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PubblicatoSamuele Gianni Modificato 9 anni fa
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Povertà stabili e povertà provvisorie L’incidenza della povertà sul totale delle famiglie italiane è stabile negli ultimi 10 anni (11%) e inalterata la sua struttura: famiglie con più figli minori, anziani, famiglie estese: DATO STRUTTURALE In realtà sono cambiate sostanzialmente tre dimensioni del problema …
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1- sono cresciute le quote di popolazione a rischio – mobilità connessa all’impoverimento delle classi medie – dinamica irreversibile della società contemporanea 2 – è diminuito il periodo temporale in cui queste persone attraversano momenti di povertà 3 – il rischio di povertà è molto esteso e sempre più va ad identificarsi non come “deriva” ma come esperienza di vita “normale”: si entra e si esce dalla povertà più frequentemente … anche i redditi disponibili sono sempre meno prevedibili
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Comportamenti di consumo, capacità lavorative, partecipazione alla vita sociale, coesione sociale delle famiglie devono diventare focus di osservazione del fenomeno I tassi di incidenza della povertà rilevati nelle non riescono infatti a cogliere l’insicurezza vissuta e crescente all’interno delle famiglie italiane I tassi di incidenza della povertà rilevati nelle ricerche trasversali non riescono infatti a cogliere l’insicurezza vissuta e crescente all’interno delle famiglie italiane Non di meno non emerge che l’incidenza della povertà dipende dal numero di persone che entrano in questa condizione ma anche dal numero di quelle che riescono a raggiungere redditi favorevoli all’uscita Infine non riescono a cogliere la differenza fra famiglie povere da generazioni e famiglie che fino a poco tempo fa vivevano in condizioni soddisfacenti IL DATO RIMANE STRUTTURALE …
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… alla povertà persistente deve essere aggiunta quella dinamica, intesa quale episodio nel corso della vita. Molte persone che entrano in fasi di povertà vi rimangono per periodi temporalmente limitati: il 50% mediamente lascia la fase di povertà entro un anno, il 70% entro tre anni LA POVERTA’ DIVENTA UN CONCETTO ESTESO Dal punto di vista della metodologia della ricerca gli studi continuano a basarsi su due variabili: - Incidenza della povertà - Intensità della povertà … la variabile tempo continua frequentemente ad essere trascurata
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Welfare state e povertà Il welfare ragiona ancora sui rischi della società industriale: disoccupazione, malattia, maternità, anzianità, inabilità Non riesce a pensare che ciò che lo affligge non è solo la scarsità di risorse e la crisi fiscale dello Stato ma il mutamento delle patologie e dei rischi sociali, delle aspettative dei cittadini e delle loro capacità di affrontare i problemi UN WELFARE ADEGUATO PER MOLTE FAMIGLIE PROBABILMENTE DOVREBBE CONFIGURARSI IN PIU’ INTERVENTI PROVVISORI CON DEI TERMINI ED UN INIZIO CHIARAMENTE ESPLICITATI (Siza)
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STRATEGIE DI FLEXICURITY STRATEGIE ARTICOLATE DI POLITICA SOCIALE - Devono convivere e integrarsi alle dinamiche economiche e del mercato del lavoro - Più specificatamente devono trovare un equilibrio fra mercato del lavoro sempre più precario e schemi di ammortizzatori più generosi ma definiti temporalmente e politiche sociali tese a migliorare capacità relazionali e abilità professionali - Il sistema di sicurezza sociale diventa in tal modo automaticamente selettivo - Non funziona se non è alto il rispetto delle regole da parte sia degli imprenditori che dei lavoratori in cui tendano a scomparire atteggiamenti opportunistici di entrambi - L’integrazione rimane obiettivo primario ma rispetto al passato la si pensa con maggior disincanto: vi sono quote di popolazione alle quali non è possibile ragionevolmente assicurare un’adeguata collocazione sociale
