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FAMIGLIE NEL SISTEMA ECONOMICO. OffreLAVORO AUTONOMO. Quando il lavoratore organizza da solo la propria attività: artigiani, imprenditori, liberi professionisti,

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Presentazione sul tema: "FAMIGLIE NEL SISTEMA ECONOMICO. OffreLAVORO AUTONOMO. Quando il lavoratore organizza da solo la propria attività: artigiani, imprenditori, liberi professionisti,"— Transcript della presentazione:

1 FAMIGLIE NEL SISTEMA ECONOMICO

2 OffreLAVORO AUTONOMO. Quando il lavoratore organizza da solo la propria attività: artigiani, imprenditori, liberi professionisti, rappresentanti ecc. DIPENDENTE Quando il lavoratore svolge la propria attività sotto le direttive di un datore di lavoro

3 RICEVE UN REDDITO Stipendio per lavoro dipendente intellettuale Salario Per lavoro dipendente manuale Profitto = Ricavi-costi Per il lavoro autonomo o d'impresa INTERESSI Per chi presta somme di denaro Rendita Per chi mette a disposizione di altri case o terreni

4 Redditomonetario =Consumo + Risparmio Per soddisfare i bisogni presenti Per soddisfare i bisogni futuri

5 Consumo Le scelte del Consumatore dipendono da: 1.Reddito 2.Mode 3.Pubblicità

6 1. CONSUMI E REDDITO In termini assoluti (di cifre): se il reddito aumenta i consumi delle famiglie aumentano Se il reddito diminuisce i consumi delle famiglie diminuiscono

7 In termini % in termini Percentuali se il reddito aumenta i consumi diminuiscono perché aumentano i risparmi redditoconsumirisparmi 500e500 100% 0 0% 1000800 80% 200 20% 15001050 70% 450 30%

8 TIPI DI BENI ACQUISTATI Con l'aumento del reddito cambia anche il tipo di beni acquistati dal consumatore, infatti: Se le famiglie hanno un reddito basso lo utilizzeranno tutto per lacquisto di beni per i bisogni primari (generi alimentari e, tra questi, prodotti che costano poco e che hanno un alto potere saziante: cereali, patate.. Beni inferiori) Allaumentare del reddito aumenterà anche lacquisto dei beni per i bisogni secondari (beni normali) fino a passare al consumo di beni di lusso (beni superiori).

9 LEGGE DI ENGEL Più povera è una famiglia/uno Stato maggiore è la % del reddito spesa per i generi alimentari Più ricca è una Famiglia/uno Stato più bassa è la % del reddito spesa per i generi alimentari

10 2. CONSUMI E MODE Si comprano beni imitando i gruppi di appartenenza (amici, famiglia, scuola): per adeguarsi al gruppo, per non essere disapprovati. di riferimento (personaggi famosi, attori, vip): per illudersi di appartenere ad un mondo che appare pieno di successo denaro e felicità.

11 3. CONSUMI E PUBBLICITA LA PUBBLICITA è un mezzo utilizzato dalle imprese per promuovere la vendita dei prodotti Tipi: Pubblicità DIRETTA: stampa, radio, insegne, cartelloni, televendite Pubblicità INDIRETTA: premi, offerte speciali, sponsor

12 QUANTA PUBBLICITA? Su un settimanale il 55% del contenuto è pubblicità La TV offre ogni anno più di 400.000 spot da 30 In media passano 20 spot ogni ora.

13 FUNZIONE DELLA PUBBLICITA Aumentare le vendite Far conoscere il prodotto Creare curiosità e desiderio Costruire limmagine di un prodotto/marca associandolo a bisogni emotivi Promuovere la fedeltà ad un prodotto/marca creando dei riti attorno al prodotto

14 COSTI Una impresa che vuole fare pubblicità in Tv deve: –pagare lagenzia pubblicitaria che prepara lo spot; –pagare la rete per uno spazio televisivo per mandare in onda lo spot.

15 COSTI Il costo di uno spazio televisivo per uno spot varia in base allorario/al canale/al programma. Le tariffe Rai per uno spot da 30 prima del TG1 delle 20 = 60-75 mila euro Tot degli investimenti pubblicitari televisivi nel 2009 è stato di 870 milioni di euro.

16 COSTI Il costo della pubblicità incide sul prezzo finale pagato dai consumatori. Quando compriamo qualcosa paghiamo inconsapevolmente una % che serve per coprire le spese pubblicitarie.

17 prezzo finale di un paio di scarpe Nike quota del rivenditore 30% tasse governative 20% profitti di Nike 13% progettazione 11% il materiale e le altre spese di produzione per il 9,6% pubblicità e marketing 8% il trasporto per il 5% profitti del produttore 3% il lavoro di assemblaggio incide per lo 0,4%,.

18 PUBBLICITA VIETATA PUBBLICITA INGANNEVOLELa legge a tutela dei consumatori vieta la PUBBLICITA INGANNEVOLE

19 SANZIONI Giudica lAutorità Garante della Concorrenza e del mercato www.agcm.it La pubblicità ingannevole viene ritirata dal mercato. LAutorità applica Sanzioni pecuniarie fino a 100.000 euro

20 E INGANNEVOLE la pubblicità MENZOGNERA: quella che non dice la verità. RETICENTE: quella che non è completa e non fornisce tutte le informazioni necessarie per comprendere esattamente il messaggio NON TRASPARENTE: quella non riconoscibile come pubblicità in alcuni articoli di giornale

21 PUBBLICITA E PRODOTTI PERICOLOSI E ingannevole la pubblicità di un prodotto pericoloso per la salute o per la sicurezza dei consumatori che ometta di indicarlo espressamente, inducendo tali soggetti a trascurare le normali regole di prudenza.

