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PubblicatoLinda Lamberti Modificato 9 anni fa
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Lavoro, mercato, welfare Lavoro e risorse umane negrellilavoro, mercato, welfare1
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negrellilavoro, mercato, welfare La costruzione sociale del mercato del lavoro (tab. 2) Disoccupazione-lavoro-salari: “perché, quando esiste un tasso di disoccupazione significativamente alto, non si attiva una concorrenza per il limitato numero dei posti di lavoro, e perché una simile concorrenza non riduce subito il livello dei salari?” (Solow); Perché variano i tassi di disoccupazione tra un paese e l’altro? Perché un lavoratore è disoccupato e un altro no? Perché variano i rendimenti economici tra le nazioni, in termini di inflazione, salari e occupazione 2
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negrellilavoro, mercato, welfare Teorie economiche del mercato del lavoro: salario di equilibrio spiegato dal versante della domanda Teoria del “salario di efficienza”: i datori di lavoro pagano un salario più alto rispetto a quello degli altri datori di lavoro per motivare maggiormente i lavoratori che nell’impresa moderna hanno un certo grado di controllo sulla propria produttività; Teoria “insider/outsider”: spiega il vantaggio contrattuale dei lavoratori all’interno dell’impresa (insider) con il fatto che data la loro esperienza non sarebbero del tutto intercambiabili con altri lavoratori. 3
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negrellilavoro, mercato, welfare Salario di equilibrio spiegato dal versante dell’offerta di lavoro Teoria delle norme sociali: valori condivisi, approvazione – disapprovazione dei comportamenti; Teoria delle relazioni industriali: rappresentanza collettiva del lavoro, contrattazione collettiva, diritto di sciopero: “saper essere” collettivo del lavoro 4
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Indicatori del mercato del lavoro Forze di lavoro (popolazione attiva): somma degli occupati e delle persone in cerca di occupazione); Occupati: persone con almeno un’ora di lavoro retribuito nella settimana precedente all’intervista (Istat); Persone in cerca di occupazione: non occupati con almeno un’azione di ricerca del lavoro negli ultimi 30 giorni e disponibili a lavorare nella settimana successiva: –Disoccupati in senso stretto: hanno perso un precedente lavoro; –In cerca di prima occupazione: non hanno mai avuto un precedente lavoro. Non forze di lavoro (popolazione non attiva): –Popolazione in età non attiva: con meno di 15 anni e oltre 64 anni; –Popolazione non attiva ma in età attiva: studenti, casalinghe, ritirati dal lavoro e inabili 15-64 anni; negrellilavoro, mercato, welfare5
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Indicatori del mercato del lavoro Tasso di attività: rapporto tra forze di lavoro e popolazione totale (tasso lordo) o popolazione in età di lavoro (tasso netto) = propensione a lavorare o a cercare lavoro (anche per genere, classi di età e livelli di istruzione); Tasso di disoccupazione: rapporto tra le persone in cerca di occupazione e le forze di lavoro (= quanti non trovano lavoro su 100 che lo cercano); Tasso di occupazione: rapporto tra occupati e popolazione totale o in età attiva = livello della domanda di lavoro, grado di benessere economico (n. di persone a carico di ogni lavoratore occupato) negrellilavoro, mercato, welfare6
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negrellilavoro, mercato, welfare Erosione e multi-segmentazione dei mondi del lavoro Partite iva 7
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negrellilavoro, mercato, welfare La “soglia” mobile di protezione sociale Dahrendorf: economie a bassa retribuzione ed economie ad alta specializzazione (livello macro); economie a bassa pressione fiscale/alti guadagni differenziali (ruolo borsa, mercati finanziari) ed economie ad alta pressione fiscale/bassi profitti (ruolo banche e investimenti di lungo termine Modelli di mercato del lavoro: mediterraneo (Italia, Grecia, Spagna: minor vulnerabilità capofamiglia, maggiore per i figli); Europa centrale (Francia, Belgio, Austria, Olanda: minor vulnerabilità capofamiglia, maggiore per coniuge); Germania, UK (minor vulnerabilità per i figli). 8
