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1 DIRITTO DELLA SICUREZZA DEL LAVORO Prof.ssa Piera Campanella Facoltà di Economia Urbino A.A. 2007-2008 Lezione 1.

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1 1 DIRITTO DELLA SICUREZZA DEL LAVORO Prof.ssa Piera Campanella Facoltà di Economia Urbino A.A. 2007-2008 Lezione 1

2 2 DOVERE DI SICUREZZA DEL DATORE DI LAVORO Condizioni di lavoro Adibizione del prestatore di lavoro a determinate mansioni Libertà di iniziativa economica Potere direttivo Inserimento nellorganizzazione produttiva Fattori di nocività Tutela dellintegrità psicofisica del lavoratore Dovere di sicurezza Limiti Ambiente di lavoro

3 3 LA TUTELA ASSICURATIVO-PREVIDENZIALE CONTRO INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI T.U. n. 1124/1965; D.Lgs. n. 38/2000 Organico sistema di assicurazioni sociali Per le lavorazioni potenzialmente pericolose e/o nocive Diritto del lavoratore di essere assicurato contro gli eventi dannosi alla salute fisio-psichica accaduti anche per caso fortuito, a prescindere dalla colpa del lavoratore o del datore, occasionati dallesercizio dellattività lavorativa In surrogazione della responsabilità civile che nasce dal rischio professionale interviene lobbligo assicurativo ed assicurato lindennizzo del danno ad opera dellente pubblico assicuratore (INAIL)

4 4 CODICE CIVILE COSTITUZIONE STATUTO DEI LAVORATORI La dimensione dei diritti fondamentali Art. 2 Art. 32 Art. 41, c. 2 La dimensione del lavoratore contraente debole (e solo timidamente della persona) La dimensione del lavoratore persona Art. 2087 Art. 9

5 5 Art. 2087 c.c. Tutela delle condizioni di lavoro Lintegrità fisica DOVERE DI SICUREZZA: LA TUTELA CODICISTICA La personalità morale Art. 32, c. 1, Cost. Artt. 2, 32, c. 1, 41, c. 2, Cost.

6 6 DIRITTO SOGGETTIVO ALLA SICUREZZA E PROBLEMA DELLESECUZIONE IN FORMA SPECIFICA DEGLI OBBLIGHI DI FACERE Art. 2087 c.c. Diritto soggettivo di credito (nonostante il diritto tutelato sia assoluto ex art. 32 Cost. e il dovere abbia rilievo pubblicistico) Tecniche di tutela? Quelle tipicamente connesse allinadempimento Art. 1460 c.c. Eccezione di inadempimento Art. 1453 c.c. Risoluzione contratto Esatto adempimento Ma… incoercibilità attività di prevenzione e infungibilità rispetto alla persona del datore Art. 1218 c.c. Risarcimento danno

7 7 DOVERE DI SICUREZZA: CONTENUTO DELLA TUTELA Il principio della massima sicurezza tecnologicamente possibile o concretamente praticabile? v. Corte Cost. n. 312 del 1996 Art. 2087 c.c. Obbligazione a contenuto aperto che fa carico al datore di adottare tutte le misure necessarie alla luce della miglior tecnologia e del patrimonio di esperienza Come va interpretato il principio? Obbligazione di mezzi o di risultato?

8 8 NATURA DELLA RESPONSABILITÀ DEL DATORE DI LAVORO Art. 2087 c.c. violazione Responsabilità contrattuale (per violazione di un diritto di credito) Art. 1218 c.c. (per dolo o colpa) Responsabilità extracontrattuale (per violazione di un diritto assoluto della persona) Art. 2043 c.c. (per dolo o colpa) secondo alcuni anche … La scelta sarebbe devoluta alla discrezionalità del lavoratore

9 9 RESPONSABILITÀ DEL DATORE: ONERE PROBATORIO Lart. 2087 c.c. non configura comunque unipotesi di responsabilità oggettiva Ma il lavoratore può addurre una generica nocività dellambiente di lavoro, trasferendo sul datore lonere di provare di essere stato adempiente? Quali indicazioni vengono dalle norme in materia, in primis dallart. 1218 c.c. (se riteniamo almeno che si tratti di responsabilità contrattuale)?

