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CdL in Ingegneria Gestionale Elementi di Economia Prof. Ing. Nicola Costantino

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Presentazione sul tema: "CdL in Ingegneria Gestionale Elementi di Economia Prof. Ing. Nicola Costantino"— Transcript della presentazione:

1 CdL in Ingegneria Gestionale Elementi di Economia Prof. Ing. Nicola Costantino costantino@poliba.it

2 Programma del corso Microeconomia (3 CFU) –Offerta, domanda e mercato dei prodotti –Mercato dei fattori e distribuzione del reddito –Commercio internazionale, intervento pubblico e ambiente Macroeconomia (2 CFU) –Crescita economica e cicli economici –Economia aperta –Disoccupazione, inflazione e politica economica Limpresa (1 CFU) –Cenni storici su impresa e imprenditore –Natura giuridica dellimpresa Sameulson, P. A., Nordhaus, W.D., Bollino C.A., Economia, McGraw Hill, 2009 (19° edizione). Fraquelli G., Carelli M.T., Capriello A., Ragazzi E.: Il bilancio per i manager, C.E.A., Milano, 2002, cap. 1.

3 Leconomia Studio del modo in cui le società utilizzano risorse scarse per produrre beni utili e di come tali beni vengono distribuiti (Paul A. Samuelson) Scienza della ricchezza o della scarsità? (Thomas Carlyle: La scienza triste) Efficienza (W. Pareto): impossibilità di migliorare le condizioni di un soggetto senza peggiorare quelle di qualcun altro.

4 Micro e Macro Microeconomia (A. Smith, 1776): studio del funzionamento dei singoli mercati. Macroeconomia (J.M. Keynes, 1936): studio del funzionamento complessivo dei sistemi economici. Economie di mercato, pianificate e miste: tre diverse risposte a tre precise domande.

5 Tre domande Cosa produrre? (E in che quantità?) Come produrre? (Quali tecnologie?) Per chi produrre? (Come distribuire i prodotti?) Prodotti = beni (materiali) o servizi (immateriali)

6 I fattori di produzione (input) Terra (risorse naturali) Lavoro (e knowhow) Capitale (beni durevoli: impianti, infrastrutture, ecc.)

7 La Frontiera delle Possibili Produzioni Burro o cannoni? burro cannoni possibile impossibile efficiente

8 F.P.P. nel tempo: anno n Consumi o investimenti? consumi investimenti Cicalandia Formicandia

9 F.P.P. nel tempo: anno n + 1 Consumi o investimenti? consumi investimenti Cicalandia Formicandia

10 Costo opportunità Il costo opportunità è il valore di ciò a cui si rinuncia quando si decide un consumo (o un investimento). Ad esempio: burro / cannoni, Porto industriale / flussi turistici interessi a cui rinuncio se presto una somma ad un amico, ecc.

11 Il mercato Un mercato è un luogo (reale o ideale) di incontro tra venditori (offerta) ed acquirenti (domanda). Risultato dellincontro è la determinazione delle quantità e dei prezzi. Cosa? domanda (voto del portafoglio) Come? concorrenza (tecnologia) Per chi? redditi (prezzo dei fattori)

12 Il circuito del mercato FamiglieImprese Mercato dei beni e servizi finali Mercato dei fattori di produzione Lavoro Terra Capitale Salario Rendita Interesse AcquistiProdotti

13 Il mercato concorrenziale perfetto In un mercato concorrenziale perfetto viene massimizzata la produzione di ricchezza Il mercato opera come una mano invisibile di distribuzione ottimale delle risorse (A. Smith, 1776)

14 Condizioni di perfezione del mercato concorrenziale N° di venditori e acquirenti molto elevato Nessun venditore o acquirente ha dimensioni tali da influenzare singolarmente il mercato Informazione totale, immediata e gratuita Razionalità perfetta dei decisori Una metafora: il modello del gas perfetto

15 Alcuni parametri fondamentali Specializzazione e scambi (la pin factory) Moneta (mezzo di scambio e di misura) Capitale (accumulo di ricchezza per produzioni future) [moneta come mezzo di tesaurizzazione]

16 Le imperfezioni del mercato e lintervento dello Stato ImperfezioneIntervento (esempi) Concorrenza imperfettaAntitrust, controllo prezzi Esternalità negativeRegolamentazioni Esternalità positiveOpere pubbliche Cicli economiciPolitiche economiche SperequazioniRidistribuzione

17 Curva della domanda Effetto sostituzione Effetto reddito quantità prezzo

18 Relazioni tra domanda e reddito Quantità domandata Reddito Prodotti normali

19 Relazioni tra domanda e reddito Quantità domandata Reddito Prodotti normali Prodotti inferiori

20 Determinanti della domanda Reddito medio Dimensioni del mercato Prodotti correlati (sostitutivi e complementari) Gusti e mode Situazioni ambientali Aspettative per il futuro

21 Evoluzioni della domanda/1 quantità prezzospostamento della curva

22 Evoluzioni della domanda/2 quantità prezzospostamento sulla curva P1P1 P2P2 Q2Q2 Q1Q1

23 Curva dellofferta quantità prezzo

24 Determinanti dellofferta Tecnologia Prezzi degli input Prezzi dei beni correlati Politiche governative Influenze particolari

25 Spostamenti della/sulla curva quantità prezzo

26 Equilibrio di domanda e offerta quantità prezzo P* Q*

27 Rendita del consumatore e rendita del produttore quantità prezzo P* Q* Rendita del consumatore Rendita del produttore Q x <Q* P z >P* P y <P*

28 Perché è un equilibrio stabile? quantità prezzo P* Q* eccesso di offerta eccesso di domanda

29 Il problema dei prezzi amministrati quantità prezzo P* Q* Prezzo troppo alto: contrabbando Prezzo troppo basso: equo canone

30 Variazioni della domanda quantità prezzo P* Q*

31 Variazioni dellofferta quantità prezzo P* Q*

32 Elasticità di domanda e offerta E>1 domanda (offerta) elastica E=1 domanda (offerta) ad elasticità unitaria E<1 domanda (offerta) anelastica E = dQ/Q dP/P P Q

33 Elasticità della domanda e ricavo totale domanda anelastica: P RT domanda elastica: P RT domanda ad elasticità unitaria P RT = K Iperbole P*Q=cost.

34 1° Esempio: i problemi dellagricoltura Domanda anelastica Offerta anelastica, variabile (effetti metereologici)

35 2° esempio: imposte sulla benzina Offerta elastica, domanda anelastica imposta prelievo fiscale minore domanda

36 Utilità J. Bentham (1748 -1832) Utilità = soddisfacimento Concetto ordinale e non cardinale (come la qualità) Il paradosso del valore

37 Utilità totale e marginale Utilità totaleUtilità marginale Legge dellutilità marginale decrescente 0 1 2 3 4 UT 0 1 2 3 4 UM

38 Curva di indifferenza Q1Q1 Q2Q2

39 Q1Q1 Q2Q2 Q 1A Q 2A Q 1B Q 2B UT(Q 1A + Q 2A ) = UT(Q 1B + Q 2B )

40 Retta di bilancio e massimizzazione dellutilità totale Q 1 = R/P 1 Q 2 = R/P 2 U max UM1/P1 = UM2/P2

41 Variazione di P 2 Q 1 = R/P 1 Q 2 = R/P 2 U max UM1/P1 = UM2/P2 Q 2 = R/P 2

42 Variazione del reddito Q 1 = R/P 1 Q 2 = R/P 2 U max UM1/P1 = UM2/P2 R > R

43 Equilibrio del consumatore Il consumatore che disponga di un reddito R destinato al consumo di n prodotti lo ripartisce in maniera tale che risulti: UM1/P1 = UM2/P2 = … = UMn/Pn

44 Funzione di produzione La funzione di produzione è la relazione tra la quantità massima di output ottenibile e la quantità di input necessaria per ottenerla, per un determinato livello di conoscenze tecnologiche. Prodotto marginale: output aggiuntivo conseguente allaumento di una unità di input, fermi restando tutti gli altri.

