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PubblicatoGiuseppina Giuseppe Modificato 11 anni fa
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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SASSARI CORSO DI LAUREA IN SERVIZIO SOCIALE A INDIRIZZO EUROPEO a.a. 2011/2012 Materia: METODI E TECNICHE DEL SERVIZIO SOCIALE 1 M. Giovanna Campus, professore a contratto
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OBIETTIVI DEL CORSO DI MTSS
A fine corso, lo studente dovrà conoscere puntualmente i compiti, le funzioni e le connesse responsabilità etiche, deontologiche e professionali dell’Assistente Sociale. Sarà in grado di pianificare il processo di aiuto, facendo riferimento ai modelli teorici appresi e all’applicazione degli strumenti operativi propri della professione. Dovrà inoltre, avere acquisito strumenti, tecniche e capacità di redazione dei documenti tecnico- professionali con particolare riguardo alla relazione sociale.
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PROGRAMMA DEL CORSO - La professione di Assistente Sociale (evoluzione storica, compiti, funzioni e responsabilità del professionista nell’attuale sistema di welfare); - I modelli teorici del Servizio Sociale; - Le prestazioni di Servizio Sociale a favore del singolo, del gruppo e della comunità; - La sequenza metodologica e gli strumenti operativi; - La redazione di documenti a carattere espositivo, interpretativo, descrittivo ed argomentativo.
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TESTI D’ ESAME - E. Samory, Manuale di Scienza di Servizio Sociale,Vol I e Vol II, CLUEB, Bologna 2004; - I modelli teorici del Servizio Sociale, Astrolabio, Roma 1985; M. Riccucci, Scrivere per il Servizio Sociale, Carocci, Roma 2009; - Kadushin, Il colloquio nel Servizio Sociale, Astrolabio, Roma 1980; - AA.VV. (dispense messe a disposizione sul sito dal docente);
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CONOSCENZE E COMPETENZE NEL S.S.
Il Servizio sociale professionale promuove il cambiamento sociale, la soluzione dei problemi nelle relazioni umane e la restituzione di potere e la liberazione delle persone per aumentare il benessere. Utilizzando le teorie del comportamento umano e dei sistemi sociali, il servizio sociale interviene là dove le persone interagiscono con il proprio ambiente. I principi dei diritti umani e della giustizia sociale sono fondamentali per il servizio sociale. International Federation of Social Workers ( IFSW), 2000, Montreal Il soggetto è considerato come dotato di potenziale di crescita e di sviluppo. La persona viene vista nell'unitarietà dei suoi aspetti, evitando di scotomizzare le componenti della vita esterna e quella della vita interna. Il soggetto è considerato nella sua continua interazione con l'ambiente: spazio circostante, complesso delle condizioni sociali, culturali, affettive, materiali nel quale il soggetto si forma e si definisce. Le risposte dell'ambiente possono: * fornire relazioni significative, risorse, opportunità, stimoli, sostegno affinchè le persone possano maturare, sviluppare senso d'identità e capacità di affrontare la realtà e di gestire i compiti, evitando di eluderli; (ambiente nutritivo) * provocare confusione, deprivazione e rafforzare la distruttività. ( ambiente nocivo)
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LA PLURIDIMENSIONALITA' (trifocalità)DELL'INTERVENTO Il soggetto ed il suo ambiente Il Territorio L'organizzazione . L'ottica bifocale * prevede la contestuale considerazione delle diverse dimensioni * parte dal presupposto, di carattere ecologico, che cambiamenti introdotti ai tre livelli producano modificazioni in ognuna delle dimensioni. La pluridimensionalità non è solo compresenza di diverse dimensioni e consapevolezza del ruolo professionale che le attraversa ma il loro intreccio e la loro simultaneità In un'ottica psicodinamica il funzionamento mentale è dato da una continua osmosi fra i fantasmi interni proiettati all'esterno e reintroiettati dopo essere stati modificati dagli elementi esterni.( Milana , Pittaluga 1983, pag. 177 ).
