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PubblicatoLino Meli Modificato 9 anni fa
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Squillante Sergio.
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Strage Piazza di spaccio Precedenti Corteo immigrati Testimone
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La sera del 18 settembre 2008 la provincia di Caserta è scossa da una strage di Camorra causata da un gruppo scissionisti del Clan dei Casalesi facente riferimento a Giuseppe Setola, che ha portato alla morte di Antonio Celiento e di sei immigrati africani, vittime innocenti della strage.
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Dagli accertamenti effettuati dagli inquirenti, successivamente alla strage, è emerso che nessuno degli immigrati era coinvolto in attività di tipo criminale e che nessuno di loro era legato alla camorra locale né alla cosiddetta “mafia nigeriana”, la quale, poco lontano da lì, all'ex hotel Zagarella, gestisce la piazza dello spaccio.
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Quella che verrà definita la strage di San Gennaro, è preceduta da un altro omicidio a distanza di pochi chilometri. E, solo un mese prima, sempre a Castel volturno, c'era stato un altro tentativo di strage ai danni di altri africani, usciti indenni solo per un caso. Dietro tutti questi delitti, il clan dei Casalesi, retto in quel momento dal latitante Giuseppe Setola.
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Il giorno successivo alla strage di Castel Volturno, il 19 settembre, centinaia di connazionali delle vittime, scatenano una rivolta popolare a cui partecipa gran parte dell'intera comunità africana del paese. C'è un corteo di protesta che si avvia lungo la Domiziana.
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Joseph Ayimbora, un cittadino ghanese che abitava a Castel Volturno da otto anni, sopravvissuto fingendosi morto. In seguito la sua testimonianza è stata decisiva per riconoscere gli autori della strage.
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