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negrellilavoro, mercato, welfare FORME DI ORGANIZZAZIONE SOCIALE (MODELLI DI CAPITALISMO O SISTEMI DI WELFARE) 1. MODELLO UNIVERSALISTICO SCANDINAVO: diffusione servizi di welfare pubblici forniti come diritti sociali indipendentemente dallo status occupazionale dei soggetti; 2. MODELLO ASSICURATIVO-CORPORATIVO: Europa centrale; 3. MODELLO ASSICURATIVO FAMILIARE: Europa meridionale. Importanza della famiglia come istituzione di gestione dei rischi sociali; diffusione del lavoro autonomo e delle micro-imprese. 9
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negrellilavoro, mercato, welfare Promozione e sviluppo del lavoro indipendente Instabilità in cambio di autonomia? La storia del “secolo del lavoro” dipendente (Accornero), una parentesi nella storia del lavoro indipendente? Il ritorno al lavoro indipendente, dopo la crisi del modello fordista, dei diritti sociali e della sicurezza sociale e accesso al welfare, legati al lavoro subordinato? 10
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negrellilavoro, mercato, welfare IL LAVORO INDIPENDENTE I dati: stabilizzazione quantitativa del lavoro autonomo; trasformazione qualitativa: –strategie di de-valorizzazione (esclusione dalle tutele tradizionali, fuga dal diritto del lavoro, deregolamentazione); –strategie di valorizzazione (capacità di innovazione, adattamento del lavoro più qualificato) Visione ideale del lavoro post-fordista, flessibile in termini di tempo, luogo, tipo di servizi, costi, qualità, creatività, prodotti innovativi e immateriali? 11
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negrellilavoro, mercato, welfare Legge e giurisprudenza in Europa Diritto europeo: autonomia come situazione di fatto e non per convenzione Apertura al lavoro indipendente: tendenza a dare un quadro giuridico; da una concezione estensiva di lavoro subordinato a minori ostacoli allo sviluppo del lavoro indipendente (Spagna, Germania, Francia); Situazioni di semi-dipendenza, con necessità di una categoria giuridica intermedia tra lavoratore subordinato e imprenditore autonomo: –Germania: terza categoria “assimilabili ai lavoratori subordinati” (Arbeitsnehmeraenliche Personen) –Italia: i lavoratori “para-subordinati” (co.co.co.) 12
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negrellilavoro, mercato, welfare Evoluzione della subordinazione Maggiore autonomia nell’organizzazione del lavoro: innovazione tecnologica, formazione, coinvolgimento individuale, team di lavoro, partecipazione (valorizzazione dimensione collettiva), obblighi di risultato e non di mezzo: verso condizioni di lavoro indipendente di fatto? Nuove forme precarie di lavoro: contratti a tempo determinato, rafforzamento del potere del datore di lavoro, soprattutto sui giovani, accentuato da disoccupazione, processi di downsizing, outsourcing, piccole dimensioni imprese (meno di 50 o meno di 11, in cui lavora la maggioranza dei lavoratori): crescita del peso della subordinazione di fatto? 13
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negrellilavoro, mercato, welfare Allargamento della nozione giuridica di lavoro subordinato Tendenza generale della giurisprudenza: nozione di subordinazione risultato non solo della “sottomissione a ordini e direttive precise nell’esecuzione delle mansioni, ma anche alla “integrazione” del lavoratore in un’organizzazione collettiva del lavoro concepita da e per gli altri”. Tecnica dei “fasci di indici”, caratteristica comune del diritto del lavoro nei paesi europei: ricercare quegli indicatori che possono rivelare l’esistenza di uno stato di subordinazione di fatto nell’ambito di un lavoro convenzionalmente autonomo (es. Svezia, p. 28) 14
