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STORIA E TECNICA DEL GIORNALISMO
P. Murialdi, Storia del giornalismo italiano, il Mulino, Bologna 2000
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L’età delle gazzette Dove e quando appaiono le prime gazzette a stampa? All’inizio del Seicento ( ) ad Anversa, Augusta e Strasburgo (e poi Amsterdam, Parigi, Vienna e Londra) In Italia: Firenze (1636?), Genova (1639)
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Il termine “gazzetta” Il termine”gazzetta” nasce da un avviso veneziano del 1563 messo in vendita a una “gazeta” (moneta d’argento) Iniziale convivenza di gazzette e avvisi: senza titolo alcune notizie dall’estero notiziario locale
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Tempi e formati Prima metà del Seicento:
Venti giorni circa per la diffusione della notizia Formato delle gazzette= libri (15 x 23) Due o quattro pagine Seconda metà del Seicento: Periodicità bisettimanale Otto pagine Primi abbonati
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La “libertà di stampa” Poca libertà per il compilatore e lo stampatore
“gazzetta privilegiata”: l’attività giornalistica è sottoposta al regime di esclusiva (il privilegio concesso dal principe) e di censura preventiva Il compilatore è spesso un funzionario della Corte
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Il sistema del “privilegio”
Sovvenzioni, agevolazioni e monopolio dell’informazione politica Caso esemplare in Francia (Luigi XIV): “La Gazette” pubblicata a Parigi nel 1631 per volere di Richelieu Il compilatore è Theophraste Renaudot che la arricchisce con supplementi dedicati ad eventi particolari e annunci commerciali
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TESTATA: “Notizie fresche degli affari della guerra e del mondo”
Il primo quotidiano Lipsia 1660 TESTATA: “Notizie fresche degli affari della guerra e del mondo” poi “Leipziger Zeitung”
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In Inghilterra nel 1664 La guerra civile alimentava già le rivendicazioni di libertà d’espressione. Nel 1664 nell’ Aeropagitica John Milton argomentava energicamente contro la censura governativa scrivendo: « […]Mentre sia debitori che delinquenti possono camminare liberamente senza essere vigilati, dei libri inoffensivi non possono essere stampati senza un bollo-secondino ben visibile sotto il loro titolo» John Milton, Aeropagitica, 1664
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In Inghilterra cinquanta anni dopo
Fino al 1694, l'Inghilterra aveva un elaborato sistema per la concessione delle licenze di stampa. Nessuna pubblicazione veniva consentita senza la bolla di una licenza rilasciata dal governo. Nel 1695: il Parlamento abolisce il Licensing Act
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In Inghilterra nasce il primo quotidiano moderno della storia
Nel 1702 nasce a Londra il “Daily Courant”: dura 33 anni Contenuti simili a un quotidiano moderno Diffusione favorita dall’avvio del servizio postale (In Francia si avrà solo nel 1777: “Journal de Paris”
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La stampa inglese 1787 Edmonde burke proclama la stampa IL QUARTO POTERE Defoe pubblica il suo romanzo a puntate sul “Daily Post” nel 1719
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In Italia Fine Seicento- inizi Settecento: si amplia la rete di gazzette privilegiate: Prive di titolo e di numerazione Impossibile stabilire la data di primogenitura (Parma o Mantova?) Si ricordino: “Il Sincero” (Genova), “I Successi del mondo” (Torino), il “Rimino” (Rimini)
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Il “Sincero” e “I Successi del mondo”
Durano a lungo (circa trent’anni) Mostra il ruolo che le gazzette hanno per il principe: Divulgare notizie controllate Aggregare il consenso degli avvocati e dei mercanti in ascesa “Il Sincero”: il suo compilatore (Luca Assarino) è un ex mercante “I Successi del mondo”: esempio di descrizione di Carlo I Cfr. p. 12
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Il giornalista nel Seicento
Figura del giornalista simile a quella del funzionario di corte Il cronista del Seicento e come un “mercante della carta” che “vende a qualsiasi torchio prodotti di ogni specie… e non tanto quella di un uomo di cultura che compie precise scelte di campo” (Castronovo, La stampa italiana dal ‘500 all’800, Bari Laterza 1984)
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La censura Numerose bolle papali emanate contro i gazzettieri
All’inizio del Seicento: Numerose bolle papali emanate contro i gazzettieri Alla fine del Seicento e nella prima metà del Settecento 1691 un bando accomuna i gazzettieri a “giocatori, biscazzieri, meretirici e donne disoneste che vanno in carrozza” aumenta la censura e si inventano altri interventi: il diritto di bollo che l’editore deve pagare su ogni copia stampata
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Il primato letterario Il primo periodico rivolto ai dotti:
“Journal des Savant” (1665) a Parigi, rientra nella politica culturale di Re Sole: ragguaglio settimanale sui libri che si pubblicano in Francia
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Il primato letterario in Italia
Roma nel 1668 “Giornale dei letterati” (trimestrale) Venezia (Aldo Manunzio) “Il Giornale dei letterati d’Italia”: rivista trimestrale in vita per 30 anni Firenze (1740) “Novelle letterarie” Contenuti: storia, teologia, scienza, diritto