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“SCIENZA” M. Richmond (nella sua ricerca diagnostica) si riconosce in una posizione secondo cui bisogna tendere ad una conoscenza oggettiva, “vera” In tempi più recenti Sheldon (1978), aderendo al positivismo logico, sostiene l'esigenza di fondare il s.s. su una conoscenza scientifica, che sia superiore a quella del senso comune
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“ARTE” M.Richmond (1917): “Arte di svolgere servizi diversi per e con persone diverse, cooperando con queste per raggiungere il miglioramento loro e della società (...)” A.Garrett (1919): “Arte di portare le persone che versano in situazioni di disagio a stabilire le migliori possibili relazioni con tutti coloro che costituiscono il loro ambiente” capacità di essere INNOVATIVI
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sintesi tra: CREATIVITÀ, OSSERVAZIONE E ANALISI DELLA REALTÀ, PREPARAZIONE SCIENTIFICA Integrazione tra: ELEMENTI DI INVENTIVA RIGORE LOGICO E METODOLOGICO (Dal Prà Ponticelli, 1987) RISORSE: CIÒ CHE È UTILE PER GESTIRE UN PROBLEMA, RAGGIUNGERE UNO SCOPO. L'USO DELLE RISORSE SI RITIENE FINALIZZATO ALLA GESTIONE, PIÙ CHE ALLA SOLUZIONE, IN QUANTO LA REALTÀ PRESENTA PROBLEMI NON RISOLVIBILI MA CHE POSSONO PREVEDERE UNA GESTIONE ATTIVA, DA PARTE DEI SOGGETTI, CHE FAVORISCA IL MASSIMO SVILUPPO ED UTILIZZO DELLE LORO POTENZIALITÀ. (GOTTARDI IN FERRARIO GOTTARDI,1987) LE RISORSE, A LIVELLO PERSONALE E SOCIALE, POSSONO ESSERE DISPONIBILI, ACCESSIBILI, INACESSIBILI, LATENTI, INESISTENTI. INFORMALI ( O NATURALI ) TRE SISTEMI DI RISORSE ( PINCUS A. E MINAHAN A. IN DAL PRA PONTICELLI M., I MODELLI TEORICI DEL SERVIZIO SOCIALE, ROMA ASTROLABIO, 1987) ) FORMALI SOCIALI ( O ISTITUZIONALI) INTRECCIO FRA LAVORO DI CASO E LAVORO DI TERRITORIO. SI TRATTA, DUNQUE, DI TRANSITARE LAVORANDO PER LE PERSONE SI LAVORA PER IL TERRITORIO E VICEVERSA. IL LAVORO DI TERRITORIO CONTIENE LA FUNZIONE DI PRESA IN CARICO DEL CASO. A ADOZIONE DI UN PIANO PER AFFRONTARE LE DIFFICOLTÀ DEL SINGOLO CASO, IN UNA LOGICA CHE RIGUARDA ALTRI UTENTI, REALI E/O POTENZIALI. DA OTTICA DI ESCLUSIVA ASSUNZIONE DEI PROBLEMI DEI SINGOLI COSÌ I PROBLEMI DELLE PERSONE NON SARANNO PIÙ SOLO CARENZA O DIFFICOLTÀ INDIVIDUALE, MA ANCHE SPIA DI DISFUNZIONI DI QUEL TERRITORIO E IL RAPPORTO CON L’UTENZA PORTERÀ CONTRIBUTI CONOSCITIVI RISPETTO AI CONTESTI DI VITA, ALLE LORO CULTURE, ALLE ESPRESSIONI SOLIDARISTICHE, ALLE RISORSE, OLTRE CHE AL MODO CON CUI IL SERVIZIO PERCEPITO. ATTRAVERSO IL LAVORO CON I SINGOLI CASI: * SI COSTRUISCE GRADUALMENTE UNA CONOSCENZA APPROFONDITA DELL'AREA TERRITORIALE; *SI PERCORRONO PISTE DI RELAZIONE CHE POSSONO DIVENTARE RETI DI COLLABORAZIONE. LAVORANDO PER * SISTEMATIZZARE ED ELABORARE CONOSCENZE (DIVERSAMENTE ACQUISITE) ; * PROMUOVERE NUOVE RISORSE, POTENZIARE QUELLE ESISTENTI * ORGANIZZARE SERVIZI E PRESTAZIONI SI FAVORISCE LA CREAZIONE DI UN AMBIENTE PIÙ NUTRITIVO E, QUINDI, SI LAVORA PER LE PERSONE.