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Il dato negativo più rilevante ai fini della definizione del fenomeno è che gli studi trasversali non colgono la mobilità sociale di quote molto ampie di popolazione In Italia la mobilità sociale ha ancora confini limitati In Europa e negli Stati Uniti è stato adottato un angolo visuale per il quale il “tempo di osservazione” diventa cruciale: GLI STUDI DIACRONICI In tal senso non si contano solo i poveri ma almeno si rileva anche per quanto le famiglie rimangono povere
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Gli studi diacronici STUDI LONGITUDINALI STUDI LONGITUDINALI la rilevazione è ripetuta nel tempo sugli stessi soggetti (panel) INCHIESTE RETROSPETTIVE TRASVERSALI INCHIESTE RETROSPETTIVE TRASVERSALI nelle quali si effettuano una serie di interviste relative all’iter passato o storie di vita INDAGINI SU SOGGETTI ON WELFARE finalizzate a cogliere le variazioni nel tempo di una condizione attraverso dati raccolti da una o più fonti legate all’intervento INDAGINI SU SOGGETTI ON WELFARE finalizzate a cogliere le variazioni nel tempo di una condizione attraverso dati raccolti da una o più fonti legate all’intervento
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Tre tipologie di povertà in prospettiva dinamica Povertà persistente, caratterizzata dal permanere in condizioni di povertà per almeno tre anni Povertà persistente, caratterizzata dal permanere in condizioni di povertà per almeno tre anni Povertà ricorrente, ove le famiglie hanno periodi ripetuti di povertà separati da almeno un anno di non povertà Povertà ricorrente, ove le famiglie hanno periodi ripetuti di povertà separati da almeno un anno di non povertà Povertà temporanea, ove le famiglie vivono condizioni di povertà per al massimo due anni Povertà temporanea, ove le famiglie vivono condizioni di povertà per al massimo due anni
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Gli studi appena citati hanno messo in evidenza che la maggioranza delle famiglie che entrano in periodi di povertà vi rimangono però per un breve periodo. Tuttavia l’uscita dalla povertà è spesso precaria: vivono con redditi molto bassi e un alto rischio conseguente di ricadere in povertà in periodi successivi Le famiglie o persone che beneficiano di prestazioni assistenziali per un breve periodo – al massimo un anno – riescono spesso a non ricadere in povertà per almeno 5 anni … … DUNQUE IL WELFARE HA INDUBBI PROBLEMI MA LA “DIPENDENZA” NON E’ FRA QUELLI PIU’ GRAVI …
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Leisering e Liebfried: tipologie di beneficiari MEMBRI DELLA CLASSE MEDIA RELATIVAMENTE SICURI che diventano poveri solo in alcune fasi della vita. Se il superamento di queste fasi si allunga nel tempo possono iniziare processi di deriva. In generale queste persone riescono però a raggiungere inclusione sociale MEMBRI DELLA CLASSE MEDIA RELATIVAMENTE SICURI che diventano poveri solo in alcune fasi della vita. Se il superamento di queste fasi si allunga nel tempo possono iniziare processi di deriva. In generale queste persone riescono però a raggiungere inclusione sociale PERSONE CHE HANNO REDDITI BASSI PERMANENTI, modesti stili di vita di cui si accontentano ma possono diventare poveri in virtù di crisi di secondaria rilevanza poiché sono privi di “cuscini protettivi”. Per loro l’integrazione è costantemente minacciata PERSONE CHE HANNO REDDITI BASSI PERMANENTI, modesti stili di vita di cui si accontentano ma possono diventare poveri in virtù di crisi di secondaria rilevanza poiché sono privi di “cuscini protettivi”. Per loro l’integrazione è costantemente minacciata
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PERSONE CHE SOFFRONO DEPRIVAZIONI PER LUNGO TEMPO per le quali la situazione diviene prolungata poiché nel corso della vita si cumulano altri problemi che li riportano costantemente alla deriva: età, malattia, bassa qualificazione, ecc. PERSONE CHE SOFFRONO DEPRIVAZIONI PER LUNGO TEMPO per le quali la situazione diviene prolungata poiché nel corso della vita si cumulano altri problemi che li riportano costantemente alla deriva: età, malattia, bassa qualificazione, ecc. PERSONE ESCLUSE DA LUNGO TEMPO, che vivono in contesti dove problemi sociali, comportamenti devianti e svantaggi accumulati dalla nascita convivono con una forte deprivazione economica PERSONE ESCLUSE DA LUNGO TEMPO, che vivono in contesti dove problemi sociali, comportamenti devianti e svantaggi accumulati dalla nascita convivono con una forte deprivazione economica PERSONE CON CONDOTTE DISORDINATE, “pendolari fra normalità e deriva” PERSONE CON CONDOTTE DISORDINATE, “pendolari fra normalità e deriva”
