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LE SOSTANZE FUNZIONALI Le sostanze funzionali dovrebbero essere inquadrate in base ai livelli cutanei su cui si esplica l’azione cosmetica. Livello cutaneo.

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1 LE SOSTANZE FUNZIONALI Le sostanze funzionali dovrebbero essere inquadrate in base ai livelli cutanei su cui si esplica l’azione cosmetica. Livello cutaneo Funzionalità cosmetica corrispondente flora epicutaneaantimicrobico - deodorante - antiforforasecrezione sudoraleastringente - antisudorale - antitraspirantesecrezione sebaceaantiseborroico - sebostatico - dermopurificantestrato corneoidratante - cheratoplastico - esfolianteepidermide vitaleeudermico - eutrofico - restitutivomelanocitifotoprotettore - pigmentante - depigmentantetessuto connettivoantirughe - rassodante - elasticizzantemicrocircolovasoprotettore - antiarrossamento – lenitivo - anticellulitelabbra - denti - gengiveemolliente - protettivo - antisetticopeli - capelli - unghie - ciglia colorante - decolorante – cheratolitico - rinforzantesopraccigliadecorativo

2 Per praticità risulta più agevole la seguente classificazione:
sostanze funzionali di provenienza vegetale sostanze funzionali di provenienza animale sostanze funzionali idratanti, leviganti ed esfolianti vitamine e fattori vitaminici deodoranti, dermopurificanti, antitraspiranti fotoprotettori, pigmentanti, depigmentanti antirughe, rassodanti, elasticizzati, antismagliature vasoattivi, vasoprotettori, vasomotori, rubefacenti tricoattivi, prodotti per peli ed unghie sistemi membrana-mimetici, liposomi, nanosomi, microcapsule

3 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
Per lungo tempo la cura delle malattie dell’uomo si è basata sull’uso di sostanze vegetali; la cura era fondata su criteri empirici, cioè sull’esperienza e non su basi scientifiche. A partire dal secolo scorso il progresso scientifico ha permesso di conoscere la composizione delle piante e di identificare i principi attivi responsabili dell’attività farmacologica. La fitocosmesi è una specializzazione della cosmesi che si fonda sull’uso di sostanze vegetali (piante officinali). Concetto di droga e fitocomplesso

4 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
Per droga vegetale si intende quella parte della pianta più ricca di sostanze funzionali ed utilizzata tal quale come rimedio o come prodotto di partenza per la produzione di estratti. Esempi di droghe sono: i fiori, le foglie, i frutti, i semi, le cortecce, le radici, i rizomi (fusti sotterranei), i talli (fusti subacquei). I principi attivi sono molecole prodotte dal metabolismo vegetale, dotate di attività farmacologica e suscettibili di impiego terapeutico o cosmetico.

5 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
Ogni droga in realtà contiene centinaia di molecole diverse che, nel loro insieme, danno origine al fitocomplesso e cioè ad una entità biochimica che rappresenta l’unità farmacologica integrale della pianta. Il fitocomplesso esercita un effetto composito, interagendo con più metabolismi perturbati e producendo oltre ad effetti specifici, anche effetti generali sull’intero organismo. Raccolta e conservazione delle droghe Le piante contengono quantità variabili di acqua a seconda della parte che si considera. Dopo la raccolta, i sistemi enzimatici danno l’avvio ad una parziale o totale distruzione dei principi attivi presenti. L’acqua inoltre rappresenta il terreno ideale per la riproduzione di batteri e di muffe. Quando la percentuale di acqua scende al di sotto del 5% le reazioni enzimatiche diventano trascurabili, anche se non si interrompono mai completamente.

6 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
Altri fattori che concorrono al deterioramento delle droghe sono le reazioni chimico-fisiche catalizzate dalla luce, dal calore e dall’ossigeno. Estrazione dei principi attivi L’estrazione è un’operazione tecnologica che consente la separazione dei principi attivi dalle droghe che li contengono. Frantumazione della droga Ha lo scopo di aumentare la superficie di contatto tra la droga ed il solvente, per accrescere il potere di estrazione.

7 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
La Scelta del metodo di estrazione Dipende dalle caratteristiche fisico-chimiche del principio attivo, in particolare sono considerati la solubilità, la volatilità e la termostabilità. Scelta del solvente più idoneo Se il principio attivo è solubile in più solventi, sarà utilizzato quello che altera di meno le sostanze funzionali. La droga si dice “esausta” quando tutte le molecole farmaco-attive saranno passate in soluzione. I solventi più utilizzati sono: acqua alcool oli glicerina glicole propilenico.

