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ANDREA DEL SARTO
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-LA VITA Il pittore italiano Andrea del Sarto nasce a Firenze il 16 luglio È figlio del sarto Angelo di Francesco, per cui riceve il soprannome “Sarto”. Riceve una formazione presso un orafo e in quella circostanza viene notato da un pittore sconosciuto per la sua bravura nel disegno. Costui gli insegna a dipingere e in seguito lo manda da Piero di Cosimo. Come studente di quest’ultimo, Andrea del Sarto viene influenzato dai grandi maestri dell’alto Rinascimento. Dipinge i suoi capolavori dal 1508 al Realizza affreschi che raffigurano la vita di Filippo Benizzi, l’adorazione dei Magi e la nascita di Maria nell’atrio e nel chiostro della chiesa di Sant’Annunziata a Firenze.
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IL PITTORE SENZA ERRORI
Il Vasari dice di Andrea che se fosse stato un uomo più ardito come era d’ingegno, sarebbe stato senza dubbio senza pari. La sua timidezza d’animo non lasciò mai vedere in lui il vivace ardore che avrebbe riversato nella pittura. Le sue figure sono semplici e pure, bene intese, senza errori e di somma perfezione. Naturali e graziose sono le forme sia dei vecchi che dei giovani. Alla semplicità dei suoi disegni si accosta la rarità dei suoi colori, vivaci e divini.
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-LO STILE Andrea Del Sarto venne definito dal Vasari, che ne fu allievo di “figure semplici, bene intese e senza errori, in tutti i conti di somma perfezione”. In realtà la frase de Vasari potrebbe risultare limitativa nei confronti di Andrea: la frase “senza errori” è apparsa infatti, sinonimo di correttezza scolastica e quindi di freddezza. Allievo di Piero di Cosimo, se ne staccò per differenza di temperamento: fantasioso, incline all’evasione nel mito, il maestro, concretamente attaccato all’ora presente Andrea. Le sue diverse opere rivelano il tentativo di fondere unitariamente le caratteristiche di Michelangelo, Leonardo e Raffaello. Ma l’umanità di Andrea è borghese, priva della problematica profonda di Leonardo, dell’idealismo eroico di Michelangelo, del razionalismo ineccepibile di Raffaello. Andrea Del Sarto non è forse ancora un manierista. E tuttavia ci sono in lui già molti elementi tipici del manierismo: la crisi del classicismo fiorentino e il tentativo di rompere con le norme dell’idealizzazione.
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Tra le opere in maggior rilievo troviamo: “Punizione dei bestemmiatori”.
Nella Punizione dei bestemmiatori ( ) è un affresco di Firenze. Nell’opera c’è una vivacità narrativa che induce lo spettatore non tanto a cogliere il significato educativo del fatto, ma quanto l’ambientazione naturalistica, con il cagnolino in primo piano, il paesaggio nello sfondo, i prati verdi i colli, le piante, le strade, gli uomini che corrono e gli edifici. Fra i miracoli attribuiti a Filippo Benizzi, questo è narrato da Andrea Del Sarto: Filippo vestito da frate e accompagnato da due confratelli, avendo invano rimproverato alcuni bestem-miatori, ed essendone stato deriso, fece scendere dal cielo un fulmine contro di loro. La serie di affreschi di Andrea Del Sarto si trova nel chiostrino della Santissima Annunziata che precede l’ingresso in chiesa.
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-“Natività di Maria”. La personalità di Andrea e la sua posizione nell’ambiente fiorentino si precisano meglio nella “Natività di Maria” (1514) situato a Firenze. Nell’ambiente grandioso ma misurato prospetticamente, le immagini si muovono con lentezza da sinistra a destra e da destra verso il fondo, accordando reciprocamente colori e forme. Eppure più che l’importanza alla nascita di Maria, il pittore rende l’interno di una ricca casa fiorentina della quale studia ogni particolare di arredamento. L’opera, dotata e firmata con due scritte sul caminetto, è collocata nello stesso chiostrino in cui si trovano le storie di San Filippo Benizzi.
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-”Madonna delle Arpie”.
La natura autentica di Andrea Del Sarto si rileva anche dai tratti della “Madonna delle Arpie” (1517) a Fi-renze. Qui la Madonna nell’instabilità della posa è collocata come una statua su un piedistallo entro una nicchia scavata nella parete sul fondo, come se fosse una scultura dipinta. Le forme Michelangiolesche si addolciscono mediante una dispo-sizione equilibrata facente perno sulla Vergine. La tavola è detta delle Arpie per gli esseri mitici situati sul basa-mento, secondo una recente interpre-tazione sarebbero delle cavallette in-viate, come scrive Giovanni nell’Apo-calisse, a tormentare gli uomini che non avessero il sigillo di Dio, descritte con capelli femminili, ali e il ventre simile a corazze di ferro.
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-”La figliastra”. Andrea Del Sarto chiamò questo ritratto di una giovane dama “La figliastra” (1514), è situata a Fi-renze alla Galleria degli Uffizi. Sul libro aperto, indice della cultura raffinata della giovane, è riportato un sonetto del Petrarca: “ita caldi sospiri al freddo core”. L’opera è datata approssimativamente nel periodo della Natività di Maria per l’armonia compositiva, per il caldo colore chiaroscurato, per la bel-lezza nobile della donna.
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-”Madonna del sacco”. La “Madonna del sacco” (1525) è una affresco che Andrea del Sarto dipinse a Firenze alla Santissima Annunziata. I volumi rigorosamente definiti si inse-riscono in un’audace prospet-tiva vista dal basso e si animano per il gusto cromatico pieno di vitalità. Il titolo con cui è noto deriva dall’affresco del sacco sul quale San Giuseppe si appoggia mentre legge il libro.
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FINE..!
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