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PubblicatoRaffaello Sasso Modificato 9 anni fa
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Microeconomia Introduzione Teoria del consumatore Impresa e produzione
Teoria dei mercati
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La microeconomia Studia le scelte razionali degli individui in condizioni di scarsità, ed elabora le condizioni che portano all’allocazione efficiente delle risorse passando dalla caratterizzazione degli equilibri di mercato, per giungere all’equilibrio a livello di sistema economico. II PROTAGONISTI LE TEMATICHE Nell'ambito delle scienze sociali, l'economia politica è «la scienza che studia il comportamento umano come relazione tra fini e mezzi scarsi suscettibili di usi alternativi»; è quindi la disciplina che studia il funzionamento dei sistemi economici ossia i sistemi di organizzazione delle attività di tale natura poste in essere da un insieme di persone, organizzazioni e istituzioni. 1) Microeconomia La microeconomia crea modelli comportamentali per l’analisi e/o per la previsione delle scelte dei singoli soggetti economici, in funzione delle loro preferenze individuali, nel momento in cui avviene uno scambio con un altro soggetto. Esamina in primo luogo il processo attraverso il quale consumatori e produttori compiono le loro scelte. Studia quindi le condizioni sotto le quali l'interazione tra singoli soggetti economici può avvenire in modo efficiente prima in singoli mercati, poi nell'intero sistema economico. Estende, infine, tali considerazioni fino a formulare la cosiddetta economia del benessere, che mira a definire una situazione di ottimo sociale ed a studiarne requisiti e caratteristiche. I concetti della microeconomia stanno alla base delle decisioni concrete degli individui... e quindi dei produttori e dei consumatori. La microeconomia ci aiuta a capire le scelte e i comportamenti degli altri... E quindi di noi stessi. 2) Macroeconomia La macroeconomia considera modelli più generali, nei quali le variabili principali dei mercati sono analizzate in modo «aggregato» al fine di considerare il comportamento dei settori economici nel loro insieme. Normalmente in questo ambito è introdotto il ruolo dello Stato, il quale è visto non solo come soggetto dotato di capacità di spesa all’interno dell’economia, ma anche come attore capace di modificare l’andamento economico generale, per effetto della pressione fiscale. La macroeconomia considera le condizioni di equilibrio dapprima del mercato dei beni, poi del mercato monetario, quindi del mercato del lavoro, assumendo inizialmente un'economia chiusa, ovvero senza scambi con l'estero, in un'ottica di breve periodo. Esamina quindi il funzionamento del sistema economico nel suo complesso, analizzando gli effetti della politica fiscale e della politica monetaria sull'offerta e sulla domanda aggregate. L'analisi viene poi estesa per considerare sia gli scambi con l'estero, sia lo sviluppo economico di lungo periodo. Tali argomenti tuttavia, vengono approfonditi da discipline che hanno acquisito una loro autonomia.
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Microeconomia Introduzione Teoria del consumatore Impresa e produzione
Teoria dei mercati
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Insieme delle possibilità di consumo
Economia con 2 beni: sia p1 il prezzo del bene 1 e p2 il prezzo del bene 2 ed M il reddito Vincolo di bilancio: x1∙p1 + x2∙p2 ≤ M L’inclinazione della retta ab misura la quantità di x2 che l’individuo è costretto a cedere per ottenere un’unità in più x1 − Δ𝑥2 Δ𝑥1 = 𝑝1 𝑝2 = prezzo relativo Come abbiamo visto, l’economia è la scienza che studia il comportamento di tutti i componenti della società osservata, per capire come le proprie risorse scarse vengono prodotte, distribuite e utilizzate. Nel caso del consumatore, si tratterà di scegliere la combinazione di beni di consumo che massimizzano l'utilità, sotto il vincolo delle risorse scarse disponibili, ossia del reddito disponibile. Consideriamo un problema molto semplificato: una somma di denaro data (M) va spesa (tutta) nell’acquisto di due beni, x1 x2 i cui prezzi sono dati (rispettivamente p1 e p2). Come viene distribuita la somma? La retta di bilancio rappresenta un vincolo. Tutte le combinazioni di consumo al di sotto di essa sono alla portata del consumatore e quindi ammissibili. Le combinazioni di consumo sulla retta sono le massime possibili, dato il reddito di cui dispone il consumatore e i prezzi dei beni. Le combinazioni di consumo situate al di sopra della retta non sono alla portata del consumatore Il rapporto p1/p2 si chiama prezzo relativo. Il prezzo relativo misura quante unità del bene il cui prezzo è al denominatore (p2) possono essere ottenute in cambio di una unità del bene il cui prezzo è al numeratore (p1). Il consumatore sceglierà il paniere di beni (composizione di libri e dischi) migliore ossia quello che procura la maggiore soddisfazione all’interno dell’insieme delle possibilità di consumo economicamente ammissibile L’insieme economicamente ammissibile è delimitato dal vincolo di bilancio