10 10 RESPONSABILITÀ DEL DATORE DI LAVORO: IRRILEVANZA DEL CONCORSO COLPOSO DEL LAVORATORE Nella teoria generale della colpa civile, il concorso colposo nella produzione dellevento rileva, determinando una riduzione del risarcimento (artt. 1227 e 2056 c.c.) In materia di sicurezza, la giurisprudenza ritiene, invece, che il concorso colposo del lavoratore nella produzione dellevento dannoso non è mai rilevante, salvo il caso di c.d. rischio elettivo (condotta imprevedibile e anomala del lavoratore)

11 11 I LIMITI DELLA TUTELA CODICISTICA Il suo carattere individuale La sua lettura in chiave prettamente risarcitoria deficit sul piano della tutela collettiva deficit sul piano della prevenzione

12 12 TUTELA RISARCITORIA Art. 2087 c.c. Violazione Tutela risarcitoria Danno patrimoniale (artt. 1223, 2043, 2056) Danno non patrimoniale (artt. 2059 e, per alcuni, anche 1223 c.c.) Danno emergente Lucro cessante Perdita subita Mancato guadagno Biologico (v. anche D.Lgs. n. 38/2000) Esistenziale Morale Lesione del bene salute (art. 32 Cost.) Danno alla dignità personale (art. 2 Cost.) Pecunia doloris

13 13 Il diritto comunitario La direttiva n. 391 del 1989 (c.d. direttiva madre). I principi: 1.Partecipazione equilibrata: i soggetti 2.Programmazione della prevenzione: sicurezza come fattore gestionale organizzativo 3.Filosofia di fondo: intervento complessivo nellazienda per responsabilizzare e coordinare i soggetti coinvolti nel processo produttivo 4.Coordinamento dellintervento preventivo con lintervento medico e quello sullorganizzazione aziendale 5.Il criterio della massima sicurezza tecnologicamente possibile 6.Prevenzione e riduzione al minimo dei rischi 7.La modificabilità dellorganizzazione della sicurezza: adeguare il lavoro alluomo 8.Nozione integrale di salute come stato di benessere generale

14 14 Il decreto legislativo n. 626 del 1994 Struttura Il decreto attua la direttiva n. 89/391, c.d. direttiva madre, ed altre sette c.d. direttive figlie E composto da 9 titoli, il primo attuativo della direttiva n. 89/391 e quindi contenente i principi generali del sistema. A questi se ne è poi aggiunto un ulteriore (VII bis sulla protezione da agenti chimici) con d.lgs. n. 25 del 2002

15 15 Principi fondamentali del decreto legislativo n. 626 del 1994 (art. 3: Misure generali di tutela) Prevenzione e sicurezza globale centrata sulluomo: la sicurezza come sistema finalizzato alla prevenzione La collaborazione tra più soggetti: un quadro complesso di soggetti interagenti con propri obblighi e responsabilità. Dalladempimento alla responsabilizzazione: la sicurezza è un dovere anzitutto del datore sia pur in un sistema partecipato al cui centro cè la valutazione del rischio Il ruolo dei lavoratori: a livello individuale e collettivo La graduatoria dei tipi di intervento in direzione della prevenzione

16 16 Soggetti della sicurezza Perché il sistema possa funzionare a pieno regime, occorre che vengano risolti a monte i problemi relativi alla individuazione dei soggetti coinvolti e ciò in considerazione sia degli obblighi sia delle responsabilità su di loro gravanti Datore di lavoro, dirigenti, preposti (artt. 2, 4 ss., 89, 90) Servizio di prevenzione e protezione e responsabile del servizio (artt. 2 e 8 ss.) Medico competente (artt. 2 e 8-11) Lavoratori (artt. 2, 5, 21, 22, 93) Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (artt. 2, 18 e 19) Organismi paritetici (art. 20) Organismi istituzionali (artt. 23-29)

17 17 I profili critici del sistema (Smuraglia, 2001) Lincompletezza del quadro normativo Le problematiche interne del sistema La diffusa inadempienza ai precetti Il sistema repressivo La professionalità degli addetti Il mancato decollo della filosofia partecipativa I limiti di conoscenza e di azione a fronte dei nuovi rischi

18 18 La Legge n. 123/2007 Delega per lemanazione di un TU e norme immediatamente precettive Aspetti salienti Razionalizzazione, coordinamento integrazione tra soggetti istituzionali (bilateralità e trilateralità) con potenziamento attività ispettiva e valorizzazione ruolo parti sociali Promozione cultura sicurezza e promozione interventi a favore di pmi Estensione al lavoro autonomo Revisione soggetti sicurezza con rafforzamento RLS territoriale ed introduzione di RLS di sito produttivo Revisione apparato sanzionatorio Revisione normativa appalto in connessione a lotta a sommerso


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