45 Legge dei rendimenti decrescenti Produzione totale Produzione marginale Aumentando un solo input (e lasciando costanti tutti gli altri) loutput marginale è decrescente. 0 1 2 3 4 Output 0 1 2 3 4 Output marginale Input (uno)

46 Rendimenti di scala Output Input (tutti) Rendimenti di scala costanti Rendimenti di scala crescenti (economie di scala) Rendimenti di scala decrescenti

47 Economie di scala e produttività Produttività del lavoro: produzione per unità di lavoro. Produttività totale dei fattori: produzione per unità di input totali (lavoro, materie prime e capitali). Le economie di scala fanno aumentare la produttività. Un esempio: i costi di progettazione.

48 Rendimenti decrescenti, costi marginali, costi unitari lavoro Prodotto marginale Costo marginale Costo unitario CM CU Perché la curva CM incontra la curva CU nel suo punto di minimo? Q C

49 Isoquanto FP 1 FP 2 Diverse combinazioni dei Fattori Produttivi 1 e 2 danno origine alla stessa quantità di prodotto.

50 Isocosti FP 1 = S/C 1 FP 2 = S/C 2 C min PM 1 /C 1 = PM 2 /C 2

51 Variazione di C 2 FP 2 = S/C 2 C min PM 1 /C 1 = PM 2 /C 2 FP 1 = S/C 1

52 Variazione della spesa FP 1 = S/C 1 FP 2 = S/C 2 C min PM 1 /C 1 = PM 2 /C 2

53 Mix di fattori produttivi Ogni impresa combina i fattori produttivi in quantità tali che il rapporto tra prodotto marginale e costi di ogni singolo fattore produttivo sia costante: PM 1 /C 1 = PM 2 /C 2 = … = PM n /C n esempio: operai e robot

54 Costo-opportunità Il costo-opportunità è ciò a cui si rinuncia facendo una scelta (non necessariamente di acquisto: es.: costo-opportunità di studiare invece che andare al cinema). Nei mercati efficienti il costo-opportunità di un prodotto è pari al suo prezzo.

55 I mercati concorrenziali perfetti Rapporto tra prezzo e quantità: domanda del mercato e domanda per limpresa. P Q (mercato) P Q (impresa)

56 Massimizzazione del profitto mercato concorrenziale: limpresa massimizza il profitto producendo la quantità per cui CM=P Costo marginale Costo unitario CM CU PCPC QQ ottimale profitto

57 Condizioni di chiusura Costo marginale Costo unitario CM CU PCPC QQ ottimale CM=CU situazione di profitto nullo (limpresa non apre) CM=CVU situazione di chiusura dellimpresa CVU Costo variabile unitario

58 Lofferta del mercato Lofferta di un mercato è la somma delle offerte di tutte le imprese presenti in esso. P P P Q1Q1 Q2Q2 Q T = Q 1 + Q 2

59 Breve e lungo periodo Variazioni della domanda e conseguenze sullofferta Breve periodoLungo periodo

60 Equilibrio di lungo periodo Costo marginale Costo unitario CM CU PCPC QQ ottimale Nel lungo periodo, a causa del progressivo ingresso di nuovi concorrenti, è: P = CM = CU Ricavi = Costi P minimo

61 Casi particolari Prezzo (costo) costanteRendita pura

62 Uneccezione: le curve di offerta retrogade Esempi: lavoro, petrolio, ecc. P Q

63 Efficienza allocativa Efficienza allocativa (o Paretiana): situazione in cui non è possibile riorganizzare la produzione in modo da migliorare le condizioni di qualcuno senza peggiorare quelle di qualcun altro. Nei mercati concorrenziali perfetti lallocazione delle risorse è Pareto- efficiente.

64 Imperfezioni del mercato Concorrenza imperfetta Esternalità Cicli economici Sperequazioni Asimmetrie informative

65 Concorrenza imperfetta Monopolio Oligopolio Concorrenza monopolistica P Q P Q Concorrenza imperfettaConcorrenza perfetta Domanda (per la singola impresa)

66 Cause di imperfezioni del mercato Economie di scala Barriere allingresso (economiche) Barriere allingresso (restrizioni legali) Pubblicità e differenziazione del prodotto

67 Struttura del mercato e costi di impresa D CU CMD CU CM D CU CM CM e CU di singola impresaD del mercato Monopolio naturaleOligopolio Concorrenza perfetta

68 Il vantaggio del monopolista/1 Per il monopolista: D = RU RM > 0 per domanda elastica (E>1) RM < 0 per domanda anelastica (E<1) D = RU RM 50%0%100%

69 Il vantaggio del monopolista/2 50%0%100% Il ricavo totale cresce finché è: RM > 0 (E>1) quindi decresce.

70 Il vantaggio del monopolista/ 3 CM RM D=RU P max Q max

71 Il vantaggio del monopolista/ 4 CM CU RM D=RU P max Q max

72 Il vantaggio del monopolista/ 5 Prezzo di massimo profitto: RM = CM Massimo profitto: P max * Q max – CU * Q max CM CU RM D=RU Profitto P max Q max

73 Il vantaggio del monopolista/ 6 CM CU D=RU Profitto PT (profitto totale) RT (ricavo totale)

74 Potere di mercato Rapporto di concentrazione su x imprese: quota % di produzione delle x maggiori imprese del settore. Ad esempio negli USA, nel 1992: RC4 (sigarette) = 93% RC4 (altoforni) = 37% RC4 (utensileria) = 3%

75 Oligopolio collusivo Quando gli oligopolisti sviluppano interazioni strategiche ognuno è monopolista della propria quota di mercato. CM CU D=RU Profitto RM N.B.: le curve sono relative alla i-esima impresa ed alla sua quota di mercato.

76 Concorrenza monopolistica/1 Ogni impresa è monopolista del proprio prodotto, ma … CM CU RM D=RU Profitto P max Q max

77 Concorrenza monopolistica/2 La concorrenza dei nuovi concorrenti fa diminuire la domanda … CM CU RM D=RU Profitto P max Q max

78 Concorrenza monopolistica/3 Fino ad annullare il profitto CM CU RM D=RU P max Q max

79 Concorrenza monopolistica/4 Cosa cambia rispetto alla concorrenza perfetta? CM CU P c.m. Q c.m. Q c.p. P c.p.

80 Concorrenza monopolistica/5 Cosa cambia rispetto alla concorrenza perfetta? Prezzi più alti, quantità minori, maggiore varietà, profitto sempre nullo. CM CU P c.m. Q c.m. Q c.p. P c.p.

81 Economia dellinformazione Linformazione è illimitatamente replicabile. Linformazione appropriabile (brevetti) è un fattore di monopolio. Linformazione non appropriabile (ricerca di base) è un fattore di sviluppo generalizzato. Il problema della difesa della proprietà intellettuale (musica, farmaci, ecc.).

82 Economia del rischio e dellincertezza/1 Rischio: alea statisticamente strutturata. Incertezza: alea per la quale non si dispone di valutazioni statistiche. Competizione: alea conseguente a comportamenti altrui non prevedibili a priori.

83 Economia del rischio e dellincertezza/2 Speculazione: acquistare con lintenzione di rivendere in altro luogo e/o tempo. Se il luogo è diverso ed il tempo è lo stesso (trascurando i tempi di trasporto) si ha larbitraggio. Copertura (contratti future): compravendita con consegna futura a prezzo prefissato (trasferimento dellincertezza).