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“DISCIPLINA DI SINTESI TRA ELEMENTI DI CONOSCENZE CHE PROVENGONO ANCHE DA DICIPLINE DIVERSE” (Bianchi, 1988) LA MULTIREFERENZIALITA‘ della formazione che non deve essere polivalenza ma LA POLICONOSCENZA: applicazione unitaria e rielaborazione nella pratica delle conoscenze derivate dalle molteplici discipline di base e complementari psicologia – sociologia – pedagogia antropologia....
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TEORIA E PRATICA DEL SERVIZIO SOCIALE “IL SERVIZIO SOCIALE HA BISOGNO DI UNA TEORIA CHE OFFRA UN MODELLO DI GUIDA PER L'AZIONE PRATICA IN UN MONDO COMPLESSO” (Payne, 1997) IL SERVIZIO SOCIALE COME … Nel servizio sociale le conoscenze tendono a essere eclettiche, cioè attingono da una serie di modelli e teorie di diverse discipline accademiche e professionali. Si distinguono, tra l'altro, in[34]: teorie psicodinamiche, derivate da Sigmund Freud, i cui concetti fondamentali sono il determinismo psichico (le azioni derivano da processi di pensieri interni alle persone) e l’inconscio (un’attività mentale latente). I modelli derivanti da tali teorie per il servizio sociale sono il case-work e il group-work che pongono la loro attenzione sull’individuo e adottano un approccio positivo. teorie behavioriste, che si concentrano sui pattern(modello, schema, quadro di riferimento) osservabili e utilizza teorie dell’apprendimento per analizzare e modificare il comportamento. Le teorie comportamentiste sono criticate per l’eccessivo meccanicismo e la discutibile eticità perché si focalizzano sugli obiettivi a discapito dei mezzi, es. modello task-oriented (L. Epstein); teorie cognitive, si riferiscono all’attività mentale delle persone e tende a utilizzare spiegazioni che si basano sul controllo razionale del comportamento delle persone, es. modello problem solving (H. Perlman); teorie eco-sistemiche, enfatizza l’adattabilità dell’uomo al suo ambiente e l'interazione coi fattori esogeni, es. modello di rete (L. Sanicola), modello unitario (H. Goldenstein), modello integrato (A. Pincus); teorie fisionomiche, derivate da Cesare Lombroso, si basano sulle caratteristiche biologiche ereditate dall'individuo, es. modello scientifico (F. Taylor), rating assessment (C. Bedaux). teorie prospettiche, offrono un modo di considerare il mondo e cambiare sé e il sociale. In particolare il modello del counselling, a opera di Rogers è focalizzato sulla relazione counselor-utente, accentua la non direttività dell’approccio e la considerazione assertiva dell’utente.
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“È un'attività professionale complessa, il cui intervento si può definire come processo di aiuto teso ad attivare un cambiamento nei rapporti fra soggetti e problemi e fra problemi e risorse” M.Dal Pra Ponticelli (1987), Lineamenti di servizio sociale, Astrolabio, Roma IL SERVIZIO SOCIALE COME … Il dato reale da cui partire è la persona con i suoi bisogni e i suoi diritti. gli articoli 1,2,3 della Costituzione che fondano l’ordinamento sui principi di libertà, eguaglianza e solidarietà. i servizi sociali trovano dunque la propria legittimazione nell’essere strumento di realizzazione di interessi e bisogni.
