La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Lezione del corso di Storia della Tecnologia 09/06/2006 Filippo Nieddu

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Lezione del corso di Storia della Tecnologia 09/06/2006 Filippo Nieddu"— Transcript della presentazione:

1 Lezione del corso di Storia della Tecnologia 09/06/2006 Filippo Nieddu
Privilegi e brevetti Lezione del corso di Storia della Tecnologia 09/06/2006 Filippo Nieddu

2 La tutela delle invenzioni
Nodi chiave: pubblicità appropriabilità protezione trasferimento tecnologico copia

3 I primordi Athenaeus riferisce nel suo Deipnosophistae che nella città di Sibari già nel 600 a.C. si svolgevano gare culinarie che davano come premio il diritto esclusivo di preparare il piatto premiato per tutto l’anno. Nell’Antichità, sino al Medioevo, non si formò un vero sistema di protezione delle invenzioni perché non si dava importanza al progresso tecnologico.

4 Il Medioevo / 1 Prese a diffondersi, insieme con lo sviluppo delle corporazioni, il concetto di proprietà intellettuale. In Inghilterra nel XIII secolo si diffusero le litterae patentes, che però spesso riconoscevano solamente diritti su proprietà fondiarie. Si tratta di privilegi concessi dal sovrano agli individui. A volte lo scopo delle litterae era di diffondere la conoscenza di tecnologie provenienti da altri Paesi: privilegi furono concessi a filatori fiamminghi nel XIV secolo al fine di diffondere quest’attività in Inghilterra.

5 Il Medioevo / 2 Nel 1331 Edoardo III concesse un privilegio al filatore fiammingo John Kempe, e nel 1337 uno speciale statuto stabiliva un trattamento privilegiato per tutti i tessitori stranieri che si fossero stabiliti in Inghilterra. Nel 1404 uno statuto fiorentino offriva dieci anni di esenzione dalle tasse per chi avesse introdotto macchine per la cardatura della lana (già diffuse a Milano). La concessione fu rilasciata nel 1409 ad un certo Guerinus de Mera.

6 Il Rinascimento / 1 Nel 1421 fu concesso a Filippo Brunelleschi un privilegio in relazione alla costruzione di una barca (detta “Badalone”) appositamente studiata per il trasporto fluviale del materiale per la costruzione del Duomo. Il caso di Brunelleschi rimase unico, a testimonianza del fatto che la proprietà intellettuale era controllata e saldamente detenuta dalle corporazioni.

7 Il Rinascimento / 2 Venezia, primo luogo nel quale il potere delle corporazioni diminuì, vanta esempi di privilegi sin dal primo Quattrocento, in diversi campi: tecniche minerarie; tecnologia del vetro (Angelo Barovier, 1450 ca.); mulini per macinare; strumenti per scavare canali o elevare acque; strumenti per follare panni (esempio ne è il privilegio concesso nel 1416 a tale Franciscus Petri, straniero a Venezia). Spesso il privilegio aveva valore a una distanza massima di 10 miglia dalla città.

8 Il Rinascimento / 3 Le patenti veneziane non sono rilasciavano il privilegio, ma accordavano esenzioni fiscali. Nel 1469 Giovanni da Spira ottenne una concessione per l’introduzione dell’arte della stampa nella città: per cinque anni sarebbe stato l’unico a poterlo fare. Morì pochi mesi dopo, e anche a causa del primo privilegio non ne furono concessi altri (di portata generale) per 17 anni. Aldo Manuzio ottenne nel 1501 un privilegio in virtù dell’invenzione del cancelleresco (il corsivo).

9 Il Rinascimento / 4 Il primo privilegio letterario fu concesso a Marcantonio Cocci (il Sabellico) nel 1486 per la sua opera rerum venetarum libri: nasce il diritto d’autore. Nel 1474 a Venezia è emanato uno statuto, che regolamenta la materia. “Nuovo e idoneo” sono le caratteristiche richieste al trovato.

10 Privilegi e monopoli Se il sistema veneziano accordava un diritto all’inventore, il sistema dei privilegi che si diffuse in Europa (Francia, Olanda, Inghilterra) vedeva il fulcro dell’istituto in una concessione reale. Non è la persona a possedere un diritto, ma il re a concedere una possibilità in relazione alla produzione, fabbricazione e commercializzazione di un processo o prodotto. Tale sistema creò problemi soprattutto in Inghilterra, dove i privilegi divennero monopoli in mano a poche persone (sino alla riforma del 1601 di Elisabetta I).

11 Dai privilegi ai brevetti d’invenzione
In Francia, nel XVI secolo, una qualsiasi invenzione doveva passare al vaglio del Parlement. Quest’organo, responsabile delle concessioni, chiedeva agli inventori di divulgare il contenuto delle proposte; questo era esaminato da un rapporteur o da una commissione, che emettevano i giudizi del caso. Dal 1666, anno della sua fondazione, fu implicata in questo processo l’Académie: verità e utilità erano le caratteristiche richieste alle invenzioni. Dal 1722 si occupò delle invenzioni il Bureau de Commerce.

12 I diritti degli inventori
Nel 1762 un editto reale francese riconobbe i diritti degli inventori, furono aboliti i privilegi senza limiti di tempo e fu fissata in quindici anni la durata massima di un privilegio. I diritti potevano essere trasferiti agli eredi solo per mezzo di una domanda esplicita. Il privilegio era comunque un favore concesso dal sovrano.

13 Le nuove leggi e i cataloghi
La legge post-Rivoluzione lasciava che fosse il mercato a determinare il successo di un’invenzione. Il definitivo cambiamento fu ratificato nel 1800, con un decreto che ribadì che il brevetto (brevet d’invention fu termine che apparve solo dopo la Rivoluzione Francese) non era più un favore concesso dal sovrano, ma un riconoscimento della proprietà intellettuale. L’attenzione dei governi alla tecnologia crebbe: lo testimoniano opere come quella di Gallon, la stessa Encyclopèdie, le varie Déscriptions, e altre ancora.

14 Il caso piemontese Anche in Piemonte l’Accademia delle Scienze (fondata nel 1783) ebbe un ruolo importante. Da ricordare il caso del Concorso per l’arte tintoria (v. storia della chimica). Il sistema delle leggi: 1791: riconosciuta la legge francese; 1814: ristabilita la situazione precedente (ritorno ai privilegi); : legge sulle Regie Patenti (invariata sino al 1855); 1845: Carlo Ignazio Giulio e Federico Menabrea propongo un nuovo schema, che prende atto dell’impossibilità di determinare la “novità” dell’invenzione; 1855: Cavour trasforma il favore regio in diritto dell’inventore.

15 Riferimenti bibliografici essenziali
Luisa DOLZA, Michelangelo VASTA, tra diffusione e tutela: i paradossi dell’attività innovativa, in Vittorio MARCHIS (ed.), Storia delle scienze, vol. V, Conoscenze scientifiche e trasferimento tecnologico, Torino : Einaudi, 1995 Charles SINGER (ed.), Storia della tecnologia, Torino : Bollati Boringhieri, 1995


Scaricare ppt "Lezione del corso di Storia della Tecnologia 09/06/2006 Filippo Nieddu"

Presentazioni simili


Annunci Google