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Utilità Ogni problema economico è riconducibile a un problema di massimizzazione della utilità sotto il vincolo delle risorse scarse disponibili. Utilità: attitudine di un bene a soddisfare un bisogno economico Legge dell’utilità marginale decrescente: Il grado di utilità varia con la quantità della merce e, in ultima istanza, decresce man mano che la quantità aumenta utilità totale: utilità ricavata dall’intera quantità consumata di un certo bene grado di utilità: utilità associata ad una certa dose del bene utilità marginale: «il grado di utilità dell’ultima unità aggiunta, o la successiva quantità molto piccola, o infinitamente piccola, aggiunta ad una quantità esistente» L'utilità è intesa come l'attitudine di un certo bene a soddisfare un determinato bisogno del consumatore. Generalmente, l'utilità totale che l'individuo ricava dal consumo di una certa quantità di bene è una funzione crescente di tale quantità: via via che il consumatore assume dosi successive del bene il suo grado di soddisfazione aumenta. Gli incrementi di utilità, corrispondenti ad unità successive del bene consumato, sono sempre più piccoli perché il corrispondente bisogno tende a ridursi. Questo assunto viene detto principio dell'utilità marginale decrescente. Potrebbe anche verificarsi che, se si è soddisfatto completamente il bisogno, il consumo di ulteriori unità di bene facciano ridurre l'utilità totale, poiché ognuna di queste unità aggiuntive presenta una crescente “disutilità” marginale che fa ridurre l'utilità totale. Possiamo riportare la quantità del bene consumato x sulle ascisse di un grafico cartesiano, ponendo sulle ordinate la corrispondente utilità totale UT. L’utilità non è misurabile, né confrontabile con quella di altri soggetti, tuttavia è possibile stimarla guardando i suoi effetti, ossia la disponibilità dei soggetti a pagare un prezzo per ottenerla. È possibile rappresentare su un diagramma cartesiano anche le variazioni dell'utilità totale conseguenti all'incremento di ogni piccola quantità di consumo del bene considerato. Otteniamo così una rappresentazione della funzione dell'utilità marginale Δx/ΔUT
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Preferenze e curve di indifferenza
Il consumatore può scegliere tra i «panieri» che si trovano sotto la retta di bilancio o sulla retta stessa. Per descrivere il comportamento del consumatore è necessario ordinare i panieri di consumo in base alle sue preferenze: Ordinamento binario completo Riflessività Transitività Esaminando il vicolo di bilancio abbiamo verificato quali combinazioni di consumo sono alla portata del consumatore e quali non lo sono. Ora però si tratta di capire quali sono le combinazioni di consumo che il nostro individuo preferisce, cioè le combinazioni che gli consentono di massimizzare l'utilità. Come si è visto, esaminando il vincolo di bilancio del consumatore, ogni combinazione di consumo (ogni paniere di consumo) potrà essere rappresentato da un punto del piano cartesiano (positivo) con coordinate (x1, x2). Per descrivere il comportamento del consumatore è necessario ordinare i panieri di consumo in base alle sue preferenze. Gli individui sono razionali e hanno delle preferenze: Ordinamento binario completo: per qualsiasi coppia di panieri a e b appartenenti ad un dato insieme di possibilità di consumo, o a è buono almeno quanto b oppure b è buono almeno quanto a oppure a è buono esattamente quanto b Riflessività: ciascun paniere è buono almeno quanto sé stesso Transitività: se il paniere a è buono almeno quanto il paniere b e b è buono almeno quanto il paniere c, allora il paniere a è buono almeno quanto il paniere c (le preferenze del consumatore sono coerenti) La convessità della curva di indifferenza è una diretta conseguenza dell'assunto dell'utilità marginale decrescente. Via via che riduce di quote costanti il consumo di uno dei due beni (che diventa sempre più scarso e prezioso in termini di utilità marginale), il consumatore, per non far ridurre il suo livello di utilità, richiederà compensare queste riduzioni mediante il consumo di quote crescenti dell'altro bene (sempre più abbondante e meno prezioso in termini di utilità marginale). Quando i due beni le cui quantità sono riportate sugli assi cartesiani sono tra loro perfetti sostituti le curve di indifferenza assumono una forma lineare (sono delle linee rette). È questo il caso della benzina offerta sul mercato da due differenti compagnie di distribuzione (Total e Agip ad esempio), evidentemente la maggior parte dei consumatori trovano indifferente rifornirsi dall'uno o dall'altro distributore perché non sussistono differenze apprezzabili tra i due carburanti. Il consumatore potrebbe consumare anche uno solo dei