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negrellilavoro, mercato, welfare I confini del lavoro subordinato Ridurre il campo di applicazione del diritto del lavoro: ritorno ad una concezione ristretta di subordinazione (es. Francia: riferimento alla “subordinazione giuridica”); Allargare il campo di applicazione del diritto del lavoro: ricorso ad altri criteri al di là di quello della subordinazione giuridica (es. “dipendenza economica”: far coincidere il campo di applicazione del diritto del lavoro con il reale bisogno di protezione); es. telelavoratori, professionisti tecnicamente autonomi ma economicamente dipendenti (arrestare la fuga dal diritto del lavoro (Germania). 15
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negrellilavoro, mercato, welfare Outsourcing o sub-fornitura del lavoro Strategie di riduzione dei costi: esternalizzazione lavori di minor qualifica professionale (pulizia, custodia, mensa); Esternalizzazione funzioni più qualificate: –ricorso a servizi per innovazione tecnologica (Ict); –evoluzione tecniche contrattuali (trasferimento d’azienda) con possibilità di ripartizione del rischio di impresa e favorire alleanze strategiche, cooperazione e nuovi modi orizzontali di fare impresa (Bonazzi, Negrelli, 2003) 16
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negrellilavoro, mercato, welfare I problemi di diritto del lavoro: a) frode sociale: lavoro interinale e traffico di manodopera (caporalato e fornitura illecita di lavoro); b) sub-fornitura (con dipendenza tecnica o economica): contratti di lavoro meno favorevoli; impossibilità del diritto del lavoro di raggiungere l’interlocutore pertinente, ovvero l’impresa principale (es. gruppi di imprese, imprese a rete, ecc.) 17
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negrellilavoro, mercato, welfare Verso un “diritto comune” del lavoro? Adattamento alle diverse situazioni (lavoro subordinato tradizionale, lavoro parasubordinato economicamente dipendente); Protezione di base per tutti i lavoratori in condizione di dipendenza economica; Coesione sociale: non separare il diritto del lavoro dalla sicurezza sociale, elementi indissolubili dello status occupazionale. 18
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negrellilavoro, mercato, welfare La flessibilità del lavoro: gli obiettivi principali delle imprese adattarsi alle oscillazioni e incertezze della domanda, soprattutto sui mercati globali; incrementare i livelli della produttività; inserire le nuove tecnologie dell’informazione e i servizi informatici; rendere più variabili le retribuzioni rispetto alle prestazioni; migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi. 19
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negrellilavoro, mercato, welfare Strumenti e istituti di flessibilità del lavoro Le imprese italiane hanno potuto disporre in questi anni di una varietà di strumenti di flessibilità del lavoro che ha riguardato: la regolazione quantitativa dell'ingresso/uscita dei lavoratori (contratti di lavoro atipici, mobilità), insieme alla gestione quantitativa (soprattutto degli orari) dei mercati interni del lavoro (flessibilità numerica esterna ed interna); la gestione qualitativa da parte delle direzioni aziendali dei mercati interni del lavoro (polivalenza), insieme ai processi di esternalizzazione di alcune funzioni (flessibilità funzionale interna ed esterna); la variabilità del salario rispetto ad alcuni indicatori di performance economica (flessibilità salariale). 20
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negrellilavoro, mercato, welfare L’ideologia della flessibilità (1) “in tutto il mondo le imprese perseguono l’ideale di utilizzare la forza lavoro pressappoco nel modo in cui utilizzano l’energia elettrica”; effetti negativi per il lavoro: attacco generalizzato al diritto del lavoro; frammentazione delle classi lavoratrici e delle loro rappresentanze; de- responsabilizzazione delle imprese rispetto alla gestione delle risorse umane; rilevanti costi per gli individui, le famiglie, la società nel suo complesso (Gallino, 2001) 21
