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PubblicatoGabriella Morini Modificato 11 anni fa
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ESPRESSIONISMO A cura di : prof.ssa Maria Grazia Sciarretta
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Espressionismo: corrente culturale sorta in Germania all'inizio del Novecento come reazione all'impressionismo e al naturalismo. Affermatosi in origine nel campo delle arti figurative, si estese poi alla letteratura, alla musica e al cinema, proponendo una rivoluzione del linguaggio che contrapponeva all'oggettività dell'impressione la soggettività dell'espressione.
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QUADRO STORICO L’ATMOSFERA DELL’ESPRESSIONISMO
L’espressionismo nasce e si sviluppa negli anni compresi tra la fine dell’800 e il primo trentennio del '900, un periodo storico questo abbastanza delicato. Nell’Europa d’inizio secolo si vanno, infatti, diffondendo le teorie nazionaliste, promotrici del dominio e dell’annientamento dell’avversario e di una visione del mondo dominato da un unico vincitore. Il clima di quegli anni è di tensione e di angoscia, componenti che i pittori espressionisti porranno come ispiratrici e soggetti delle loro opere soprattutto in Germania, il paese in cui l’espressionismo ha avuto la sua maggior espansione rispetto ad altri. La prima guerra mondiale ha rappresentato la valvola di sfogo di questo generale malcontento, che aveva iniziato ad accumularsi già durante la fine dell’età Bismarckiana e negli ultimi decenni del Questa guerra, da molti addirittura cercata e voluta, era vista come un evento purificatore, che avrebbe cancellato tutti i problemi irrisolti di quel periodo. La distruzione totale sembrava l’unico mezzo adatto per incominciare da un nuovo e diverso ordine, per poter rifondare una nuova società.
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Praticamente però sin dall’inizio del conflitto, coloro che si erano fatti promotori dell’evento bellico e coloro che lo appoggiavano da un punto di vista ideologico, si resero conto che guerra non significava solo nascita di un nuovo ordine sociale, ma soprattutto morte e distruzione. Analizzando dopo tanto tempo gli anni che fanno da contorno al primo conflitto mondiale, ci si accorge di come dovesse essere paranoica e distorta la visione della vita in quel periodo, deformata dalle stesse alterazioni che hanno caratterizzato le opere degli artisti di quel tempo. Si ha la sensazione che all’inizio del secolo in buona parte della popolazione europea stesse come dilagando una generale perdita di identità. Il filo conduttore degli eventi di quegli anni sembra essere una certa alienazione, un certo distacco dalla realtà, spesso e volentieri intesa e assimilata in modo errato o quanto meno secondo parametri falsati. Il fatto stesso che si volesse fortemente lo scoppio di un conflitto bellico mi sembra un desiderio assurdo e allucinato. La generale confusione di quel periodo penso possa essere ricondotta anche al fatto che in alcuni paesi andavano instaurandosi regimi totalitari, in cui una sola persona, o nel migliore dei casi un’oligarchia, decideva per tutta la popolazione, sottomettendola al proprio potere. E’ il caso della nascita della Russia di Stalin, dell’Italia di Mussolini e della Germania di Hitler. DIX “INVALIDES DE GUERRE JOUANT AUX CART”
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Questi tre esempi, anche se non proprio tutti contemporanei tra loro, penso rappresentino i casi più eclatanti di come una popolazione possa essere sollevata dalla responsabilità di prendere decisioni. E’ vero, a volte il fardello delle scelte da operare può divenire particolarmente pesante, ma rimettere nelle mani di un unico individuo il destino di una intera nazione è un falso vantaggio e la storia lo ha dimostrato. Difficilmente lasciare che qualcun altro pensi e decida al nostro posto è fonte di arricchimento personale e di vantaggi reali. Questo clima di falsa libertà di ipocrita leggerezza e il disagio di milioni di persone, alleggerite improvvisamente del loro ruolo nella società, hanno poi contagiato altre nazioni e fatto sì che molti si sentissero disorientati. Proprio un’atmosfera così insolita e surreale è stata quella che ha permesso la nascita dell’espressionismo con riflessi in pittura e letteratura; in entrambi i campi si assiste alla ricerca di qualche cosa, che forse è andato perduto o che forse sta per essere acquisito come nuova fonte di conoscenza. Il romanzo psicologico ricerca l’io e la comprensione di tutte le sue infinite sfumature. Si può dire altrettanto per quanto riguarda l’espressionismo pittorico, in quanto le tele prodotte in quegli anni sono la trasposizione nella realtà, mediante forme e colori, delle angosce, delle paure e dei confusi stati d’animo degli artisti.