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I fondamenti dell’intervento di servizio sociale
Definizione di disagio secondo l’approccio olistico: “stato fisico, morale o finanziario non sopportabile cui possono conseguire situazioni confusive ed impotenti, richiedenti interventi esperti tesi a creare da parte del soggetto, attività di individuazione degli elementi caratterizzanti la condizione al fine di modificarne lo stato”
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I fondamenti dell’intervento di servizio sociale
<<Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze >> Teorema di W.I. THOMAS L’esistenza di un sistema di valori condiviso è il prerequisito necessario per interpretare il disagio individuale
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I fondamenti dell’intervento di servizio sociale
Il bisogno “L’uomo è soprattutto essere di bisogno. Nell’uomo il bisogno in generale appare e riappare come fondamento. Non c’è nulla che non corrisponda ad un bisogno o che non susciti un bisogno” K.Marx nell’interpretazione di Lefebvre
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Teoria di Maslow Maslow è stato il primo autore a descrivere una gerarchia dei bisogni umani: man mano che l’uomo soddisfa ognuno di questi bisogni, si fa vivo un bisogno di ordine superiore e relativi problemi. Il raggiungimento della soddisfazione è il raggiungimento dell’obiettivo ed è ciò che motiva l’uomo
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Nella piramide di Maslow i bisogni sono suddivisi in cinque categorie e sono gerarchici
fisiologici, organici Sicurezza (rifugio, tranquillità, pace) Amicizie, gruppo, amare ed essere amati Avere un immagine positiva di sé,apprezzarsi ed essere apprezzati Agire le proprie capacità, creatività, oltrepassare i propri limiti
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La PROFESSIONE Dal Dizionario di Sociologia, UTET (voce: Professioni, sociologia delle) “La professione è un'attività altamente qualificata, di riconosciuta utilità sociale, svolta da individui che hanno acquisito una competenza specializzata seguendo un corso di studi lungo ed orientato precipuamente a tale scopo” IL SERVIZIO SOCIALE COME … Aree di intervento[modifica] Gli interventi dell'assistente sociale, in generale, si possono distinguere a seconda dei ruoli: ruolo amministrativo: funzioni inerenti ai servizi organizzativi, patrimoniali e contabili. Collaborano ai fini della formazione della volontà dei competenti titolari di potestà pubbliche; ruolo tecnico: funzioni inerenti ai servizi di ricerca, assistenza tecnica e sociale. Svolgono attività volta a fornire elementi di giudizio, applicando principi e metodi propri di scienze, arti e discipline tecniche o una attività di natura tecnico professionale, sempre che manchino i requisiti per l’inquadramento nel ruolo professionale; ruolo professionale: mansioni proprie della loro professione con piena autonomia pur nel rispetto degli obblighi derivanti della natura del rapporto di pubblico impiego che è un rapporto di lavoro subordinato[35].
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LEGGE n. 84/1993 Ordinamento della professione di assistente sociale e istituzione dell'albo professionale Art.1 Professione di assistente sociale 1. L’assistente sociale opera con autonomia tecnico- professionale e di giudizio in tutte le fasi dell’intervento per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno (...) 2. L’assistente sociale svolge compiti di gestione, concorre all’organizzazione e alla programmazione e può esercitare attività di coordinamento e di direzione dei servizi sociali. 3. La professione di assistente sociale può essere esercitata in forma autonoma o di rapporto di lavoro subordinato. 4. Nella collaborazione con l’autorità giudiziaria, l’attività dell’assistente sociale ha esclusivamente funzione tecnico-professionale. IL SERVIZIO SOCIALE COME … L’assistente sociale ha sviluppato nel tempo la sua identità, basandosi sempre su valori e principi1 costanti, riuscendo a raggiungere un primo traguardo con il riconoscimento ufficiale della professione mediante l’istituzione dell’Ordine professionale degli Assistenti Sociali (L. 23 marzo 1994, n. 84). Questo ha rappresentato un momento di svolta, perché ha identificato il gruppo di appartenenza e ha dato la possibilità di rilanciare la professione stessa.
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La PROFESSIONE Dal Dizionario di servizio sociale, Carocci (voci: Professioni sociali, Deontologia professionale) “Le professioni sono occupazioni di tipo intellettuale, contraddistinte da una competenza scientifico-tecnica specializzata, acquisita attraverso studi specialistici ed esperienze pratiche opportune e aventi modalità peculiari di formazione, accesso, pratica, deontologia, carriera” “C'è concordanza nel ritenere che una professione debba avere fra i suoi attributi un corpus di regole di comportamento generalmente esplicitate in un codice deontologico” IL SERVIZIO SOCIALE COME … Sono molteplici le aree di intervento che possono coinvolgere un assistente sociale. Il lavoro di questo professionista può essere svolto sia nell'ambito sociale o integrato con la sanità, sia nel settore amministrativo e contabile della P.A.. Le principali categorie di utenza che frequentano i servizi sociali sono: minori persone con problematiche psico-sociali (tossicodipendenze di ogni tipo, salute mentale, ecc.) disabili immigrati anziani famiglie in difficoltà persone con pene detentive alternative. L'assistente sociale può operare in diversi settori ed enti sia pubblici che privati. Tra questi ricordiamo: Enti di ricerca e di formazione (università, fondazioni, istituti di cultura superiore, scuola secondaria superiore, etc.) Enti di integrazione socio-sanitaria, tra cui: Consultorio, Unità Multidisciplinari per l'Età Evolutiva (UMEE) e Unità Multidisciplinari per l'handicap dell'Età Adulta (UMEA), Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), Servizio per le tossicodipendenze, Unità Valutative Distrettuali e Geriatriche (UVD e UVG), Azienda Sanitaria Locale, Azienda ospedaliera; Enti di risocializzazione: C.T.U. presso Tribunale per i minorenni; Ministero di Giustizia (Ufficio Servizi Sociali Minorenni -USSM- e Servizio Sociale Adulti -UEPE-) Comunità di accoglienza Ministero dell'Interno/Prefettura,ecc. Regione, Provincia, Comune ed altri enti locali Strutture residenziali e semi-residenziali per anziani, adulti, inabili e minori, Organizzazioni del Terzo Settore (o Privato Sociale), cooperative, fondazioni, associazioni, impresa sociale, centri sociali Libero professionista (anche come ricercatore in proprio, associato oppure convenzionato con enti pubblici e privati di ricerca sociale e di servizio sociale) Centri per l'Impiego (inserimento lavorativo dell'utenza svantaggiata).
