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PubblicatoFiorello Rossa Modificato 11 anni fa
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Capitolo VIII. La determinazione del reddito nazionale
Liberisti e legge di Say; keynesiani e principio della domanda effettiva: due visioni diverse di come si giunge all’equilibrio La determinazione dell’equilibrio in un modello keynesiano: il ruolo del moltiplicatore L’impatto di variazioni della domanda aggregata su inflazione e disoccupazione 1
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Il mercato funziona in modo efficiente?
Negli anni Trenta nacque un acceso dibattito tra: Liberisti sostenevano la validità della legge di Say Il mercato è in grado di allocare le risorse in modo efficiente Keynesiani sostenevano la validità del principio della domanda effettiva Il mercato non funziona in modo efficiente ed è necessario un intervento pubblico per aumentare la domanda aggregata
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La legge di Say L’offerta aggregata crea da sé la propria domanda
Un eccesso di offerta viene eliminato da una diminuzione del prezzo È necessario che i prezzi siano flessibili e quindi che i mercati siano in concorrenza perfetta
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La legge di Say in un’economia di baratto
In un’economia di baratto in cui tutti i mercati sono perfettamente concorrenziali vale la legge di Say
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La legge di Say in un’economia monetaria
In un’economia monetaria in cui tutti i mercati sono perfettamente concorrenziali e non c’è tesaurizzazione della moneta vale la legge di Say L’economia raggiunge spontaneamente la piena occupazione Lo stato non può svolgere alcun ruolo attivo di politica economica Aumenti dell’offerta di moneta non producono effetti sulle grandezze reali, ma solo aumenti di prezzo
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Le ipotesi fondamentali dell’analisi keynesiana
Il mercato dei beni opera in concorrenza imperfetta Le imprese hanno convenienza a mantenere i prezzi fissi
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Il principio della domanda effettiva
È la domanda aggregata a determinare il livello di produzione (di equilibrio) dell’economia p Yo Yd Yd1 Y** Y* Yd, Yo
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L’aggiustamento all’equilibrio
L’aggiustamento non avviene tramite variazioni di prezzo, ma attraverso la quantità prodotta In caso di eccesso di offerta parte della produzione viene immagazzinata e le scorte aumentano in modo indesiderato. La produzione diminuisce per ridurre le scorte al livello desiderato In caso di eccesso di domanda le imprese utilizzano le scorte di magazzino per far fronte all’aumento della domanda. Questa variazione indesiderata spinge le imprese ad aumentare la produzione per ricostituire le scorte
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Sloman, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo 7
La domanda aggregata La domanda aggregata Yd rappresenta la spesa totale per l’acquisto di beni e servizi effettuata da un’economia in un dato periodo Yd=C+I+G+X Si compone di Consumo (C) Investimenti (I) Spesa pubblica (G) Esportazioni (X) Sloman, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo 7 9
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Quali sono le determinanti del consumo?
Nell’analisi keynesiana la funzione del consumo dipende dal reddito corrente (dal prodotto dell’economia) C=C(Yo)
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Funzione del consumo lineare
C=a+bYo a>0, 0<b<1 dove a=consumo di sussistenza C b a Yo
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Funzione del consumo lineare
b=C/Yo= propensione marginale al consumo (PMGC) rappresenta la parte di incremento unitario del reddito che viene consumata. È minore di 1 perché è ragionevole pensare che non tutto l’aumento del reddito verrà consumato C/Y=a/Y+b=propensione media al consumo (PMEC) è decrescente perché all’aumentare del reddito il consumo di sussistenza medio diminuisce PMGC PMEC PMEC PMGC=b Yo
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Teoria del reddito permanente
Il consumo dipende non dal reddito corrente ma dal reddito permanente delle famiglie, definito come una media dei redditi di più anni. (M. Friedman) Tale teoria spiega come reagiscono le famiglie a variazioni temporanee di reddito e suggerisce che se una recessione viene ritenuta di breve durata, il consumo non diminuisce quanto diminuirebbe se la caduta di reddito fosse ritenuta permanente.
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Teoria del ciclo vitale
Il consumo è correlato al reddito in una prospettiva di lungo periodo, che equivale all’intera vita del soggetto o della famiglia. (F. Modigliani) Il reddito futuro influenza il consumo presente: chi ora ha un reddito elevato ma si aspetta nel futuro un reddito più basso,risparmia; chi invece si aspetta per il futuro un reddito più alto, domanda oggi dei prestiti ed è disposto ad indebitarsi per avere un livello più alto di consumo corrente.
