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I pregiudizi sono opinioni non per conoscenza precisa e diretta ma su impressioni, paure, emozioni collettive.

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Presentazione sul tema: "I pregiudizi sono opinioni non per conoscenza precisa e diretta ma su impressioni, paure, emozioni collettive."— Transcript della presentazione:

1 I pregiudizi sono opinioni non per conoscenza precisa e diretta ma su impressioni, paure, emozioni collettive.

2 Ogni comunicazione ha un contenuto e stabilisce una relazione

3 … il pregiudizio è un sistema autoreferenziale difficile da spezzare.

4 C’è un luogo in cui i cristiani possono spezzare i pregiudizi?

5 Sì, la liturgia

6 “un corpo solo e un’anima sola”

7 Davanti al Signore tutte le diversità sono ricondotte a unità.

8 Le differenze non hanno più alcun rischio di pregiudizio.

9 … Il segno della pace prefigura il cielo e della terra nuova.

10 In caso contrario non sarebbe possibile celebrare

11 Per chi celebra l’Eucaristia le diversità sono ricchezze

12 Sull’altare si celebra la vittoria sulla morte

13 Il potere distruttivo del pregiudizio nasce dall’angoscia della morte.

14 La pace è anche liberazione dai pregiudizi, dalle grettezze, dalla chiusure della mente e del cuore.

15 Per chi vive la liturgia non c’è bisogno di ideologie e di utopie

16 Uscito dalla chiesa …

17 (Se ha incontrato il Signore) … non si arrenderà alla mediocrità, perché ricorderà di aver “toccato con mano” la possibilità reale di quei valori.

18 La liturgia è azione

19 Eppure…

20 Molti celebrano l’Eucaristia eppure rimangono chiusi e gretti nei loro giudizi.

21 La Parola, per risuonare in modo vivo, il Sacramento per essere efficace, richiedono un orizzonte culturale adeguato

22 Nei confronti dei pregiudizi ci vuole una “frattura creatrice”; una conversione che predisponga all’opera dello Spirito creatore.

23 L’individualismo relativizza ogni verità e ogni valore …

24 Il problema non è più solo la frattura tra fede e vita (la secolarizzazione) ma lo smarrimento del senso dell’umano.

25 Come faceva Gesù? Tutta la sua vita è stata spesa per contrastare i pregiudizi.

26 Non evangelizzava con i riti, neppure si fermava alle parole.

27 Gesù provocava con i fatti.

28 Ecco a cosa serve la Caritas in parrocchia: a pro-vocare!

29 “Dei pregiudizi non si deve parlare ma agire in modo determinato e organizzato”

30 “Occorrono luoghi fisici permanente per l’incontro, la conoscenza e lo scambio”.

31 … il 10% della popolazione che cambia stile di vita

32 Tutto può nascere da una provocazione.

33 Una lotta senza scampo al pregiudizio che ha il suo centro nell’Eucaristia

34 La frattura della provocazione che diventa creatrice (azione dello Spirito) nell’Eucaristia che genera una comunità del 10% organizzata e operativa.

35 È la mentalità di fede

36 Produrre una conversione dell’umano alla sua verità, che sola rende possibile una percezione significativa della fede.

37 Uscire da ogni unilateralità della comunicazione

38 La prossimità attraverso la provocazione concreta

39 L a triste profezia di Isaia ( 6,9) : “Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete”

40 Una metafora della Caritas parrocchiale: il gruppo che possiede il diapason perché la stupenda melodia dei Sacramenti cristiani trovi il tono giusto.


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