8 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
Principali preparazioni galeniche PolveriFrantumazione della droga seccaIdrolitiMacerazione della droga secca in acquaAlcoolitiMacerazione della droga secca in alcoolOleolitiMacerazione della droga secca in oliGlicerolitiMacerazione della droga secca in glicerinaGlicolitiMacerazione della droga secca in propilenglicoleSciroppi medicatiIdroliti zuccheriniElixirAlcoliti zuccheriniTinture madriMacerazione della droga fresca in alcoolMacerati glicerinatiMacerazione della droga fresca in glicerinaOli essenzialiDistillazione della droga fresca o seccaAcque distillate aromaticheDistillazione della droga fresca o seccaSucchiSpremitura della droga frescaEstratti fluidiPercolazione della droga fresca o secca e successiva concentrazioneEstratti molliPercolazione della droga fresca o secca e successiva concentrazioneEstratti secchiPercolazione della droga fresca o secca e successiva concentrazione Costituenti chimici delle piante I principi attivi delle piante possono essere così definiti: Lipidi Polisaccaridi Proteine Glucosidi (saponine, flavonoidi, antociani, ecc) Oli essenziali, balsami, resine Acidi organici Enzimi Vitamine Tannini Coloranti Sali minerali

9 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
Corpi puri chimicamente definiti La presenza di queste molecole, ormai studiate e documentate, conferisce alle piante le proprietà cosmetiche sfruttate dalla cosmesi. N.B. vedi tabelle allegate

10 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
Oli essenziali Gli oli essenziali, negli ultimi anni, hanno assunto particolare importanza nei trattamenti cosmetici. Secondo la farmacopea ufficiale, le essenze (oli essenziali, oli volatili, oli eterei) sono dei miscugli aromatici di sostanze organiche diverse ottenute per distillazione in corrente di vapore, spremitura o estrazione con solventi da materiali vegetali: alcoli, aldeidi, chetoni, acidi, esteri, eteri, terpeni, ecc. Gli oli essenziali sono, nella maggior parte dei casi, liquidi a temperatura ordinaria volatili di consistenza oleosa di odore aromatico poco solubili in acqua solubili in alcool e nella maggior parte dei solventi organici.

11 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA VEGETALE
Nelle piante gli oli essenziali sono presenti fin dai primi mesi di vita e continuano a prodursi ed accumularsi. Sono prodotti nel citoplasma di cellule specializzate, legate agli organi secretori della pianta: peli ghiandolari, tasche secretici, canali secretori. Gli oli essenziali si trovano localizzati nei fiori (lavanda, arancio), nelle foglie (menta, salvia, basilico), nella corteccia (cannella), nel legno (sandalo, cedro), nelle radici (angelica), nei rizomi (calamo), nei frutti (limone, bergamotto, anice, finocchio). Talvolta le diverse parti di un vegetale contengono oli essenziali diversi, come ad esempio nell’arancio amaro la distillazione dei fiori produce l’essenza di Neroli, mentre l’epicarpo dei frutti immaturi produce l’essenza di petit-grain.

12 Metodi di preparazione degli oli essenziali
Estrazione per spremitura La scorza del frutto freso viene sottoposta a forti pressioni in particolari torchi, con rottura degli otricoli o cellule oleifere e fuoriuscita dell’olio essenziale.Questa tecnica è riservata per le droghe che contengono grandi quantità di oli essenziali come il genere citrus (limone, bergamotto, arancio). Distillazione in corrente di vapore Il vapore d’acqua investe il vegetale posto sopra un cestello, fa scoppiare le ghiandole oleifere e si satura di sostanze volatili.

13 La miscela di vapore d’acqua + l’olio essenziale, attraversando una camicia refrigerante (serpentina di raffreddamento), si condensa e si raccoglie nell’apposito recipiente.La separazione delle due fasi (olio ed acqua) avviene spontaneamente , l’olio si dispone in superficie con l’acqua distillata aromatica (idrolato) al di sotto.Generalmente le piante si distillano allo stato fresco perché una loro conservazione può innescare processi fermentativi che possono alterare o distruggere il profumo o le caratteristiche dell’essenza. Attività degli oli essenziali L’uso degli oli essenziali e le tecniche di distillazione sono conosciute da circa 4000 anni.