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La funzione del risparmio
Il risparmio è dato dal reddito prodotto dall’economia al netto del consumo S=Yo–C(Yo)
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Funzione del risparmio lineare
S=Yo–C= Yo– a–bYo=–a+(1–b)Yo a>0, 0<b<1 dove –a=risparmio di sussistenza S (1–b) Yo –a
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Funzione del risparmio lineare
1–b=S/Yo= propensione marginale al risparmio (PMGS) rappresenta la parte di incremento unitario del reddito che viene risparmiata. Se b< 1 è positiva S/Y=–a/Y+(1–b) =propensione media al risparmio (PMES) è crescente rispetto al reddito PMGS PMES PMGS=1–b Yo PMES
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Funzione dell’investimento
La domanda di investimenti corrisponde ai beni che le imprese desiderano acquistare per aumentare il proprio capitale fisico (impianti e macchine) e le proprie scorte. La domanda di investimenti dipende molto dalle aspettative degli imprenditori circa la domanda futura dei loro prodotti. In una prima approssimazione si suppone che non dipendono dal reddito corrente e quindi che I sia una costante.
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La funzione degli investimenti
Tanto maggiore è il tasso di interesse quanto meno le imprese saranno incentivate a effettuare nuovi investimenti, sia se le imprese devono chiedere prestiti, sia se le imprese possono autofinanziarsi e devono valutare il costo opportunità del capitale proprio L’equilibrio sul mercato dei beni dipende anche dal tasso di interesse:quanto maggiore è il tasso, tanto minore sarà l’investimento e tanto minore l’aumento del reddito. Il tasso d’interesse si stabilisce sul mercato della moneta. Sloman, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo XI
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Sloman, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo 7
Spesa pubblica Rappresenta la domanda di beni e servizi prodotti internamente da parte dello stato E’ una componente autonoma della domanda aggregata, nel senso che non dipende dal reddito. Sloman, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo 7 20
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Le ipotesi del modello macroeconomico keynesiano
Il mercato dei beni è indipendente da quello della moneta Vale il principio della domanda effettiva – prezzi costanti e pari a 1 – Yo=Yd=Y Il reddito di piena occupazione Ypo è dato C=a+bY I=I0 G=G0 21
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Equilibrio del reddito
Se, in una prima approssimazione, supponiamo sia gli investimenti I, che la spesa pubblica come costanti, perché il reddito sia in equilibrio basterà che il risparmio sia uguale agli investimenti. Infatti se Yd = Y o e Yd = C +I +G , ricordando che S= Y - C, la condizione di equilibrio può essere scritta come S = I + G
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Il funzionamento del mercato dei beni (in economia chiusa)
DOMANDA, Yd Consumo C Investimenti I Spesa pubblica G OFFERTA, Yo Reddito offerto EQUILIBRIO SUL MERCATO DEI BENI Politica fiscale G Tasso di interesse r Sloman, Elementi di economia, Il Mulino, 2010 Capitolo XI 23
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Il modello macroeconomico keynesiano
La domanda aggregata è pari a Yd=a+bY+I0+G0 La condizione di equilibrio è Y=a+bY+I0+G0 Y<Ypo Y*=[1/(1–b)](a+I0+G0) A parità di altre condizioni il reddito di equilibrio è tanto maggiore quanto maggiore è il livello programmato della spesa per investimenti e, dato quest’ultimo, quanto maggiore è la propensione marginale al consumo.
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Il modello macroeconomico keynesiano
Data una variazione di domanda aggregata esogena A, la variazione del reddito di equilibrio risulta più che proporzionale nella misura stabilita dal coefficiente m A =a+I0+G0 domanda aggregata esogena m=1/(1–b)>1 moltiplicatore keynesiano Il livello del reddito di equilibrio è dato dal prodotto tra questi due termini - se b0, m1 – se b1, m+ 25
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Derivazione grafica dell’equilibrio
Yd Yd=Yo Yd A Y* Ypo Yo
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Il principio del moltiplicatore
Dato un livello (variazione) di domanda aggregata esogena A, il livello (variazione) del reddito di equilibrio risulta più che proporzionale nella misura stabilita dal coefficiente m (moltiplicatore), a patto che vi siano sufficienti risorse produttive inutilizzate. Il moltiplicatore (uguale a 1/1-c) è tanto più grande quanto più elevata è la PMC (es. se c =75%, m=4; se c=80%, m=5. Dato che 1-c=s, si può anche dire che il moltiplicatore è uguale all’inverso della propensione marginale al risparmio.
