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ANOMALIE DEL PIGMENTO
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DISCROMIE CUTANEE Per discromie cutanee si intende un cambiamento del normale colorito della pelle, sia per eccesso che per difetto del pigmento melanico in esso contenuto. Nel primo caso si parla di ipercromie (melanodermie), nel secondo caso si parla di ipocromie (leucodermie). Melanodermie Si distinguono forme generalizzate e forme localizzate. Tra le forme generalizzate ricordiamo quelle legate a problemi: endocrini vitaminici metabolici tossici Le forme localizzate sono le più comuni, e sono le seguenti: efelidi lentiggini nevi cloasma dermatite da bergamotto Efelidi: Sono piccole macchie di pigmento di colore giallo-bruno, di forma ovale o irregolare, con superficie piana o liscia, dai limiti non ben definiti. Si localizzano nelle zone fotoesposte, si accentuano nella stagione estiva e regrediscono nella stagione invernale. Nele cellule basali dell’epidermide colpita è presente una quantità maggiore di melanina. Di solito compaiono tra i 6-8 anni in soggetti con cute chiara. Non vanno incontro a degenerazione. Terapia: Si consiglia di evitare l’esposizione diretta ed immediata al sole, di applicare preventivamente sulla pelle creme protettive che filtrano i raggi U.V. e di abbronzarsi gradualmente. Si ottengono discreti risultati con i peeling a leggera azione dermoabrasiva meccanica, con le maschere sbiancanti e con i prodotti antiefelidi (la prescrizione di questi ultimi è di competenza medica.
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Lentiggini: Sono dovute ad un accumulo di pigmento, si differenziano dalle efelidi perchè sono rilevate sulla cute, di colore più scuro e con margini più netti. Hanno la forma delle lenticchie ed, istologicamente, sono simili ai nevi. Terapia: Come per le efelidi.
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Nevi: Sono delle neoformazioni (tumori benigni) caratterizzate dalla presenza di particolari elementi cellulari (cellule neviche). Sono dovuti ad accumulo di pigmento, possono essere presenti alla nascita o comparire più tardi. Si distinguono i seguenti tipi di nevi: nevi pigmentari piani di colorito caffè-latte, bruno chiaro o bruno bluastro, di numero e di dimensioni variabili, talvolta sono pelosi nevi pigmentari tuberosi rilevati e di colorito variabile, talvolta con peli centrali lentiggini (vedi sopra) I nevi possono costituire il punto di partenza per lo sviluppo di un tumore altamente maligno, il melanoma. Sono sopratutto i nevi giunzionali (quelli che si originano in corrispondenza della giunzione dermo-epidermica che possono trasformarsi in tumori maligni.
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Bisogna fare attenzione alle seguenti variazioni a cui va incontro un neo: aumento di volume (specie se rapido) comparsa di un alone eritematoso comparsa di squame sulla superficie facilità di emorragie spontanee in seguito a traumi minimi sintomi soggettivi (prurito, trafitture locali) I traumatismi di qualsiasi genere possono innescare la trasformazione di un nevo in melanoma. Terapia: La terapia è specialistica e consiste nell’asportazione chirurgica dei nevi sospetti e di quelli che si trovano sulla pianta dei piedi o in corrispondenza di allacciature. L’estetista deve trattare solo la zona intorno al nevo evitando con cura qualsiasi tipo di manovra o massaggio sul nevo.
