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PubblicatoFiora Visconti Modificato 9 anni fa
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Mies van der Rohe Ludwig Mies van der Rohe è il padre dell'estetica architettonica contemporanea. Se Le Corbusier incarna l'anima più poetica del Movimento Moderno, l'architetto tedesco ne rappresenta l'aspetto più profondamente filosofico. Vive tra due mondi: l'Europa delle avanguardie, dove nasce nel 1886 (ad Aquisgrana, in Germania) e l'America della modernità e dei grattacieli, dove muore nel Il suo interesse per l’architettura nasce dal padre, scalpellino. Durante l’infanzia Mies frequenta un corso di arti e mestieri e, lavorando da artigiani locali, sviluppa una grande capacità di disegno a mano libera. 1 1
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L’incontro con la grande architettura avviene nel 1907, quando Mies approda nello studio di Peter Behrens, uno dei maestri dell’architettura del tempo, dove lavora al fianco di Gropius e per breve tempo anche di Le Corbusier. Da Behrens apprende l’idea di architettura come «arte di costruire», oltre ad un «senso profondo della grande forma», ossia la forma monumentale, evocativa dello spirito del tempo. Sono anni in cui si dedica alla ricerca teorica, scrive su importanti riviste d’avanguardia ed è autore di progetti-manifesto. Si afferma, dunque, come una delle principali personalità dell’architettura tedesca, cosa che gli vale un ruolo di primo piano tra i docenti del Bauhaus, la scuola d’arte, design e architettura moderne dove insegnano maestri come Gropius, Klee e Kandinsky. Le opere di Mies hanno segnato il punto più avanzato della modernità in architettura. Alcuni edifici, oltre a essere specialmente evocativi della sua poetica, rappresentano vere e proprie pietre miliari del costruire moderno. 2
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Padiglione di Barcellona 1929
Il Padiglione di Barcellona, costruito per l’Esposizione Universale del 1929, è la sintesi di una lunga ricerca sull’abitazione e segna dei “punti di non ritorno” nella disciplina della composizione architettonica e nelle tecniche costruttive: il pilastro a croce in acciaio, la separazione degli spazi attraverso setti ortogonali indipendenti, la definizione dello spazio della casa attraverso l’uso di un recinto che la separa dalla strada. 3 3
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Dopo la chiusura della mostra, il padiglione è stato smontato nel 1930.
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E 'stato ricreato nella sua forma originale e nello stesso luogo nel da parte del Comune di Barcellona. 5 5
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LESS IS MORE «Sapete, ogni cosa è così complicata in un edificio. Per raggiungere una chiarezza dobbiamo semplificare praticamente ogni cosa. È un lavoro duro. Bisogna combattere, e combattere, e combattere». Tutto il lavoro di Mies e della sua scuola si fonda su due pilastri fondamentali: ordine e razionalità. Per Mies l’ordine non è qualcosa che si impone ma qualcosa che va cercato e trovato, il risultato di un processo di conoscenza della natura delle cose. L’architettura, allora, non è altro che una forma di conoscenza della realtà, la ricerca della forma più rispondente alla natura delle cose. 7 7
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Farnsworth House 1946 8 8
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Costruisce un luogo per stare nel bosco
Costruisce un luogo per stare nel bosco. La casa è, essenzialmente, il luogo dello stare – una parola magica per lui – e la qualità dello stare è definito dal rapporto con la natura. 9 9
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Anche in questo caso ritroviamo uno stile pulito, semplice, ed immerso nella natura. L'obbiettivo di tale progetto è quello di collegare l'architettura con la vera essenza dell'essere umano, la natura. Si percepisce dunque un ulteriore tentativo di ridurre tutto all'essenziale e allo stato naturale anche con la scelta dell'ambiente in cui andrà inerito il progetto. 10 10
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L'architettura della casa rappresenta la massima raffinatezza di espressione minimalista di struttura e spazio per Mies van der Rohe. 11 11
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Negli Stati Uniti, dopo il 1938, ha trasformato l'espressione architettonica del telaio in acciaio in architettura americana e ha lasciato un'eredità quasi senza pari di insegnamento e di costruzione. 12 12
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di una serie di piccoli ma criticamente importanti edifici.
In Europa, prima della seconda guerra mondiale, Mies è emerso come uno dei leader più innovativi del movimento moderno, la produzione di progetti visionari per il vetro e l'acciaio e l'esecuzione di una serie di piccoli ma criticamente importanti edifici. 13 13
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La regola: “Il massimo effetto con il minimo spreco di mezzi”.
