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L’APPROCCIO SISTEMICO-RELAZIONALE: tra pragmatica e semantica

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Presentazione sul tema: "L’APPROCCIO SISTEMICO-RELAZIONALE: tra pragmatica e semantica"— Transcript della presentazione:

1 L’APPROCCIO SISTEMICO-RELAZIONALE: tra pragmatica e semantica
Marco CASTIGLIONI Università di Milano - Bicocca Corsi di Psicologia Clinica e di Logica e Filosofia della Scienza A.A – Ciclo di lezioni comuni maggio 2013

2 Approccio SISTEMICO-RELAZIONALE
IO CONTESTUALE: La mente, la soggettività, l’identità sono fenomeni relazionali Si originano, si sviluppano e si mantengono (anche qui ed ora) nell’interazione sociale L’individuo è comprensibile solo alla luce del sistema relazionale di cui è parte, in primis la famiglia  Stretto legame con Terapia Familiare  Studio della mente = studio della comunicazione

3 Teoria del DOPPIO LEGAME (DL) (Bateson et al., 1956)
Importanza delle relazioni interpersonali e dei processi comunicativi per la spiegazione di fenomeni (normali e patologici) tradizionalmente considerati tipici del singolo individuo. Modello di analisi della comunicazione applicabile a molti fenomeni diversi (es. gioco, umorismo, psicopatologia …)

4 Punto di partenza teorico: adattamento della Teoria dei Tipi Logici all’ambito della comunicazione  Pb. dei PARADOSSI (DL come paradosso pragmatico) In ogni atto comunicativo vi sono due livelli: - contenuto (messaggio) - relazione (metamessaggio  contesto) La comunicazione paradossale (tipica anche della schizofrenia) è ricondotta all’incapacità di distinguere messaggio e metamessaggio

5 Condizioni del doppio legame
Relazione intensa e necessaria per la “sopravvivenza” fisica e/o psicologica di almeno una delle persone coinvolte (es. genitore-figlio; capo-collaboratore) Il “bersaglio” del doppio legame riceve una comunicazione paradossale, che implica due messaggi di livello diverso incongruenti tra loro

6 b) asserisce qualcosa sulla propria asserzione
3. Tale comunicazione è strutturata in modo tale che: a) asserisce qualcosa b) asserisce qualcosa sulla propria asserzione c) le due asserzioni si escludono a vicenda Esempi: “Io sto mentendo” L’affermazione in questo riquadro è falsa

7 Il “bersaglio” della comunicazione. incongruente è posto nella
Il “bersaglio” della comunicazione incongruente è posto nella condizione di: a) non potere discriminare quale dei due livelli qualifichi l’altro b) non potere “meta-comunicare” c) non potere abbandonare il campo

8 ALLARGAMENTO DEL CAMPO DI OSSERVAZIONE
Quindi Il disagio psicopatologico NON è una caratteristica meramente individuale, ma una risposta “coerente” a un contesto comunicativo distorto e paradossale (= basato su ripetuti doppi legami) Spostamento della patologia dall’ individuo al sistema relazionale di cui è parte  Terapia della famiglia ( “de-psichiatrizzazione”) Principio metodologico: ALLARGAMENTO DEL CAMPO DI OSSERVAZIONE

9 La “fase pragmatica” (Gruppo di Palo Alto; Haley,1963; Watzlawick et al. 1967)
Assunti di base Rideclinazione in senso behaviorista delle idee di Bateson Interesse per gli effetti comportamentali osservabili delle interazioni comunicative Osservazione dei fenomeni nel “qui ed ora” Mente come “scatola nera” Causalità circolare Non ci si occupa del problema dell’intenzionalità e del significato

10 I 5 ASSIOMI DELLA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA (Watzlawick et al., 1967)
Impossibilità di non comunicare  comportamento = comunicazione I livelli della comunicazione: contenuto e relazione Punteggiatura delle interazioni  Il problema dell’interpretazione Comunicazione numerica (verbale) e analogica (non verbale) Interazioni simmetriche e complementari

11 Fase “pragmatica” dell’approccio sistemico
Claudia Bianchi, Pragmatica, in Bianchi-Vassallo  La PRAGMATICA e le sue dimensioni Pragmatica: studio teorico di quelle condizioni del linguaggio che ne rendono possibile la comunicazione tra utenti Dimensione sociale Dimensione inferenziale Dimensione cognitiva Tesi di fondo: la sola competenza sintattica e semantica non è sufficiente a determinare le condizioni di verità di un enunciato. Sono necessarie anche informazioni contestuali. Fase “pragmatica” dell’approccio sistemico Fase “semantica” o “costruttivista” dell’approccio sistemico