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Principi e Valori del servizio sociale Il Principio di Accettazione L’azione dell’assistente sociale deve avvenire nel rispetto di tutti i diritti universalmente riconosciuti e delle qualità originarie di ogni singolo soggetto. "Il servizio sociale si basa sulla concezione che l’uomo è un valore in quanto dotato di infinite potenzialità, capace di libertà e di autonomia, in grado di compiere scelte consapevoli e creative, di assumersi responsabilità e di prendersi cura degli altri, in grado di dominare le leggi della natura attraverso studi e attività che esprimono il suo infinito potere di ricerca"3. IL SERVIZIO SOCIALE COME … Il Principio di Personalizzazione e Individualizzazione degli interventi L’unicità e la soggettività di ciascun utente-cliente deve essere riconosciuta dall’assistente sociale per poter effettuare un intervento adatto al soggetto. Le azioni dell’assistente sociale devono cioè essere rivolte ad un soggetto che ha un pensiero, una sensibilità, delle emozioni e delle potenzialità proprie dalle quali non si può assolutamente prescindere nel momento dell’intervento, che anzi sarà costruito proprio tenendo conto della specificità delle persone cui ci si riferisce. Una formulazione di Kant sottolinea come "nella propria persona e in quella di qualsiasi altro non si veda unicamente uno strumento ma sempre anche un fine". Con ciò egli intende che noi dovremmo trattare gli altri come esseri che hanno mete (ossia scelte e desideri), e non soltanto come oggetti o strumenti per i nostri fini. Si viene ad affermare così il valore assoluto dell’uomo come unico e irripetibile, considerato quindi un sé, per un fine e mai un mezzo. L’assistente sociale deve, perciò disporre di una conoscenza approfondita degli elementi teorici appartenenti a più aree scientifiche, necessari per l’interpretazione del comportamento umano. Ciò è essenziale per riuscire a mettere in atto una personalizzazione dell’intervento per promuovere autonomia e responsabilità.
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Principi e Valori del servizio sociale Principi e Valori del servizio sociale Il Principio del Rispetto e della Promozione della Globalità della Persona L’assistente sociale deve considerare e accogliere la persona come "unica e distinta da altre analoghe situazioni" e deve saperla collocare "entro il suo contesto di vita, di relazione e di ambiente". È essenziale tener presente, appunto, che la persona vive all’interno di una fitta rete di relazioni tra diversi sistemi e che è, quindi, in stretto contatto con concetti di interdipendenza e continuità. IL SERVIZIO SOCIALE COME … È proprio nei rapporti con l’esterno, però, che le persone possono incontrare delle difficoltà che le portano ad una condizione di "crisi", infatti spesso il problema è proprio la rottura, la mancata integrazione fra le parti di cui sono composte, che minaccia la loro autonomia e distorce le relazioni sociali. Pertanto il compito dell’assistente sociale è quello di cercare di ricostruire tali legami per ricomporre prima di tutto l’unitarietà della persona. Il professionista deve tendere a riconoscere e valorizzare l’utente-cliente e presuppone una nuova visione dell’intervento che non si incentra sulla cura della patologia, ma sul potenziamento di funzioni - individuali e sociali - di apprendimento sociale, sostenendolo nell’uso delle risorse proprie e della società. In tal caso l’assistente sociale si ritrova a dover svolgere una funzione di raccordo e connessione di risorse.