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KLEE “INSULA DULCAMARA” Il generale disagio di quell'epoca non è comunque attribuibile solo ed esclusivamente alla presa di posizione dispotica di alcune figure di spicco del mondo politico. Oltre a quanto detto poco fa, bisogna tener conto anche della combinazione di alcuni fattori come la presenza sempre più tangibile della tecnologia nella vita di tutti i giorni, il progressivo allontanamento dell’uomo dalla natura, da migliaia di anni sua compagna inseparabile e la conseguente urbanizzazione della società. In un periodo storico in cui l’idea del mondo, inteso come un unico grande “villaggio globale” era ancora lontana, probabilmente questi cambiamenti, piuttosto repentini rispetto a come le situazioni si erano sempre evolute in precedenza, hanno prodotto oltre a innegabili vantaggi anche un certo senso di inadeguatezza nell’animo umano, forse non ancora pronto a gestire i prodotti delle proprie fatiche materiali (a questo proposito non bisogna dimenticare che il ‘900 è stato definito dai futuristi come il secolo della velocità). L’umanità insomma si è trovata spiazzata dai frutti del suo stesso lavoro, impreparata di fronte alle numerose implicazioni che le scoperte dell’epoca generavano come in una reazione a catena. La sensazione che rimane di quel periodo storico è quella di una umanità disorientata, un pesce fuor d’acqua come si dice, che inconsciamente sperava di poter risorgere con la distruzione della guerra. Il tempo ha dimostrato l’assurdità di quell’idea, in cui purtroppo però ancora molti credono. L’avvento dei due conflitti mondiali non ha fatto altro che cambiare l’importanza e il ruolo dei vari contendenti e, nonostante siano cambiati i protagonisti, la situazione, oggi, non è mutata di molto. Come accadeva prima, ognuno cerca di fare il proprio gioco e le “utopie” di chi sperava in una società rinnovata e basata su nuovi è più alti ideali sono rimaste ancora tali.
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La pittura assume così sfumature sperimentalistiche in cui vengono per così dire testati colori, forme e tecniche di realizzazione. Oltre all’aspetto prettamente pratico questo metodo di produzione collettiva ha permesso la nascita e il diffondersi di una visione dell’arte strettamente legati alla vita di tutti i giorni. Parte integrante dei processi lavorativi sono, infatti, i dialoghi e i momenti di intrattenimento con ammiratori e amici degli artisti. Lo scambio di opinioni, che spesso avveniva proprio sul luogo di realizzazione dei lavori, era di basilare importanza per lo sviluppo e la piena maturazione psicologica della tela in produzione. All’interno del movimento espressionista si è diffusa inoltre una grande varietà di tendenze e di correnti. Da Kirchner (Die Brücke) con i suoi nudi angolosi e sgradevoli, il cui sogno era quello di una natura incontaminata, unica alternativa alla crescente urbanizzazione della società, rappresentata nei suoi quadri con tratti semplici e colori puri, di immediata comunicatività quindi, a Klee che, con le sue opere geometriche, dai colori studiati e tutti collegati tra loro, richiede invece un’attenta analisi e uno studio profondo. Da Kandinskij (Blaue Reiter), che ha rappresentato l’apoteosi dell’immediatezza comunicativa, raggiunta con l’abolizione delle forme a favore di uno spazio dominato e organizzato solo in base ai colori, a Dix, uno dei maggiori esponenti della cosiddetta nuova oggettività, con la analisi cruda e bizzarra della realtà.
