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Lezione del corso di Storia della Tecnologia 20/05/2005 Filippo Nieddu

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Presentazione sul tema: "Lezione del corso di Storia della Tecnologia 20/05/2005 Filippo Nieddu"— Transcript della presentazione:

1 Lezione del corso di Storia della Tecnologia 20/05/2005 Filippo Nieddu
Il nuovo e l’utile Lezione del corso di Storia della Tecnologia 20/05/2005 Filippo Nieddu

2 La teoria dell’innovazione
Filone neoclassico Filone paleo-schumpeteriano Filone neo-schumpeteriano Filone neo-tecnologico Filone organizzativo-manageriale

3 L’approccio neoclassico
L’innovazione è vista come un fattore esogeno; la visione del fenomeno è statica. Le scelte imprenditoriali relative alle capacità produttive ottimali sono fatte sulla base dei prezzi dei fattori e dei prodotti all’interno di uno stato delle tecniche noto. La struttura produttiva si adatta istantaneamente e totalmente alle tecniche più avanzate.

4 L’approccio neoclassico
Capitale Curve della produzione Limiti di bilancio Lavoro

5 Il filone paleo-schumpeteriano
I primi lavori di Joseph A. Schumpeter dei primi anni ‘900 sono mirati alla definizione di una teoria dello sviluppo economico della società capitalistica L’innovazione produce un extra-profitto agli imprenditori più capaci Si introduce la distinzione tra invenzione, innovazione e diffusione dell’innovazione. Introduzione tipologie di innovazione: nuovo prodotto, nuovo processo, nuovo mercato, nuove fonti delle materie prime, nuova organizzazione d’impresa. Al di là delle nomenclature, scarsi i risultati teorici.

6 Il filone neo-schumpeteriano
Si basa sui lavori di Schumpeter degli anni ‘30-’40 Fase del successo della grande impresa operante in condizioni di controllo del mercato Inversione della sequenza tra innovazione e profitto. Ora è il profitto a rendere i tempi e la natura nelle delle innovazioni coerenti con gli obiettivi strategici dell’impresa.

7 Il filone neo-tecnologico
Questo filone vede l’autoderminazione della tecnologia (non subordinazione della tecnologia all’economia: non sono totalmente indipendenti ma nemmeno in automatica sintonia). Il progresso tecnico va considerato una variabile autonoma, dotata di proprie leggi di sviluppo. Si nega l’ipotesi neoclassica di indifferenza delle imprese nei confronti del cambiamento tecnologico.

8 Il filone organizzativo-manageriale
Questo filone vede il tentativo da parte delle aziende di formalizzare internamente le procedure legate all’innovazione. Creazione di funzioni dedicate, azioni e azioni correttive, test, sistemi di verifica, sono inseriti nello schema funzionale aziendale, ed esprimono il tentativo di controllare managerialmente l’attività innovativa.

9 L’invenzione Visione trascendentalista: l’ispirazione del “genio”, come portatore di novità, alla base della crescita e dello sviluppo sociale. Visione “sociale” (Kroeber, Ogburn e Gilfillan, anni ’50-’70): invenzione come conclusione di un processo sociale derivante dall’accumulazione di molti processi singoli Posizione intermedia: ha come presupposto teorico la scuola psicologica della Gestalt; secondo cui “l’intuito non è un fenomeno raro, eccezionale, come era assunto dai trascendentalismi, ma non è neppure una risposta meccanica ad un bisogno, che si ritiene debba accadere necessariamente” (Abbott Payson USHER, A History of Mechanical Inventions, 1954).

10 L’ipotesi di Usher Secondo Usher l’atto di intuizione individuale può essere formalizzato come un percorso a quattro stadi: percezione del problema; setting of the stage; atto di intuizione; revisione critica. Con la locuzione setting of the stage Usher indica il contesto nel quale dovrà avere luogo l’intuizione, sia da un punto di vista fisico sia da un punto di vista intellettivo.

11 L’ipotesi di Usher: esempio 1
Corradino D’Ascanio ideò la Vespa prendendo come ruota anteriore il carrello di un aeroplano della II G.M.

12 Usher: esempio 2 Aerodinamica e costruzioni edili: un nuovo binomio, formato da Gustave Eiffel

13 L’ipotesi di Usher: esempio 3
Il Flyer dei fratelli Wright derivava dalle esperienze di costruttori di biciclette, dalle prove in galleria del vento e da numerosi esperimenti preliminari.

14 Il contributo di Rosenberg
Secondo Nathan Rosenberg sono poche le aziende che possono permettersi di “pensare a lungo termine”, per diverse cause. Il concetto di “squilibrio tecnologico” è usato per giustificare la scelta di certe direzioni di sviluppo. Esempi ne sono: le interrelazioni tra tecnologie (es. motori e freni delle auto); la certezza della disponibilità di lavoro (es. scioperi nell’800); mutamenti e scomparse nelle fonti di approvvigionamento. Altra idea: la convergenza tecnologica (base comune di molte tecnologie), come nel caso dell’elettronica.

15 Gli approcci all’atto di intuizione
RIDUZIONISMO OLISMO Tendenza simulare emulare Approccio analitico sintetico Cultura scientifico multidiscipl. Riferimenti cervello mente Apprendimento eventi modelli

16 Riferimenti bibliografici essenziali
George BASALLA, L’evoluzione della tecnologia, Milano : Rizzoli, 1992 Nathan ROSENBERG, Dentro la scatola nera – Tecnologia ed economia, Bologna : Il Mulino, 1991 Abbott P. USHER, A History of Mechanical Inventions, 1954 Donald A. NORMAN, La caffettiera del masochista, Firenze : Giunti, 1997


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