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PubblicatoFaustino Franceschini Modificato 9 anni fa
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Sociologia dei processi culturali Sociologia della cultura
Orario lezioni. Mercoledì, ore , aula AVILA, Corso Italia. Giovedì, ore , aula AVILA, Corso Italia. Venerdì, ore , aula AVILA, Corso Italia. Sociologia dei processi culturali Sociologia della cultura Prof. Luca Salmieri Lezione 6 ‘Talcott Parsons: la teoria classica, la base per la svolta culturale e le recenti rivisitazioni’
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Talcott Parsons ( )
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Talcott Parsons ( ) Sociologo americano, considerato uno degli ultimi classici della sociologia, durante un soggiorno presso la London School of Economics, segue le lezioni di Malinowski, il cui metodo funzionalista lo avrebbe fortemente influenzato. In Germania entra in contatto con il pensiero di Weber e decide di scrivere una tesi di dottorato sul concetto di capitalismo. Negli Stati Uniti inizia una carriera accademica nell’ambito sociologico e traduce in inglese L’etica protestante e lo spirito del capitalismo. Nel 1937 pubblica La struttura dell’azione sociale e dopo la seconda guerra mondiale viene eletto Presidente dell’American Sociological Association. Negli anni Settanta pubblica due importanti raccolte di saggi, Social system and the evolution of action theory e Action theory and the human condition. Key topics. trasferisce il dibattito sociologico europeo in ambito statunitense assegna un posto centrale alla socializzazione, processo che consente la riproduzione sociale e la produzione della personalità individuale modello cumulativo (struttural-funzionale) di funzionamento della società, analizzabile con 4 variabili modello (AGIL) formulazione della teoria in uno schema d’azione (dell’attore di sistema/dell’agente) possibilità di esprimersi in concetti operativi
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Talcott Parsons ( ) La ripresa dei classici, soprattutto di Weber, Pareto e Durkheim, allo scopo di costruire una teoria sociologica in grado di rendere conto di tutti gli aspetti della società L’individuazione di un metodo – lo struttural-funzionalismo – grazie al quale comparare società diverse fra di loro senza la formulazione di un giudizio di valore. Attraverso la psicoanalisi e Freud opera una complicata e per certi versi geniale connessione fra la società e l’individuo attraverso il meccanismo dell’introiezione Imposta la questione relativamente al rapporto fra gli individui e la società da un punto di vista analitico piuttosto che sostanziale, focalizzando la sua attenzione sul rapporto fra struttura e azione Pone all’ordine del giorno la necessità di operare per mezzo di teorie, ossia strumenti cognitivi senza i quali risulterebbe impossibile studiare le società. Per Talcott Parsons l’interesse principale risiede nell’analisi normativa dell’azione umana: in generale le norme costituiscono l’elemento che deriva da e influenza il fatto che l’azione umana è un tentativo di intervenire sullo scarto tra la situazione in cui agisce l’attore e ciò che è desiderabile per l’attore. Tutto dunque si basa su una continua tensione tra la realtà e le norme, da cui deriva una dinamica eterna, ma anche un certo equilibrio astratto.
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Talcott Parsons ( ) Azione sociale: azione compiuta da un agente, in vista di un fine, in relazione a una situazione e in base a una valutazione delle alternative presenti secondo un criterio normativo (guida dell’azione) Contesto: sistema di aspettative reciproche; complementarità degli attori; integrazione tra i sistemi attraverso i 4 imperativi funzionali (AGIL); interpenetrazione dei sistemi della personalità, sociale e culturale (poi anche biologico). L’attore, per Parsons, si trova a muoversi sempre in un contesto definito dalla presenza di aspetti condizionanti e normativi, tuttavia, il suo operato non è mai il risultato automatico di tali condizionamenti e norme. Il verificarsi o meno di un’azione e la scelta di un tipo di azione piuttosto che un’altra non dipendono solo dai condizionamenti esterni, ma anche da quello sforzo dell’individuo di conciliare situazione reale e modello normativo. L’interrogativo da cui si muove Parsons è il seguente: se esiste un’ampia autonomia individuale, come è possibile che l’insieme delle azioni produca e faccia funzionare comunque un certo ordine sociale da cui derivano una certa prevedibilità e coordinamento delle azioni reciproche? Affinché la stessa autonomia e indipendenza degli individui non costituiscano nella teoria sociologica un dato scontato, ma un punto di arrivo, Parsons suggerisce di articolare un complesso processo di interazione tra la dimensione biologica e psicologica dell’individuo e la dimensione sociale e culturale (individualismo istituzionalizzato).