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Dopo la metà del secolo Venezia consolida il suo primato
Influenza dell’illuminismo L’esempio del “Tatler” e dello “Spectator”: “Gazzetta Veneta” di Gasparo Gozzi (1760) “Frusta letteraria” di Giuseppe Baretti (Aristarco Scannabue) ( ) Spectator: pubblico più ampio di quello dei dotti borghesia colta dialoghi creati dal giornalista
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La lezione illuministica dell’Encyclopedie
“Il Caffè” a Milano ( ) con Pietro e Alessandro Verri e Cesare Beccaria Pietro Verri: Che cos’è questo Caffè? È un foglio di stampa che si pubblicherà ogni 10 giorni Cosa conterrà? Cose varie, disparatissime, inedite, fatte da diversi autori, dirette alla pubblica utilità Con quale stile saranno scritti questi fogli? Con ogni stile, che non annoi
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Il giornalismo politico
La Rivoluzione francese e la stampa italiana
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La rivoluzione segna una tappa fondamentale
Viene sancita la libertà di stampa In Italia aumenta la diffusione e il numero dei lettori (grazie ai “gabinetti di lettura”) Nasce il giornalismo politico e si forma l’opinione pubblica Le notizie sulla rivoluzione e gli eventi francesi si diffondono ampiamente Articolo Xi della Dichiarazione dei diritti dell’uomo: p.19
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La posizione dei giornali nei confronti della rivoluzione è aperta
“Gazzetta Universale” di Firenze “Notizie del mondo” di Venezia Questa tolleranza si perde: A Milano nel 1790 il Consiglio di Governo ha la facoltà di proibire qualsiasi pubblicazione Giornali di contrabbando francesi (Genova testa di ponte) e la “Gazzetta di Lugano” diretta da Giuseppe Vanelli
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Arriva la libertà Napoleone Bonaparte entra a Milano il 15 Maggio 1796: sulla sua scia esplode una grande fioritura di giornali “Di qui partiranno i giornali e gli scritti di ogni genere che infiammeranno l’Italia, dove la tensione è al massimo”
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In Italia: il triennio rivoluzionario
Milano: nascono circa 40 giornali Genova: circa 20 Venezia, Roma e Napoli: circa 10 Compaiono i primi fogli quotidiani Nasce il giornalismo politico: spazio anche alle notizie italiane Temi dominanti: libertà di stampa e movimento patriottico rivoluzionario
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Vera libertà di stampa? Napoleone volge le proprie preferenze per i giornali moderati Nell’articolo 354 si assicura LA LIBERTà D’ESPRESSIONE salvo “i casi previsti dalla legge” (ciò consente di sopprimere i giornali più arditi)
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I giornali nel triennio rivoluzionario
Milano: capitale della stampa Il più famoso giornale del tempo: “Monitore italiano” (1798) poi “Monitore cisalpino” e apre la serie dei “monitori” nelle città italiane Differenza tra i due “Monitori”: il primo è un foglio di battaglia; il secondo è un foglio democratico “Il Redattore”: utilizzato il termine dei giornalisti che compilano i mezzi dell’informazione
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I giornali durante il triennio
Pochi i fogli reazionari Molti i fogli che aderiscono al nuovo ordine politico A Genova: portavoce e strumento di battaglia dei democratici la “Gazzetta nazionale genovese” (1797) Stampata in una tipografia apposita Usa i caratteri bodoniani Impaginazione ordinata e contenuti vari
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I giornali durante il triennio
A Roma: “Il Monitore di Roma”: foglio moderato A Napoli: “Il Monitore napoletano” animato da una donna, Eleonora Fonseca Pimentel Benedetto Croce dice di questo giornale: “Non distrazioni, non discorsi di letteratura o astratte discettazioni. Il Monitore va rapido e dritto […] e in esso ritroviamo … i propositi dei patrioti napoletani…”
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Nel 1799: crollo delle Repubbliche
Scomparsa dei giornali democratici Il caso della “Gazzetta di Bologna”: sopravvive perché aveva evitato di compromettersi
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Regime napoleonico I controlli sulla stampa sono severi ma non ferrei:
A Milano: “la Gazzetta nazionale cisalpina” e il “Redattore cisalpino” Dopo il 1806 (duplice incoronazione di Napoleone): “Ufficio della libertà di Stampa”: realtà di facciata poiché è scomparsa ogni libertà
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Il regine napoleonico I giornali italiani si ispirano al “Moniteur” di Parigi (giornale gradito a Napoleone) “Il Giornale italiano” di Vincenzo Cuoco: persegue l’intento di “formare lo spirito pubblico di una nazione” Il “Corriere milanese”: foglio ufficioso, largo spazio alla cronaca cittadina
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1812: Napoleone riordina la stampa
Regime repressivo----giornalismo letterario “Corriere delle Dame”: periodico diretto al pubblico femminile (Milano 1804) e fondato da Carolina e Giuseppe Lattanzi: Illustrazione di un figurino di moda Ragguagli sui fatti della settimana (Termometro politico)
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