due beni senza incorrere in una riduzione dell'utilità totale. Il caso opposto a quello dei perfetti sostituiti riguardi i beni che sono tra loro perfettamente complementari (detti anche beni perfetti complementi; ad esempio i due ingredienti necessari a preparare una particolare bevanda, si pensi allo zucchero e al caffè). In questo caso le preferenze del consumatore assumono una forma ad angolo: aumentando il consumo di uno solo dei due beni (spostandosi dal punto A al punto C) il consumatore non ottiene incrementi di utilità. Per accrescere l'utilità totale è necessario accrescere in misura proporzionale il consumo di entrambi i beni (spostandosi nel punto B). Il consumatore potrebbe anche essere indifferente al fatto che il proprio paniere di consumo contenga o meno un determinato bene (detto bene indifferente, volendo dire con espressione imprecisa che il consumatore è indifferente rispetto ad esso). Si pensi alla disponibilità di sigarette per un individuo goloso ma non fumatore: il consumo di una maggiore quantità di dolci farebbe aumentare l'utilità di tale consumatore ma egli resterebbe indifferente rispetto all'aumentare del numero di sigarette di cui può disporre. In questo caso le curve di indifferenza sarebbero parallele all'asse sul quale viene misurato il bene indifferente. In altri importanti casi le curve di indifferenza possono essere crescenti piuttosto che decrescenti. Ciò avviene quando su uno degli assi cartesiani è misurata la quantità di un “male” e non di un bene. Un male corrisponde ad un'attività o ad consumo penoso che comporta, quindi, disutilità. Un esempio classico è fornito dalla scelta tra il reddito di cui può disporre un consumatore-lavoratore e il lavoro (il sacrificio) che è costretto a cedere per conseguire tale reddito. L'inclinazione della curva di indifferenza è detta saggio marginale di sostituzione (SMS o MRS). Esso indica la quantità incrementale del bene 2 che il consumatore deve ricevere per essere compensato della perdita di una certa quantità del bene 1 affinché la sua utilità resti invariata. Curva di indifferenza: l'insieme di tutte le combinazioni di beni che danno al consumatore la stessa utilità totale e che dunque egli reputa indifferenti tra loro. per beni tra loro in certa misura sostituti sono convesse Più in alto sono più i panieri sono preferiti. Non si intersecano Sono decrescenti Saggio marginale di sostituzione: misura la quantità del bene 2 che l’individuo è disposto a cedere per avere un’unità in più del bene 1 SMS = - Δx2/Δx1
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La scelta del consumatore
Il consumatore sceglie il paniere preferito tra quelli che può permettersi di acquistare Il consumatore sceglierà il paniere della retta del bilancio che si trova sulla curva di indifferenza più alta: paniere corrispondente al punto in cui la curva di indifferenza è tangente alla retta di bilancio BB’ Quando il consumatore sceglie il paniere preferito è in equilibrio In equilibrio l’inclinazione della curva di indifferenza (saggio marginale di sostituzione) è uguale a quella della retta del bilancio Dato il vincolo di bilancio, data la mappa delle curve di indifferenza, il consumatore è in grado di scegliere il paniere di consumo ottimo perseguendo il seguente obiettivo: scegliere la combinazione di consumo che massimizza l'utilità sotto il vincolo delle risorse disponibili. Per il consumatore la migliore combinazione di consumo, quella che massimizza l'utilità sotto il vincolo di bilancio, è rappresentata dal punto di tangenza tra il vincolo di bilancio e la curva di indifferenza. Si noti che in corrispondenza del punto e abbiamo che l'inclinazione del vincolo di bilancio (-p1/p2) è uguale alla pendenza della curva di indifferenza (SMS = - Δx2/ Δx1).
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Cambiamento della scelta: aumento del reddito
Variazioni di reddito, a prezzi relativi costanti, fanno traslare la retta di bilancio Sentiero di espansione del reddito: retta che unisce tutti i punti di ottimo Bene superiore: bene la cui domanda aumenta all’aumentare del reddito, a prezzi relativamente costanti Beni inferiore: bene la cui domanda diminuisce all’aumentare del reddito, a prezzi relativamente costanti
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Cambiamento della scelta: variazione di p1
Variazioni del rapporto tra i prezzi dei beni fanno ruotare la retta di bilancio intorno ad un punto appartenente alla retta originaria Se il prezzo del bene 1 diminuisce, la retta BB’ ruota intorno al punto B e diviene più piatta (BB*) Se il prezzo del bene 1 aumenta, la retta BB’ ruota intorno al punto B verso sinistra (BB’’) La curva prezzo-consumo è il luogo geometrico dei panieri che risultano ottimi quando il prezzo di un bene varia mentre rimangono costanti i prezzi degli altri beni ed il reddito L’aumento di p1 ha ridotto la domanda di x1 L’aumento di p1 ha ridotto anche il consumo di x2. Come mai?