84 Utilità della speculazione/1 Esempio: arbitraggio di frutta tra Bari e Milano 0 1 2 3 4 Utilità a Bari Q a Bari 0 1 2 3 4 Utilità a Milano Q a Milano

85 Utilità della speculazione/2 Trasferimento di una unità da Bari a Milano 0 1 2 3 4 Utilità a Bari Q a Bari 0 1 2 3 4 Utilità a Milano Q a Milano Analogamente per i trasferimenti nel tempo

86 Le assicurazioni Le assicurazioni trasformano una possibile grave perdita X (costo probabilistico x) in un costo certo (deterministico) y: X>y>x. y-x è il margine dellassicuratore. Perché lassicurato è disposto a sostenere un costo (deterministico) superiore a quello probabilisticamente prevedibile? Problema della selezione avversa.

87 Teoria dei giochi Giocatore A Opzione XOpzione Y Opzione X Giocatore B A xx B xx A xy A yy A yx B yx B xy B yy

88 Strategia dominante Un giocatore ha una strategia dominante quando ottimizza i suoi risultati indipendentemente dalle scelte dellaltro giocatore. Se tutti i giocatori hanno una strategia dominante cè un equilibrio dominante. Esempio: per il giocatore A, x è una strategia dominante se è sempre: A xi > A yj

89 Equilibrio di Nash Si ha lequilibrio di Nash quando nessuno dei due giocatori, data (ipotizzata) la strategia dellaltro, è in grado di migliorare il proprio risultato.

90 Dilemma del prigioniero/1 Due pregiudicati, Minguccio e Savinuccio, sono arrestati perché sospettati di rapina. Sono interrogati separatamente, e il giudice fa ad ognuno una proposta: se confessa, se la caverà con una pena di 1 anno, ed il complice sconterà 10 anni. Se entrambi confessano, però, saranno condannati a 5 anni. Se invece nessuno confessa, saranno entrambi condannati a 2 anni.

91 Dilemma del prigioniero/2 Minguccio ConfessoNon confesso Confesso Savinuccio -5 -2 -10 -2

92 Dilemma del prigioniero/3 Sembrerebbe che convenga sempre confessare: se il complice non confessa, ce la caviamo con 1 anno; se confessa ne scontiamo 5. Confesso non è però una strategia dominante: 5 anni è meglio di 10 ma peggio di 2. Confesso/confesso è un equilibrio di Nash nei giochi non ripetuti. Nei giochi ripetuti, non confesso/non confesso è un equilibrio di Nash (omertà).

93 Comportamento opportunistico o cooperativo Nei rapporti economici occasionali prevale linteresse (da entrambe le parti) al comportamento opportunistico. Nei rapporti economici ripetuti cresce lincentivo alla cooperazione (es.: la reputazione su eBay).

94 Relazioni cliente/fornitore Perché le imprese tendono ad avvalersi di un numero ridotto di fornitori abituali? 1.Comportamenti opportunistici (teoria dei giochi) 2.Teoria dei costi di transazione (Coase, Williamson)

95 Redditi Redditi di mercato: salari e stipendi, profitti, rendite, interessi. Reddito personale: reddito di mercato più trasferimenti pubblici. Le pensioni sociali (di invalidità, di vecchiaia, ecc.) sono (almeno in parte) trasferimenti pubblici.

96 Domanda dei fattori La domanda dei fattori di produzione è: 1.Derivata (dalla domanda di prodotto finito). 2.Interdipendente (lavoro/terra/capitale sono risorse correlate).

97 Il mercato del fattore lavoro Lavoro specialistico Lavoro generico O O D D Q P Q P Perché le curve di offerta hanno elasticità differenti?

98 Rendimento del patrimonio Grandi patrimoni Piccolo risparmio D O D O Prezzo = tasso di interesse

99 Perché tassi di interesse diversi? Costi di transazione (fissi) Diversificazione di portafoglio Propensione al rischio Fondi Comuni di Investimento

100 Distribuzione del reddito nazionale/1 Quantità di lavoro Prodotto marginale, tasso salariale Rendita degli altri fattori produttivi Prodotto marginale del lavoro Salari Prodotto delli-esimo lavoratore

101 In condizioni di equilibrio: Salario = prodotto marginale dellultimo lavoratore impiegato Rendita = differenza tra prodotto marginale medio di tutti i lavoratori impiegati e salario (E un concetto analogo a quello della rendita del consumatore, applicata al mercato dei fattori) Distribuzione del reddito nazionale/2

102 Rendita e rendita del consumatore quantità prezzo P* Q* Rendita del consumatore Rendita del produttore Differenze: non consideriamo il prezzo, ma il prodotto marginale; la quantità di lavoro acquistata è data (dallequilibrio di mercato: Pm=Rm), pertanto la curva della offerta è verticale.

103 Equa distribuzione dei redditi? La distribuzione dei redditi dipende dal mercato dei fattori, quindi: dalla domanda di prodotto finito (esempio: redditi dellArabia Saudita) e dalla interdipendenza dei fattori produttivi Conseguenze: nessuna garanzia di equità

104 Il mercato del lavoro: confronti internazionali Paese industrializzato Paese emergente O O D D Q P Q P Istruzione, capitale, tecnologia, demografia

105 Differenziali salariali compensativi Differenziali salariali compensativi: differenze salariali a compenso di particolari condizioni di lavoro. Esempi: lavoro straordinario, notturno, allestero, ecc.

106 Differenziali di istruzione 010203040 Anni di esperienza 20 15 10 5 Guadagno medio orario ($ USA, 1989) Laurea Diploma Scuola media

107 Conviene studiare? V.A.N. = CF j (1 + I) j J=1 n V.A.N. = Valore Attuale Netto CF = Cash Flow allanno j I = tasso di attualizzazione n = numero di anni di attività di studio e lavorativa

108 Differenze salariali Individui uguali Occupazioni uguali Unico mercato con concorrenza perfetta Individui uguali Occupazioni diverse Differenziali salariali compensativi Individui diversi Offerte diverse Gruppi non concorrenti Pure rendite economiche Individui diversi Gruppi in parte concorrenti Differenziali salariali determinati dal mercato

109 La contrattazione collettiva Quantità di lavoro salari P* Disoccupazione Q* paga sindacale

110 Terra e rendita La rendita è rendita economica pura Quantità di terra Rendita P* Q* Offerta anelastica (ma in Olanda …)

111 Imposte sulla terra Limposta grava sul proprietario Quantità di terra Rendita P* Q* Pi*Pi* Prelievo fiscale

112 Limposta perfetta Rendita imposta prelievo fiscale Quantità di terra prelievo fiscale imposta Normalmente limposta comprime lofferta, ed altera le quantità scambiate, e quindi lequilibrio di mercato Se lofferta è fissa le quantità scambiate restano le stesse: lofferta (che non può cambiare) vede una domanda ridotta

113 Capitale e interesse Tasso di rendimento del capitale: rendimento netto annuo del capitale investito. Il T.I.R. (Tasso Interno di Rendimento) è il tasso I che rende nullo il V.A.N. CF j (1 + I) j J=1 n V.A.N. =

114 Tassi di interesse Tasso di interesse (nominale) T n è il prezzo (% annuo) di concessione di un prestito monetario. Tasso di interesse reale T r è il tasso depurato dagli effetti dellinflazione In. Per tassi di inflazione modesti si può approssimare: T r = T n - In

115 Valore attuale di una rendita perpetua Un capitale V, prestato al tasso (decimale, non percentuale) i, fornisce una rendita annua perpetua: N = V*i ; quindi è: N.B.: il V.A.N. è il V.A. al netto dellinvestimento iniziale. V = N i

116 I profitti dellimpresa: punti di vista Rendimenti impliciti (costo-opportunità del capitale investito). Compenso per lassunzione di rischi (imprenditoriali). Premio per linnovazione (Shumpeter).