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Sino ad arrivare a Matisse, massimo esponente del movimento francese “Fauves”, promotore della linea e del colore puro, della semplicità e di una pittura senza profondità. È evidente che, tenendo conto di queste infinite sfumature, accomunare pittori, tendenze e stili così diversi tutti sotto il termine Espressionismo è un po’ restrittivo e implica delle generalizzazioni. Dovendo fissare delle caratteristiche generali si può dire che le opere di questo movimento artistico sono la trasposizione nella realtà dei sentimenti e delle sensazioni dell’artista: mentre in precedenza si seguivano modelli e soggetti reali, o comunque si cercava il più possibile di ricreare forme e colori riconducibili a quelle già presenti in natura, ora l’obiettivo veniva ad essere la realizzazione di quadri più soggettivi e personali possibili. Verrebbe da dire che regole e modelli vengono annientati. In realtà non è così: ogni pittore segue le proprie idee che trovano la loro concretizzazione attraverso i percorsi più vari. Questo implica che i quadri debbano venire analizzati ogni volta secondo parametri diversi e tenendo presente obiettivi differenti. L’espressionismo, prima che un modo di dipingere, è l’esaltazione della soggettività, unica regola da tener presente durante la realizzazione di un’opera. Il pittore espressionista di fronte alla tela bianca si trasforma insomma in una specie di Dio, che si accinge a creare un universo di colori e di forme a suo piacimento. Questo in linea di massima avveniva anche in passato per i pittori di altre correnti artistiche con la differenza che gli impressionisti non hanno modelli da seguire e prospettive a cui attenersi, devono semplicemente dipingere quello che sentono dentro.
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ARTE Le premesse ideologiche del movimento, che si proponeva di giungere alla comunicazione immediata dei sentimenti attraverso un linguaggio violento, esasperato e polemico basato sulla deformazione appariscente degli aspetti della realtà, furono chiarite da Kirchner nel Manifesto del Ponte (Die Brucke), associazione di artisti e amatori fondata a Desdra nel 1905 e sciolta nel Gli espressionisti tedeschi, notevoli grafici oltre che pittori, partirono, sul piano formale, dalle lezioni di Munch, Van Gogh, Gauguin, Ensor. All'espressionismo psicologico del Ponte, che rimase fenomeno tedesco, seguì l'espressionismo astratto del Cavaliere azzurro, gruppo fondato a Monaco da Kandinsky e Marc nel 1911, la cui diffusione fu internazionale.
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ARTE Sotto l'impulso di Kandinsky i protagonisti del Cavaliere azzurro si volsero verso nuovi modi espressivi, verso la creazione di spazi immaginari, verso l'astrazione lirica e fantastica della realtà. Kandinsky risulta fortemente influenzato da Steiner e dalla teosofia. Importanti motivi di affinità esistono tra gli espressionisti e i fauvisti. L'espressionismo è alla base di successivi sviluppi artistici, come ad esempio il surrealismo (un importante anello di congiunzione tra i due movimenti è Max Ernst) o la lezione di Pollock.
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DER BLAUE REITER il cavaliere azzurro
Der Blaue Reiter. Nome adottato da un gruppo di artisti espressionisti formatosi a Monaco di Baviera nel 1911; i principali esponenti furono Vasilij Kandinskij, Paul Klee, Alexej Jawlensky, August Macke e Franz Marc. Il nome del gruppo, che in tedesco significa "il cavaliere azzurro", deriva dai cavalli azzurri dipinti da Marc e dai cavalieri vestiti di blu dei quadri di Kandinskij. Al pari degli esponenti del gruppo Die Brücke di Berlino, assieme ai quali organizzarono alcune esposizioni, gi artisti del Blauer Reiter rifiutavano le convenzioni dell’arte tradizionale dando voce alla ribellione dell’individuo nei confronti della società moderna; sebbene non avessero uno stile omogeneo, tra i componenti del gruppo era comune l’esaltazione delle forze dell’istinto e della natura. Il Blauer Reiter si sciolse allo scoppio della prima guerra mondiale, ma continuò a esercitare la propria influenza attraverso la scuola del Bauhaus, presso la quale insegnarono Kandinskij e Klee.