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Talcott Parsons ( ) Secondo Parsons, l’ordine sociale non può basarsi su qualche formula razionale che appiana il complesso insieme delle relazioni interindividuali. Esso è piuttosto una conseguenza imprevista delle azioni umane, un insieme di meccanismi generato e mantenuto dagli attori in modo indiretto. Doppia contingenza 1) Ogni attore cerca di anticipare obiettivi e preferenze delle altre persone con cui ha a che fare e capire se e come coordinare la propria azione con quelle delle altre persone. 2) Ogni attore è consapevole che anche gli altri procedono allo stesso modo, cioè cercando di interpretare l’azione dell’attore in gioco. Ciò richiederebbe che ogni attore prevedesse tutti i possibili corsi d’azione che tutti gli altri partecipanti potrebbero scegliere. Ma questa situazione è impossibile, dunque irrealistica, in quanto per ogni minima azione sarebbero necessari calcoli enormi. Qui sta la differenza con la teoria della scelta razionale. Dunque la prevedibilità minima dell’azione sociale deve risposare sul altri elementi. Per Parsons, vi sono meccanismi meta-individuali che riducono la gamma delle possibili reazioni altrui. Nell’interazione sociale questo ruolo viene svolto da un ordine normativo condiviso, radicato in una cultura comune e sostenuto da un sistema condiviso di sanzioni, riconosciuto da un’ampia fetta di partecipanti. Quindi per Parsons la cultura funziona come un riduttore della complessità delle opzioni che possono orientare l’azione. Mentre la società si basa su un sistema più o meno condiviso di norme.
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Talcott Parsons ( ) Malgrado la riduzione di complessità operata dalla cultura e l’orientamento sintetico proveniente dalle norme condivise, Parsons sottolinea che resta sempre molto aperta la possibilità che gli attori decidano e si comportano senza tenerne conto. Nonostante questa consapevolezza da parte degli stessi autori in gioco, l’ordine dell’interazione sociale è garantito da aspettative di tipo normativo, che gli attori si sentono tenuti a considerare valide (perché desiderabili, ma non per forza desiderate). Dunque, l’ordine normativo dell’interazione tra attori richiede che questi condividano una stessa situazione in termini di priorità generalizzate - valori - e di aspettative più specifiche, connesse a comportamenti specifici attribuibili a precisi attori o ruoli - norme. Valori I valori quando sono condivisi consentono ad ogni attore di anticipare cosa gli altri attori dell’interazione presumibilmente vogliano o desiderano. Norme Le norme offrono complessi di aspettative specifici e differenziati allo scopo di ridurre sensibilmente l’imprevedibilità dei comportamenti altrui facendo riferimento a modelli di comportamento che, in caso di conflitto, può essere ricondotto a definizioni più generali della situazione. Ma come è possibile che le aspettative sociali condivise siano in grado di riprodursi malgrado la tendenza a logorarsi a causa dell’autonomia di scelta degli individui?
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Talcott Parsons ( ) Parsons pone al centro quei processi sociali che consentono (o frenano) la combinazione delle energie motivazionali degli individui con le risorse culturali (valori) e le strutture sociali (distribuzione asimmetrica delle risorse/capacità di porre in essere sanzioni positive e negative). I processi in questione sono: Socializzazione: i modelli culturali vengono selettivamente incorporati nelle strutture psicologiche degli individui. Istituzionalizzazione: i modelli culturali vengono selettivamente incorporati nelle sistema delle ricompense sociali. Socializzazione e istituzionalizzazione sono di solito coordinati tra loro e si rafforzano a vicenda. Inoltre, forniscono le condizioni di possibilità di ogni complesso struttrato di interazioni sociali (sistema sociale). Dunque per comprendere l’integrazione dei fattori culturali, sociali e psicologici bisogna analizzare specificatamente non soltanto la gestione di un’interazione, ma i motivi grazie ai quali vengono gestite un’enorme quantità di interazioni sociali. L’analisi sociologica deve per forza partire da un caso-ideale: una situazione sociale astratta, introvabile nell’effettiva realtà, ma utile per analizzare i discostamenti delle varie società rispetto a questo caso ideale.
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Talcott Parsons ( ) Qualunque sistema sociale deve fare fronte a 4 tipi di problemi: Istituire un rapporto stabile col proprio ambiente non-sociale (adattamento) Giungere ad un certo equilibrio tra scopi comuni del sistema e scopi specifici delle singole unità che ne fanno parte, oltre che stabilire in quali casi e modi gli scopi comuni del sistema possono o devono acquisire priorità rispetto a quelli specifici delle singole unità (conseguimento dello scopo) Gestire le relazioni tra queste unità del sistema stesso, definendo appartenenze, componendo conflitti e risolvendo contraddizioni (integrazione). Indurre gli individui a mantenere il proprio impegno morale nei confronti dell’identità e dei valori condivisi, definire e riaffermare i modelli culturali, difendendoli da fenomeni che potrebbero farli sembrare meno salienti ed efficaci (mantenimento dei modelli latenti) Nelle affrontare questi 4 problemi, il sistema sociale non riesce mai a risolverli definitivamente, anche perché le soluzioni transitorie di un problema provocano tensioni su gli altri problemi. Ciò rende i sistemi sociali realtà fortemente dinamiche e in tensione. Le società moderne. Nelle società moderne e complesse il sistema economico assolve principalmente la funzione di adattamento; il sistema politico la funzione di conseguimento degli scopi, stabilendo il rapporto tra gli scopi delle singole unità e gli scopi collettivi e vincolanti; la comunità societaria la funzione di integrazione e, infine, le istituzioni fiduciarie - familiari, culturali, educative, religiose - assolvono la funzione di mantenimento dei modelli latenti.