117 Teoria generale del capitale Consumi e investimenti consumi tempo opzione A opzione B periodo di investimento risparmio maggiore produzione

118 Capitale e rendimenti decrescenti In una situazione stazionaria, laccumulo di capitale dovrebbe portare a rendimenti decrescenti. Ma in condizioni di progresso tecnologico permanente il capitale crescente trova sempre nuovi possibili utilizzi. In un sistema senza rischi o inflazione il tasso di interesse di mercato è pari al tasso di rendimento concorrenziale del capitale: Cm = Rm

119 Tasso dinteresse di mercato Nel breve periodo: Stock di capitale Tasso di interesse Q*

120 Tasso dinteresse di mercato Nel lungo periodo: il rendimento incoraggia il risparmio Stock di capitale Tasso di interesse Q*

121 Il commercio internazionale Maggiori possibilità di scambio: aumentano scelta e concorrenza. Nazioni sovrane: possibilità di barriere e/o limiti doganali. Tassi di cambio: luso di monete locali diverse implica lo sviluppo di un mercato dei cambi.

122 Determinanti del commercio internazionale Diverse condizioni di produzione (risorse naturali, clima, ecc.) Differenze di gusti (funzioni di utilità differenti nei vari paesi; es.: tonno italiano in Giappone). Costi decrescenti (economie di scala).

123 Vantaggio assoluto e comparato Se il paese A è più efficiente del paese B nella produzione del bene x, e B è più efficiente di A nella produzione del bene y, è logico che A esporti x ed importi y (viceversa per B). Ma cosa succede se A è più efficiente di B nella produzione sia di x che di y?

124 Teoria del vantaggio comparato Ogni paese avrà un vantaggio se si specializzerà nella produzione e nellesportazione dei beni che può produrre a costi relativamente bassi, importando invece i beni che produrrebbe a costi relativamente più alti. Ciò anche se, in termini assoluti, è più efficiente degli altri paesi nella produzione di tutti i beni. (David Ricardo, 1817).

125 Risorse disponibili (h lavoro): USA: 600 h EU: 600 h Ipotesi semplificative: 2 paesi, 2 prodotti, 1 solo fattore produttivo, costi di trasporto trascurabili. Vantaggio comparato: esempio/1

126 Vantaggio comparato: esempio/2 h lavoro/prodottoh (USA)h (EU) alimentari13 vestiario24 rapporto di scambio21,33

127 Vantaggio comparato: esempio/3 Frontiere delle possibili produzioni V A 0 300 600 300 150 0 V A 0 300 600 300 150 0 USA EU

128 Vantaggio comparato: esempio/4 In regime di autarchia: USAEUTot. A150120270 V22560285

129 Vantaggio comparato: esempio/5 Posizionamento sulle FPP: V A 0 300 600 300 150 0 V A 0 300 600 300 150 0 USA EU 150 225 120 60

130 Vantaggio comparato: esempio/6 Gli USA in assoluto sono più efficienti in entrambi i prodotti, ma … devono rinunciare a 2 unità di A per una di V, mentre.. LEU deve rinunciare a solo 1,33 unità di A per una di V, quindi … conviene che gli USA facciano A, e lEU faccia V. Infatti …

131 Vantaggio comparato: esempio/7 In regime di commercio internazionale: USAEUTot. A2800280>270 V160150310>285

132 Vantaggio comparato: esempio/8 Le nuove produzioni: V A 0 300 600 300 150 0 V A 0 300 600 300 150 0 USA EU 280 160

133 Vantaggio comparato: esempio/9 I nuovi consumi: V A 0 300 600 300 150 0 V A 0 300 600 300 150 0 USA EU A>150 V>225 A>120 V>60

134 Vantaggio comparato: esempio/10 I rapporti di scambio tra V (prodotto in EU) e A (prodotto in USA) saranno intermedi tra 2 e 1,33. Lesatto valore di scambio dipenderà dalla elasticità delle rispettive domande. I rapporti di cambio tra e $ saranno tali da garantire lo stesso potere di acquisto in entrambi i paesi.

135 Il protezionismo Divieto di importazione Dazi di importazione Contingentamento delle importazioni Costi di trasporto (esternalità)

136 Perché il protezionismo? Gruppi di interesse Asimmetrie di potere Protezione delle industrie nascenti Transitori di riallocazione delle risorse Autarchia strategica Il problema dei movimenti finanziari (rapporti di cambio indipendenti dai rispettivi poteri dacquisto).

137 Strumenti della politica pubblica Imposte e tasse Spese e trasferimenti Regolamentazioni e controlli

138 Rapporto spesa pubblica / PIL

139 Spesa pubblica e imposte: USA

140 Spesa pubblica e imposte: Italia

141 La spesa pubblica locale in Italia

142 Funzioni della Pubblica Amministrazione Incremento dellefficienza economica (combattere le imperfezioni del mercato) Miglioramento della distribuzione del reddito (equità) Stabilizzazione del sistema economico (PIL, disoccupazione, inflazione) Rappresentanza del Paese a livello internazionale

143 Principi di imposizione fiscale Principio del beneficio (tasse) Principio della capacità contributiva (imposte) Equità orizzontale: individui uguali devono subire la stessa imposizione Equità verticale: giusta ripartizione del carico fiscale tra i percettori di redditi diversi

144 Imposte dirette e indirette Imposte dirette (gravano direttamente sui percettori di reddito, individui o imprese; es.: IRPEF, IRPEG, IRAP, ecc.) Imposte indirette (gravano su beni e servizi; es.: IVA) Cosa succede se, a parità di gettito fiscale complessivo, si diminuisce lIRPEF e si aumenta lIVA?

145 Imposta progressiva

146 Imposte progressive, proporzionali e regressive Reddito Imposte (% di reddito) proporzionale: es. IRPEG regressiva: es.: imposte indirette progressiva (es.: IRPEF)

147 Relazione aliquote entrate fiscali 0%25%50%75%100% Aliquota di imposta diretta Entrate fiscali totali

148 La curva di Laffer / 1 0%25%50%75%100% Aliquota di imposta diretta Entrate fiscali totali

149 La curva di Laffer / 2 0%25%50%75%100% Aliquota di imposta diretta Entrate fiscali totali diminuendo le aliquote impositive

150 La curva di Laffer / 3 0%25%50%75%100% Aliquota di imposta diretta Entrate fiscali totali aumenta il gettito fiscale

151 La curva di Laffer / 4 0%25%50%75%100% Aliquota di imposta diretta Entrate fiscali totali ma la curva è questa?

152 La curva di Laffer / 5 0%25%50%75%100% Aliquota di imposta diretta Entrate fiscali totali o questa?

153 Regolazione dei monopoli naturali Le possibili soluzioni: Monopolista pubblico Monopolista privato regolamentato D CU CM

154 Limitazione delle risorse Malthus (1798): se la popolazione cresce con progressione geometrica (raddoppio ogni x anni) e la produzione agricola cresce con progressione aritmetica (legge dei rendimenti decrescenti) siamo destinati a morire di fame! Ma … ci sono gli sviluppi tecnologici. Ma … alcune risorse sono limitate (Meadows, 1972).

155 Economia delle risorse naturali Risorse appropriabili: terra, petrolio, ecc. Risorse inappropriabili (esternalità): aria pulita, silenzio, varietà genetica, ecc. Il mercato non fornisce soluzioni efficienti in caso di risorse inappropriabili. Eccessiva produzione di beni ad esternalità negativa. Insufficiente produzione di beni ad esternalità positiva.

156 Il caso dellinquinamento / 1 0 livello di disinquinamento Max 0 costi e benefici marginali 100 CM (costo marginale del disinquinamento)

157 Il caso dellinquinamento / 2 0 livello di disinquinamento Max 0 costi e benefici marginali 100 CM BMS (beneficio marginale sociale del disinquinamento) E (equilibrio sociale)

158 Il caso dellinquinamento / 3 0 livello di disinquinamento Max 0 costi e benefici marginali 100 CM BMS ES (equilibrio sociale) BMP (beneficio marginale privato del disinquinamento) EP (equilibrio privato)

159 Il caso dellinquinamento / 4 0 livello di disinquinamento Max 0 costi e benefici marginali 100 CM BMS ES BMP EP

160 Soluzioni: controlli diretti 0 livello di disinquinamento Max 0 costi e benefici marginali 100 CM BMS ES BMP EP Soglia minima di disinquinamento imposta per legge

161 Soluzioni: imposta sulle emissioni 0 livello di disinquinamento Max 0 costi e benefici marginali 100 CM BMS ES BMP EP

162 Soluzioni: permessi negoziati di emissione (Kyoto) CM BMS ES BMP EP Lo stesso effetto dei controlli diretti, ma riferito al totale del sistema industriale, e non alla singola impresa. Vantaggio (teorico): premia le imprese più efficienti.