12 «Quando un diplomatico dice sì, intende ‘forse’
Quando dice forse, intende ‘no’ Quando dice no, non è un diplomatico» Voltaire «È compito della semantica dirci cosa un soggetto dice letteralmente quando usa espressioni di un certo tipo; È compito della pragmatica spiegare l’informazione che egli trasmette e le azioni che compie quando dice qualcosa.» K. Korta, J. Perry, Pragmatics, in STANFORD ENCYCLOPEDIA OF PHILOSOPHY ON-LINE,

13 Fatti oggettivi relativi al parlante (chi è, quando ha parlato,…)
Sono svariati i fatti di cui l’analisi condotta dalla pragmatica tiene conto: Fatti oggettivi relativi al parlante (chi è, quando ha parlato,…) Fatti relativi alle intenzioni del parlante (cosa intende ottenere dicendo ciò che dice) Fatti relativi alle credenze del parlante e dei suoi interlocutori, a quali credenze essi condividono, qual è l’oggetto della conversazione, … Fatti relativi alle istituzioni sociali che influenzano l’azione che una persona compie quando dice ciò che dice Nell’approccio sistemico tutti gli elementi in rosso, esclusi dalla fase “pragmatica” (= behaviorista) (da Pragmatica della comunicazione umana, di Watzlawick et al., 1967), vengono “recuperati” nella fase “semantica” (= costruttivista)

14 Oltre la “scatola nera”: la seconda fase dell’approccio sistemico
Il terzo assioma (punteggiatura) reintroduce tacitamente ciò che i presupposti behavioristi della “Pragmatica” avevano eliminato: la dimensione del significato, della soggettività e dell’interpretazione Necessità di andare “oltre la scatola nera”:  Dalla famiglia come unità alla con-posizione degli individui nella famiglia  Il problema del significato e della soggettività  Avvento della fase “semantica” e del paradigma costruttivista

15 Il costruttivismo come paradigma
Nozione di paradigma (Kuhn, 1962): vasto quadro concettuale che fa da sfondo alle varie teorie scientifiche. Comprende tesi metafisiche, l’insieme dei problemi da risolvere, l’interpretazione delle osservazioni, il significato dei termini in uso ecc. Tesi dell’incommensurabilità dei paradigmi Sotto l’ombrello del costruttivismo stanno teorie a volte anche molto diverse  Costruttivismi Due assi di classificazione:  costruttivismo radicale vs moderato  costruttivismo “individuale” vs costruzionismo sociale

16 COSTRUTTIVISMO IN PSICOLOGIA
a) Posizione “anti-realista”: la realtà non è “pre-data” alla conoscenza ma viene (ri)-costruita via via che viene conosciuta b) Consapevolezza del ruolo attivo del soggetto/ osservatore  nessuna conoscenza (e nessun “intervento”) possono dirsi “oggettivi” o “neutrali”  Interdipendenza tra osservatore e realtà osservata c) Attenzione al problema del significato e dell’interpretazione : Significato (sense making)  dimensione soggettiva e insieme culturale Storia e narrazione  significati articolati in sistemi complessi (storie), negoziati socialmente e interpretati individualmente (identità come storia polifonica su di sé)

17 L’attività umana e il comportamento interattivo dipendono dai significati che le persone attribuiscono agli eventi e dalla loro interpretazione della situazione, assai più che dai fatti in sé (“Oltre la scatola nera”, Ugazio 1985)  seconda fase semantica dell’approccio sistemico-relazionale Uomo come attivo costruttore di significati (“meening-seeker”; “uomo-scienziato” Cfr. Kelly, 1955): la realtà non è pre-data alla conoscenza, ma viene a qualche livello costruita dal soggetto conoscente, attraverso processi di interpretazione e attribuzione di significato “Il Costruttivismo consiste nel sostenere che il significato è prodotto dall’attività costruttiva umana e non una caratteristica innata della mente umana o una proprietà intrinseca agli oggetti del mondo” (Mascolo e Pollack, 1997).

18 COSTRUZIONISMO SOCIALE
Movimento composito  costruzionismi (ambito: scienze umane e sociali, ma non solo). Si afferma negli anni ’70-’80: Gergen, Harré, Shotter, Pearce, (Bruner) e altri ASSUNTI DI FONDO COMUNI Radicale critica alla scienza/psicologia tradizionale, compreso il cognitivismo psicologico “individualista” Concezione sociale e anti-empirista della scienza Paradigma epistemologico alternativo, applicabile sia alle scienze sociali, sia a quelle naturali, sia al senso comune Riferimenti filosofici: Kuhn, Feyerabend, 2° Wittgenstein, Berger e Luckmann…  Integrazione di COSTRUTTIVISMO e INTERAZIONISMO