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Cloasma: Per cloasma si intende una pigmentazione di varia natura localizzata al viso, la forma più nota è quella legata alla gravidanza, il cosiddetto cloasma gravidico. Si tratta di macchie pigmentarie senza alone eritematoso e senza desquamazioni, sono variamente estese, con contorni irregolari ma netti. Le macchie sono distribuite simmetricamente sulla fronte, sugli zigomi e le palpebre, sul naso, sulle guance e sul labbro superiore, raramente sulle tempie e sul mento. Il cloasma appare dopo l’esposizione al sole, durante il corso della gravidanza, scompare dopo il parto per ripresentarsi in occasione di una seconda gravidanza. A volte il cloasma non scompare fino alla menopausa e si evidenzia, accentuandosi, durante la stagione estiva. Il cloasma può comparire anche indipendentemente dallo stato gravidico, a causa di squilibri ormonali. La causa del cloasma non è nota ma è sicuramente legata all’aumento dell’ormone melanotropo-ipofisario che si verifica durante la gravidanza. Terapia: Si consiglia di evitare l’esposizione diretta al sole applicando creme protettive. Le chiazze melanodermiche si possono trattare con peelings e creme schiarenti, creme magre con succhi o estratti vegetali ricchi di vitamina C (limone e cetriolo), la vitamina C, infatti, è un’antagonista della melanina.
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Dermatite da bergamotto:
Alcuni oli essenziali contenuti nell’essenza di bergamotto esercitano un’azione fotodinamica con l’esaltazione della pigmentazione dopo l’esposizione alla luce del sole. Le chiazze si localizzano principalmente al volto ed alla base del collo e sono precedute da una fase eritematosa, a volte non avvertita. La forma delle macchie segue la figura dello sgocciolamento o dell’applicazione del cosmetico. Le chiazze regrediscono lentamente e scompaiono senza lasciare tracce, con il rinnovarsi dell’epidermide. Terapia: Il trattamento è identico a quello del cloasma.
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Leucodermie Tra le leucodermie ricordiamo:
la vitiligine l’albinismo Vitiligine Le cause della vitiligine non sono note ma di origine autoimmune. Le macchie sono acromiche, circondate da un alone melanodermico. La malattia è comune nei giovani con equilibrio nervoso instabile e insorge dopo uno stress emotivo, l’aspetto antiestetico può lasciare strascichi psicologici. Le chiazze si localizzano di solito al collo, al viso, al dorso delle mani, agli avambracci ed ai genitali.
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Successivamente possono interessare altre zone della cute tranne le palme delle mani, le piante dei piedi e le mucose visibili. I peli che crescono all’interno delle macchie sono di solito bianchi (leucotrichia). Nelle zone delle macchie i melanociti sono presenti ma non producono melanina, ne consegue che le persone affette da vitiligine devono esporsi con cautela al sole perchè la cute priva di melanina può andare incontro a fotoustione.
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La malattia dura tutta la vita, le macchie possono cambiare forma ma non scompaiono. La malattia è asintomatica e non è accompagnata da nessuna patologia. Terapia: La terapia medico-specialistica si basa sull’uso di vitamina H ed estratti vegetali pigmentanti somministrati sia per via generale sia localmente, seguiti da una contemporanea esposizione solare o a raggi ultravioletti per stimolare la produzione di melanina. Può essere effettuato anche il tatuaggio terapeutico con la vibropuntura per mascherare la leucodermia. L’estetista può usare sostanze in grado di mascherare le chiazze con sostanze coloranti applicate localmente (olio di noci, idrossiacetone, fondotinta, corettori scuri, ecc.).
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Albinismo La malattia è caratterizzata dall’assenza congenita della melanina nella pelle e nell’occhio; la malattia è ereditaria, i melanociti sono presenti ma non producono melanina. L’albinismo può essere totale o parziale. L’albinismo totale interessa la pelle, le mucose, l’occhio ed il sistema pilifero. La cute fin dalla nascita appare sottile e bianca con sfumature rossastre per la trasparenza dei vasi, molto sensibile all’azione dei raggi solari. I capelli ed i peli sono finissimi, bianchi o giallo-dorato (nei negri la tonalità è rossiccia), gli occhi hanno l’iride rosa e la pupilla rossa. Sono associate anomalie oculari (miopia, astigmatismo, malformazioni del cristallino), sordomutismo ed epilessia. Il quoziente intellettuale, nella maggior parte dei casi, è inferiore alla media. L’albinismo parziale semplice interessa solo alcune zone del corpo (può essere interessato un solo occhio o solo una ciocca di capelli). Tutti gli albini devono proteggere la pelle e gli occhi dalla luce del sole.
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