163 Distribuzione del reddito 0 % popolazione 100 0 % reddito 100 Brasile USA Svezia uguaglianza assoluta Curva di Lorenz per il reddito

164 Distribuzione del patrimonio 0 % popolazione 100 0 % patrimonio 100 Gran Bretagna USA uguaglianza assoluta Curva di Lorenz per il patrimonio

165 Origini delle disuguaglianze Da reddito di lavoro (specializzazione, differenziali compensativi, capacità, rendite di posizione). Da reddito di capitale (eredità, risparmio, imprenditorialità).

166 Redditi e ingiustizia sociale (fonte: Economist October 25 th 2008)

167 Costi della ridistribuzione / 1 reddito del 50% più ricco reddito del 50% più povero A E A= massima efficienza senza intervento pubblico E = massima equità

168 Costi della ridistribuzione / 2 reddito del 50% più ricco reddito del 50% più povero A E B C traiettoria efficiente traiettoria inefficiente

169 Strumenti di politica economica Politica fiscale o di bilancio (entrate e uscite dello Stato) Politica monetaria (offerta di moneta) Rapporti internazionali (accordi commerciali, ecc.) Politica dei redditi

170 Disoccupazione e inflazione Tasso di disoccupazione = disoccupati forza lavoro x 100 Tasso di inflazione = I.P.C. n – I.P.C. n-1 I.P.C. n-1 x 100 I.P.C. n = Indice dei Prezzi al Consumo allanno n

171 P.I.L. e P.N.L. P.I.L.: valore di mercato di tutti i prodotti finiti realizzati allinterno di un paese nel corso di un determinato periodo. P.N.L.: valore di mercato di tutti i prodotti realizzati da fattori di produzione di proprietà dei cittadini di un paese in un determinato periodo.

172 Obiettivi della politica macroeconomica P.I.L. Occupazione Livello dei prezzi Inport / export

173 Domanda aggregata Livello dei prezzi PIL reale politica monetaria politica fiscale altre forze

174 Offerta aggregata Livello dei prezzi PIL reale PIL potenziale livello dei costi PIL potenziale tecnologia fattori di produzione

175 Lequilibrio macroeconomico Livello dei prezzi Inflazione PIL reale Disoccupazione PIL potenziale

176 Il circuito del reddito FamiglieImprese Fattori produttivi Beni e servizi finali

177 Il circuito del reddito FamiglieImprese Fattori produttivi Beni e servizi finali Remunerazione dei fattori produttivi Acquisto beni e servizi finali P.I.L. R.I.L.

178 P.I.L. e R.I.L. P.I.L. = C + I + G + X C= Consumi I = investimenti (lordi) G = Spesa pubblica X = Esportazioni nette R.I.L. = Reddito Interno Lordo [compresi gli ammortamenti].

179 P.I.L. = R.I.L. Metodo dei costi o dei redditi: misura del R.I.L. Metodo del flusso dei prodotti: misura del P.I.L. Il problema dei doppi conteggi: il Valore Aggiunto

180 P.I.L., prezzi, ammortamenti, G, X P.I.L. reale e P.I.L. nominale Il deflatore del P.I.L. Investimenti lordi e investimenti netti Invest. netti = invest. lordi – ammortamenti Composizione di G: spesa pubblica senza considerare i trasferimenti e gli interessi sul debito pubblico X = esportazioni – importazioni.

181 I limiti del PIL come indicatore di benessere Danni ambientali Spese militari Tempo libero Lavoro domestico, volontariato Dal PIL al BEN (Benessere Economico Netto)?

182 Consumo, reddito e risparmio reddito consumi 45°

183 Consumo, reddito e risparmio reddito consumi

184 Consumo, reddito e risparmio reddito consumi debiti risparmio pareggio

185 Propensione marginale al consumo Reddito Consumi PMC = dC / dR dR 1 dR 2 dC 1 dC 2

186 Curva del risparmio + Reddito -Consumi = Risparmio (Save) PMS = Propensione Marginale al Risparmio PMS = dS / dR PMS + PMC = 1 Reddito Consumi Reddito Risparmio

187 Fattori che determinano il consumo Reddito disponibile corrente Reddito permanente (ipotesi del ciclo di vita: un individuo risparmia in modo tale da ripartire in modo equo i consumi durante tutto la vita) Ricchezza (patrimonio statico)

188 Fattori che determinano gli investimenti Ricavi (attuali, attesi) Costi (attuali, attesi) Aspettative Tassi di interesse

189 La domanda di investimenti investimenti tassi di interesse

190 La domanda di investimenti investimenti tassi di interesse Ricavi (attuali, attesi) Costi (attuali, attesi) Aspettative

191 Cicli economici Fluttuazioni dei fondamentali recessione espansione

192 Teorie del ciclo economico Esogene: dipendenza da eventi esterni al sistema economico (oscillazioni indotte) Endogene: dipendenza da eventi interni al sistema economico (instabilità intrinseca)

193 Variazioni della domanda aggregata Livello dei prezzi PIL reale PIL potenziale

194 Variazioni della domanda aggregata Livello dei prezzi PIL reale PIL potenziale

195 Variazioni della domanda aggregata Livello dei prezzi PIL reale PIL potenziale

196 Il moltiplicatore degli investimenti/1 Reddito=PIL Consumi Reddito=PIL Risparmio S I E Ipotesi: Il livello degli investimenti è indipendente dal livello del PIL (dipende da ricavi, costi, aspettative tassi di interesse). E ( I = S ) è il punto di equilibrio che determina il PIL, e quindi il Reddito ed i consumi effettivi. Infatti …

197 Il moltiplicatore degli investimenti/2 Reddito=PIL Risparmio S I E ACB Per PIL=A è I>S: le imprese investono più dei risparmi: la produzione aumenta Per PIL=B è I<S: le imprese non riescono a vendere, perché cè troppo risparmio; la produzione diminuisce Per PIL=C è I=S: le imprese investono ciò che le famiglie risparmiano; situazione di equilibrio stabile

198 Il moltiplicatore degli investimenti/3 PIL Risparmio S I E C C I E dPIL = 1 PMS * dI = 1 1 - PMC * dI Il paradosso del risparmio

199 Moltiplicatore della spesa pubblica Reddito=PIL Spesa totale C + I + G Condizione di congruità: Spesa totale = Reddito totale Ipotesi semplificativa: X = 0

200 Moltiplicatore della spesa pubblica Reddito=PIL Spesa totale C + I + G dG dPIL dPIL = 1 PMS * dG dPIL = 1 1-PMC * dG Condizione di congruità: Spesa totale = Reddito totale

201 La moneta Il baratto La merce moneta Le merci moneta migliori sono: omogenee, divisibili, ad elevato valore specifico La moneta aurea (o dargento) La moneta cartacea (titolo convenzionale di credito)

202 Funzioni della moneta Mezzo di scambio Unità di conto Riserva di valore

203 La domanda di moneta Per transazioni Patrimoniale (risparmio) Saldi monetari ()1/1 15/131/1 fabbisogno medio

204 Lofferta di moneta M 0 = moneta metallica e cartacea M 1 = M 0 + depositi nei conti correnti (assegni) M 2 = M 1 + depositi vincolati M 3 = M 2 + fondi comuni monetari, pronti contro termine e analoghi

205 La domanda di moneta per transazioni: effetto dei c/c Saldi monetari ()1/1 15/131/1 fabbisogno medio (contante) fabbisogno medio (bancomat)

206 Lattività bancaria Impresa di intermediazione finanziaria Origini storiche: la banca orafa (cassette di sicurezza) Il fattore di contemporaneità: prestare moneta di terzi La riserva obbligatoria: R Creazione di moneta bancaria (M 1 – M 0 )

207 Tassi di interesse Nominali Reali (al netto dellinflazione) Attivi (per la banca) Passivi (per la banca) Fissi Indicizzati (funzione di indicatori predeterminati: TUS, Ribor, ecc.)