19 Costruttivismo e approccio sistemico: la “fase semantica”
In questo mutato orizzonte epistemologico, i presupposti teorici e clinici dell’approccio sistemico vengono ripensati: Riscoperta dell’individuo e del suo mondo “interiore” (soggettività) alla luce di premesse relazionali (positioning) Ripensamento della teoria del doppio legame  Circuito riflessivo bizzarro

20 REVISIONE COSTRUZIONISTA DELLA TEORIA DEL DOPPIO LEGAME Limiti del concetto di “doppio legame”
È descritto come un processo unidirezionale e sostanzialmente diadico. È assente la dimensione storica È stato usato per spiegare fenomeni diversi senza che siano state chiarite le differenze. Non spiega perché il paradosso diventa patogeno per un solo membro del gruppo e non per tutti. È difficile definire quali sequenze comunicative possono essere definite paradossali. 20

21 CIRCUITO RIFLESSIVO BIZZARRO Coordinated Management of Meaning (CMM) (Cronen, Johnson & Lannamann, 1982) Alla concezione realista di Bateson et al. (1956), Cronen, Johnson e Lannamann oppongono la tesi costruzionista secondo la quale le realtà sociali sono costruite e mantenute all'interno degli scambi conversazionali in cui il soggetto è inserito. 21

22 CIRCUITO RIFLESSIVO BIZZARRO Coordinated Management of Meaning (CMM) (Cronen, Johnson & Lannamann, 1982) Secondo quest'ottica "la comunicazione non deve essere concepita come lo strumento per raffigurare la realtà esterna e per trasmettere immagini non distorte da una persona all'altra, bensì come il processo attraverso il quale gli individui creano le realtà sociali" (Cronen, Johnson e Lannamann, 1982, p. 93) 22

23 LA RIFLESSIVITA’ NELLA REVISIONE COSTRUZIONISTA
1) La riflessività (= paradosso) in quanto tale non è una fallacia del processo comunicativo ma una sua componente normale e indispensabile. All'inizio di ciascun episodio comunicativo un certo grado di "confusione" tra i partecipanti è ineliminabile perché la qualità del contesto non è già data ma deve essere costruita all'interno dell'interazione. 23

24 2) La riflessività è intrinseca agli scambi comunicativi e non è un errore ma è un elemento necessario per il cambiamento. "Contesti che non possono modificarsi in risposta a cambiamenti che avvengono ad un livello inferiore potrebbero essere un sintomo di un sistema patologico incapace di contrattazione o di crescita" (Cronen, Johnson e Lannamann, 1982, pp ). 24

25 Forza contestuale e forza implicativa
In ciascun messaggio comunicativo esiste, accanto alla “forza contestuale” (che va dall’alto verso il basso, come nel DL), una “forza implicativa” (dal basso verso l’alto)  La forza implicativa può “capovolgere” la natura del rapporto tra “episodio/contenuto” e “relazione” Quando forza contestuale e forza implicativa si equivalgono si creano i cosiddetti “circuiti riflessivi”, che possono essere “armonici” (non patogeni) o “bizzarri” (patogeni  doppi legami) 25

26 RELAZIONE (cambia in rapporto all’episodio) EPISODIO (“Contesto”)
Circuiti riflessivi RELAZIONE (cambia in rapporto all’episodio) RELAZIONE (“Contesto”) Forza contestuale Forza implicativa EPISODIO (“Contenuto”) EPISODIO (“Contesto”) 26

27 Livelli multipli di contesto
Oltre al livello di contenuto e a quello di relazione, proposti da Bateson et al. (1956), Cronen, Johnson e Lannamann introducono (almeno) altri quattro livelli di contesto. Tutti i livelli sono costruiti all'interno degli scambi comunicativi e formano un sistema gerarchico di significati sociali. Ciò significa che, a seconda della situazione, ciascun livello può diventare il contesto entro il quale i livelli inferiori acquistano significato. 27

28 Livelli multipli di contesto In particolare:
Modelli culturali: ampi modelli di ordine sociale e di relazioni umane relative a quell’ordine. - Sé o biografia interna: repertorio di azioni che compongono l’immagine di sè di un individuo - Relazione fra i comunicanti - Episodi 28

29 Circuiti Armonici e circuiti Bizzarri
Circuiti "armonici" (non problematici). I livelli di significato sociale hanno una relazione “transitiva”  ciascuno può diventare il contesto dell'altro senza che si modifichi il significato di nessuno dei due Circuiti “bizzarri” sono quelli che creano disagio e talvolta patologia. I livelli di significato coinvolti sono tra loro “intransitivi” DILEMMA PARADOSSALE  non è possibile che ciascuno dei due diventi il contesto dell'altro senza che cambi di significato 29