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Ricerche statiche e dinamiche in Italia La “paura” di impoverimento non sia percezione vaga ma rischio reale (Rapporto 2004 Commissione d’indagine sull’esclusione) La “paura” di impoverimento non sia percezione vaga ma rischio reale (Rapporto 2004 Commissione d’indagine sull’esclusione) La povertà assume forme molteplici: l’incidenza (17% statica) non coincide con la ben più alta parte della popolazione che ha avuto redditi bassi almeno in un anno nell’intero periodo considerato (dinamica) La povertà assume forme molteplici: l’incidenza (17% statica) non coincide con la ben più alta parte della popolazione che ha avuto redditi bassi almeno in un anno nell’intero periodo considerato (dinamica) Solo per il 54% della popolazione il rischio della povertà è lontano Solo per il 54% della popolazione il rischio della povertà è lontano Circa il 50% di coloro che cadono sotto la soglia di povertà riescono ad uscirne dopo un anno ma il 19% vi ricade ancora nell’arco dell’anno successivo Circa il 50% di coloro che cadono sotto la soglia di povertà riescono ad uscirne dopo un anno ma il 19% vi ricade ancora nell’arco dell’anno successivo Le implicazioni sulle politiche sociali dovrebbero essere rilevanti: interventi tempestivi e di breve durata potrebbero favorire l’uscita
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Fra povertà stabile e povertà provvisoria si diffonde la POVERTA’ INTERMEDIA Questa oscilla tra disagio e raggiungimento di condizioni di reddito mediamente condiviso dal gruppo sociale di appartenenza Questa oscilla tra disagio e raggiungimento di condizioni di reddito mediamente condiviso dal gruppo sociale di appartenenza Non coinvolge gruppi sociali ai margini della società ma partecipanti alla vita sociale seppure con profonde insicurezze Non coinvolge gruppi sociali ai margini della società ma partecipanti alla vita sociale seppure con profonde insicurezze Tale povertà è legata alle dinamiche della classe media Tale povertà è legata alle dinamiche della classe media Classe media: alcuni gruppi hanno migliorato in modo più che proporzionale la loro condizione ma altri sono scivolati verso condizioni di deprivazione economica Classe media: alcuni gruppi hanno migliorato in modo più che proporzionale la loro condizione ma altri sono scivolati verso condizioni di deprivazione economica A tale classe si aggiunge una quota rilevante di lavoratori precari: 4 milioni, con un incidenza del 12% sul totale dei lavoratori e del 40% sulle nuove assunzioni A tale classe si aggiunge una quota rilevante di lavoratori precari: 4 milioni, con un incidenza del 12% sul totale dei lavoratori e del 40% sulle nuove assunzioni
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Italia: indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia L’Italia ha l’incidenza più alta d’Europa di lavoratori in condizione di povertà L’Italia ha l’incidenza più alta d’Europa di lavoratori in condizione di povertà Ha le retribuzioni nette medie tra le più basse in Europa, negli ultimi anni si sono ulteriormente abbassate Ha le retribuzioni nette medie tra le più basse in Europa, negli ultimi anni si sono ulteriormente abbassate E’ cresciuta la difficoltà al risparmio quale cuscinetto che assicura compensazioni in periodi di difficoltà E’ cresciuta la difficoltà al risparmio quale cuscinetto che assicura compensazioni in periodi di difficoltà
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STATI UNITI: (Panel Study of Income Dynamics) l’instabilità ha raggiunto livelli elevatissimi con picchi nella metà degli anni ’90 e ora riguarda crescentemente i lavoratori con un alto livello di istruzione U. BECK / PERCORSI DI CRESCITA DI RISCHI PERSONALI - Il destino collettivo sta diventando in primis destino personale: progettato autonomamente in base a processi di ricomposizione fra una pluralità di scelte - E’ un destino singolo più vulnerabile poiché non tutti sono capaci di individualizzazione
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