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Talcott Parsons ( ) Nell’analisi di Parsons ognuno dei 4 sottosistemi delle società moderne - economia, politica, comunità societaria e istituzioni societarie - ha bisogno dell’operare degli altri. Certo ognuno di questi sottosistemi delle società moderne opera prima di tutto in riferimento a valori propri: Il sistema economico si fonda sull’utilità Il sistema politico sull’efficacia Il sistema integrativo della comunità societaria sulla solidarietà Il sistema fiduciario sull’integrità morale. Ma allo stesso tempo la supremazia di tali valori all’interno di ogni sottosistema è garantita soltanto se i sottosistemi possono giovarsi di energie provenienti dagli altri sottosistemi. Quindi in sintesi: nel corso della storia i sottosistemi possono cambiare funzione; ogni sottosistema ha bisogno degli altri sottosistemi. Questo è il motivo per cui nelle società moderne si registra un’elevata interdipendenza fra strutture sociali e istituzioni che seguono logiche diverse. È anche altrettanto importante che vi sia una sufficiente integrazione tra i circuiti di interdipendenza dei diversi sottosistemi. Anche in questo caso si ripropone la difficoltà teorica insita in tutto il sistema parsoniano: come è possibile che da una moltitudine di azioni pratiche possa determinarsi, e per di più indirettamente, una serie di risposte alle esigenze del sistema sociale di adattarsi all’ambiente, conseguire degli scopi, gestire le tensioni interne e riprodurre i modelli normativi?
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Talcott Parsons ( ) Nella fase più avanzata della sua carriera Parsons ha tentato di sviluppare una spiegazione di come l’azione di ogni individuo tenda generalmente ad ‘aggiustare’ l’operato degli altri individui di modo che indirettamente ed inconsapevolmente modifichino i loro comportamenti nella direzione da lui auspicata che inevitabilmente è quella del socialmente desiderabile. L’attore può usare determinati tipi di sanzioni per ottenere che gli altri facciano ciò che è desiderabile (sanzioni positive o negative); L’attore può utilizzare determinati canali per ottenere le reazioni desiderabili (agire sulla situazione o sulle intenzioni degli altri attori). Incrociando sanzioni e canali emergono 4 possibili categorie di mezzi: 1) offrire incentivi, 2) esercitare la coercizione, 3) persuadere, 4) attivare un richiamo a valori condivisi. canale situazionale intenzionale Incentivo (denaro) Economia Persuasione (influenza) Comunità societaria positiva sanzione Coercizione (potere) Politica Attivazione di impegni valoriali (generalizzazione impegni al valore) Istituzioni fiduciarie negativa
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Talcott Parsons ( ) Sebbene il modo di procedere di Parsons risulti molto complesso, è importante sottolineare come la dimensione culturale rivesta una funzione centrale nella sua visione del sistema sociale. La dimensione simbolica dei diversi mezzi che possono essere utilizzati in un’interazione (offrire incentivi, esercitare la coercizione, persuadere, attivare un richiamo a valori condivisi) è centrale nel rapporto tra interazione sociale e esigenze funzionali del sistema. L’attore utilizza quelli che definisce mezzi generalizzati di interscambio. La disponibilità di tali mezzi non dipende dalla specifica dall’interazione nella quale è inserito, ma dalla quantità circolante nell’intera rete delle interazioni. Obiettivo di Parsons. Costruire una teoria generale della società che sia: Onnicomprendente: qualsiasi istituzione può e deve trovare posto nel sistema. Consensuale: le istituzioni sono legittimate in base all’accettazione di valori condivisi. Armonica: tutte le istituzioni contribuiscono a garantire l’equilibrio omeostatico del sistema, cioè l’autoriproduzione della società. Critiche al modello di Parsons Non consente di spiegare in maniera soddisfacente il cambiamento sociale. In particolare tende a trascurare il conflitto senza dire nulla sulle possibili cause. Il concetto di sistema è reificato, nel senso che diventa il vero soggetto d’azione a scapito degli individui. Il modello non si preoccupa di avere conferme empiriche. Le categorie sono vaghe e non hanno molto valore per la ricerca empirica.
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