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negrellilavoro, mercato, welfare L’ideologia della flessibilità (2) Un diritto del lavoro sempre più “infarcito di eccezioni alla regola comune, a volte formali a volte di fatto” (Barbier, Nadel, 2000); Supiot (1999): “lo sviluppo di un diritto del lavoro puramente strumentale adattato giorno per giorno alle fluttuazioni della congiuntura”; Castells (2002) delinea uno scenario di dualismo sociale della struttura occupazionale, con la compressione del livello intermedio, la disaggregazione del lavoro, la spinta individualizzazione e frammentazione: “le attuali tendenze tecnologiche favoriscono tutte le forme di flessibilità, tanto che in assenza di accordi specifici per la stabilizzazione di una o l’altra delle dimensioni del lavoro, il sistema si evolverà verso una flessibilità generalizzata e diversificata per lavoratori e condizioni di lavoro, sia per coloro che sono altamente specializzati sia per coloro che hanno basse qualifiche”; Dualismo del mercato del lavoro tra una forza lavoro core e una forza lavoro periferica o “disponibile ad essere automatizzata, assunta, licenziata, trasferita all’estero a seconda della domanda di mercato e dei costi del lavoro” (Castells, 2002); Sennett (1999): le conseguenze umane e sociali del “ciclo” di lavori che uomini e donne stanno vivendo e che li porta sempre più “alla deriva” a causa dell’incertezza e della frenesia che sono costretti a subire. 22
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negrellilavoro, mercato, welfare La diversità del lavoro (tab. 3) Direttiva comunitaria del 2000 approvata per contrastare la discriminazione occupazionale per ragioni etniche, religiose, di genere, età e diversa abilità; In generale, i giovani, le donne, gli anziani, gli immigrati e i disabili hanno livelli di occupazione più bassi e livelli di disoccupazione più alti rispetto alla media; livelli di occupazione e di disoccupazione “socialmente determinati”; Target di Lisbona (marzo 2000): un tasso generale di occupazione del 67% nel 2005 e vicino al 70% nel 2010; un tasso di occupazione femminile del 57% nel 2005 e vicino al 60% nel 2010; un tasso di occupazione dei lavoratori più anziani (55-64) del 50% entro il 2010 23
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negrellilavoro, mercato, welfare Lavoro e welfare: le politiche “passive” amministrazione e servizi pubblici per l’impiego; formazione al mercato del lavoro: formazione per gli adulti disoccupati e per i soggetti a rischio; formazione per gli adulti occupati; iniziative per i giovani: misure per i soggetti svantaggiati e disoccupati; sostegno per l’apprendistato e per la formazione generale ad esso collegata; impiego sussidiato: sussidi all’occupazione regolare nel settore privato; sostegno dei disoccupati che avviano un’impresa; creazione diretta di posti di lavoro (nei settori pubblici o non profit); misure per i disabili: riabilitazione professionale; lavoro per i disabili. 24
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negrellilavoro, mercato, welfare Lavoro e welfare: le politiche “attive” sussidi ai disoccupati; pre-pensionamenti per motivi legati all’andamento del lavoro Pochi paesi dedicano ad esse oltre l’1% del Pil (Olanda, Danimarca e Svezia ben oltre tale livello; ma comunque anche Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda): tab. 4. 25
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negrellilavoro, mercato, welfare Il ruolo del diritto del lavoro “La questione fondamentale non è quella della “flessibilizzazione” (già largamente prevista da un certo numero di legislazioni europee), ma quella dell’armonizzazione dei nuovi imperativi di libertà nel lavoro con il bisogno non meno importante di tutti i lavoratori di far affidamento sulla lunga durata di un autentico status professionale che possa permettere loro di liberare in modo equo la propria capacità di iniziativa individuale”. 26
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negrellilavoro, mercato, welfare ESPERIENZE NAZIONALI Paesi che combinano un alto livello di protezione sociale con un basso tasso di disoccupazione, in un contesto di economie dinamiche: –Danimarca, –Olanda, –Austria, –Italia settentrionale, –Germania meridionale (con performance simili alle realtà neo-liberiste Usa e Gb). 27