14 Le strutture chimiche dei prodotti odorosi delle piante sono molteplici e con azioni diverse: applicati su di un tessuto provocano spesso una azione irritativi/infiammatoria (azione revulsiva) accompagnata da rossore, vescicole ed in qualche caso necrosi dei tessuti, questi effetti sono maggiori sulle mucose; l’applicazione locale può provocare effetti nervosi indiretti locali o generali; gli oli essenziali sono eliminati attraverso le vie respiratorie ed urinarie, sui quali hanno azioni terapeutiche: azione antisettica, balsamica, espettorante, diuretica; l’eliminazione attraverso la pelle (ghiandole sebacee e sudoripare) può determinare reazioni cutanee indesiderate come eritema ed orticaria; l’odore ed il sapore stimolano per via riflessa la secrezione salivare, quella gastrica ed enterica stimolando la digestione; alcuni oli essenziali esercitano sull’apparato gastrointestinale un’azione antispasmodica, antifermentativa ed antiacida; anche il cuore ed i vasi sono sensibili all’azione degli oli essenziali, il diametro può subire modificazioni, provocando ipo o ipertensione, anche la frequenza cardiaca può essere accelerata o rallentata; molti oli agiscono sia sul sistema nervoso centrale sia su quello autonomo con attività eccitante o calmante; l’effetto sul sistema nervoso si può avere sia per via umorale che olfattiva (aroma terapia); alcuni oli hanno una azione anestetica, altri un’azione antisettico-disinfettante .

15 Gli oli essenziali Gli oli essenziali oltrepassano la barriera della pelle in quanto sono solubili nei lipidi cutanei. Le funzionali cosmetiche degli oli essenziali sono le seguenti: Azione aromatizzante Si utilizza per dentifrici, prodotti per il cavo orale e per le labbra: menta, vaniglia, anice, ginger, cannella, arancio, limone. Azione profumante Le essenze utilizzate sono: verbena, bergamotto, citronella, lavanda, viola, rosa, gelsomino, mughetto, iris, sandalo, patchouli, vetiver, magnolia, tuberosa, ylang-ylang).

16 Azione stimolante Consiste nella versione più accettabile dell’azione irritante, è sfruttata nel massaggio stimolante e sportivo, oltre che nella preparazione di bagni tonificanti: canfora, cannella, rosmarino, cajeput, eucalipto, wintergreen. Azione lenitiva Si utilizzano la camomilla e la camomilla romana che contengono bisavolo e camazulene, ed i fiori d’arancio. Azione dermopurificante Si utilizzano oli essenziali con proprietà antisettiche per il trattamento delle pelli impure, nei deodoranti, negli shampoo antiforfora, nei prodotti igienizzanti per la manicure ed il pedicure: cajuput, timo, lavanda, salvia, pino, chiodi di garofano, limone, bergamotto, melissa, rosmarino, cannella, canfora, … Data la potenziale pericolosità degli oli essenziali (irritabilità, allergenicità) se ne consiglia un uso più cauto e misurato. N.B. Vedi tabelle allegate

17 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA ANIMALE
Nella storia antica e recente della cosmesi molti sono gli animali fonti di materie prime: visoni, tartarughe, cavalli, uccelli acquatici, foche, balene, ecc. Della mucca si utilizzavano tantissime cose: placenta, liquido amniotico, acido ialuronico, collagene, elastina, fibronectina, cheratina, ghiandole endocrine ed esocrine, milza, cervello, fegato, midollo spinale, sangue, sego, ecc. Oggi, fortunatamente, sotto la spinta animalista ed a causa della BSE, i derivati animali sono stati quasi del tutto abbandonati, alcuni sono stati espressamente vietati: cervello, midollo, occhi, milza. La tendenza è quella di utilizzare derivati biologici che non prevedano sacrificio di animali: Miele Altri prodotti dell’alveare Lanolina Latte Uova Seta Chitina ( sostanza simile all’acido ialuronico, estratta dall’esoscheletro dei crostacei).

