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LE TRASFORMAZIONI DELLA SOCIETA’ ROMANA p. 188-189
L’espansione di Roma nel Mediterraneo ebbe molte CONSEGUENZE sulla società romana: 1. contatti con popolazioni diverse: i Romani si confrontarono con nuove culture, in particolare quella greca, da cui appresero arte, letteratura, filosofia
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Dai greci i romani impararono uno stile di vita più raffinato e comodo
Molti aristocratici criticarono però queste nuove abitudini che allontanavano i romani dalla loro vita semplice 2. aumento del territorio e delle ricchezze, ma soprattutto per l’aristocrazia senatoria che si spartiva il bottino di guerra e le terre conquistate
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Si formano grandi LATIFONDI: dal latino latus, ampio, e fundus, podere, quindi ampia proprietà terriera I piccoli proprietari, a cause delle guerre, erano stati lontani dai campi per anni e spesso, per i grandi debiti, si trovavano costretti a cedere le loro terre ai ricchi; divenivano così lavoratori a giornata, pagati pochissimo Aumentò il numero di nullatenenti e questo causò problemi per il reclutamento dell’esercito perché non erano in grado di comprarsi l’armatura
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I latifondisti preferivano gli schiavi ai braccianti liberi perché:
Era aumentato moltissimo il commercio degli schiavi, impiegati anche nella cura della casa e per l’istruzione dei figli dei cittadini romani. Lo schiavo non era considerato una persona vera, ma solo uno strumento di lavoro. Apparteneva completamente al padrone, poteva essere venduto o ucciso, ma anche liberato (e diveniva LIBERTO) I latifondisti preferivano gli schiavi ai braccianti liberi perché: Costavano meno Non dovevano svolgere il servizio militare
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Molti braccianti si spostarono dalle campagne alle città: URBANESIMO
Molti braccianti si spostarono dalle campagne alle città: URBANESIMO. Si mantenevano con lavori occasionali, mettendosi al servizio dei ricchi o con le frumentazioni (distribuzioni gratuite di grano fatte dallo Stato) Si formò una nuova classe sociale, quella dei CAVALIERI (o ordine equestre), di origini modeste, ma ricchi: avevano accumulato ricchezze aprendo botteghe e con le forniture militari
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Dal III secolo alcuni cavalieri ricevevano in appalto l'incarico di gestire le attività finanziarie e amministrative dell'impero. Gli appaltatori erano chiamati pubblicani e dovevano avere ingenti somme di denaro per assicurarsi l'appalto, poiché anticipavano allo stato le spese per i lavori o un acconto sulle tasse da riscuotere. Si trovarono spesso in contrasto Si creò una frattura nella società romana: da una parte gli aristocratici, dall’altra i cavalieri. Il conflitto tra i due gruppi aumentò soprattutto dopo il 218 a.C. quando ai senatori fu vietata qualsiasi attività economica tranne quella agricola. Il Senato, inoltre, controllava l’attività dei pubblicani
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