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Principi e Valori del servizio sociale Il Principio di Autodeterminazione Riportando la definizione, data da un dizionario di lingua italiana, l’autodeterminazione è "l’atto secondo cui l’uomo si determina secondo la propria legge: espressione della libertà positiva dell’uomo, e quindi della responsabilità e imputabilità di ogni suo volere e azione"4. Tale principio può essere considerato quello che maggiormente identifica l’operato dell’assistente sociale e che lo contraddistingue principalmente dagli altri operatori. Poiché il servizio sociale valorizza la libertà come risorsa fondamentale, che deriva dal rispetto che va garantito ed assicurato alla persona, tale principio dovrà essere presente in ogni momento del processo di aiuto e in ogni relazione instaurata dall’assistente sociale. IL SERVIZIO SOCIALE COME … L’utente-cliente, infatti, non è attore passivo nella relazione e nel processo di aiuto, ma ne deve essere il principale attore che si impegna attivamente, una volta consapevole delle proprie risorse, nel portare avanti, fase per fase, il proprio progetto personale per liberarsi dal suo bisogno. In questo progetto l’assistente sociale deve aiutare l’utente-cliente a procedere verso il raggiungimento degli obiettivi, ma non si deve sostituire a lui, per permettergli di prendere le sue decisioni in libertà e con responsabilità. Tale progetto, infatti, non può essere chiaro e definito fin dall’inizio, ma è compito dell’assistente sociale, prima di tutto, portare l’utente ad avere consapevolezza della situazione in cui si trova, per poi poter realizzare man mano ciascuna fase progettuale. Saranno necessarie delle fasi intermedie di rivisitazione degli obiettivi, che possono variare in base sia ai passi compiuti dall’utente, che anche da cause esterne, e quindi dai rapporti che magari vengono a instaurarsi nuovamente con l’esterno. Una maggiore presa di coscienza dell’utente, lo porta a crescere, a raggiungere la propria autonomia e anche a riconoscere le proprie responsabilità, in quanto cercherebbe di prendersi carico delle proprie problematiche e di affrontarle una per una con calma e consapevolezza dei propri limiti. L’assistente sociale, nella relazione di aiuto, deve promuovere le condizioni favorevoli per una riabilitazione con l’utente-cliente. Il processo di cambiamento non dipende solo dalla volontà della persona di intraprenderlo e quindi dalla maggior consapevolezza, ma è ottenuto da quel percorso da cui si è partiti, dal suo sistema di valori, per individuare ed attivare tutte le risorse possibili nel processo di cambiamento. Questo è un processo lento che richiede enorme pazienza, in cui l’assistente sociale si deve adattare possibilmente ai tempi degli utenti senza forzarli o affrettarli, riconoscendo i ritmi di ciascuno.
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Principi e Valori del servizio sociale Il Principio del Rispetto e della Promozione dell’Uguaglianza Tale principio deriva dal valore che ogni uomo è uguale ad un altro in quanto a dignità e a godimento dei diritti fondamentali, che porta l’assistente sociale a svolgere la sua azione professionale senza alcuna discriminazione di alcun genere ("di età, di sesso, di stato civile, di razza, di nazionalità, di religione, di condizione sociale, di ideologia politica, di minorazione mentale o fisica, o di qualsiasi differenza o caratteristica personale"). IL SERVIZIO SOCIALE COME … Questo principio, che si rifà sia agli articoli 1 e 7 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo che all’art. 3 della Costituzione della repubblica Italiana, "non solo non nega le differenze, ma anzi da un’appropriata constatazione delle differenze, impone attività differenziate in modo che tutti possano disporre di pari opportunità e godere effettivamente di uguali diritti, in un’ottica di giustizia ed equità sociale"5