18 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA ANIMALE
L’unica sostanza ancora utilizzata è lo squalene, idrogenato a squalano, fino a quando non sarà disponibile in grandi quantità lo squalano vegetale ricavato dall’olio d’oliva e lo squalano sintetico. Sostanze funzionali idratanti, leviganti, esfolianti Sostanze idratanti lipofile: Un famoso dermatologo americano (Kligman) è convinto che la sostanza più idonea per mantenere idratata la pelle sia la vaselina. Secondo l’opinione dei fisiologi cutanei la sostanza ideale sarebbe composta da una miscela di lipidi sebosimili che, nel loro insieme costituiscono una specie di sebo ricostituito, composto da: Squalene esteri cerosi trigliceridi alcoli acidi grassi

19 SOSTANZE FUNZIONALI DI PROVENIENZA ANIMALE
Altri fisiologi sono favorevoli all’effetto barriera non occlusivo degli oli siliconici. Alcuni lipidi non formano solo un film grasso superficiale ma si posizionano tra le cellule cornee e rimpiazzano e/o completano l’ordinata struttura lipidica che l’epidermide costruisce grazie ai corpi di Odland. I corpi di Odland Sono delle vescicole prodotte dalle cellule granulose prima della loro trasformazione in cellule cornee. Una volta usciti dalle cellule, i corpi di Odland si rompono liberando dei liposomi, in cui sono contenuti: Ceramidi Colesterolo

20 Acidi grassi polinsaturi (vitamina F)
I lipidi contenuti nei liposomi si liberano e si dispongono tra le cellule cornee. Le ceramidi si legano ai terminali carbossilici delle proteine che formano la parete delle cellule cornee, stabilendo così un collegamento fra le cellule (strato corneo compatto). Assieme al colesterolo c’è il colesterolo solfato che serve a regolare il “tempo di vita” dei legami tra ceramidi e proteine che determina il progressivo distacco delle cellule più superficiali (strato corneo desquamante).

21 Sostanze idratanti idrofile:
Sull’epidermide si trova il mantello epicutaneo idro-acido-lipidico, formato dal sebo, dal sudore e dalle sostanze provenienti dal disfacimento cellulare delle cellule granulose, quando si trasformano in lamelle cornee cheratinizzate. La miscela tra sudore e tale materiale è detta NMF, Natural Moisturizing Factor, fattore idratante naturale epidermico. Risulta composto da: acido lattico lattato di sodio acido piroglutammico sodio piroglutammato urea sale aminoacidi zuccheri Tale miscela, in particolare gli zuccheri, ha un notevole potere di adesione sullo strato corneo, oltre a conferire l’acidità fisiologica (pH tra 4,5 e 6,5) ed un utile umettamento. E’ una soluzione acquosa, quindi è asportabile quando ci si lava.

22 Dopo ogni detersione sarebbe utile ricostituire il mantello idrolipidico applicando prodotti in cui è presente il fattore NMF ricostituito e contenente zuccheri. Oltre al fattore NMF, un buon prodotto idratante può contenere polimeri zuccherini e proteici quali: l’acido ialuronico i glicosaminoglicani solforati il chiosano il fitoialuronato (gel di carrube) il collagene ed il suo idrolizzato le proteine vegetali idrolizzate (di grano, avena, mais, soja, orzo, mandorle) le proteine della seta integre (sericina) o idrolizzate (fibroina) le mucillagini gelatinose estraibili da aloe, malva, calendula, alghe rosse o brune, ecc.

23 Sostanze leviganti ed esfolianti:
Un buon prodotto idratante deve contenere anche sostanze leviganti o cheratoplastiche: urea allantoina alfa idrossiacidi (acido glicolico, malico, tartarico, lattico) beta idrossiacidi (acido salicilico) Queste sostanze a basse dosi agiscono da idratanti ed ammorbidenti, a dosi più alte digeriscono o provocano il distacco delle cellule cornee più superficiali funzionando cioè da esfolianti. L’effetto esfoliante dell’urea e degli alfa o beta idrossiacidi è direttamente proporzionale al pH acido: più il pH è acido più l’effetto esfoliante è evidente. Quando la dose di alfa idrossiacidi è alta ma la maggior parte di essi è salificata con una base, il pH è vicino alla neutralità e quindi si perde l’effetto esfoliante e si manifesta quello idratante. In ogni caso in cosmetica è consigliabile non scendere al di sotto di pH 3,5. Formula di un completo prodotto idratante: la forma è quella dell’emulsione e gli emulsionanti non devono essere alcalini il pH deve essere tra 4,5 e 6,5 la fase lipidica deve contenere sostanze sebosimili e soprattutto ceramici, colesterolo e acidi grassi polinsaturi nella fase acquosa devono essere presenti l’NMF,polimeri zuccherini e proteici, allantoina, urea, alfa o beta idrossiacidi