208 Moltiplicatore bancario/1 Un risparmiatore versa in banca S

209 Moltiplicatore bancario/1 Un risparmiatore versa in banca S La banca accantona S*R e presta ad un debitore S*(1-R)

210 Moltiplicatore bancario/1 Un risparmiatore versa in banca S La banca accantona S*R e presta ad un debitore S*(1-R) Il debitore usa S*(1-R) per pagare un debito

211 Moltiplicatore bancario/1 Un risparmiatore versa in banca S La banca accantona S*R e presta ad un debitore S*(1-R) Il debitore usa S*(1-R) per pagare un debito Il creditore che riceve la somma S*(1-R) la versa in banca

212 Moltiplicatore bancario/1 Un risparmiatore versa in banca S La banca accantona S*R e presta ad un debitore S*(1-R) Il debitore usa S*(1-R) per pagare un debito Il creditore che riceve la somma S*(1-R) la versa in banca La banca accantona S*(1-R)*R e presta S*(1-R) 2 … e così via

213 Moltiplicatore bancario/2 Se tutta M 0 passa nel sistema bancario, la moneta (M 1 ) complessivamente disponibile diventa: M 1 = M 0 + M 0 *(1-R) + M 0 *(1-R) 2 + …+ M 0 *(1-R) n

214 Moltiplicatore bancario/2 Se tutta M 0 passa nel sistema bancario, la moneta (M 1 ) complessivamente disponibile diventa: M 1 = M 0 + M 0 *(1-R) + M 0 *(1-R) 2 + …+ M 0 *(1-R) n cioè (per n tendente a infinito): M 1 = M 0 * 1/R = M 0 * K dove K = 1/R = Moltiplicatore bancario

215 Moltiplicatore bancario/3 Sistema delle banche (e non unica banca) Il problema del panico bancario M 1 = M 0 * 1/R = M 0 * K costituisce un limite massimo allespansione monetaria, nellipotesi che: 1.Tutta M 0 passi nel sistema bancario 2. A velocità molto elevata (infinita)

216 Le attività finanziarie Moneta (propriamente detta e bancaria) Conti di risparmio (vincolati) Titoli di Stato Azioni Obbligazioni Derivati finanziari (opzioni put e call) Fondi pensione

217 Il mercato finanziario Rischio Evoluzioni delle quotazioni: informazioni sugli eventi economico-finanziari sottostanti Teoria dei mercati efficienti: non esistono regole per guadagnare più degli altri; i rendimenti pesati per i rispettivi rischi (diversificazione, fondi comuni) sono sostanzialmente uguali Linsider trading Laggiotaggio

218 Funzioni della Banca Centrale Gestisce la politica monetaria attraverso: 1.Operazioni di mercato aperto 2.Politica del tasso di sconto 3.Politica della riserva obbligatoria Obiettivo: regolare lofferta di moneta (M 1 ) per regolare la domanda aggregata Problema: lofferta di moneta incide anche sullofferta aggregata (perché?)

219 Aumento dellofferta monetaria/1 Livello dei prezzi PIL reale PIL potenziale

220 Aumento dellofferta monetaria/2 Livello dei prezzi PIL reale PIL potenziale

221 Altre funzioni della Banca Centrale Istituto di vigilanza Stanza di compensazione Banca dello Stato Banca delle Banche (T.U.S.) Gestione delle riserve valutarie (difesa della moneta nazionale) Banca Centrale Europea / Banca dItalia

222 Crescita economica Nel lungo periodo, landamento del PIL di una nazione dipende dal PIL potenziale. Cosa determina il PIL potenziale?

223 I fattori della crescita K = formazione di capitale (investimenti) L = lavoro R = risorse naturali A = livello tecnologico Q = produzione Q = A * F(K, L, R)

224 Diffusione delle principali tecnologie (USA XX secolo)

225 Dinamiche di crescita (il modello classico) Se le risorse naturali sono illimitate, le tecnologie statiche, ed il tasso di capitalizzazione costante, il PIL aumenta in proporzione alla popolazione (A. Smith). Se le risorse naturali non sono illimitate, per la legge dei rendimenti decrescenti, la crescita del PIL è meno che proporzionale a quella della popolazione (T.R. Malthus).

226 La dinamica classica di Smith e Malthus PIL/cad. (salario) = costantePIL/cad. = decrescente Raddoppio della popolazione

227 I vincoli ambientali possono essere superati con le nuove tecnologie

228 Capitale e tecnologia (il modello neoclassico) Modello neoclassico senza progresso tecnologico: Il prodotto per lavoratore (salario) cresce asintoticamente (legge dei rendimenti decrescenti) Q = F(K, L)

229 Crescita economica e capitale

230 Progresso tecnologico

231 Trend di lungo periodo (USA)/1

232 Trend di lungo periodo (USA)/2

233 Trend di lungo periodo (USA)/3

234 Paesi in via di sviluppo Dal PIL/p.c. (procapite) Al HDI (indice dello sviluppo umano): comprende, insieme al reddito, listruzione (iscrizione a scuola), lalfabetizzazione e laspettativa di vita.

235 PIL/p.c. e HDI

236 Ragioni del sottosviluppo? L = lavoro (istruzione, salute) R = risorse naturali (imperfezioni del mercato, protezionismo) K = formazione di capitale (PMR molto bassa) A = livello tecnologico (limitato)

237 Investimenti nei Paesi in via di sviluppo

238 Il circolo vizioso della povertà

239 Apertura e crescita economica

240 Modelli alternativi di sviluppo Il mercato gestito (modello est-asiatico): alti tassi di investimento, controllo dei fondamentali, tassi di cambio favorevoli. Il socialismo: proprietà statale delle risorse produttive, pianificazione, redisitribuzione del reddito. La Cina oggi?

241 Dal socialismo sovietico al mercato

242

243 Globalizzazione dei mercati U.S.A.

244 Commercio estero/PIL (1997)

245 Bilancia dei pagamenti internazionali a) Partite correntiMerci (bilancia commerciale) Servizi Investimenti netti Trasferimenti unilaterali b) Conti patrimonialiPrivati Pubblici Variazione delle riserve ufficiali c) AltroErrori ed omissioni Saldo (a+b+c)0

246 Cambi e valute Il tasso di cambio tra due valute è funzione delle rispettive domande e offerte. La domanda (offerta) di una valuta può avere motivazioni: 1.Economiche (import/export) 2.Finanziarie (investimenti/prestiti)

247 Determinazione del tasso di cambio

248 import/export > tassi di cambio (domanda di valuta)

249 Manovre monetarie > tassi di cambio (offerta di valuta)

250 PPA e tassi di cambio 1998 PPA = Parità di Potere dAcquisto

251 Accordi internazionali Bretton Woods (1944-1971): cambi fissi ma aggiustabili tra le varie valute nazionali, il dollaro (e loro). 15/8/1971: il Presidente Nixon annulla la convertibilità del $ in oro. Tassi di cambio flessibili (fluttuanti) Tassi di cambio amministrati (serpente monetario). Dal serpente europeo all.