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Principi e Valori del servizio sociale Il Principio della Riservatezza e/o Privacy e del Segreto Professionale Il Capo III del Titolo III del Codice Deontologico è interamente dedicato alla riservatezza e al segreto professionale. Temi molto importanti nella relazione che si instaura tra assistente sociale ed utente o cliente. Si sottolinea, infatti, che per la particolare natura del rapporto professionale, e cioè di fiducia che si viene a creare, l’assistente sociale deve trattare con riservatezza "le informazioni e i dati riguardanti" gli utenti e clienti, e "deve ricevere l’esplicito consenso degli interessati, o dei loro legali rappresentanti, ad eccezione dei casi previsti dalla legge" per l’uso o per la trasmissione di questi. . IL SERVIZIO SOCIALE COME … Come prima prerogativa si sottolinea che la riservatezza e il segreto professionale sono diritto dell’utente e del cliente e dovere dell’assistente sociale. Inoltre, si può ricordare che il "carattere fiduciario che viene instaurato con gli utenti", rappresenta da sempre, per gli assistenti sociali, un valore professionale prima che un obbligo, un dovere etico prima che giuridico. È importante, quindi, nell’ambito del rapporto fiduciario, la capacità di coinvolgere al massimo gli utenti nella scelta dei contenuti per le comunicazioni ad altri delle informazioni che li riguardano
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Il CODICE DEONTOLOGICO Il codice deontologico è il documento vincolante a cui gli assistenti sociali devono fare riferimento nel loro lavoro, in particolare nel processo di aiuto alle persone, ai gruppi, alle comunità. E’ uno strumento essenziale di garanzia per l’utente, per l’operatore e per l’ente in cui egli è collocato. Il codice deontologico da unità all’agire professionale e dovrebbe sostenere il senso di appartenenza alla comunità professionale. IL SERVIZIO SOCIALE COME … Il Codice Deontologico contiene le esigenze etiche di una professione; costituisce il suo elemento di identità, lo strumento attraverso il quale un professionista si presenta alla società e contestualmente lo strumento che orienta e guida il professionista nelle scelte di comportamento, nel fornire i criteri per affrontare i dilemmi etici e deontologici, nel dare pregnanza etica alle azioni professionali. Si tratta di un Codice composto da 70 articoli, incentrato tutto sulla responsabilità di una professione a servizio delle persone, delle famiglie, della società, dell’organizzazione di lavoro, nonché dei colleghi e della professione stessa.
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Il CODICE DEONTOLOGICO indice Titolo I - Definizione e potestà disciplinare Titolo II - Principi Titolo III - Responsabilità dell'assistente sociale nei confronti della persona utente e cliente Titolo IV - Responsabilità dell'assistente sociale nei confronti della società Titolo V - La responsabilità dell'assistente sociale nei confronti di colleghi ed altri professionisti Titolo VI - La responsabilità dell'assistente sociale nei confronti dell'organizzazione di lavoro Titolo VII - La responsabilità dell'assistente sociale nei confronti della professione Disposizioni finali: Gli Ordini regionali e interregionali degli assistenti sociali sono tenuti ad inviare agli iscritti all'Albo il Codice deontologico ed a promuovere periodicamente occasioni di aggiornamento e di approfondimento sul Codice. Sanzioni disciplinari e procedure - art.17 DM 615/94 IL SERVIZIO SOCIALE COME …
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IMPOSTAZIONE PROMOZIONALE dal Codice Deontologico Art. 6 La professione è al servizio delle persone, delle famiglie, dei gruppi, delle comunità e delle diverse aggregazioni sociali per contribuire al loro sviluppo; ne valorizza l'autonomia, la soggettività, la capacità di assunzione di responsabilità; li sostiene nell'uso delle risorse proprie e della società nel prevenire ed affrontare situazioni di bisogno o di disagio e nel promuovere ogni iniziativa atta a ridurre i rischi di emarginazione. Art.11 L'assistente sociale deve impegnare la sua competenza professionale per promuovere la piena autodeterminazione degli utenti e dei clienti, la loro potenzialità ed autonomia, in quanto soggetti attivi del progetto di aiuto IL SERVIZIO SOCIALE COME …
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Dal Codice deontologico, titolo II 8. L'assistente sociale svolge la sua azione professionale senza discriminazione di età, di sesso, di stato civile, di etnia, di nazionalità, di religione, di condizione sociale, di ideologia politica, di minorazione psichica o fisica, o di qualsiasi altra differenza o caratteristica personale. 9. Nell'esercizio delle sue funzioni l'assistente sociale non esprime giudizi di valore sulle persone in base ai loro comportamenti. 10. L'esercizio della professione si basa su fondamenti etici e scientifici, sull'autonomia tecnico- professionale, sull'indipendenza di giudizio, sulle conoscenze proprie della professione e sulla coscienza personale dell'assistente sociale. L'assistente sociale ha il dovere di difendere la propria autonomia da pressioni e condizionamenti IL SERVIZIO SOCIALE COME …
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