale” “non aver paura di sbagliare” “saper controllare l'ansia”
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Hanin propone una teoria della relazione fra ansia e prestazione denominata IZOF (Individual Zone of Optimal Functioning) ogni atleta ha la sua zona ottimale di “ansia” e attivazione emotiva in cui riesce a realizzare prestazioni ottimali
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Cosa si intende per IZOF Individual: fa riferimento al fatto che la “Zona di Funzionamento Ottimale” è diversa per ogni atleta Zone: si tratta di un campo di valori e non di un valore unico superato il quale la prestazione decade
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Optimal Functioning la prestazione ottimale è garantita da uno stato “ottimale” caratterizzato da:
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condizioni interne “ottimali” coinvolgimento “ottimale” dell’atleta possibilità di accedere a e usare le risorse più adatte al compito
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il contributo di Hanin sta nell’uscire dal ottica di considerare solo il rapporto tra livelli d’ansia e la conseguente prestazione
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Per lui anche altre emozioni possono determinare la prestazione Queste emozioni possono essere negative o positive
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ciò che conta secondo questa teoria è la funzionalità (facilitanti vs debilitanti) di queste emozioni nel determinare la prestazione
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e non la loro valenza negativa o positiva (emozioni piacevoli vs emozioni spiacevoli)
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Il modello teorico di Unestahl è in relazione con il modello di Hanin perchè entrambi credevano che nel momento della peak performance gli atleti vivano uno stato affettivo particolare.
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Unestahl chiamò questo stato "stato di performing ideale"
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Sebbene i due approcci siano simili la differenza sta che per Hanin questo stato ottimale può essere rievocato mentre Hunestahl sostiene che gli atleti spesso abbiamo amnesia selettiva o totale dopo la best performance
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Eventuali tecniche da utilizzare potrebbero essere:
esercizi di respirazione per agevolare un incremento di attivazione o ridurre un’eccessiva ansia pre– gara;
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Esercizi di visualizzazione per rievocare sensazioni positive provate in occasione di una gara andata particolarmente bene.
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Matteo SIMONE Roma, Piazza Ragusa n. 5 (Metro Ponte Lungo) GRAZIE
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