252 Interventi a difesa del cambio

253 Esportazioni nette in % del PIL U.S.A.

254 Esportazioni nette (prezzi costanti) U.S.A.

255 Il valore del dollaro

256 Il commercio e i tassi di cambio

257 Investimenti nazionali e crescita economica

258

259 Variazioni dellofferta aggregata

260 Somma dei due effetti

261 OA di breve e lungo periodo

262 La disoccupazione Livello dei prezzi Inflazione PIL reale Disoccupazione PIL potenziale

263 Legge di Okun (1955-1999) Ad ogni 2 % di scostamento tra PIL reale e potenziale corrisponde un 1% di occupazione/disoccupazione.

264 Salari rigidi e disoccupazione disoccupazione volontaria

265 Tipologie di disoccupazione Volontaria Frizionale Ciclica Strutturale Involontaria

266 Disoccupazione frizionale U.S.A.

267 La disoccupazione nel tempo

268 Inflazione e sue terapie

269 Andamenti di lungo periodo: U.K. U.K. 1270-1999 (1270 = 1)

270 Andamenti di lungo periodo: U.S.A.

271 Inflazione in U.S.A. (1948-2000)

272 Livelli di inflazione Moderata (a una sola cifra): i cittadini si fidano della moneta (unità di conto, scambio e tesaurizzazione). Galoppante (a due o tre cifre): i cittadini non hanno fiducia nel valore a medio lungo termine (solo unità di conto e scambio). Iperinflazione (quattro o più cifre): la moneta è soppiantata da altre monete o dal baratto.

273 La moneta e liperinflazione in Germania, 1922-1924

274 Effetti dellinflazione Redistribuzione del reddito e dei patrimoni. Distorsioni dei prezzi relativi. Disincentivazione del risparmio. Una inflazione bassa e prevedibile è spesso associata allo sviluppo economico. La deflazione è negativa come e più dellinflazione. Perchè?

275 I prezzi nelleconomia classica Legge di Say (1803): in uneconomia di mercato lofferta (rigida) crea la propria domanda; non esiste disoccupazione.

276 Modello keynesiano: la domanda aggregata determina il PIL

277 Politiche kenesiane Livello dei prezzi PIL reale PIL potenziale

278 Il monetarismo Equazione di Fisher: Teoria quantitativa della moneta: se V è costante, P*Q = M*V P*Q = K*M

279 La velocità di circolazione e le sue componenti

280 Teoria keynesiana e monetarista

281 Inflazione da domanda

282

283 Terapie dellinflazione da domanda Manovre monetarie (aumento del T.U.S., contingentamento del credito, vendita di titoli di stato, ecc.). Manovre fiscali (aumento di imposte e tasse). Accordi e/o vincoli sui prezzi.

284 Inflazione da costi (da offerta) Livello dei prezzi PIL reale PIL potenziale

285 Terapie dellinflazione da offerta Manovre di politica economica a sostegno della produttività (defiscalizzazione degli oneri sociali, aumento delletà pensionabile, sovvenzioni ed agevolazioni alla ricerca ed alla innovazione, ecc.).

286 Inflazione da offerta e spirale prezzi-salari

287 stretta monetaria

288 Inflazione e disoccupazione: la curva di Phillips

289 Curva di Phillips o ricciolo di Phillips?

290 Spostamenti della curva di Phillips dovuti a shock Curva di Phillips di breve periodo (periodi 1 e 2)

291 Spostamenti della curva di Phillips dovuti a shock Curva di Phillips di breve periodo (periodi 1 e 2) Laumento dellinflazione attesa comporta lo scorrimento da B a C

292 Limpresa Impresa: unattività economica esercitata professionalmente e organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni o di servizi. (Art. 2082 CC: imprenditore). 1.Professionalità 2.Organizzazione 3.Produzione e scambio 4.Scopo di lucro (?)

293 Lazienda Azienda: il complesso dei beni organizzati dallimprenditore per lesercizio dellimpresa (Art. 2555 CC). Si può affittare lazienda, non limpresa.

294 Limprenditore: un po di storia Cantillon (1680-1734): entrepreneur = colui che compra a prezzi certi e rivende a prezzi incerti. Say (1767-1832): imprenditore = intermediario dei fattori di produzione che svolge un lavoro di direzione.

295 Imprenditore = innovatore Schumpeter (1883-1950): 1.Produzione di nuovi beni o servizi 2.Nuovi processi produttivi 3.Nuovi mercati di sbocco 4.Nuovi mercati di approvvigionamento 5.Nuove organizzazioni del settore (monopolio, cartelli, consorzi, ecc.)

296 Iniziativa e rischio Imprenditore dirigente e innovatore: combina i fattori di produzione. Imprenditore capitalista: rischia il capitale investito. Profitto = remunerazione del lavoro e del rischio.

297 Profitto e valore aggiunto Valore aggiunto: differenza tra valore della produzione e costo dei fattori acquistati. Il valore aggiunto remunera: 1.Il lavoro dei dipendenti 2.Il capitale di terzi 3.Il capitale di rischio >profitto 4.Limprenditorialità>profitto

298 Altri obiettivi dellimpresa Sopravvivenza Quote di mercato Diversificazione Carriera e benessere dei dirigenti

299 Altri portatori di interessi Stakeholders: 1.Lavoratori dipendenti 2.Fornitori 3.Finanziatori 4.Organizzazioni sindacali 5.Consumatori 6.Pubblica Amministrazione

300 Tipologie dimprenditore / 1 Piccoli imprenditori (Art. 2083 CC): coltivatori diretti, artigiani, piccoli commercianti, imprese familiari. N.B.: è una definizione qualitativa, non quantitativa. La piccola impresa non è soggetta al fallimento.

301 Tipologie dimprenditore / 2 1.Imprenditore agricolo 2.Imprenditore commerciale: –Attività industriale di produzione di beni e/o servizi. –Intermediazione nella circolazione di beni. –Trasporto. –Credito e assicurazioni. –Attività ausiliarie alle precedenti.

302 Obblighi delle imprese commerciali Sono soggette a fallimento Devono essere iscritte al Registro delle Imprese Sono obbligate a tenere le scritture contabili

303 Tipologie dimprenditore / 3 Imprenditore individuale: attività svolta da un singolo individuo. Impresa collettiva: attività svolta da più persone congiuntamente (società, cooperativa, associazione, ecc.).

304 Segni distintivi dellimpresa / 1 Ditta: nome commerciale dellimpresa individuale (deve contenere il nome dellimprenditore). Ragione sociale: nome commerciale della società di persone. Denominazione sociale: nome commerciale della società di capitali.

305 Segni distintivi dellimpresa / 2 Insegna: segno (emblematico e/o nominativo) distintivo dellazienda; può essere tutelato se originale e non generico. Marchio: segno distintivo del prodotto; ad esempio: 1.Di fabbrica 2.Di commercio 3.Collettivo 4.ecc.

306 Forme giuridiche dimpresa società mutualistica individuale collettiva società lucrativa cooperativa società di persone società di capitali S.s. S.n.c. S.a.s. S.p.a. S.a.p.a. Impresa S.r.l.

307 Impresa individuale Imprenditore = proprietario dei mezzi di produzione Non si attua alcuna separazione tra beni aziendali e beni personali Responsabilità illimitata Assenza di autonomia patrimoniale Normalmente di piccole dimensioni (propensione al rischio)

308 Le società Con il contratto di società più persone si organizzano per lesercizio in comune di unattività economica allo scopo di dividerne gli utili. Elementi distintivi: 1.Pluralità di soci 2.Conferimento di beni e/o servizi da parte di ciascun socio 3.Attività economica in comune 4.Scopo di lucro a favore dei soci 5.Termine della società, rinnovabile.

309 Elementi caratteristici delle società Responsabilità dei soci per le obbligazioni sociali Personalità giuridica Autonomia patrimoniale

310 Le società di persone / 1 Socio = prevalenza dellaspetto personale rispetto a quello patrimoniale Responsabilità del socio = sussidiaria, solidale e illimitata Personalità giuridica = non riconosciuta Autonomia patrimoniale = imperfetta

311 Le società di persone / 2 Socio (illimitatamente responsabile) = amministratore Quote non trasferibili senza il consenso unanime degli altri soci Fallimento della società = fallimento del socio Conoscenza e fiducia reciproca tra i soci Creditore sociale / creditore particolare

312 La Società Semplice (S.s.) Attività non commerciale (agricola, artigianale, professioni intellettuali). Atto costitutivo: anche solo verbale. Socio = amministratore (salvo diversa pattuizione). Responsabilità dei soci: solidale e illimitata. I creditori particolari possono chiedere la liquidazione della quota del socio debitore anche prima del termine.