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KANDISKY Vasilij Kandinsky nacque a Mosca il 4 dicembre Nel 1871 la famiglia si trasferisce ad Odessa, dove il piccolo Vasilij prende lezioni di musica, studiando dapprima il pianoforte e poi il violoncello. Dopo aver frequentato il liceo, decide di ritornare a Mosca per intraprendere gli studi di diritto: è il Durante un viaggio nella Russia settentrionale per studi sul diritto contadino, conosce le arti decorative locali e se ne innamora. Decide di visitare l'Esposizione di Parigi. Rientra a Mosca per completare gli studi. Sposa la cugina Anja, quindi assieme a lei si reca a Parigi, ma poi rientra in patria, a seguito dell'incarico ricevuto presso l'Università di Mosca. Nel 1895 scopre Monet in occasione dell'esposizione degli impressionisti francesi nella capitale russa. Decide che la pittura sarà il suo futuro, pertanto si reca a Monaco di Baviera, dove si iscrive alla scuola di Anton Azbé e poi entra nel 1900 all'Accademia, dove segue i corsi von Stuck. Nel 1902 espone alla Secessione di Berlino. Nel 1905 espone in numerosi centri europei. Nel 1909 fonda assieme a Jawlenskij e Kubin la Nuova Associazione degli artisti di Monaco. Dipinge le prime Improvvisazioni. Nel 1910 incontra Franz Marc, l'anno dopo conosce Klee, Macke, Arp, Schoenberg. Assieme a Marc fonda il gruppo del Cavaliere Azzurro (Blaue Reiter). Pubblica Dello Spirituale nell'arte, subito dopo esce l'almanacco del Cavaliere Azzurro. Allo scoppio della guerra decide di lasciare a Berlino e torna in Russo. Nel 1918 viene nominato membro del Dipartimento di arti visive del commissariato del popolo. Successivamente si occuperà dell'organizzazione dei musiei a Mosca e in provincia. Ma nel 1921 la passione per le idee rivoluzionarie è già passata ed egli ritorna in Germania, dove verrà chiamato a insegnare al Bauhaus di Weimar, dove dirigerà l'atelier di Pittura murale. Nel 1924, assieme a Klee, Feininger, Jawlenskij, fonderà il gruppo dei Quattro Azzurri. Nel 1937 la sua arte verrà considerata dai nazisti "arte degenerata", i suoi quadri verranno pertanto ritirati dai musei tedeschi. Decide di prendere la nazionalità francese.Il 13 dicembre 1944 morirà a Parigi.
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STUDIO PER COMPOSIZIONE KANDINSKY 1909 – 1910
Kandinsky chiamava "composizioni" i lavori più importanti, formulati gradualmente a partire da schizzi preliminari, destinati a rappresentare l'espressione di uno stato d'animo. In un attacco di febbre tifoidea, Kandinsky concepì un dipinto che cercherà successivamente di ricostruire. Egli riteneva che la Composizione II si fosse molto avvicinata a esprimere quella visione. Nonostante gli studiosi non concordino nell'interpretazione delle singole immagini del dipinto, tutti sono essenzialmente d'accordo nel vedere raffigurate nel lato sinistro della tela una catastrofe e nel destro una scena idillica. D'altronde lo stesso Kandinsky affermò che la Composizione II non aveva un tema specifico; egli ha popolato la tela di una moltitudine di forme semplificate dai colori brillanti.
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Ernst Ludwig Kirchner n
Ernst L. Kirchner ( ) fu tra i massimi esponenti dell'Espressionismo tedesco. Dopo aver vissuto a Dresda e aver fondato il movimento Die Brucke (Il Ponte), che voleva rompere con l'accademia ed instaurare un rapporto diretto con il pubblico, si trasferisce a Berlino, nell'11: la sua pittura diviene più angosciosa. Nel 1915 si arruola volontario, ma essendo stato colpito da tubercolosi verrà congedato. Va in Svizzera per curarsi. Nel 1935 il regime nazista qualifica la sua arte come "degenerata", sicché 600 sue opere saranno distrutte o sottratte ai musei, alle gallerie, ai collezionisti. Cade in una profonda depressione. Quando nel 1938 i nazisti entraranno in Austria, Kirchner teme che essi invaderanno pure la Svizzera. Il 15 giugno di quell'anno decide di suicidarsi. Ragazza seduta: Franzi n Capelli rossi 1914
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Rudof Steiner Steiner, Rudolf (Kraljevica, Croazia 1861 Dornach, Basilea 1925), filosofo austriaco. Dopo aver studiato a Vienna si trasferì a Berlino, dove entrò a far parte della società teosofica. In seguito, se ne staccò e fondò nel 1913 la Società antroposofica, con centro a Dornach in Svizzera. Le sue dottrine enfatizzano la distinzione di diversi principi nell’uomo (dal corpo fisico a quello etereo e astrale, dall’io all’io spirituale) e la concezione di successive rinascite, rivolte a un’elevazione dell’uomo nello spirito puro. TEOSOFIA. Forma di conoscenza intuitiva della natura divina. Distinguendosi dalla filosofia e dalla teologia la teosofia pretende di raggiungere una conoscenza superiore della realtà che fa conseguire all’iniziato la salvezza ottenuta attraverso l’esperienza di disvelamento della verità.
