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LOCALISMO ECONOMICO, IMPRENDITORIALITA’ DI GRUPPO ED ACCORDI INTERAZIENDALI
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Il tema dello sviluppo delle imprese minori
è stato sempre affrontato considerando come indicatore semplificato la dimensione dell’impresa. In realtà è possibile perseguire lo stesso obiettivo, lo sviluppo dell’impresa, grazie ad un’ampia gamma di strategie organizzative. I casi di collaborazione tra imprese minori sono in aumento. Le due principali modalità di accordi interaziendali in Italia sono: il localismo economico; l’imprenditorialità di gruppo.
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LOCALISMO ECONOMICO E’ concepito come la risultante
di una lettura interdisciplinare dell’economia italiana, in cui rientrano considerazioni di tipo socio-economico, sociologico, storico e più strettamente culturale. Si fa riferimento a due fattori: elementi di natura non competitiva (cultura, comune, solidarietà locale, spirito di emulazione e di iniziativa); 2. valorizzazione della storia.
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CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL LOCALISMO ECONOMICO: - stretto legame culturale e storico con le realtà locali; - formazione di sistemi di imprese con diverso grado di specializzazione e di parcellizzazione dell’attività produttiva. Tali caratteristiche possono diventare ostacoli allo sviluppo delle imprese (sistema chiuso).
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IMPRENDITORIALITA’ DI GRUPPO
E’ un fenomeno originato da una collaborazione interaziendale, dove si realizzano aggregazioni di imprese territoriali per nascita, formazione e legami sociali, ma plurisettoriali, plurifunzionali e internazionali per raggio di azione.
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Tipi di collaborazione interaziendale
per diverse aree funzionali: Accordi di collaborazione produttiva (trasformazione fisico-tecnica); Accordi per acquisto di materie prime (es. consorzi di offerta); Accordi per ricerca e scambio di tecnologia; Accordi di marketing o di promozione e vendita; Accordi per servizi in comune (es. servizi fiscali, amm.vi, ecc.);
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La collaborazione interaziendale si realizza in modo diverso nelle differenti aree funzionali in ordine a due variabili: 1. Priorità degli obiettivi delle imprese coinvolte (obiettivi direttamente gestionali e obiettivi di altro tipo); 2. Consistenza dell’assetto organizzativo stabilito tra le imprese coinvolte (effetti organizzativi dell’accordo in termini di struttura org.va, meccanismi operativi, e potere org.vo) .
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Si costruisce una matrice delle diverse tipologie di accordi di
collaborazione interaziendale considerando le due variabili Imprenditorialità di gruppo (3) Alta Consistenza assetto org.vo Collaborazione destrutturata (2) Collaborazione di facciata (1) Bassa Di altro tipo Direttamente gestionali Obiettivi prioritari accordo
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(1) COLLABORAZIONE DI FACCIATA
Collaborazioni fittizie, non finalizzate al perseguimento di obiettivi gestionali, ma per sfruttare vantaggi esterni quali ricerca di finanziamenti pubblici o di un’immagine migliore; (2) COLLABORAZIONE DESTRUTTURATA Collaborazioni tra imprese per rispondere all’esigenza di ricerca di economie di gestione con l’utilizzo di strutture pre-esistenti e meccanismi operativi di tipo elementare; (3) IMPRENDITORIALITA’ DI GRUPPO Accordi con ricaduta economica ed elevato investimento organizzativo sull’assetto interaziendale, anche se tali accordi investono anche l’assetto intraziendale ma senza crescita dimensionale.
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NELLA MATRICE DELLE DIVERSE
PERCORSI EVOLUTIVI NELLA MATRICE DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI ACCORDI Tali processi evolutivi sono possibili ma non necessari; infatti, alcuni accordi collaborativi nascono e si collocano in una certa tipologia, senza subire modifiche di posizione.
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Figura 1.10 pag. 32 PRETI Figura 1.11 pag. 33 PRETI Figura 1.12 pag. 36 PRETI Figura 1.13 pag. 37 PRETI Figura 1.14 pag. 38 PRETI
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PROCESSO DI SVILUPPO DELL’IMPRESA LA REALIZZAZIONE DI ACCORDI
DI MINORI DIMENSIONI: LA REALIZZAZIONE DI ACCORDI INTERAZIENDALI TEMI VALUTATI DALL’IMPRENDITORE AL FINE DI STIPULARE ACCORDI: identificazione e valutazione dei potenziali partner (comprensione della reciproca compatibilità strategica per verificare se l’interesse strategico è fortemente asimmetrico); negoziazione delle regole contrattuali alla base dell’accordo (attori coinvolti ed aree di negoziazione); realizzazione delle finalità dell’accordo; progettazione del sistema di controllo interaziendale.
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Figura 3.9 pag. 179 PRETI Tabella 3.1 pag. 182 PRETI Figura 3.10 pag. 183 PRETI
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