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PubblicatoLuciana Mele Modificato 10 anni fa
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Bulli e pupe. Strumenti per una lettura critica dell’immaginario di genere nei prodotti mediali per l’infanzia Elisa Giomi Dipartimento di Scienze della Comunicazione Università di Siena
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Progetto di “educazione alla differenza di genere attraverso i media”, per genitori e educatori/eucatrici delle scuole per l’infanzia Ruolo svolto dai media nel processo di socializzazione all’identità di genere Concezioni spesso ‘normative’ e stereotipate di femminile e maschile
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Percorso Analizzare e decostruire l’immaginario di genere convocato e rafforzato dai prodotti mediali per l’infanzia Mostrare la continuità tra questo immaginario e le rappresentazioni/gli stereotipi di genere introeittati da bambini/e Mostrare la continuità tra 1) e 2) e la divisione sessuale del lavoro, in particolare il fenomeno di segregazione di genere, orizzontale e veritcale, nel mercato italiano e Europa
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Prodotti mediali analizzati
Pubblicità di abbigliamento a stampa Strumenti preliminari: Strategie di sessualizzazione precoce Modelli di ruolo di genere Spot TV di giocattoli Strumenti per comprendere la targhettizzazione “di genere” di un prodotto Universi valoriali, interessi, competenze associati al maschile e al femminile Cartoni animati Winx vs. Gormiti Il valore della magia nelle narrative per l’infanzia e le sue declinazioni di genere
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Pubblicità di abbigliamento (200 diffuse in Italia e all’estero)
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La (etero)sessualizzazione precoce
Strategia n. 1: Sessualizzazione come “adultizzazione” attraverso lo sguardo
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Strategia di sessualizzazione n. 2
Sessualizzazione attraverso sguardo e corpo Allo sguardo duro/maliziioso si accompagna anche una posizione sensuale/languida/di pro-offerta, spesso potenziata dall’esibizione della nudità
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Sguardo e posizione: forte analogia adulte/i e bambine/i
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Pubblicità per pannolini per bimbi più grandi che parodizza la precedente
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Strategia n. 3 Sessualizzazione attraverso contrasto tra sguardo e corpo
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L’effetto è forse anche peggiore: il contrasto suscita un senso vagamente pedopornografico
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La divisione dei ruoli di genere
Le attività svolte da bambini e bambine ritratti/e dalle pubblicità di abbigliamento
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Lui suona…
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…gioca con le macchinine…
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…fa giochi legati al movimento…
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…come saltare…
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…immaginare di volare
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…o provare a farlo!
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Lui può sporcarsi…
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…e fare i gestacci Perché “Ce ne vuole di energia per essere bambini”…
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Invece per essere bambine…
…basta stare sedute composte!
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…saper lavorare a maglia…
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…prendere il thé con le amiche…
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…e naturalmente essere carine
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Attività e spazi Le differenze sono riassunte da un’opposizione di fondo, che riguarda gli ambienti Lui è rappresentato in spazi aperti, associati ai valori della scoperta, dell’esplorazione, dell’avventura; i valori dell’azione, dell’interazione con il territorio, della sfera pubblica Lei rappresentata in spazi chiusi, la casa e le sue stanze, asociati alle attività domestiche, alla cura della casa e della famiglia; sono lo spazio per definizione separato dal mondo esterno, delle relazioni personali, dell’intimità, della sfera privata in genere
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lo spazio cittadino (=spazio della sfera pubblica, della vita produttiva, economica, politica) è spazio connotato al maschile
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Anche lei a volte è rappresentata fuori casa, in spazi aperti, ma non sono mai marciapiedi e strade…
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Le solite cose di sempre:
Per lei spazi aperti sono limitati a giardini e prati (a onore dell’antico binomio uomo=cultura, donna=natura) E cosa fa la bimba immersa nella natura? Le solite cose di sempre: si prende cura del giardino, estensione della casa…
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…insegue il suo sogno romantico…
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…poi si sposa…
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…e infine diviene mamma
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Quando lui è rappresentato in scenari naturalistici
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…si muove, costruisce, interagisce con gli altri e con l’ambiente…
…a parità di scenario (mare) e di prodotto pubblicizzato (abbigliamento)…
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Lei sfila, ammicca, si lascia guardare
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Corpi e sguardi Nelle pubblicità di abbigliamento, il corpo dei maschi in linea di massima è uno strumento “per fare”, e le attività rappresentate (giochi, salti, ecc.) forniscono soddisfazione in sé e per sé. Il modello per il maschile è autoriferito Per le femmine invece il corpo è strumento per “apparire”, e la gratificazione che se ne può ricavare deriva da uno sguardo esterno, implica un pubblico. Il modello del femminile è eteroriferito Si insegna alle bambine che il loro corpo è una “scorciatoia” per ottenere l’approvazione e il favore degli altri
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Spot TV di giocattoli
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Numero di pubblicità (solo di giochi, eccetto promo di rete) su Italia 1 negli slot dedicati ai bambini/e in una giornata tipo: 60 nella fascia mattutina: 6.40 – 9.00 54 nella pomeridiana: dalle 15 circa fino alle 17 Analisi di 15 pubblicità tratte da giornata tipo, Italia Uno, ore 7.51, prima settimana di ottobre 2010 La sequenza è collocata tra cartoni animati rivolti sia a maschi che a femmine Quali sono gli elementi che caratterizzano il gioco o il prodotto reclamizzato come unisex, per maschi o per femmine?
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Per ogni spot, abbiamo esaminato alcuni elementi:
Caratteristiche dei personaggi umani e loro genere (rappresentanto i “destinatari”) Voce fuori campo: maschile vs. femminile Colori: accesi, tinte del blu, grigio, nero vs. tenui, tinte del rosa, viola ecc. Musica: adrenalinica (rock, tecnho) vs. rilassante, melodica, filastrocca Spazi: ambienti esterni vs. ambineti interni (spazi urbani vs. spazi domestici) Le opposizioni spaziali, cromatiche, cinetiche e sonore corrispondono a opposizioni sul piano dei Piaceri e valori: avventura, ‘brivido’, competizione, sfida (fisica), tecnologia vs. accudimento, valori del maternage, tenerezza, romanticismo, narcisismo
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Prodotti targhettizzati come femminili
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Prodotti targhettizzati come maschili
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Gogos crazyball evolution
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Grattacieli, grandi strade, muri con graffiti…è un estetica ‘metropolitana’ e un po’ underground, che adesso viene proposta anche ai piccoli Effetto di socializzazione anticipatrice a stili di vita e interessi di una fascia di età superiore: gli adolescenti. L’oggetto di consumo presentato, in fondo, è la città, o meglio, la metropoli, ed è una metropoli notturna, in qualche modo luogo della trasgressione, dell’avventura, del pericolo, e quindi teoricamente “proibita” ai bambini
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Prodotti unisex (?)
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