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Effetti reddito e sostituzione
Quando varia il prezzo di un bene varia anche il potere di acquisto del consumatore. Possiamo cioè dire che si presenta una variazione di reddito. Se cambia un prezzo cambia anche il prezzo relativo dello scambio tra i due beni. Una diminuzione di prezzo di un bene corrisponde ad un aumento del prezzo relativo dell’altro bene: può pertanto cambiare la scelta di un bene rispetto all’altro (se si ha la possibilità di scelta solitamente si sceglie il bene meno caro). Cerchiamo di capire come questi due effetti possono interagire nella scelta finale di un consumatore: scomponiamo cioè la variazione della domanda di un bene. Si determini la soluzione ottimale di partenza (punto e) Si determini la soluzione ottima dopo aver fatto variare il prezzo (punto g) Si disegni un vincolo di bilancio parallelo al vincolo di bilancio finale tangente la curva di indifferenza passante per il punto e Si determini la soluzione ottima dato il vincolo di bilancio dello step precedente (punto f) (1) Δp1 > 0 rende il bene più caro (e questo provoca ES) (2) Δp1 > 0 rende il consumatore più povero (e questo provoca ER)
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Curva di domanda La scelta del consumatore viene calcolata risolvendo un sistema di due equazioni: 𝑆𝑀𝑆= 𝑝1 𝑝2 x1∙p1 + x2∙p2 = M Il valore così trovato di x1 è funzione del valore dei prezzi dei due prodotti e del reddito: funzione di domanda Adesso prendiamo i valori di p1 e i corrispondenti valori ottimi di x1 (corrispondenti ai punti sulla curva prezzo-consumo) e collochiamoli su di un nuovo grafico, ponendo x1 in ascissa e p1 in ordinata. Otteniamo la curva di domanda. Ponendo p2=1 ed assumendo che il reddito sia dato, la curva di domanda esprime la relazione esistente tra la quantità domandata di un bene da parte di un consumatore ed il prezzo del bene stesso, per ogni possibile valore del prezzo La curva di domanda è decrescente: essa esprime una relazione inversa tra p1 e x1: al diminuire del prezzo la domanda aumenta all'aumentare del prezzo la domanda diminuisce La forma decrescente della curva di domanda vale per tutti i beni cosiddetti “normali”, e si ritiene che tale relazione sia solitamente valida.
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Surplus del consumatore
Definiamo prezzo di riserva (pd) il prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare per acquistare una determinata quantità. Se il prezzo di mercato è pa, il consumatore paga tutte le unità acquistate, tranne l’ultima, meno del loro prezzo di riserva (ci guadagna). Surplus del consumatore: somma di tutti questi guadagni. Per ogni singola unità venduta è data dalla differenza pd - pa. Può essere calcolato come l’area A colorata del grafico Data la curva di domanda individuale, è possibile misurare il benessere che l'individuo trae dall'acquisto di un certo quantitativo di merce, ossia il surplus del consumatore.
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Elasticità al prezzo della domanda
Elasticità della domanda: misura l’effetto di una variazione del prezzo p sulla quantità domandata 𝜉= Δ𝑞 𝑞 Δ𝑝 𝑝 = Δ𝑞 Δ𝑝 𝑞 𝑝 Tendenzialmente 𝜉< 0 Domanda elastica: ad una variazione dell’1% del prezzo di un bene provoca una variazione della quantità domandata superiore all’1% (|𝜉|> 1) Domanda inelastica: ad una variazione dell’1% del prezzo di un bene provoca una variazione della quantità domandata inferiore all’1% (|𝜉| <1) Domanda con elasticità unitaria: ad una variazione dell’1% del prezzo di un bene provoca una variazione della quantità domandata pari all’1% (|𝜉| = 1) Quando si vuole conoscere la sensibilità della domanda alle variazioni del prezzo si adopera il concetto di elasticità, data dal rapporto tra la variazione percentuale della domanda di un bene e la variazione, sempre percentuale, del prezzo del bene stesso. L'elasticità della domanda rispetto al prezzo indica la variazione percentuale della quantità domandata conseguente ad una variazione dell'1% del prezzo.
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L’elasticità lungo una curva di domanda
L’elasticità della domanda per una curva di domanda lineare varia lungo la curva stessa, nonostante l’inclinazione della curva non vari. Se prendiamo il punto (p’, ε), il prezzo è molto elevato mentre la quantità q è molto piccola per cui p/q è molto grande. L’elasticità della domanda sarà di conseguenza molto grande. Se consideriamo il punto (ε, A’) vale l’esatto contrario.
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