313 Società in Nome Collettivo (S.n.c.) Atto costitutivo: scritto Iscrizione al Registro delle Imprese Ragione sociale: deve contenere il nome di uno o più soci Responsabilità dei soci: sussidiaria, solidale e illimitata Patto di non concorrenza (salvo consenso degli altri soci)

314 Società in Accomandita Semplice (S.a.s.) Soci accomandatari (responsabilità illimitata) Soci accomandanti (responsabilità limitata) Latto costitutivo deve distinguere accomandanti da accomandatari Solo i soci accomandatari sono amministratori La ragione sociale non può contenere il nome di nessun socio accomandante Trasferimento delle quote: unanimità per i soci accomandatari; maggioranza del capitale per i soci accomandanti.

315 Le società di capitali / 1 Autonomia patrimoniale perfetta Personalità giuridica autonoma Responsabilità limitata dei soci Il socio non è (automaticamente) amministratore (separazione tra imprenditore capitalista e imprenditore gestore-innovatore)

316 Le società di capitali / 2 Atto costitutivo per atto pubblico Obbligo di redazione e deposito del bilancio Capitale sociale minimo Assemblea dei soci Consiglio di Amministrazione Collegio sindacale

317 Società per Azioni (S.p.A.) / 1 Costituzione: 1.In modo simultaneo 2.Per pubblica sottoscrizione Atto costitutivo (e statuto): 1.Soci e azioni sottoscritte 2.Denominazione sociale 3.Oggetto sociale 4.Capitale sociale (sottoscritto / versato)>100.000 5.Norme di ripartizione degli utili 6.Numero degli amministratori e loro poteri

318 Società per Azioni (S.p.A.) / 2 Azioni ordinarie: diritto di voto; dividendo; rimborso; opzione; impugnativa; recesso. Azioni privilegiate: diritto di prelazione nella ripartizione degli utili e/o nel rimborso; voto solo nelle assemblee straordinarie. Azioni di risparmio: privilegiate nella ripartizione degli utili e/o nel rimborso; non votano.

319 Società per Azioni (S.p.A.) / 3 Obbligazioni (bond): titoli di credito (nominativi o al portatore); danno diritto: 1.A un rendimento periodico fisso o indicizzato 2.Al rimborso – a valore nominale – alla scadenza. Obbligazioni convertibili: possibilità, alla scadenza, di trasformazione in azioni a condizioni predeterminate.

320 Società per Azioni (S.p.A.) / 4 AzioniObbligazioni Titolo di partecipazioneTitolo di credito NominativeNominative o al portatore SocioCreditore Dividendo variabileInteresse prefissato

321 Società per Azioni (S.p.A.) / 5 Lassemblea dei soci: 1.Nomina gli amministratori e ne stabilisce il compenso 2.Nomina il collegio sindacale 3.Approva il bilancio 4.Decide in merito alla destinazione degli utili 5.Delibera su variazioni al capitale sociale e/o allo statuto (assemblea straordinaria)

322 Società per Azioni (S.p.A.) / 6 Amministratori: 1.Amministratore unico o Consiglio di Amministrazione 2.Possono (o no) essere soci 3.In carica per 3 anni, rieleggibili 4.Presidente (nominato dallAssemblea o dal Consiglio) 5.Eventuale/i Amministratore/i Delegato/i 6.Responsabili in solido alla società in caso di colpa / negligenza

323 Società per Azioni (S.p.A.) / 7 Collegio sindacale: 1.Iscritti nel Registro dei Revisori Contabili 2.3 o 5, più 2 supplenti 3.Controllano loperato degli amministratori, rendendone conto ai soci 4.Possono essere soci 5.Non possono essere amministratori

324 Società in Accomandita per Azioni (S.a.p.a.) Simile alla S.p.A. Presenza di soci accomandatari, con responsabilità sussidiaria, solidale e illimitata = amministratori. La denominazione sociale deve contenere il nome di almeno un socia accomandatario. Esempi: Pirelli & C S.a.p.a.; Giovanni Agnelli & C S.a.p.a.

325 Società a Responsabilità Limitata (s.r.l.) Quote e non azioni Capitale > 10.000 Collegio sindacale obbligatorio solo per capitale sociale > 103.291 (200.000.000 £) Non possono emettere obbligazioni Possibilità di un solo socio

326 La riforma del diritto societario La riforma del diritto societario, operativa a partire dal 2003, con modalità transitorie via via pubblicate, introduce notevoli cambiamenti nella regolamentazione e nella vita delle principali tipologie di società previste dal Codice Civile Italiano. Volontà di armonizzare limpianto nazionale a quello Comunitario. Necessità di aggiornare una serie di norme oramai divenute obsolete. Lelemento determinante della riforma è lampliamento dello spazio riservato all'autonomia statutaria.

327 Le Società per Azioni Possibilità di costituirsi con un unico socio, che versa integralmente lintero capitale. Durata illimitata. Nel caso di più soci, la quota minima dei versamenti immediati passa dai 3/10 dellattuale normativa, al 25%. Il capitale minimo è di 120.000,00. Una società di capitali può partecipare al capitale di una società di persone.

328 Le Società a responsabilità limitata Il versamento iniziale dei 3/10 è sostituito con il 25% del capitale della società. Possono essere conferiti tutti gli elementi dellattivo suscettibili di valutazione economica. Tale norma apre la strada alla successiva previsione per cui il versamento del capitale può essere sostituito con la stipula di idonea polizza assicurativa o fideiussione bancaria che garantisca il conferimento del socio.

329 I titoli azionari Le azioni potranno essere sia nominative che al portatore, in questo secondo caso, il capitale da esse rappresentato dovrà essere stato interamente versato. Lo statuto può escludere l'emissione materiale e cartacea delle azioni, può prevederne la loro emissione e assegnazione non proporzionale al valore dei conferimenti, le azioni possono omettere di riportare il loro valore nominale.

330 Lamministrazione e controllo Nelle S.p.a. vengono introdotti il sistema dualistico e il sistema monistico. –Sistema dualistico. Lamministrazione è affidata ad un Consiglio di Gestione di minimo 2 membri in carica per 3 anni e rieleggibili, nominati da un Consiglio di Sorveglianza. –Sistema monistico. Lamministrazione è affidata al Consiglio dAmministrazione nominato dallAssemblea come nel sistema ordinario attuale. Nelle Società a responsabilità limitata, lamministrazione rimane affidata a uno o più soci, salvo decisione assembleare di nominare terzi esterni alla società.

331 I patti parasociali Per la prima volta viene introdotta nel codice civile la disciplina di alcuni tipi di patti parasociali: per il controllo del diritto di voto, per porre limiti al trasferimento di azioni al fini di ottenere stabilità dellassetto proprietario, per lesercizio di influenze dominanti sulle società controllate. Se il patto è a tempo determinato non può durare oltre 5 anni, se il patto è a tempo indeterminato è previsto il diritto di recesso con preavviso di 6 mesi.

332 (Società) cooperative / 1 Scopo mutualistico Minimo 9 soci (piccola società cooperativa: da 3 a 8 soci) Autogestione A responsabilità limitata o illimitata Porta aperta (ammissione di nuovi soci deliberata dal Consiglio di Amministrazione) Una testa, un voto

333 (Società) cooperative / 2 Esempi di cooperative: 1.Di produzione e lavoro 2.Di consumo 3.Di abitazione 4.Di credito 5.Di assicurazione 6.Di istruzione


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