Arredo La regola: “Il massimo effetto con il minimo spreco di mezzi”. Padre della celebre citazione “Less is more” l’architetto Mies van der Rohe è considerato il fondatore del minimalismo. Nell’elaborazione dei suoi progetti il suo obiettivo principale è stato quello di rivelare la struttura delle cose facendone emergere l’intrinseca bellezza. Ludwig Mies Van der Rohe fu il genio della semplicità. Le sue, furono architetture in pelle e ossa d’acciaio. Un’innovazione assoluta sia dal punto di vista tecnologico, sia a livello concettuale che superava l’idea di scatola, sulla quale si fondava, fino ad allora, il linguaggio architettonico. Gli elementi di arredo di Mies sono ancora oggi oggetti senza età, lontani dalle mode, semplici strutture in acciaio, lasciato a vista, depurati di ogni superflua aggettivazione e ridotti all’essenza. 14 14
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Seagram Building 1958 Nel Seagram Building di New York (1954-‘58) l’invenzione è urbana: Mies arretra il grattacielo rispetto al filo della strada quando nessuno lo faceva – la base dell’edificio occupava sempre l’intera superficie dell’isolato in cui era inserito. In tal modo lo mette in risalto e, attraverso la piazza, costruisce un rapporto con la città. 15 15
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Seagram Building, New York, 1958 16 16
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"structure is spiritual" and "less is more."
"struttura è spirito" e "meno è più". Mies voleva una completa regolarità nell'aspetto dell'edificio. 17 17
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"I grattacieli rivelano il loro modello strutturale
durante la costruzione. Solo allora la gigantesca rete di acciaio sembra impressionante. Quando le pareti esterne sono messe in atto, il sistema strutturale, che è la base di ogni disegno artistico, è nascosto da un caos di forme prive di senso e banali ... Invece di cercare di risolvere vecchi problemi con queste vecchie forme dovremmo sviluppare nuove forme dalla natura stessa dei nuovi problemi. Siamo in grado di vedere i nuovi principi strutturali in modo più chiaro quando usiamo vetro al posto delle pareti esterne, che è realizzabile oggi in uno scheletro di queste pareti esterne senza avere un peso. L'uso del vetro impone nuove soluzioni ". 18 18
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Nel 1919 Mies van der Rohe ha progettato una serie di cinque torri di cristallo non edificate su un sito vicino alla stazione di Friedrichstrasse. La partecipazione al concorso chiamato "nido d'ape" simboleggiava l'alba di una nuova cultura, in cui l'uso di acciaio e vetro ha permesso un edificio ad avere una superficie che è più trasparente di quello solido. Con questo progetto sembrava che Mies van der Rohe avesse introdotto una nuova forma espressiva che, apparentemente, non doveva nulla alla storia. 19 19
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Nei Lake Shore Drive Buildings Apartments di Chicago (1948-‘51), Mies inventa il cosiddetto curtain wall, un sistema di facciata realizzato in lastre di vetro sostenute da telai d’acciaio. Una novità epocale che rivoluziona il rapporto tra interno ed esterno degli edifici – prima di allora esisteva solo la tradizionale muratura con finestre – offrendo a tutti gli appartamenti l’affaccio sul lago Michigan. La Lake Shore Drive Apartments, Chicago, fotografata nel 1955 20 20
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Oltre a queste opere ci sono poi architetture che contribuiscono a definire la tipologia dell’edificio. Il luogo più semplice e al contempo universale: uno spazio indiviso, libero da pilastri e definito solo da un tetto, in cui le persone possono riunirsi per le funzioni più diverse. Una sorta di moderna piazza coperta. Sono la Crown Hall di Chicago (1950-‘56), sede dell’Illinois Institute of Technology; la Convention Hall, sempre a Chicago, mai costruita; la Neue National galerie di Berlino. Crown Hall presso l'Illinois Institute of Technology, Chicago, Illinois. completato Arts Club interno 21 21
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Non mancano progetti urbani, come Lafayette Park, un grande quartiere di Detroit (1955), in cui Mies realizza la progettazione urbana come un’opera di ordine e riafferma il principio caro al Movimento Moderno di città contemporanea costruita nella natura. 22
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FINE A cura di : Giovanni Carfora Ciro Carfora Maria Cristina Cesarino
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