22 PUBBLICITA E MINORI È considerata ingannevole la pubblicità che, destinata ai minori, abusa della loro naturale credulità o mancanza di esperienza o che stimola comportamenti imitativi scorretti o pericolosi. È considerata ingannevole la pubblicità che può, anche indirettamente, minacciare la loro sicurezza.

23 Pubblicità comparativa Non è ingannevole se: confronta beni o servizi che soddisfano gli stessi bisogni o si propongono gli stessi obiettivi; confronta oggettivamente una o più caratteristiche essenziali, pertinenti e verificabili, compreso eventualmente il prezzo, di tali beni e servizi.

24 Come sarebbe la nostra vita senza pubblicità? MIGLIORE I film non verrebbero interrotti Le trasmissioni spazzatura non esisterebbero I prezzi sarebbero più bassi I compensi dei calciatori sarebbero più bassi Le auto costerebbero meno

25 Come sarebbe la nostra vita senza pubblicità? PEGGIORE: Ci sarebbero meno prodotti in vendita I giornali costerebbero il doppio/ triplo Le riviste sarebbero la metà La TV avrebbe solo 2/3 canali Il canone Rai costerebbe il doppio Le TV trasmetterebbero meno partite di calcio

26 CHE FARE? Diffidare dei messaggi miracolosi. Leggere tutta l informazione, anche quello scritto minuscolo. Non firmare mai nulla senza leggere. Tenere lontano il cuore dal portafoglio: maghi, chiromanti approfittano dei momenti di debolezza delle persone. Fare attenzione alla pubblicità occulta nei film, negli articoli..

27 RISPARMIO

28 Il risparmio è la parte del reddito accantonata per bisogni futuri Risparmio = Reddito – Consumo Il Risparmio dipende dal livello del Reddito. Se il Reddito aumenta il risparmio aumenta sia in termini di cifre sia in percentuale.

29 Motivazioni del risparmio Si risparmia per: Lincertezza del futuro Comprare beni costosi I figli La vecchiaia Per avarizia

30 Modi di impiego del risparmio TESOREGGIAMENTO: accantonamento di denaro. DEPOSITI BANCARI: depositi di una somma di denaro presso una banca che ne acquista la proprietà ed è obbligata a restituirla a richiesta del depositante. Sui depositi il risparmiatore riceve degli INTERESSI. INVESTIMENTI: acquisto di titoli del debito pubblico, di obbligazioni, di azioni, di fondi di investimento.

31 INVESTIMENTI TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO Sono titoli che rappresentano un prestito che il risparmiatore fa allo Stato. Il risparmiatore otterrà alla scadenza la restituzione della somma e peridicamente riceverà gli INTERESSI. Lo Stato ricorre a questi prestiti quando contrae il debito pubblico per finanziare opere e servizi per il cittadino e, quindi, per adempiere ai propri compiti.

32 TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO A seconda della durata e delle altre condizioni, si distinguono diversi tipi di titoli di Stato: -BOT (Buoni Ordinari del Tesoro) -CCT (Certificati di Credito del Tesoro)

33 INVESTIMENTI OBBLIGAZIONI Unobbligazione è un titolo di credito che rappresenta un prestito che il risparmiatore fa ad unimpresa. Il risparmiatore otterrà alla scadenza la restituzione della somma prestata e peridicamente riceverà gli INTERESSI. Lobbligazione è un titolo che garantisce un tasso di interesse fisso e predeterminato.

34 AZIONI Le azioni sono titoli che rappresentano una quota della proprietà di unimpresa (società per azioni). Chi le compra diventa socio della società. Se limpresa realizza profitti/utili può dividerli tra i soci e, per ogni azione, il socio riceve un DIVIDENDO. Ogni azione può essere scambiata in un apposito mercato (Borsa).

35 PREZZO DELLE AZIONI Il prezzo di unazioni dipende dagli scambi effettuati in Borsa: se gli acquisti del titolo aumentano il prezzo AUMENTA. Se le vendite del titolo aumentano il prezzo DIMINUISCE. Il risparmiatore guadagna o perde a seconda della differenza tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita delle sue azioni.

36 PREZZO DELLE AZIONI Le azioni sono più rischiose degli altri investimenti,perchè ogni giorno il loro prezzo varia ogni giorno, ma possono anche offrire un rendimento potenziale più elevato.

37 DIVERSIFICARE Unottima prassi per salvaguardare i propri risparmi è la diversificazione degli investimenti. Linvestitore prudente, soprattutto allo scopo di ridurre i rischi, deve diversificare i propri investimenti tra differenti strumenti finanziari, quali titoli di stato, obbligazioni e azioni.

38 MODI DI IMPIEGO DEL RISPARMIO COMPENSORISCHIO TESOREGGIAMENTO______ DEPOSITI BANCARIINTERESSIBASSO TITOLI DEL DEBITO PUBBLICO INTERESSIBASSO OBBLIGAZIONIINTERESSIMODERATO AZIONIDIVIDENDOALTO


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