24 Vitamine e fattori vitaminici:
Vitamina A (retinolo): L’uso della vitamina A acida (acido retinico ) è vietato in cosmetica, la vitamina A sotto forma di alcool (retinolo) è utilizzata, specialmente nella forma esterificata (retinilpalmitato). L’azione si manifesta soprattutto a livello dello strato corneo, su cui la vitamina agisce come levigante ed ammorbidente eliminando ipercheratosi e ruvidità. Attualmente viene utilizzata, insieme agli acidi grassi polinsaturi per il trattamento della pelle secca. Per una maggiore stabilità si unisce la vitamina E. Per una maggiore efficacia viene incorporata in nanosomi (vescicole di fosfolipidi) con dosi variabili tra lo 0,25 e lo 0,5. Vitamine del gruppo B: In cosmesi si usa la vitamina B2 (lattoflavina) per i prodotti contenenti tiroxina che intensificano l’abbronzatura.

25 Molto usata è la vitamina B5 (pantenolo) nei prodotti per capelli, è idratante e lenitiva.
La vitamina B6 (piridossina) è utilizzata poco nei prodotti per le labbra e nei dentifrici. La vitamina PP (nicotinamide) è usata qualche volta come rubefacente. La vitamina H (biotina) è indicata per pelli grasse ed impure. Vitamina C (acido ascorbico): Attualmente è molto di moda in cosmesi come anti-radicali liberi e come schiarente. L’acido ascorbico è molto instabile quindi si usa nella forma microincapsulata. Vitamina D: Il suo uso è vietato in cosmesi. La vitamina delle ossa (D) non ha nulla a vedere con la pelle anche se la sua biosintesi avviene partendo dal colesterolocutaneo sotto l’azione dei raggi solari. Vitamina E (tocoferolo): La vitamina E è usata in cosmesi come molecola anti-radicali liberi e anti-invecchiamento (insieme alla vitamina A). Si utilizza anche come deodorante, in quanto non permette l’ossidazione e l’irrancidimento dei lipidi cutanei. Vitamina F (PUFA): Sono acidi grassi polinsaturi: acido linoleico e linolenico. Sono contenuti nell’olio di borragine, ribes nero, enotera e rosa mosqueta. La funzione è soprattutto idratante in quanto i PUFA insieme ad altre componenti, come le ceramidi ed il colesterolo, fanno parte dei lipidi epidermici che saldano lo strato corneo, impedendo l’evaporazione di acqua e conservando così l’idratazione. Deodoranti, dermopurificanti, antitraspiranti Appartengono a questo gruppo di sostanze funzionali le sostanze dotate di attività antimicrobica, gli assorbiodori, gli astringenti, gli antiossidanti.

26 L’odore corporeo è dato dall’assieme di odori rancidi e putrefattivi.
Odori rancidi: sono connessi con degradazione ossidativa del sebo, specie quello che resta nei follicoli piliferi. Per contrastare l’odore rancido si utilizzano antiossidanti come trietilcitrato tocoferolo (vitamina E) Odori putrefattivi: sono connessi alla degradazione delle proteine presenti nel sudore apocrino. Contro l’odore putrefattivi si usano antimicrobici capaci di bloccare l’attività batterica che è causa della degradazione proteica: triclosan triclorocarbanilide cloroesidina olio essenziale di maleleuca (albero del thè) acido usnico (estratto dal lichene islandico) propoli ecc

27 Odori acidi: tipici della sudorazione eccrina quando è abbondante o quando ristagna (ad esempio alle estremità). La sostanza più utilizzata come astringente, antitraspirante e antisudorifero è il cloridrato di alluminio L’assorbiodore più utilizzato, capace di annullare anche odori forti come l’ammoniaca, è lo zinco ricinoleato

28 Sostanze purificanti: si tratta di sostanze indicate per il trattamento di pelli impure, con punti neri e comedoni e di pelli preacneiche. Si tratta di sostanze ad azione antimicrobica e antibiotica in generale più alcune con azione antiossidanti ed antiradicali liberi. A questo scopo si usano sostanze come la bardana, il cardo mariano, l’ittiolo cosmetico, la carbossimetilcisteina, l’acido azelaico e la propoli. Fotoprotettori, pigmentanti, depigmentanti Al centro di questa funzionalità cosmetica c’è il melanociti ed il suo prodotto, la melanina. Le sostanze fotoprotettrici hanno la funzione di estinguere, in parte, i raggi ultravioletti dando ai melanociti il tempo necessario per produrre la melanina.