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negrellilavoro, mercato, welfare Au-delà de l’emploi: uno “status” professionale continuo Nessun paese europeo in grado di proporre un’alternativa al modello di lavoratore dipendente a tempo indeterminato, di riferimento per il diritto del lavoro; Sforzi per adattare il modello regolando i passaggi della vita lavorativa, che non garantisce più un carattere lineare; Aggiungere alla organizzazione statica della relazione di lavoro una organizzazione dinamica delle transizioni tra situazioni di lavoro successive: coprire tutti i momenti in cui la condizione di subordinazione non può essere collegata a un impiego stabile. 28
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negrellilavoro, mercato, welfare SUPERARE IL MODELLO DI LAVORO STANDARD Dall’”impiego” al “lavoro”: de-costruzione della nozione di “lavoro salariato” (emarginazione delle forme non di mercato: auto-formazione, lavoro a titolo gratuito, lavoro domestico, ecc.); Nozione di “lavoro” tout court”, come nuovo modello di condizione professionale, che comprenda le esigenze di formazione continua, di parità uomo-donna, di attività di interesse generale, della libertà professionale; Distinto dalla “attività”, in quanto risponde ad un’obbligazione, volontariamente sottoscritta o legalmente imposta (di natura contrattuale, statutaria, a titolo oneroso o gratuito, ma sempre in un legame di diritto). 29
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negrellilavoro, mercato, welfare IL DIRITTO SOCIALE (DIRITTO DEL LAVORO E SICUREZZA SOCIALE) 1) diritti sociali universali: garantiti a tutti indipendentemente dal loro lavoro (sanità, meno sulla formazione professionale); 2) diritti fondati sul lavoro non retribuito (lavoro di cura alla persona; autoformazione, lavoro volontario); 3) diritto comune dell’attività professionale: nel diritto comunitario (igiene e sicurezza); 4) diritti propri del lavoro dipendente retribuito: graduati in funzione dell’intensità della subordinazione; + principio di parità di trattamento uomo/donna (trasversale). 30
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negrellilavoro, mercato, welfare I DIRITTI DI PRELIEVO SOCIALE Lavoratore con diritto di passare da una forma di lavoro a un’altra: –crediti orari (rappresentanti del personale); –congedi speciali e diritti di assenza; –crediti di formazione; –banche del tempo; –aiuti ai disoccupati per l’imprenditorialità; –assegni di formazione; –ecc. 31
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negrellilavoro, mercato, welfare I DIRITTI DI PRELIEVO SOCIALE Diritti sociali riferiti al lavoro in generale: nella sfera familiare; lavoro di formazione; lavoro volontario; lavoro indipendente; lavoro di pubblica utilità 32
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negrellilavoro, mercato, welfare I DIRITTI DI PRELIEVO SOCIALE Sono “diritti di prelievo” perché la loro realizzazione dipende da due condizioni: a) costituzione di una “contribuzione” sufficiente; b) decisione del loro titolare di utilizzare tale “provvista”. 33
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negrellilavoro, mercato, welfare I DIRITTI DI PRELIEVO SOCIALE Sono diritti di prelievo “sociale”, in quanto sono sociali: a) nel loro modo di costituzione; b) nei loro obiettivi (di utilità sociale) 34
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negrellilavoro, mercato, welfare I DIRITTI DI PRELIEVO SOCIALE Co-finanziamento dei lavori non di mercato, con copertura garantita da: stato: obiettivi di interesse generale; sicurezza sociale: prestazioni per chi ha persone a carico; organismi mutualistici paritetici: congedi di formazione; imprese: continuità del contratto di lavoro, crediti orari, congedi parentali; lavoratore: integrazione con banche del tempo, utilizzo crediti acquisiti con il licenziamento, rinuncia ad una parte di stipendio previsto, ecc. 35
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