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FAUVISME Fauvisme - Corrente artistica affermatasi in Francia nei primi anni del XX secolo nell’ambito della pittura, che prende la sua denominazione dalla parola "fauve" (feroce, selvaggio) usata ironicamente da un critico per definire un gruppo di quadri esposti al Salon d’Automne nel 1905. Gli autori di questi quadri facevano un uso "feroce", vale a dire molto acceso del colore, secondo la lezione di Van Gogh e di Gauguin; quanto alla struttura formale, si rifacevano invece all’esperienza di Cézanne e in parte anche della scultura negra. Il fauvisme, promosso da Matisse, fu subito accolto da altri artisti. Lo stesso Matisse ne diede una formulazione teorica in un articolo pubblicato il 25 dicembre 1908 su "La Grande Revue", dal titolo Notes d’un peintre. Entrato in crisi già nel 1907 in concomitanza con l’apparire del cubismo, il movimento aprì peraltro nuove vie alla ricerca espressionista e rappresentò una tappa fondamentale nell’evoluzione dell’arte del XX secolo in direzione dell’astrattismo. Il fauvismo è una manifestazione, fra le altre analoghe ricerche pittoriche dell’epoca,di quel vasto movimento culturale che è l’espressionismo europeo. Esso vuole recuperare attraverso l’uso di colori puri, l’emozione e la spiritualità della realtà. H. Matisse, Femme au chapeau, 1905
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Jackson Pollock Pollock, Jackson (Cody, Wyoming Long Island, New York 1956), pittore statunitense, uno dei fondatori del movimento dell’espressionismo astratto. Durante l’adolescenza entrò in contatto con l’arte degli indiani Navajo e nel 1929 si trasferì a New York, dove fu allievo di Thomas Hart Benton. Nelle sue opere giovanili, ispirate al naturalismo, si nota l’influsso della pittura murale messicana di David Alfaro Siqueiros e José Clemente Orozco (Paesaggio con cavaliere, 1933, Pollock Collection, New York). Trascorse molti anni viaggiando negli Stati Uniti, continuando a disegnare, e dalle esperienze surrealiste nacque la serie di quadri Senza titolo ( ). Tra il 1938 e il 1942 fu attivo a New York, dove prese parte al Federal Arts Project. In questo periodo il suo stile divenne sempre più libero e astratto, come nella Lupa (1943, Museum of Modern Art, New York). Dopo il 1947, Pollock passò all’espressionismo astratto ed elaborò la tecnica dell’action painting: l’artista, utilizzando asticelle o spatole, fa colare e gocciolare il colore a olio o lo smalto su grandi tele distese sul pavimento. Con questo metodo, la tecnica del dripping, Pollock eseguì complesse immagini cromatiche, come Occhi nel calore I (1946, Collezione Peggy Guggenheim, Venezia) e Lucifero (1947, Museum of Modern Art, New York). Dopo il 1950, il suo stile si modificò nuovamente: l’artista cominciò a stendere su tele bianche delle sottili linee nere e marroni che si intersecavano. Tra i dipinti dell’ultimo periodo ricordiamo Grigiore sull’oceano (1953, Solomon R. Guggenheim Museum, New York). J. Pollock, Foresta incantata (1947)
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