30 Cosa rende problematico un circuito riflessivo?
La transitività o intransitività fra i livelli di contesto è definita da alcune premesse di significato, definite metaregole, le quali sono il risultato di specifici modelli culturali e familiari, dalle esperienze individuali di ogni persona nonché dalla posizione che il soggetto assume all’interno del suo sistema di relazioni. Es.: L’affermazione in questo riquadro è falsa in cultura occidentale vs. cultura orientale 30

31 Strategie di adattamento Circuito riflessivio bizzarro
Teoria delle Polarità Semantiche Familiari (Ugazio, 1998, 2012) POLARITA’ SEMANTICA CRITICA nella famiglia STORIA FAMILIARE e contesto di apprendimento Strategie di adattamento MODELLI CULTURALI POSITIONING INDIVIDUALE Circuito riflessivio bizzarro Eventi scatenanti Here I tried to represent graphically such basic assumpions Sintomi 31

32 Esempio di circuito riflessivo bizzarro in psicologia clinica: le fobie
Data una rete di significati condivisi in una famiglia (polarità semantiche familiari  libertà / dipendenza)… … un membro (per la sua storia di vita) si trova in una certa posizione che gli fa sperimentare il dilemma paradossale tra Libertà e autonomia altamente desiderabili ma percepiti come solitudine ansiogena VS. Relazioni strette necessarie ma al tempo stesso: percepite come un vincoli soffocanti connessi a una dipendenza umiliante e a codardia Please note that THE PARTICULAR POSITION CONNECTED TO A PARADOXICAL DILEMMA TAKE ACCOUNT FOR THE REASONS WHY JUST ONE MEMBER GETS SICK, DEVELOPING SYMPTOMS

33 Dilemmi paradossali (circ. rifl bizzarri) ed esordio sintomatico
Sperimentare un dilemma paradossale implica: - la perdita di una posizione stabile nel proprio contesto semantico e quindi oscillazione tra posizioni opposte e inconciliabili  perdita del “senso d’identità” 2. I sintomi riducono l’intensità del dilemma paradossale: “non sono io, è la mia malattia a farmi dipendere dagli altri” Please note that Symptoms have a “positive” function…

34 In sintesi: Il paradosso non è patogeno di per sé (concezione realista) ma diviene tale alla luce di un’interpretazione “soggettiva” (concezione costruzionista). Tale interpretazione è costruita all’interno di interazioni familiari, sociali e culturali e assume senso all’interno di una rete di significati condivisi. La “patologia” del paradosso (circuito riflessivo bizzarro) è legata alla specifica posizione che un certo soggetto riveste all’interno di suddetta rete di significati. 34

35 La teoria delle PSF: Spiegazione della psicopatologia
Modelli culturali I significati, alla base delle organizzazioni psicopatologiche e salienti nelle famiglie, sono connessi a premesse culturali presenti nel contesto sociale di appartenenza (Bateson, 1971). Costruzionismo sociale: definizione culturale del significato e dell’identità (Bruner, 1990; Gergen, 1995, 1989, 1991). Concetto di disturbo etnico (Devereux, 1980; Gordon, 1990, 2000; Hacking, 1998).

36 Disturbo etnico Il “Disturbo etnico” (Devereux, 1980; Gordon 1990, 2000), o “sindrome culturalmente caratterizata (Yap, 1951; Simons e Hughues, 1985), o “malattia mentale transitoria” (Hacking, 1998), presenta le seguenti caratteristiche: Si verifica con più frequenza in una certa cultura / epoca rispetto ad altri tipi di patologia psichica. Esprime a livello molto intenso i conflitti fondamentali e le tensioni normalmente diffuse nella popolazione; diviene perciò “popolare”, “visibile”  mass media I sintomi spesso includono comportamenti che, in situazioni normali, vengono considerati altamente positivi (es. magrezza per l’anoressia). Diviene “modello di devianza” (“se devi impazzire, fallo così…”).

37 Esempi di disturbi etnici nella società occidentale:
Disturbo etnico Esempi di disturbi etnici nella società occidentale: fine ‘800: isteria e “viaggiatori folli” (Hacking, 1998) epoca contemporanea: disturbi alimentari (Gordon, 1990, 2000); sindrome da affaticamento cronico (Hacking, 1998); “identità multipla” (Bruner, 1990; Humphrey Dennett, 1989) I disturbi etnici sono presenti anche nelle società non “occidentalizzate” (es. amok, forma di follia omicida presente in Malesia, Indonesia, Nuova Guinea) Le manifestazioni psicopatologiche esprimono premesse culturali presenti nel contesto sociale di appartenenza (Bateson, 1971).  Riferimento al Costruzionismo sociale: definizione culturale del significato e dell’identità (Bruner, 1990; Gergen, 1985, 1989, 1991).


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