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Un aumento della domanda aggregata esogena (ad es
Un aumento della domanda aggregata esogena (ad es. da G0 a G1) determina un aumento più che proporzionale del reddito Yd Yd1 Yd0 A1 A0 Yd=Yo Y* Y** Yo
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Caratteristiche dell’equilibrio keynesiano
Si tratta di un equilibrio di sotto-occupazione Per via dell’insufficienza della domanda aggregata l’economia non riesce a raggiungere spontaneamente il reddito di pieno impiego Il settore pubblico ha un ruolo importante nello spingere l’economia alla piena occupazione delle risorse: l’aumento della spesa pubblica provoca un aumento più che proporzionale sul reddito
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Il finanziamento della spesa pubblica
La spesa pubblica può essere finanziata tramite Emissione di moneta Indebitamento Tassazione NON PRODUCONO EFFETTI SUL MERCATO DEI BENI
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La tassazione Consideriamo la spesa pubblica finanziata attraverso la tassazione Sono rilevanti il tipo di tassazione i vincoli cui è soggetto il bilancio pubblico
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Tipo di tassazione Tassazione in somma fissa T=T0
Tassazione proporzionale T=tY Tassazione progressiva Vengono fissate aliquote diverse per diversi scaglioni di reddito
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Vincoli al bilancio pubblico
Vi è obbligo del bilancio in pareggio T=G Non vi è obbligo del bilancio in pareggio TG
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Obbligo del bilancio in pareggio
La tassazione è in somma fissa Gli individui decidono quanto consumare sulla base del reddito disponibile (Yd=Y–T) T=G0 La condizione di equilibrio diventa Y=a+b(Y–G0)+I0+G0 Y*=[1/(1–b)](a+I0)+G0
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Il moltiplicatore della spesa pubblica
Il moltiplicatore della spesa pubblica si riduce a 1 La spesa pubblica in questo caso è meno efficace nel determinare un aumento del reddito nazionale rispetto ad un aumento degli investimenti o del consumo di sussistenza.
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Disavanzi o avanzi del bilancio pubblico
La tassazione è in somma fissa Gli individui decidono quanto consumare sulla base del reddito disponibile (Yd=Y–T0) T0G0 La condizione di equilibrio diventa Y=a+b(Y–T0)+I0+G0 Y*=[1/(1–b)](a+I0+G0–bT0) Il moltiplicatore rimane invariato
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Tassazione e spesa pubblica
Un aumento della spesa pubblica è più efficace nell’aumentare il reddito di equilibrio di una riduzione delle imposte Infatti 1/(1–b)>b/(1–b) La spesa pubblica agisce direttamente sulla domanda aggregata mentre la tassazione ha un’influenza indiretta tramite l’aumento del reddito disponibile
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Lo scarto inflazionistico
Se al livello di pieno impiego la domanda eccede l’offerta si determina un problema di eccesso di domanda che non può essere risolto La produzione effettiva non può eccedere quella potenziale Si determina uno scarto inflazionistico, una pressione che genera l’aumento dei prezzi
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La curva di offerta aggregata nel modello keynesiano
Per livelli di produzione fino al reddito di piena occupazione i prezzi rimangono fissi Nel momento in cui si raggiunge la piena occupazione un aumento della produzione si riflette in un incremento dei prezzi p Ypo Y
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La curva di offerta aggregata
La disoccupazione e l’inflazione non sono causate esclusivamente da eccessi di domanda e di offerta Non tutte le imprese operano allo stesso livello di attività Quando la produzione è lontana dalla piena occupazione incrementi di produzione provocano aumenti contenuti dei prezzi. Avvicinandosi al pieno impiego i prezzi aumentano sempre di più p È possibile nella realtà osservare inflazione e disoccupazione contemporaneamente Ypo Y
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Il ciclo economico Secondo i keynesiani sono le fluttuazioni della domanda a spiegare le fluttuazioni cicliche Tali fluttuazioni sono determinate da l’instabilità degli investimenti la variazione delle scorte
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La teoria dell’acceleratore
L’ammontare degli investimenti non dipende dal livello della domanda, ma dal suo tasso di crescita Le variazioni degli investimenti tendono a essere molto più accentuate di quelle del reddito nazionale L’acceleratore è uguale al rapporto capitale prodotto (k/Y)
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Variazioni delle scorte
Le scorte hanno un andamento fluttuante nel corso del ciclo e a loro volta influiscono sulle variazioni della produzione
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Le determinanti dell’andamento del ciclo economico
Espansioni e recessioni persistono a causa di Ritardi Effetti cumulativi Espansioni e recessioni finiscono a causa di Livelli massimi e minimi (del consumo, degli investimenti) Effetto eco (rimpiazzo dei beni capitale e dei beni durevoli) L’acceleratore Shock stocastici Politiche economiche
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