29 Quando la pelle è colpita dai raggi ultravioletti di tipo B, si verificano due processi:
una difesa immunitaria, che avviene nell’arco di poche ore, l’eritema solare ed una vera e propria difesa, la melanizzazione, che richiede da 48 a 72 ore, a seconda del fototipo I fotoprotettori sono stati studiati proprio per coprire la zona temporale in cui la cute non può ancora difendersi dai raggi UVB. I raggi UVB sono energetici ma poco penetranti ed agiscono subito con eritema. I raggi UVA sono poco energetici ma più penetranti e possono agire sulle fibre elastiche del derma degradandole (photo-aging). L’uso dei filtri UVA va protratto per più tempo, non per prevenire le scottature bensì per prevenire fenomeni di invecchiamento cutaneo. La legge elenca una ventina di sostanze naturali e di sintesi adatte a filtrare i raggi UV: ossido di zinco biossido di titanio estratti di aloe

30 Le sostanze che intensificano la melanina, a base di tirosina, ed i coloranti di superficie, come il mallo di noce e l’hennè, sono utilizzati negli abbronzanti. Gli abbronzanti senza sole sono a base di diidrossiacetone. Il carotene agisce in modo diverso, è in piccola parte trasformato in vitamina A, il resto si deposita nelle cellule adipose della pelle che assume così una tonalità dorata. Alcune sostanze coinvolgono la melanina determinando macchie indelebili sulla pelle: psoraleni o fitocumarine come il bergamotto latte di fico Le sostanze depigmentanti o schiarenti agiscono sui melanociti bloccando l’enzima tirosinasi e catturando l’ossigeno che dovrebbe ossidare il drivato della tirosina in melanina. Si utilizzano sostanze come: acido cogico acido azelaico acido ascorbico

31 Altre sostanze derivano dall’uva ursina e dal corbezzolo
Altre sostanze derivano dall’uva ursina e dal corbezzolo. L’idrochinone non è più usato in quanto tossico. Antirughe, rassodanti, elasticizzati, antismagliature Le sostanze funzionali che hanno questo tipo di attività agiscono sul derma ed in particolare sui fibroblasti, che producono collagene, elastina, acido ialuronico e fibronectina sull’attività enzimatica che degrada i prodotti dei fibroblasti inducendo questi ultimi a risintetizzare nuovamente queste sostanze (ad esempio l’enzima elastasi degrada l’elastina inducendo il fibroblato a produrne di nuovo) Sostanze con azione antirughe: proteine della soia frazione insaponificabile di oli di avocado, soia, frumento farnesolo acido pantotenico terpeni della centella asiatica enzimi anti-radicali liberi vitamina E gamma orizanolo derivato dalla crusca del riso (anti UVA) Sostanze vasoattive Agiscono su problemi quali la couperose, l’eritema, le gambe affaticate, la cellulite: saponine dell’ippocastano (escina) ruscogenine del rusco glucosidi della centella asiatica glucosidi della terminalia sericea rutina della ruta diflavonoidi del ginko biloba saponine dell’edera ecc. Sostanze lenitive ed antinfiammatorie: acido glicirretico della liquirizia bisabololo della camomilla pantenolo Sostanze che determinano la vasodilatazione: arnica capsico metil o tocoferilnicotinato etilximeninato Sostanze tricoattive

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33 Le sostanze utilizzate sono:
condizionanti e sostantivanti per le fibre del capello (sotanze cationiche o policationiche che si fissano alla fibra pilifera rendendola lucente e ben pettinabile) derivati siliconici per le doppie punte derivati del guar e della cellulosa per i capelli fini selenio solfuro allo zinco piritione, climbazolo e piroctone olamina per le lozioni antiforfora Sostanze membrana - mimetiche: liposomi e nanosomi Le strutture che, nella loro composizione, ricordano la struttura cellulare ed in particolare la membrana cellulare, sono formate da un doppio strato di fosfolipidi (bilayer): liposomi o niosomi.

34 Le strutture che contengono lipidi, strutturate in modo da avere un solo strato di fosfolipidi (monolayer), sono dette nanosomi. In questo tipo di strutture vengono incluse le più svariate sostanze funzionali, sono protette e vengono liberate solo al momento in cui il cosmetico è spalmato sulla pelle. Esistono anche altri sistemi, detti “ospitante e ospite” sono costituiti da microcapsule e microsfere ottenute con vari polimeri a base di ciclodestrine agar – agar carragenine Alginati Anche questi sistemi proteggono le sostanze incluse al loro interno e le liberano al momento dell’uso.


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